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Autore: kagome123    22/04/2012    3 recensioni
Sono passati 15 lunghi anni da quando Inuyasha, Kagome e i loro figli sono rimasti bloccati nel presente a causa dell'inaspettata chiusura del pozzo mangia ossa; ora Inuki e Kaori, ormai adolescenti, vivono, insieme alla loro famiglia, una vita normale tra i banchi di scuola. Ma le loro giovani vite saranno sconvolte da un avvenimento improvviso... Ed ecco voi il sequel di "Una nuova avventura"!! Nuove avventure e nuovi personaggi vi attendono. Cosa aspettate? Leggete e commentate numerosi!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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capitolo 28 Capitolo ventottesimo – Il principe e la principessa



Inuki e Ikkuko stavano passeggiando tranquillamente all’interno della scuola quando una voce maschile li costrinse a voltarsi.

Dalla parte opposta del corridoio un ragazzo, con la testa rasata e un abito da monaco shintoista, correva a perdifiato nella loro direzione.

“Conosci quel monaco, Inuki?” Domandò Ikkuko, curiosa.

“Si. È Jun-kun. Un mio kohai che frequenta il primo anno in questa scuola.”

“Sembra molto agitato. Deve essergli accaduto qualcosa di terribile per correre così.”

“Agitato non mi sembra il termine giusto, Ikkuko. Anzi, sarei molto più curioso di sapere perché mai sta andando in giro vestito in quel modo.” Disse tra le risa.

Ikkuko lo guardò per parecchi secondi, confusa.
“È un monaco. Come altro dovrebbe vestirsi?”
 
“Jun-kun, un monaco? Ma se non ha mai pregato in un tempio in tutta la sua vita!” Disse continuando a ridere.

“E allora per quale motivo ha indosso quelle vesti?”

“Si tratta solamente di abiti di scena, Ikkuko!”

“Abiti di scena?” Ripeté, non molto sicura di aver compreso il significato di quelle parole.

Il mezzo demone avrebbe voluto spiegarle meglio la situazione ma in quel momento sopraggiunse il ragazzo, bloccando le sue parole sul nascere.   

“Oh, Higurashi-senpai! Ti ho trovato finalmente!” Annaspò il ragazzo tra un respiro e un altro, mentre si asciugava la fronte sudata.

“Ciao, Jun-kun. Come mai mi stavi cercando? È successo qualcosa?” Chiese.

“Una catastrofe, Higurashi-senpai! Una tragedia! Ma perché tra tutti momenti proprio oggi doveva succedere? Ahh! Il lavoro di un anno intero! Tutto perduto!” Urlò con tono melodrammatico e portandosi le mani sulla testa calva.

“Sei sempre il solito esagerato, Jun-kun. Perché invece non mi spieghi come stanno le cose? Non può trattarsi di una cosa così grave.” Disse, cercando di farlo calmare.

“E invece lo è, senpai! Himiko-chan, la ragazza che avrebbe dovuto interpretare il ruolo della principessa durante la rappresentazione di questa sera, si è slogata una caviglia durante le ultime prove e, a causa di questo impedimento, non potrà eseguire la scena più importante di tutta la rappresentazione!”

“Il ruolo della principessa? Ma non dovevate rappresentare il Chūshingura che descrive le gesta dei quarantasette ronin?”

“Si. Ma il nostro club ha voluto modificare un pochino la parte iniziale dell’opera, focalizzando l’attenzione sulla compagna di Asano Naganori e sul suo dolore per la tragica morte del marito. È solo una piccola scena, con pochissime battute e una danza appena accennata ma… per noi ha una grande importanza visto che ci abbiamo impiegato quasi un anno per ultimarla.”  

“Capisco ma… non ci sono altre ragazze nel club di teatro che possano sostituirla?”

“No. Nessuna, tranne Himiko-chan, è mai stata mai in grado eseguire quella scena in modo accettabile. Quindi… non appena ho saputo che ti trovavi ancora a scuola, mi sono chiesto se tua sorella fosse disponibile per darci una mano.”

