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Autore: Midori_chan    22/04/2012    1 recensioni
*Extra "Gatto per soldi"*
-Vestiti!-
-No, fallo tu per me-[...]
-Tu-, e la “u” risuonò, vibrava di rabbia a stento trattenuta.
-Non è come sembra-, recitò la sua parte il bianco.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Neji Hyuuga, Suigetsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Beeeene, è la terza volta che riscrivo le note, ringrazio l'Editor che mi si inceppa. GRAZIE. Oggi ero già sclerata di mio, ora ci si mette anche questo cavolo di programma... Vabbè, presentiamo, per la terza volta, la seconda parte dell'Extra di GxS su Neji e Suigetsu. Ricordo, che si puù LEGGERE SEPARATAMENTE dalla long, ma magari converebbe leggere la parte prima della suddetta storia, poi fate come vi pare, ciccia u.ù 

                                                                                    Che ne pensate di una long con questi due?
Alla prossima, spero mi riprenda, Faccialibro, Tweet
Mid_






-Nejiiiii-, ed era la trentesima volta che quella mattina lo chiamava, lo avrebbe volentieri ucciso se solo non ci fosse stata la scomoda possibilità di finire in carcere ad indossare un pigiama a righe fuori moda.
-Di nuovo, cosa vuoi?-, gli rispose gridando dal piano di sotto dove era intento a mettere il caffè nella tazzina.
-Aiutami!-, ordinò Suigetsu scendendo le scale saltellando da un piede all’altro, i pantaloni slacciati e la camicia aperta.
-Ancora che cerchi di farmi cambiare idea?-, lo rimbeccò il castano.
-Chi, io?-, si finse innocente avvicinandosi all’amante.
-Si, proprio tu. Finisci di vestirti da solo, scemo!-, provò a rimproverarlo e gli premette una mano sul petto per allontanarlo, ma a quello non importava.
-Se non mi vesti tu esco di casa così…-, rise ed era un sorriso vagamente minaccioso.
-Sarebbe un tuo problema-, si girò il castano stufo della conversazione, prese la tazzina e si rovesciò il liquido amaro in gola.
Passò qualche secondo e gli sembrò tremendamente strano non sentir ribattere l’altro, quando si voltò per vedere cosa stesse facendo tanto da occuparlo non lo trovò.
In pigiama si precipitò fuori: Suigetsu, con la camicia che gli svolazzava alle spalle, i piedi scalzi e la borsa a tracolla, camminava in tutta tranquillità verso il cancello.
-Cosa.Pensi.Di.Fare?-, gli urlò dietro mettendosi a correre per raggiungerlo.
-Quello che avevo detto in casa-, gli rispose prima di essere fermato da un ansante Neji poco davanti l’uscita.
-Vestiti!-
-No, fallo tu per me-
-Dannato gay viziato-, ma anche se continuava a lamentarsi prese i due lembi della camicia e cominciò ad unirli; si sentiva un po’ imbarazzato, erano due settimane che non toccava il corpo dell’amante e quella pelle chiara gli mancava terribilmente. Ma non poteva perdere il controllo quando era stato lui a dare inizio a quella gara di astinenza.
Il bianco si lamentava, piagnucolava, si mostrava nudo, gli inviava messaggi sconci, ma non lo toccava, anzi aveva messo un accordo extra –“Se sarò io a perdere tu potrai decidere come meglio crederai la mia punizione, ma se sarai tu a supplicarmi di prenderti, bhè dovrai ubbidire ad ogni mio capriccio per l’intera giornata”-.
Neji doveva resistere.
-Ora i pantaloni-, disse Suigetsu spingendo le mani del castano poco più in basso, come ad incitarlo.
I jeans, oltre ad essere maledettamente stretti, erano anche di quelli con tre bottoni e andava allacciato per primo l’ultimo in basso.
Sospirò rassegnato all’inevitabile contatto e mise due dita tra le mutande bianche e i pantaloni per agganciare meglio i bottoni; l’altro si spinse in avanti e il dorso della mano del castano si scontrò con il caldo membro del bianco.
Si guardarono negli occhi.
-Dai Neji, non puoi più trattenerti, lasciati prendere-
-Hai intenzione di dare la vittoria a me?-, domandò il castano un po’ nervoso.
-No, tu mi dici che va bene se ti prendo e vinco io-, argomentò Suigetsu.
-Ma anche no, non voglio essere il tuo schiavetto per un giorno, mi faresti di tutto-, si lamentò il modello.
-Non è quello che vuoi?-, rise il bianco.
-Idiota! Ti voglio ricordare che questa situazione è colpa tua, se solo tu non avessi fatto avance a tutti quelli che incontravi, persino a Naruto, avremmo continuato a fare sesso in queste due settimane!-, si allontanò Neji alzando le mani, il viso rosso per aver gridato.
-Ma io non vado dietro a nessuno, scherzo. E poi Neji, se mi fossi comportato da santarellino non mi avresti mai concesso l’onore di corteggiarti-, sorrise mettendo in mostra i suoi denti aguzzi.
-Non voglio perdere-, cercò di nascondere il compiacimento per quelle parole.
-Non perderai, sarà una vittoria per entrambi-, parlò malizioso, il peccato in persona agli occhi del castano.
-Tu capitolerai prima di me, ora stai fermo-, si riavvicinò Neji e per nulla sensuale, anzi come una mamma apprensiva, chiuse tutti i bottoni, poi gli diede una pacca sulla spalla e rientrò in casa.
-Sono scalzo…-
 
