Cominciamo con i convenevoli. Mi chiamo Sara, sono nata in Italia ma all’età di 3 anni mi sono trasferita con la mia famiglia a Londra. Adesso ho 17 anni, i miei genitori si sono separati e io e mia madre ci siamo trasferite a Wolverhampton. A Londra avevo tutto, e là è rimasto tutto. La scuola, gli amici e Will il ragazzo che amavo, che appena ha scoperto che mi sarei trasferita non ha perso tempo e si è trovato un’altra ragazza. Adesso sono solo una semplice ragazza, un’ adolescente che deve ricominciare da capo la sua vita in una nuova città. Questa è la mia storia.

Primo giorno di scuola, e sono già in ritardo. Oggi piove tantissimo e mi sono svegliata talmente tardi che non ho avuto il tempo di ragionare su come vestirmi, così indosso dei semplici jeans, una felpa blu di mio fratello Eddie -me l’ha regalata prima che partissi così avrei avuto qualcosa che me lo facesse sentire vicino visto che adesso non ci vedremo per un bel po’- che mi va larghissima e le mie converse rosse. Ho il cappuccio della felpa in testa e i miei ray ban neri e azzurri, sì porto gli occiali da sole anche se sta piovendo; è una mia fissa, li indosso praticamente sempre, forse perché preferisco nascondermi almeno un po’ il viso.

Guardo l’ora sul display del mio nokia nuovo di zecca - me l’ha regalato papà appena prima di darmi la notizia del divorzio e del mio imminente trasferimento- 8.02, 3 minuti prima del suono della campanella e io devo anche andare in segreteria a compilare i moduli e a prendere gli orari, varco la porta della scuola correndo, attraverso l’atrio, giro l’angolo e.. sbam! Mi scontro in pieno con un ragazzo. 

-Ehi! Ma guardi dove stai andando?- dice lui scontroso, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.

Sussurro un debole  -Scusa.-  mi alzo in fretta e corro in segreteria a prendere il mio orario delle lezioni.

Busso alla porta dell’aula ed entro, il professore di matematica mi presenta brevemente alla classe, poi mi fa segno di sedermi nel banco vuoto in ultima fila, vicino al ragazzo con i capelli corvini. Mi avvicino piano, il ragazzo ha in mano un piccolo specchietto e sta ammirando la sua immagine riflessa, è molto bello. Quando si accorge di me chiude lo specchio e mi porge la mano.

- Benvenuta alla Wolver high. Io sono  Zayn.- e sfodera un sorriso magnifico.

- Sara, piacere. - dico sfilandomi il cappuccio e gli occhiali e sorridendo. Poi cerco di concentrarmi sulla lezione per fare una buona impressione al professore.

- Cos’hai l’ora dopo? – mi dice Zayn finita la lezione.

- Biologia. Tu? – chiedo.

- Storia. Ci vediamo in mensa? Ti tengo un posto. –

- Grazie. – dico, mi regala un altro dei suoi sorrise ed esce dall’aula. Raccolgo le mie cose e faccio lo stesso.

L’ora di biologia passa in fretta. Esco dall’aula e mi ricordo che devo andare da Zayn. 

“Wow! Ho già un amico, quasi. Questo primo giorno non sta andando poi così male!”

Poi mi viene in mente il ragazzo con cui mi sono scontrata nell’atrio, il tono con cui mi ha risposto mi ha ferito. Rimetto il cappuccio e gli occhiali e cammino per i corridoi in cerca della mensa. Percorro qualche metro, il corridoio è già deserto; a parte qualche coppietta che mi ricorda terribilmente che tra me e Will è tutto finito. Continuo a camminare e sento una melodia stupenda, sembra qualcuno che canta, seguo quella voce ed arrivo davanti a una porta chiusa, rimango ad ascoltare appoggiata alla porta chiusa; improvvisamente la porta si apre, scivolo tra le braccia di qualcuno che mi sorreggono.