“Mia sorella? Nelle vesti di una principessa? Non credo proprio, Jun-kun! E poi, in questo momento, non ho la minima idea di dove sia.”

“Ma… ma… non puoi abbandonarmi così, Higurashi-senpai! Ho già rassicurato gli altri che sarei tornato al club insieme a lei! Ti supplico, aiutami! Non so a chi altro chiedere!”

Inuki si abbandonò ad un sonoro sospiro.
“Non so che dirti, Jun-kun. Potrei provare a cercarla ma…”

“Se vuoi posso aiutarti io, Jun-kun.” Azzardò Ikkuko, cogliendo di sorpresa i ragazzi.

“Eh?”

“Non ho ben capito di che cosa si tratti ma… sembra divertente.” Continuò, ridacchiando leggermente.

Il ragazzo si portò vicino al mezzo demone.
“Chi è questa bellissima ragazza, Higurashi-senpai?” Gli bisbigliò ad un orecchio.

“Il suo nome è Ikkuko. È arrivata qui qualche giorno fa insieme ai genitori per visitare Tokyo e ora alloggia da noi, al tempio.” Spiegò, irritato da quella domanda.

Il giovane la osservò a lungo, studiando ogni più piccolo particolare della ragazza.
Era alta, snella e muscolosa ma al tempo stesso le sue movenze erano aggraziate e leggiadre, come mai ne aveva viste prima d’ora.
Sebbene fosse chiaro a tutti che non avesse alcuna esperienza in fatto di teatro o recitazione, forse avrebbe potuto ovviare a questa sua mancanza durante la scena della danza, in cui anche Himiko-chan aveva avuto serie difficoltà.
   
“Hai mai recitato prima d’ora, Ikkuko-san?” Le domandò, continuando ad osservarla.

“No, mai. Ma mi piacerebbe provare.” Gli rispose quasi subito.

Trascorsero alcuni secondi di assoluto silenzio poi il ragazzo riprese la parola:
“Forse è una cosa azzardata ma questa volta voglio dare ascolto al mio istinto. Vieni con me, Ikkuko-san. Abbiamo poco tempo per farti imparare tutte le battute.” Disse afferrandola per un braccio e cominciando a camminare.

A Inuki per poco non uscirono gli occhi dalle orbite.
“Ehhhhhhhhhhhhhh?! A-a-aspettate un attimo, ragazzi! Jun-kun, ma sei impazzito? Dovrà recitare davanti a più di un centinaio di persone e… Ikkuko non ha mai fatto una cosa del genere in vita sua!” Urlò agitato, cercando di bloccare la loro avanzata.

“Basterà ignorarli, non è così Ikkuko-san?”

Ikkuko annuì.
“Già. E poi sono abituata alle grandi folle. Non preoccuparti, Inuki. Andrà tutto bene, vedrai.” Disse, sempre più eccitata dall’idea di fare la principessa.
    
“Ma… ma…”

“Se hai così paura che ti rubi la tua bella fidanzata, Higurashi-senpai, puoi venire tranquillamente con noi in palestra.” Gli bisbigliò malizioso all’orecchio.

In un attimo il volto del giovane mezzo demone assunse un colore molto tendente al rosso.
“Chi ti ha detto che l’avrei lasciata andare da sola, eh?!” Rispose subito, imbarazzato più che mai.

“Andiamo allora. Le luci della ribalta ci attendono, signori!” Urlò, trascinando con sé i due ragazzi verso la palestra.




“Allora, senpai, dimmi: da quanto tempo state insieme?” Chiese il ragazzo vestito da monaco, mentre prendeva posto accanto ad Inuki in platea.

“Non sono cose che ti riguardano, Jun-kun.” Rispose brusco e visibilmente turbato. “E poi, non dovresti andare a ripetere la tua parte? Se non sbaglio mancano pochi minuti all’alzata del sipario.” Continuò.

“Non preoccuparti per me. Io entrerò in scena durante il secondo atto della rappresentazione. È ancora presto.”

