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Autore: Hey J    16/11/2006    1 recensioni
Akane; la stessa ragazza energica di sempre, trasformata finalmente in donna, è sola; il ricordo di chi ha amato di più è travolgente, specie in un treno.. specie se il soggetto dei suoi pensieri è..
Ranma; in cammino dopo un lungo viaggio, il giovane artista marziale ha deciso di tornare, con nel cuore vividi i suoi sentimenti per un "violento maschiaccio privo di sex-appeal".. ma con nella mente il ricordo di un importante incontro, avvenuto durante il suo allenamento.
Ai; una giovane fuggita da un destino già scritto a cui non voleva sottostare.
Hope; in lotta tra la vita e la morte.
Joe; un ragazzo, un tempo spensierato, che ha lasciato tutto per seguire il suo cuore.

Quella forza oscura, quella corrente inarrestabile che vien detta "fato", volle intrecciare i loro destini in modo indissolubile. -- Revisionato Nono Capitolo --
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciauz! Ecco un mio nuovissimo cappy!Che stavolta lo dedico a….(momento di suspense) Mary J Blige! (caduta rovinosa dei lettori stile anime) vi starete certamente chiedendo il perché ( certo chi sano di mente non lo farebbe? Ndl)bhe la risposta è semplicissima: mentre scrivo i miei cappy ascolto l’mp3 e la canzone che metto ripetutamente quando devo scrivere i momenti salienti è one di mary j blige feat.U2! quindi un ringraziamento va sicuramente a lei… Ehi! Ma dove mi state portando! (io trascinata da due in camice bianco con la camicia di forza) (al manicomio, no! Ndl) si, ma i manicomi sono stati chiusi! (lo sappiamo, ma ce n’è uno segreto per gli autori di FF pazzi come te ed ora andiamo ndl) aiutooooooooo! -_^ intanto che vado in manicomio fate buona lettura ciauz! Non spingete…!




Capitolo 4: Ricordi

Una ragazza guardava, dal balcone di un alto palazzo, il paesaggio sottostante. Il vento le sferzava il viso facendo muovere i ciuffi ribelli, che erano sfuggiti dalla rigida acconciatura, ed i vestiti, in stile arabo di colore rosso acceso; guardava la pioggia cadere sulla pelle scura, e mischiarsi alle lacrime cocenti... cocenti di rabbia, non tanto perché era costretta a sposare quel viscido di suo cugino -sarebbe scappata, per quello- ma perché era malata. Leucemia linfatica, non c’era stato bisogno di un oncologo, l’aveva capito da sola: milza e linfonodi ingrossati, anemia e continue febbri. Joseph non avrebbe mai accettato di vederla malata, legata a tanti tubicini, senza più voglia di vivere, e neanche lei lo avrebbe accettato.
Lei! Lei era la ribelle della casa, piena di vitalità, che non stava mai tranquilla, un’aquila che non poteva essere ingabbiata, un cavallo selvaggio che correva libero e indomato! Non poteva rinunciare all’unico tesoro che aveva, no, non poteva...
“Perché proprio a me?” gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
Poi recuperò il suo solito sorriso radioso. “No! Io non mollerò! Continuerò a vivere perché è necessario, perché lo voglio! Scapperò, scapperò da qui, perchè IO VOGLIO VIVERE!”

Io voglio vivere, voglio vivere... Quelle tre parole aleggiavano ancora nella mente di Hope, che nascondeva la tristezza dietro l’ombra di un sorriso.
Ma quel sorriso di notte spariva, come se si eclissasse con il tramonto del sole. I ricordi bruciavano vivi, mentre la fiamma della vita si spegneva lentamente, ma inesorabilmente, dentro di lei; ricordava i momenti felici che aveva passato con la sua famiglia, con la gemella Nadja, con Ranma... Già, proprio Ranma... Con lui aveva vissuto momenti felici durante quegli ultimi tre anni, con lui era cresciuta, con lui aveva superato il momento difficile dell’adolescenza ed ora avrebbe tanto voluto averlo lì, accanto a lei, per essere stretta fra le sue forti braccia, per dirgli che... l’aveva amato...
Era stato come il fratello che le era morto qualche mese prima che partisse per l’Arabia. Si era opposto con tutte le sue forze a quel matrimonio, e per questo era stato ucciso, e il suo omicidio era passato per un incidente.
Come la sera di tre anni prima, Hope stava fuori da un balcone, ma stavolta di un piccolo ambulatorio; guardava ancora una volta il cielo plumbeo, la pioggia cadere a capofitto sul suo viso ormai smagrito, ma con negli occhi ebano la stessa determinazione e voglia di vivere che non si era mai spenta. “Io voglio vivere! Voglio vivere! Voglio continuare a volare come un’aquila, voglio tornare a correre come un cavallo selvaggio!”
Guardò il cielo e vide le stelle nonostante la pioggia. Aveva capito.