Neji sperava con tutto se stesso che il compagno quella sera non ci provasse neppure a sedurlo altrimenti gli si sarebbe buttato sopra in un batter d’occhio. La giornata di lavoro era stata pesante e anche stressante, come meglio rilassarsi se non con una bella scopata? Ma lui si doveva trattenere.
Girò il volante e si parcheggiò all’esterno della villa di Suigetsu dove viveva dal matrimonio, non andato poi così male, di Sasuke e Sakura.
-Sta dando forse una festa?-, si domandò vedendo solo dopo essere sceso dalla vettura che ogni posto del parcheggio era occupato da macchine eleganti e costose.
Aprì il cancello per il vialetto dove solo quella mattina aveva quasi ceduto alle parole dell’amante e lì, lungo tutta la via, erano sparsi indumenti di ogni genere.
-Piscina?-, si chiese ancora girando l’angolo senza proseguire per la casa in direzione del rettangolo pieno d’acqua.
Anche lì sembrava esserci stata una festa tra bottiglie e cartoni di pizza, ma non c’era anima viva.
Infuriato si avviò verso casa; se avevano osato distruggergli casa gli avrebbe davvero fatti a fettine.
In salotto non c’era nessuno, i divani però erano stati spostati per creare una specie di pista da ballo; le impronte d’acqua portavano al piano di sopra.
Il viso di Neji stava cambiando velocemente colore, da rosso a viola e infine nero, sì perché era incazzato nero.
Suigetsu se ne stava nudo, sdraiato sul letto disfatto, tra i corpi di almeno sei modelli*, uno di quelli gli accarezzava il petto, i loro sguardi maliziosi erano rivolti a Neji.
-Tu-, e la “u” risuonò, vibrava di rabbia a stento trattenuta.
-Non è come sembra-, recitò la sua parte il bianco.
-E’ come sembra, idiota, so cosa stai facendo: hai chiamato i modelli della tua agenzia per farmi ingelosire, così ora io dovrei pensare che i sei fatto tutti questi e arrabbiato me ne dovrei andare, poi mi consoleresti…-, il castano scosse la testa e i capelli morbidi, ancora acconciati in boccoli leggeri, gli volteggiarono intorno al viso,-Sei prevedibile-.
Suigetsu rimase visibilmente male della mal riuscita del suo piano “geniale”, ma si riprese subito.
-Bhè, già che ci siamo, diamoci da fare!-, propose, lo sguardo del castano fu più eloquente di quanto sarebbero stati mille insulti ben pensati, ma volle assecondare quel gioco.
Tanto vale, si disse.
Lentamente si slacciò la camicia, il manager nel frattempo si era seduto sul bordo del letto allungando le mani a sbottonare i jeans scuri dell’altro; Neji, appena fu nudo, si sedette sulla gambe del bianco, poi guardando dietro le spalle di questo disse,-Lui è mio, stategli lontano-.
Quelli alzarono le spalle e si scelsero un altro compagno, mentre i due amanti già si agitavano al centro del grande materasso.
 
-Hai perso-, gli disse nell’orecchio Suigetsu e nel frattempo accarezzava la schiena arrossata dell’amante.
-Hai ragione-, si limitò a rispondere il castano stanco.
-Devo decidere il mio regalo-, era davvero euforico all’idea di progettare un’intera giornata di fantasia erotiche.
-Ah no caro, hai già avuto il tuo harem, ho scontato la mia penitenza-, gli fece notare Neji sistemandosi meglio sul petto chiaro.
-No! NO!-, ma il modello stava già dormendo.
 
 
 
*capitolo 15 di “Gatto per soldi” u.ù

 
   
 
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