“Mah, se lo dici tu.” Sbuffò, seccato.

Il rumore degli applausi attirò l’attenzione dei due ragazzi, chiaro segnale che lo spettacolo stava per avere inizio.

“Ahhh, non sono più nella pelle. Ormai ci siamo, senpai!” Urlò, euforico.
 
Inuki sbuffò nuovamente.
“È solo una recita. Una cosa vista e rivista. Non capisco cosa ci sia di emozionante in tutto questo.”

“Senpai, ci conosciamo fin dalle elementari e so benissimo che tu non hai mai amato questo genere di cose. Per me è diverso: io frequento questo club da sempre e non posso fare a meno di emozionarmi ogniqualvolta una ‘nostra’ opera va in scena.”

Inuki sospirò, portandosi una mano tra i folti capelli corvini.
“Scusami. Non volevo dire quelle cose. So benissimo quanto ci tieni al club e alla tua passione.”

Jun-kun sorrise.
“Non preoccuparti. Non è nulla. E poi con il tuo aiuto ci hai salvato dal dover annullare completamente la rappresentazione, quindi… sono di nuovo in debito con te, Inu-nii.”

“Vorrai dire: con l’aiuto di Ikkuko. Io non ho fatto nulla questa volta. E smettila di chiamarmi così, Jun-kun! Non siamo più alle elementari, lo sai!” Balbettò, rosso in volto.

Jun-kun si abbandonò ad una grossa risata.
“Non sei cambiato per niente da allora, Inu-nii. Ti imbarazzi sempre per ogni cosa!”

Inuki arrossì ancora di più.
“Dimmi piuttosto: quando farà la sua comparsa Ikkuko? Se non ricordo male la moglie del signore appare solo durante la prima scena.” Disse, cercando di cambiare argomento.

“Si. Esatto. Anzi, sono proprio curioso di vederla con indosso l’abito da principessa. Fa parte della collezione storica del nostro club, sai?”

“Oh, davvero? Quindi è un abito di valore?”

“Più che altro affettivo. Fu confezionato quasi quindici anni fa da un’alunna di questa scuola quando fu messa in scena nuovamente quest’opera. Ma non temere, fa veramente la sua figura.”

“Capisco. Comunque ti avverto: io e Ikkuko ce ne andremo non appena sarà terminata la prima scena. Quindi…”

“Di questo non devi assolutamente preoccuparti, senpai. Hai fatto già troppo per me. E poi non è mia intenzione rovinare ancora di più il vostro appuntamento!”

Inuki arrossì per l’ennesima volta.
“Il nostro… appuntamento?! Senti Jun-kun, forse non hai ben capito la situazione…ma…”

Ma il ragazzo lo interruppe bruscamente, portandogli una mano davanti alla bocca.
“Ssshhh! Sta iniziando!” Disse e in pochi istanti tutte le luci si spensero, dando inizio allo spettacolo.
 

Era trascorsa circa un’ora quando Ikkuko aveva fatto finalmente la sua comparsa in scena e, in quel momento, un’ovazione unanime echeggiò tra il pubblico.
E chi poteva dar loro torto?
Sembrava quasi che davanti ai loro occhi ci fosse davvero una principessa, che avanzava altezzosa e leggiadra tra le finte scene del palco regalando a quel luogo, con la sua sola presenza, un’atmosfera magica e dal sapore antico.
Inuki non poté fare altro che continuare ad osservare quella scena, scioccato e ammaliato da quella figura.

“Ho fatto proprio bene a dare ascolto al mio istinto questa volta! È bellissima, non è vero senpai?”

Inuki, impossibilitato a parlare, annuì più volte senza staccare lo sguardo da lei.



Quando la prima scena terminò, segnando così anche la fine del primo atto, Jun-kun accompagnò Inuki dietro le quinte per recuperare la sua amica.

