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Autore: nevaeh    22/04/2012    20 recensioni
[...]- Voglio restare – dice semplicemente. La ragazza sospira, scuotendo la testa.
- Stai facendo un enorme errore – lo avverte.
Non farmi innamorare di te, non farmi innamorare di te. [...]
{e un grazie speciale a Jas per il banner}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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13. Capitolo tredici

 

 

“Scrivimi una canzone”

Harry cammina senza staccare gli occhi da terra, incurante di un gruppo di ragazzine che lo segue a qualche passo di distanza nella speranza di ottenere una foto o un autografo. Ecco, la cosa che odia: non si può stare mai un secondo da soli. Il giovane sbuffa e rischia di scivolare a causa della strada bagnata. Ha smesso di nevicare ormai da qualche giorno, ma è troppo presto ancora per sperare in un seppur timido raggio di sole che possa riscaldare Londra; non che Harry abbia il tempo di pensarci, ovviamente.

“Scrivimi una canzone”

La casa che divide con Louis è silenziosa e disordinata, il suo amico sarà sicuramente alle prove. Per un secondo pensa a come abbia giustificato la sua assenza. Sorride senza gioia, poi si guarda intorno e prende la chitarra acustica che Niall ogni tanto lascia nel loro appartamento, un po' per pigrizia e un po' per sbadataggine. Harry non sa nemmeno da che parte si comincia, a scrivere una canzone, né come come si suona una chitarra. Scuote la testa e si passa una mano sul volto a voler cancellare la stanchezza. Da quando ha fatto il concerto, quasi due settimane prima, non mette piede nella Casa Discografica né in nessun posto che non comprenda la sua abitazione, l'auto e la camera di Rose, che ormai conosce a memoria. Lì mangia, dorme, canta, suona, parla e cerca di sorridere. Non piange mai, però, e nemmeno ha intenzione di farlo; o almeno non davanti a lei. Mai più. Rose lo ha capito, e quando vede che sta per scoppiare gli chiede di andare a prendergli una bottiglietta d'acqua, una mela o una coperta, per dargli il tempo di sfogarsi e rinfrescarsi prima di tornare e recitare la sua parte. E ora questo.

“Scrivimi una canzone”

Glielo aveva chiesto così, la sera prima. Non sa nemmeno lui come sia venuto fuori il discorso, e tanto meno sa cosa lo abbia spinto ad accettare. Come si scrive una canzone? Lui non lo sa di certo, dal momento che quelle che cantano sono scritte da tizi che per mestiere sanno come comporre testi che vendono. Magari potrebbe chiedere a qualcuno che ha conosciuto durante il suo periodo di fama, qualcuno come Ed Sheeran o simili, che sappia scrivere roba bella e sentita e riesca a mettere in fila qualche accordo in maniera logica. Potrebbe, certo. Non sarebbe lo stesso, però, ed è per questo che rimonta in macchina alla ricerca di qualcosa che gli faccia venire voglia di essere profondo e carino e di mettere in ordine tutte quelle cose che piacciono tanto alle ragazze. Il problema è solo uno: Rose non è “le ragazze”. Rose è la creatura più bianca che abbia mai conosciuto. Come un angelo, ma pieno di imperfezioni che la rendono ancora più bella. In auto la radio si accende automaticamente su una stazione nazionale, che ha appena finito di passare un vecchio successo degli anni sessanta, poi parte What makes you beautiful a random, e il giovane abbassa il volume scocciato. Non sopporta più tutta quell'ipocrisia, quella falsità. Non sopporta più nemmeno la sua voce, a dir la verità, almeno se non sta cantando per Lei o parlando per farla ridere o per distrarla. E ora deve scrivergli una canzone, e mai nulla gli è sembrato così difficile. Le audizioni per il Talent? Difficili, ma bastava sciogliersi. Le esibizioni ogni settimana? Rischiose, nulla che non si potesse fare, però. Il tour? Le fans? Le interviste? Stressanti, ma le accetti e vai avanti. Mettersi completamente a nudo scrivendo una canzone? Assolutamente infattibile. E' quello che desidera Lei, però, e Harry sa già che non potrà rifiutarglielo. Cos'è la musica, poi? Per i discografici è il denaro, per Zayn, Liam e Niall è lavoro, per Louis è un modo per evadere dalla sua vita vecchia e monotona, per lui è... cos'è? Un modo per realizzare il suo sogno, per vivere la sua mezzora di celebrità prima che una qualsiasi nuova band li soppianti, come Harry potrebbe scommettere. Ora però è solo un modo per conoscersi, per sfogarsi e per raccontarsi; Rose lo sa ed è per questo che ha tanto insistito, stretta a lui nel lettino a una piazza della sua camera.

