Disclaimer: I personaggi di
Hetalia: Axis Powers non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©
Se così non fosse, io che me starei qui a fare?
Non mi appartengono nemmeno le canzoni dei Beatles
Che vanno a chi detiene ancora oggi i loro
Copyright ©
Se fosse il contrario, me ne andrei nel cielo con Lucy e i diamanti
Su un sottomarino giallo.
Alla Jo-san ~
.: Eight Days A Week :.
Micronazione voleva dire due
cose: essere abbastanza testardo da andare contro le grandi Potenze del proprio
territorio e non essere mai abbastanza.
Mai
abbastanza forte per valere la propria opinione, mai abbastanza grande per dimostrare di non essere più un bambino, mai abbastanza qualcosa per avere l’Indipendenza.
Che, poi, i fortunati che
riuscivano a staccarsi dalla “Madrepatria” in modo ufficiale c’erano eccome: Wy e Molossia,
ad esempio.
Loro avevano ottenuto ciò che
Sealand e Seborga erano anni che cercavano di strappare, con le unghie e coi
denti; soprattutto per Giorgio, il vedersi messo da parte da Feliciano e
Romano, relegato in seconda fila mentre loro due concedevano l’Indipendenza ad
un piccolo comune dell’Abruzzo, era stato un colpo allo stomaco mica da niente.
E quando poi Kristina era entrato
nella sua vita -con la dolcezza del vento
che canta tra gli alberi del Nord, bianca come la spuma ghiacciata dei mari
lontani grigi di nebbia e calda di bracieri antichi, di danze e suoni di popoli
silenti- il timore di non essere abbastanza nemmeno per lei -lei che era una Nazione riconosciuta, la
grande e potente Svezia- si era fatto sentire con lo stesso fragore dell’onda
che si schianta sugli scogli. L’aveva guardata negli occhi e lo stomaco si era
torto: si era sentito così piccolo al
suo confronto, e non solo per una questione di altezza.
Voleva, doveva dimostrarle quanto amore ci fosse nel proprio cuore, quel
cuore così piccolo di Micronazione, farle capire che anche uno sputo di terra
di trecentododici abitanti poteva provare gli stessi sentimenti della patria
dello Stilnovo, e con la stessa disperata intensità.
Le aveva regalato un tulipano
rosso –perché temeva di non avere
abbastanza parole per dirle “Ti
amo”-, le aveva cantato una serenata sotto la finestra –perché temeva di non avere abbastanza voce per dirle “Ti amo”-, le aveva regalato una profusione di mimosa
dorata -perché temeva di non avere
abbastanza fiori per dirle “Ti amo”-
Kristina gli aveva sfiorato le
ciglia col tulipano, prima di baciarlo.
Kristina lo aveva abbracciato da
dietro, prima di stringergli le mani che imbracciavano la chitarra.
Kristina si era stretta la mimosa
al petto, prima di regalargli quel suo splendido sorriso che sapeva di cielo
azzurro e legno intagliato.
Svezia l’aveva baciato, aveva
cantato con lui, intrecciato parole di lingue diverse unite da un unico suono,
aveva sorriso, gli aveva regalato più parole di quanto avesse mai fatto con
qualsiasi altra Nazione.
Ed erano bastati quei pochi gesti
-le dita di lei che gli sistemavano una
ciocca di capelli dietro l’orecchio, il lieve sfiorarsi delle labbra, il tocco
appena accennato sul volto, sulle guance, sulle spalle..- perché Giorgio si
lasciasse alle spalle ogni timore.
Lo sapeva, eh, che sette giorni
non sarebbero stati mai abbastanza per
dimostrarle il proprio amore.
Ma, belin, che gli importava? Era una Micronazione, in fondo!
La sua, di settimana, aveva come minimo otto giorni.
{ Hold me, love me, hold me, love me
I ain't got nothing but love, babe
Eight days a week }
Note di Fine
Capitolo
Nyo!SveziaxSeborga!
*Sviene* Oh, cioè, tipo. Voi vi chiederete: ma che caspio di Pairing è? E’
TANTO AMMMMMMORE! Eh! EH! Ma perché certe cose succedono solo grazie alla Jo-san, che muove quella splendida pg
di Nyo!Svezia, alias Kristina.
Quindi,
a chi altri potevo dedicare questo capitolo, se non a lei? E NON VEDO L’ORA
CHE SIA IL 5 MAGGIO PER IL FUMETTOPOLI! ASDFGHJKL!!
Ehm!
Ringrazio:
Marguerite
e Jo-san per aver recensito il precedente capitolo!
Alla
prossima!