“Oh Kami! Chi l’avrebbe mai detto che l’intera scena sarebbe andata così bene? E tutto questo grazie ad Ikkuko-san! Ma… ma… hai visto come ha recitato? Come ha danzato? Si, era una scena drammatica e di poco conto ma ci ha messo una tale passione da farla sembrare quasi vera. Mi sono persino commosso, lo sai?” Urlò, eccitato e con gli occhi luccicanti.

Inuki mosse su e giù la testa, ancora incapace di proferire parola.

“Quella ragazza ha un futuro come attrice, te lo dico io! Oh, Kami! Questo potrebbe essere il più grande successo del club negli ultimi dieci anni! Ma ci pensi? Diventeremo famosi, Inuki! Per non parlare dei numerosissimi iscritti che avremo il prossimo anno! Tu che ne pensi, amico mio?” Continuò.  
    
“Era davvero bellissima…” Sussurrò con un filo di voce e con aria sognante.

Un enorme gocciolone si disegnò sulla testa di Jun-kun.
“Oh, Michi-chan, sai per caso se la nuova ragazza ha finito di cambiarsi?” Domandò ad una compagna che passava di lì con in mano alcuni vestiti di scena.

“La nuova ragazza? Oh, si. Sono passata in camerino pochi istanti fa. Aveva quasi finito. Piuttosto, non dovresti iniziare a prendere posto sul palco? Tra dieci minuti tocca a te!”

“Si, lo so. Non preoccuparti. Il tempo di accompagnare il senpai in camerino e mi preparo. Grazie dell’informazione, Michi-chan.”

“Di nulla. A dopo.” Disse per poi sparire velocemente tra i vari corridoi.



“Ikkuko-san? Possiamo entrare?” Urlò il ragazzo vestito da monaco, bussando più volte alla porta e facendo per aprire.

Ma la ragazza lo anticipò, aprendo la porta per prima e accogliendo i due con un grosso sorriso sulle labbra.
“Oh, siete voi ragazzi. Stavo giusto per raggiungervi ma, a quanto pare, mi avete preceduto. Allora? Ero abbastanza convincente come principessa?” Domandò.  

“Convincente? Convincente? Cavolo, Ikkuko-san! Non ho mai visto nessuno interpretare quella parte in modo così realistico e naturale! Non ti nascondo che ad un certo punto ho creduto veramente di trovarmi al cospetto di una principessa in carne ed ossa!”

Ikkuko abbassò il capo, imbarazzata.
“Non esagerare, Jun-kun. Ho fatto un bel po’ di errori e poi, il mio corpo non ha smesso un solo istante di tremare.”

“Potrà pure essere stato così ma, sinceramente, nessuno tra il pubblico ha notato i tuoi errori. Sei stata semplicemente magnifica, Ikkuko-san! Diglielo anche tu, Higurashi-senpai!”

Lo sguardò della ragazza si spostò sulla figura del mezzo demone il quale, fino a quel momento, non aveva aperto bocca.

“Sei stata davvero magnifica, Ikkuko.” Balbettò con un filo di voce, visibilmente turbato.

A quelle parole il viso della giovane taijiya si colorò di un rosso acceso.
“Grazie, Inuki.”

Incapaci di dire altro, i due rimasero in silenzio per parecchi secondi, mentre il battito impazzito dei cuori martellava senza sosta nelle loro orecchie.
Poi una voce in lontananza spezzò improvvisamente quell’atmosfera, richiamando l’attenzione del ragazzo vestito da monaco.

“Jun-kun! Perché sei ancora qui!? Il sipario si alzerà tra 3 minuti! Corri subito a prendere il tuo posto in scena, razza di scansafatiche che non sei altro!”

“Cheee? È già così tardi?! Scusate, ragazzi ma il dovere mi chiama. Spero di rivederti ancora Ikkuko-san. E grazie ancora dell’aiuto! A presto!” Disse, prima di sparire tra i corridoi come un fulmine.  

Passarono altri secondi di silenzio, poi Ikkuko disse:
“Sai, Inuki? Non pensavo che mi sarei divertita così tanto ad imitare qualcun altro... anche se, non ti nascondo, che all’inizio non avevo la minima idea in che guaio mi stessi cacciando.”