“Mi piace quando canti” aveva sussurrato sopprimendo uno sbadiglio. Harry aveva smesso per un secondo di canticchiare Isn't she lovely, la sua canzone preferita, e le aveva sorriso.

“Se vuoi posso cantare tutta la notte”

Rose aveva ridacchiato scuotendo la testa, “perchè no” erano state le successive parole, quasi inascoltabili a causa delle sue labbra affondate del maglione del ragazzo “ma la canzone deve essere tua”

“Mia... della band? Non sapevo ti piacesse la musica commerciale”

“Che hai capito! Una canzone tua... tua di Harry, senza il gruppo e i discografici e le macchine fotografiche e gli studi di registrazione” Rose aveva sospirato, stanca “scrivimi una canzone”

Harry arriva nei parcheggi della Casa Discografica e lascia la macchina a un impiegato, prende in fretta la la chitarra che sta abbndonata sul sedile posteriore. Non parla con nessuno e non toglie gli occhiali da sole, che comunque non riescono a nascondere le occhiaie e il viso bianco e stravolto. Dorme poco, e il sonno è diventato leggero: basta un sospiro, un lamento farfugliato o un gemito per riscuoterlo. Gli One Direction sono riuniti in una delle innumerevoli sale riunione e mangiano patatine direttamente dal sacchetto mentre quattro manager danno ordini per i piani della serata. Harry si siede in silenzio accanto a Louis, l'unico a non aver attentato agli snacks, e gli poggia la testa sulla spalla. Gli viene chiesto dov'è stato, cos'ha fatto e perchè è così in ritardo; lui non risponde a nessuna di queste domande preferendo controllare di avere il cellulare acceso, con la suoneria attiva e in una posizione facile da prendere. Ormai nemmeno si illude più che questi gesti siano normali per lui: ogni pensiero, ogni movimento, ogni parola, ogni respiro sono per lei.

Sempre e solo per lei.

La riunione passa in fretta e nessuno fa commenti sul fatto che il ragazzo sia rimasto in silenzio tutto il tempo con gli occhi chiusi e la testa poggiata sulla coscia del suo migliore amico. Nemmeno si è reso conto di essersi addormentato, e quando rimette a fuoco la stanza scopre che gli gira un po' la testa. Automaticamente controlla il cellulare e si da un'occhiata in giro, poi intercetta Niall.

- Ehi, Niall – l'altro si gira, sorpreso: oltre la facciata da fratelli di sangue diverso e tutto il lavoro per vendere l'immagine buona, pura e dolce dei ragazzi, lui e Niall non avevano mai davvero stretto rapporto. Non che si trovassero antipatici, semplicemente erano caratterialmente troppo diversi per poter andare oltre alle quattro chiacchiere scambiate in sala prove e gli scherzi davanti alle telecamere, - mi servirebbe il tuo aiuto, se puoi -

Il ragazzo annuisce e gli si avvicina, con un sorriso timido sul volto. Sa quello che sta passando il suo collega, e ha paura di dire o fare la cosa sbagliata. Louis rimane lì seduto a controllare il cellulare, prestando comunque orecchio alla conversazione.

- Volentieri, che ti serve? -

Il più piccolo fa un cenno alla chitarra con il mento – devi insegnarmi a suonarla -

Niall annuisce – Quando vorresti cominciare? -

- Subito -

L'irlandese annuisce senza fare domande e va a prendere lo strumento per accordarlo – andiamo di là in sala registrazione, magari? Stiamo più tranquilli -

Harry si stringe nelle spalle e lo segue fuori dalla stanza, senza fare storie quando prendono posto in una piccolissima sala insonorizzata. Il giovane decide che quel posto gli piace non appena prendono posto su due sgabelli di pelle.