Era una fresca mattina d’autunno quando Kasumi, come tutte le mattine presto, apriva la porta in carta di riso che volgeva sul cortile esterno per fare entrare aria pulita: era il suo modo di dire buongiorno al sole. Un raggio di sole si posò gentile sulla pelle di porcellana della ragazza, come per ricambiare il suo saluto mattutino, però, quella cara e mite creatura, gentile con tutti, aveva una piccola nube nel suo dolce cuoricino: era preoccupata per la sorellina più piccola che sarebbe dovuta tornare ben due giorni prima dall’università, e come ospite avrebbe portato con sé la sua migliore amica Aya.
Ospiti, di ospiti ne avevano avuti tanti da quando il sig. Saotome e Ranma erano arrivati a casa Tendo: Ukyo, Shan-pu, Mousse, Ryoga, Kuno, Kodachi, Sasuke, Obaba... Ora, però, erano tutti scomparsi, come l’arrivo di Ranma li aveva portati con sé, così erano andati via con la sua partenza: Ukyo era tornata al suo paese natale, Shan-pu, Mousse e Obaba in Cina, Ryoga era partito per uno dei suoi soliti viaggi, Kodachi era stata ricoverata in una clinica psichiatrica, e Kuno e Sasuke che l’avevano accompagnata erano stati ricoverati pure loro perché scambiati per pazzi.
Era stata una vita estenuante tra continue lotte e la casa perennemente distrutta, ma allora aveva tanti amici che ora le mancavano.
“Ciao Kasumi!” disse un uomo sorridente da dietro le sue spalle. “Oh ciao tesoro!” disse Kasumi, i cui occhi si illuminarono di gioia al solo vederlo.
“Come sta la mia moglie preferita stamattina?” chiese l’uomo carezzandole dolcemente il grembo e “Bene, come sempre...” rispose Kasumi radiosa, ma fu interrotta dal suono di un cellulare.
“Dottor Tofu, mi dica. Cosa?! Sto arrivando! Scusami tesoro, devo andare.” disse il dottore baciando sulla fronte Kasumi e correndo via.
“Ancora un’altra emergenza?” Chiese una ragazza dal baschetto bruno da dietro le spalle di Kasumi.
“Sì, Nabiki. Per caso hai notizie di Akane?” “Perchè non lo chiedi al dottorino?!” Kasumi fissò perplessa la sorella che sbuffando rispose “Non sai che Akane è all’ambulatorio di tuo marito? È lì per una paziente malata di... leucemia, credo.” Alla parola leucemia i grandi occhi nocciola delle due sorelle si rannuvolarono.
“Proprio come la mamma.” disse Kasumi in un soffio “Già.”rispose triste. Quel momento, però, fu interrotto dal suono del campanello. Kasumi andò ad aprire e si trovò davanti un enorme panda e un bel ragazzo dalla lunga treccia corvina e gli occhi blu notte trapuntati di pagliuzze argentee. Il giovane sorrise vedendola, e si accorse di due piccoli particolari: la fede al dito e la dolce curva della sua solita pancia piatta.
“Ciao Kasumi, come stai?” “Bene, Ranma-kun! Ti prego, entra!” Rispose la ragazza. “Dov’è Akane?” “All’ambulatorio di…” “Di tuo marito?” “Già.” “Come mai è lì, sta male?”
Sul volto di Ranma si dipinse un’espressione di preoccupazione che tentò invano di camuffare “No, è lì per una ragazza che ha incontrato, non so bene la storia.” “Ah! Ok, l’aspetterò qui.” Concluse Ranma, sedendosi vicino all’ingresso; sfoderando il suo amato flauto, cominciò a suonarlo, come aveva promesso ad Akane. Kasumi, intanto, era andata di nascosto a chiamare suo marito perché chiedesse ad Akane di tornare subito a casa...


DRIIIIN DRIIIIIIN DRIIIIIIIN. Il telefono suonò varie volte, così Akane, vedendo che nessuno andava, rispose.
“Pronto? Qui ambulatorio del dottor Tofu! Desidera?” “Akane!” “Kasumi! Che c’è? Hai problemi col bambino?” “No, volevo proprio te. Potresti venire a casa?” “Ma per...” Akane s’interruppe sentendo di sottofondo la dolce musica di un flauto. Lasciò cadere il telefono e cominciò a correre travolgendo infermiere e pazienti dell’ambulatorio, ma a lei non importava, aveva altri pensieri, altri ricordi.

“Tra poco il flauto mi si consuma! Che ne dici se ti faccio una promessa?” “Quale promessa?” “Quando tornerò dal mio viaggio, per farti capire che sono a casa suonerò questa melodia e se sarai fuori casa la suonerò in continuazione finché non sarai tornata. Che ne dici?” “Sì, ma ad una condizione! Le dovrai trovare un nome!” “Affare fatto!”

*Oh Ranma, sei tornato finalmente! Ti ho aspettato così tanto!* pensò Akane correndo per strada mentre grossi lacrimoni lucenti scendevano copiosi sulle gote rosee. Akane si arrestò davanti casa sua, ora sentiva la musica più nitida, non c’era dubbio: Ranma era tornato. La ragazza spalancò la porta e il suo cuore si fermò. Lui era davanti a lei che le sorrideva con ancora il flauto tra le mani. Akane cominciò a piangere ancora più forte, si vergognava di piangere proprio davanti a Ranma, si vergognava maledettamente, ma Ranma fece un gesto strano: spalancò le braccia verso di lei e disse sorridendo ancora di più“Bhe, non mi vieni a salutare?” Akane lo guardò per qualche istante, poi…




Eh eh eh! Credevate di sapere come andava a finire! Invece vi lascio in sospeso. Cosa farà Akane? Kasumi è sposata ed addirittura incinta!? Ne sono successe di cose! Ma ne succederanno molte altre, per scoprirle continuate a leggere la mia fanfiction! Ora l’angolo dei ringraziamenti! Dato che sono riuscita a scappare dal manicomio superblindato in cui i lettori mi avevano rinchiuso posso passare ai ringraziamenti che purtroppo dovrò fare lampo! Ringrazio le mie tre critiche personali: Stray cat Eyes, Gil e hankochan. Allora concludo sennò non posto mai però vi prometto che la prossima volta vi farò un ringraziamento lungo una pagina ed in più quando concluderò questa fics farò una cosa che spero vi piacerà ;) ! Ciauz ! Kisses!
  
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