“Beh… per fortuna si è risolto tutto per il meglio.”

“Per fortuna si. Però… forse ho capito il motivo per cui sono riuscita ad imitare così bene il ruolo della principessa.”

Inuki sbatté più volte le palpebre, non comprendendo le sue parole.

“A quando mi ha raccontato Sango, la mia vera madre era nata in un nobile casato, caduto in rovina dopo la morte del suo signore. Aveva solo quattordici anni quando fu costretta a sposarsi con mio padre, figlio di un samurai e capo di un piccolo villaggio vicino, situato ai piedi delle montagne. Se fosse stata ancora viva, a quest’ora io avrei dovuto vestire realmente i panni di una principessa. È per questo motivo che i movimenti che ho fatto su quel palco mi sono venuti così naturali.” Spiegò.

“Dici davvero, Ikkuko?”

La ragazza annuì, per poi abbassare nuovamente il capo.

“Wow….” Esclamò, incapace di dire altro.

“Già.”

“Però, sai… ora che ci penso non siamo poi tanto diversi.”

“Che vorresti dire?”

“Anche mia nonna era una principessa.”

“Sul serio?”

“Già.”

“Quindi… questo farebbe di te un principe. Giusto?”

Il mezzo demone si abbandonò ad una grossa risata.
“Io? Un principe? Non mi ci vedo proprio ad indossare dei vestiti così sfarzosi!” Disse tra le risa.

“Beh, non è detto che basti l’abito a fare il monaco. Un vero principe potrebbe nascondersi anche sotto le vesti del più valoroso tra i guerrieri o del più umile tra i contadini.”

Inuki ridacchiò nuovamente.
“Sarà, ma io ci credo ben poco. Che ne dici di avviarci verso il cortile? Il sole sta tramontando e tra non molto inizieranno ad accendere il grande falò che segna la fine di questa manifestazione.”

“Ok!” Rispose tra le risa, seguendo l’amico in direzione dell’uscita.



“Ma guarda un po’ chi si rivede.” Disse Shiro, riconoscendo le figure di Inuki e della sorella seduti su un muretto di fronte al falò e avanzando nella loro direzione insieme a Kaori.

“Shiro! Kaori-chan! Dove eravate finiti?” Domandò Ikkuko, sorpresa e curiosa.

“In giro…” Balbettò Kaori, portandosi una mano dietro la nuca.

Inuki ridacchiò tra sé e sé.
“Oh. Vedo che avete fatto spese.” Disse, notando la grande busta tra le mani del monaco.

“Si tratta solo di cose da mangiare. Kaori aveva fame e così…”

“Se non sbaglio anche tu mi avevi detto di avere un certo languorino. Non è così, Shiro?” Disse, guardandolo di sbieco con occhi simili a due fessure.

Un enorme gocciolone si disegnò sulla testa del giovane monaco.
“Comunque sia, volete favorire, ragazzi?” Domandò.

“Sapevo che vi avremmo trovati qui e così ho comprato un bel po’ di roba.” Spiegò Kaori, iniziando a distribuire le varie pietanze.

“Wow… che abbondanza! E che buon profumo!” Disse Ikkuko, aprendo una confezione di udon.

“Hai avuto davvero un ottima idea, sorellina. Cominciavo ad aver fame anch’io.” Disse Inuki, afferrandone un’altra.

La mezzo demone ridacchiò.
“Lo immaginavo, hehe. E ora mangiamo, prima che si freddi tutto!” Disse, fiondandosi sui takoyaki e cominciando a mangiare.

Dopo pochi istanti, il resto del gruppo la imitò, prendendo posto accanto a lei.

Trascorsa circa una mezz’ora, una musica molto vivace e allegra iniziò a risuonare dagli altoparlanti, attirando la loro attenzione.

“Cosa succede?” Domandarono i due fratelli, notando la gente tutt’intorno che aumentava.

“Niente di particolare. È solo per segnalare a tutti che tra qualche minuto si darà inizio alle danze intorno al fuoco.” Spiegò Kaori, massaggiandosi lo stomaco ormai pieno.