- Cosa vuoi che faccia, Harry? -

Il più piccolo scuote la testa senza sapere bene cosa rispondere – devo... vuole che scriva una canzone -

Niall si passa una mano tra i capelli, a disagio – Lei? - ovviamente sa di Rose e della sua storia, anche se ha sempre cercato di farsi i fatti suoi e di non impicciarsi nella vita degli altri membri della band. Harry si limita ad annuire – posso aiutarti, se vuoi – si decide allora a dire Niall, - io però non lo so proprio com'è, innamorarsi -

Nonostante tutto Harry accenna a un sorriso – e la chitarra? Come te la cavi con quella? -

- Alla grande – i due si sorridono, poi recuperano carta e penna; Niall tira fuori un plettro colorato dalla tasca posteriore dei jeans.

- Sai come si scrive una canzone d'amore? -

- Assolutamente no, si accettano consigli -

Niall sorride – se dovessi scrivere una canzone d'amore parlerei... di me. Di come mi abbia salvato, di come non possa stare senza di lei e... - il ragazzo smette di parlare, preferendo cominciare a strimpellare qualche accordo alla chitarra. Harry mordicchia la il tappo della penna per qualche secondo, poi annuisce.

E comincia a scrivere.

 

 


Negli ultimi tempi Rose dorme sempre. Quasi non se ne accorge, a dir la verità: un secondo prima sta ascoltando la voce di Harry che canta o chiacchiera o la distrae, e un istante dopo crolla addormentata a metà di una frase, di un uno sguardo, di un sorriso. Dottor Charlie ha detto che è normale, dal momento che a causa del dolore è tenuta sotto morfina già da qualche settimana. Lei odia il non poter essere padrona del suo corpo, delle sue sensazioni, ma sa già che non avrebbe mai il coraggio di chiedere di interrompere la terapia.

- Ben svegliata – Harry le sorride posandole le labbra sulla fronte per una frazione di secondo e improvvisamente ogni cosa torna al proprio posto: non le interessa più se le fa male la pancia, se le gira la testa e se ha l'alito pesante.

- Ciao, che ore sono? - il giovane controlla l'orologio e poi si alza dal suo capezzale.

- Le quattro del mattino -

- E perchè sei ancora sveglio? -

Harry scuote la testa, prendendo un sacchetto con la stampa dei magazzini Harrods – in realtà sono appena arrivato, se non ti fossi svegliata da sola ti avrei chiamato io – mentre dice queste parole tira fuori un basco nero di quelli tipici francesi e un enorme poster, che attacca solertemente di fronte al letto – cosa stai facendo, Harry? -

- Una volta – risponde il giovane tornando a stendersi di fianco a lei – mi hai detto che ti sarebbe piaciuto viaggiare e fare colazione davanti alla Tour Eiffel – Harry tira fuori due cornetti che sembrano essere ancora caldi da un piccolo sacchetto di carta bianca, ne porge uno a Rose, che ha gli occhi lucidi, e la aiuta con gesti delicati a mettersi seduta sul setto – in un primo momento avevo pensato di andare a Parigi per il fine settimana ma poi... - non finisce nemmeno di parlare, perchè la risposta è troppo dolorosa per essere espressa a parole. Non ce l'avrebbe fatta, perchè lei è giovane e ha voglia di vivere e di amare e di viaggiare, ma non sarebbe mai riuscita ad affrontare il viaggio nelle sue condizioni.

- Mio Dio... - nemmeno lei ha la forza necessaria per esprimere tutto quello che vorrebbe dire.

- Bisognerà arrangiarsi – Harry alza il suo dolce a mo' di brindisi – buon appetito, madame! - la ragazza sorride trattenendo le lacrime e si sforza di mandare giù un pezzetto di brioche. Harry finisce il suo in un battibaleno e attacca anche quello di Rose, che scuote la testa e glielo lascia volentieri. I due rimangono in silenzio per un po', il giovane ha messo su La vie en Rose per creare l'atmosfera e adesso quello è l'unico rumore che interrompe il flusso di pensieri. Rose allunga una mano per pulire il ragazzo dal cioccolato rimasto sul bordo del labbro – grazie – sono le uniche parole che sussurra – per questo, per essere qui, per non aver mai perso la pazienza... -

Harry annuisce e cerca un modo per cambiare discorso, senza successo. Non vuole parlare di questo, vuole solo sorridere, baciarla e tirare fuori una battuta come in una qualsiasi coppia normale. Loro non possono, però: perchè non sono una coppia, perchè non possono cancellare dalla loro mente tutta la situazione a comando. Perchè forse loro sono più che una coppia normale.