“Dare inizio alle danze?” Ripeté Ikkuko.

“In pratica è usanza di questa scuola concludere questo tipo di feste con un grande ballo dove ragazzi e ragazze di ogni classe e età si divertono, scatenandosi a ritmo di musica fino a tarda sera.” Spiegò la mezzo demone.

“Sembra divertente!” Commentò la giovane taijiya mentre guardava, incuriosita, alcune coppie di ragazzi che cominciavano a prendere posto sulla pista.

Kaori sbuffò.
 “Mah... potrà pur esserlo ma, se devo dire la mia, alla fine si tratta solo uno spreco di energie.” Commentò, portando, seccata, le braccia dietro la nuca.

 “Peccato. E io che volevo invitarti a ballare con me, Kaori-chan.” Disse Shiro, cogliendola completamente di sorpresa.

“T-t-t-tu… c-c-c-c-cosa?!” Balbettò mentre si riempiva di milioni di gocce di sudore e il suo corpo cominciava a tremare.

“Vuoi venire a ballare con me, Kaori-chan?” Ripeté, continuando a guardarla con un grande sorriso.

“M-m-ma… t-t-tu… i-i-o…cioè…n-n-n-non p-possiamo! N-non conosci neanche i passi che bisogna fare!” Urlò, agitata.

“E che importa? Imparerò seguendo gli altri. Imparo in fretta, lo sai.”

“Si, ma…”

“Dai, su! Andiamo! Sarà divertente, Kaori-chan!” Ribatté euforico, alzandosi in piedi e prendendola per mano.

Il volto di Kaori si colorò ancora di più.
“Si, ma… solo un ballo, ok?” Disse con un filo di voce, distogliendo subito lo sguardo da lui.

In preda alla felicità, il giovane monaco annuì più volte per poi avviarsi insieme alla ragazza in direzione del falò.
Inuki e Ikkuko, ormai rimasti soli, continuavano ad osservare quella scena in silenzio, imbarazzati.

‘Mi domando dove abbia trovato il coraggio per fare una cosa del genere…’ Si ritrovarono a pensare i due quasi nello stesso momento, mentre un forte sentimento di invidia per i loro fratelli più piccoli li invadeva.



“Grazie per la magnifica giornata, ragazzi.” Disse Shiro, indossando il suo vecchio abito da monaco e tenendo in mano un paio di frammenti.

“Peccato che sia finita così presto.” Continuò Ikkuko, sistemandosi il kimono e prendendo un frammento dal fratello.

“Chissà, forse un giorno potremmo rifarla. Che ne pensi, Kaori?” Domandò il mezzo demone alla sorella, poco distante.

La ragazza annuì.
“Già. Scuola permettendo, naturalmente.”

Il monaco e la taijiya si abbandonarono ad una rumorosa risata.
“Ora andiamo. Ci vediamo domani mattina, ragazzi. Buonanotte!” Dissero per poi saltare contemporaneamente nel pozzo mangia ossa e sparire al suo interno.

“E sono spariti…” Commentò Kaori, abbandonandosi ad un sonoro sospiro.

“Non dirmi che hai già nostalgia del tuo bel monaco, sorellina?” Le sussurrò malizioso all’orecchio Inuki, ridacchiando tra sé e sé.

A quelle parole mancò poco che Kaori si strozzasse.
“M-m-ma ti ha dato di volta il cervello, fratellino?! Stavo per morire, razza di stupido!” Ruggì, irritata e imbarazzata allo stesso tempo. “E poi tu che ne sai di queste cose?!” Continuò.

“Beh… se devo dire tutta la verità, io so molto più di quello che può sembrare.”

La mezzo demone sgranò più volte gli occhi.
“Non vorrai dirmi che… prima…  i miei sentimenti… ti…”

“Oh, si. Mi hanno raggiunto forte e chiaro, sorellina.”

La ragazza arrossì, coprendosi il volto con le mani.
“Sono davvero felice per te, lo sai?” Disse, sorridendole e scompigliandole i capelli.

“Ti ringrazio.” Disse rispondendo al sorriso.

“Glielo hai detto, almeno?” Domandò, curioso.

 “No. Non sono stata in grado di farlo. Almeno a parole…” Balbettò, triste.

“Hai usato il linguaggio inuyoukai?”

Kaori annuì.

“E lui naturalmente non se n’è neanche reso conto.’

Kaori sospirò.
 “Già…”

Inuki le posò una mano sulla testa, avvicinandola a sé.
“Non disperare. Ci riuscirai prima o poi. Ne sono certo.” Sussurrò, accarezzandole i capelli.

Rassicurata da quelle parole, Kaori si accoccolò meglio tra le braccia del fratello.
“Speriamo. Purtroppo non credo di essere portata per questo genere di cose.” Commentò, grattandosi la guancia.

“Però durante il ballo te la sei cavata egregiamente, Kaori! Eri molto carina mentre insegnavi a Shiro i giusti movimenti da fare. Non credevo nemmeno che tu li conoscessi!”

In un attimo la mezzo demone si sciolse da quell’abbraccio.
“S-s-si tratta pur sempre di uno sport, no? Lo sai che io li adoro tutti!” Ribatté irritata e con il fumo che le usciva dalle orecchie.

 “Si, come no. A chi vorresti darla a bere, sorellina?” Commentò con una punta di malizia e ridendo come un matto.   

“Cos’è? Sei per caso geloso, fratellino?” Lo punzecchiò, cogliendolo di sorpresa.

Quello fu il turno di Inuki per arrossire.
 “E perché mai dovrei esserlo, scusa?” Ribatté, cercando di temporeggiare.

“Beh, perché sono sicura che avresti voluto essere anche TU al mio posto!”

“I-i-io… cosa?! No! Cioè… ecco… veramente…”

Un nervo pulsante si disegnò sulla fronte della ragazza.
“Perché non hai chiesto anche ad Ikkuko di ballare, razza di stupido?” Urlò, afferrando il fratello per il vestito e arrivando subito al punto.

Non aspettandosi quella domanda, il ragazzo abbassò tristemente il capo.
“Io avrei voluto ma… purtroppo… non sono coraggioso quanto Shiro.

Un sonoro sospiro di rassegnazione risuonò tra le mura del piccolo tempio.
“Che dire? Siamo proprio due casi disperati.” Commentò, liberando il fratello dalla sua presa.

Inuki si portò una mano dietro la nuca, sconsolato.
“Mi sa che su questo aspetto abbiamo preso entrambi da nostro padre.”

“Già, lo credo anch’io.” Commentò Kaori, assumendo la stessa espressione del fratello.

“Rientriamo in casa adesso. Si è fatto tardi.” Disse Inuki, cominciando ad incamminarsi.

La sorella lo imitò dopo pochi istanti, chiudendo la grande porta di legno del tempietto dietro di sé.




ANGOLO DELL'AUTRICE
Ed eccomi di nuovo qui ragazzi/e!
Vi sono mancata?
Da come avete letto, l'avventura dei giovani figli di Miroku e Sango nel futuro si è conclusa, insieme a nuove rivelazioni e scoperte. Ma purtroppo anche per loro è arrivato il momento di riprendere la loro avventura, così da bloccare il misterioso Mastunaga prima che possa  portare a termine il suo crudele piano di conquista.
Hehe, aspettatevi di tutto ragazzi!
^___^
 
Oh, dimenticavo. Nel capitolo ho accennato ad una famosa opera teatrale giapponese, il Chushingura. Per chi fosse interessato o ne voglia sapere di più circa la trama ecco un link che vi sarà utile
http://it.m.wikipedia.org/wiki/Chushingura

Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi e a commentare. Non immaginate quanto questo mi renda felice ^^
E un grazie soprattutto alla grande moira78 che mi aiuta e che, soprattutto, mi sopporta XD

Al prossimo capitolo, gente!


kagome123








 











































   
 
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