- Ti mancherò? - Rose si appoggia al petto del ragazzo e chiude gli occhi, già immensamente stanca.

- Perchè dobbiamo parlarne adesso? - il tono di Harry è pari a quello di un bambino capriccioso, Rose sorride contro il suo petto.

- Pensavo che avessimo superato quella fase -

- Quale fase? -

Rose si stringe nelle spalle – quella della negazione, Harry. Ascoltami – la ragazza si gira verso di lui e lo guarda fisso negli occhi – puoi prendere tutta questa... storia come un capitolo della tua vita, di cui parlerai ai tuoi nipoti e che ricorderai con un sorriso tra molti anni -

- Non pensavo potessi essere così insensibile – Harry chiude gli occhi stizzito e volta la testa.

La giovane sospira – credi che per me sia facile? Sai cosa, però? Sono contenta di aver conosciuto te e il tuo strambo migliore amico e Victoria. Sono contenta di non aver sprecato gli ultimi giorni e sono contenta di aver realizzato almeno in parte quello che volevo. Mi sono innamorata, Harry, ho trovato degli amici e ho capito cosa significa essere giovane. Ora mi rendo conto che il mio tempo sta finendo e ho paura, ma sono pronta ad accettarla con un po' più di serenità -

Harry rimane con gli occhi chiusi per tutto il tempo, cercando di trattenere una lacrima. Perchè deve dire queste cose? Perchè deve essere così serena?

- Mi hai chiesto di non lasciarti quando ci siamo conosciuti – il giovane apre gli occhi e le accarezza il profilo della guancia con la punta delle dita. Non riesce più a trattenersi, e stavolta non lo fa – ora te lo sto chiedendo io, ti sto supplicando Rose: non mi lasciare da solo, come faccio se te ne vai? - Anche la ragazza stringe le labbra per trattenere un singhiozzo, - lo sapevi, che sarebbe arrivato questo momento -

- Speravo solo che arrivasse tra molto, molto tempo – e si odia mentre dice questo, perchè non sta facendo la persona forte, le sue spalle sono scosse dai singhiozzi e Rose lo sta abbracciando per consolarlo. Deve essere lui quello che consola, e invece lascia la ragazza gli accarezzi i capelli e gli mormori frasi all'orecchio per calmarlo.

- Io non ti lascio, Harry. Né adesso, né tra un anno né tra una vita intera -

Harry si costringe a sorridere per un istante – sembra tanto una di quelle frasi da film melodrammatico -

- Già – Rose ridacchia, poi avvicina le labbra screpolate a quelle del giovane, sfiorandole – è vero, però. Sei stato la cosa più bella che potesse capitarmi e non ho intenzione di lasciarti andare. In nessuna vita -

Il ragazzo annuisce – non voglio lo stesso -

- Adesso sono qui – gli fa notare Rose con un sorriso; gli occhi le si chiudono, sospira – ho sonno -

Harry ridacchia, spostandole una ciocca di capelli dalla guancia per il puro bisogno di toccarla – vuoi che vada di là -

- No, voglio che mi canti qualcosa -

Il giovane annuisce tra sé e sospira, alzandosi per prendere la chitarra posata ai piedi del letto.

E canta.

Canta tutta la sua frustrazione, tutta la sua paura, tutte le lacrime trattenute e tutti i sorrisi che gli ha regalato. Canta tutte le volte che avrebbe voluto dirle “Ti amo” e tutte quelle che l'ha baciata, per farglielo capire lo stesso. Canta la gioia dell'avercela accanto e la solitudine di quando sarà solo. No, non lo sarà mai perchè lei glielo ha promesso.

Il respiro di Rose si è fatto più pesante e il giovane smette di ripetere gli accordi che Niall gli ha insegnato con tanta pazienza qualche ora prima. Rimane a fissarla continuando a sfiorare la sua pelle distrattamente, continuando solo concentrarsi sul respiro pesante della ragazza.

Rose apre per un secondo gli occhi e gli sorride, poi li richiude.

Harry ricomincia a piangere.

 

And you can tell everybody, this is your song

It may be quite simple but now that is done.


 

Alla mia Mags, perchè è speciale e mi ha aiutata tanto a orari improponibili della notte.

   
 
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