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Autore: Milla Chan    22/04/2012    2 recensioni
La sveglia sul comodino suonò non appena scattarono le 7.30.
Una mano stanca uscì da sotto le coperte e cercò a tentoni il bottone per spegnere quel fastidioso rumore.
Oh, finalmente un po’ di silenzio.
Nor si rigirò nel lenzuolo, sentendo qualcosa di troppo ingombrante opprimerlo. Socchiuse gli occhi appannati e si stiracchiò lentamente, girando lo sguardo alla sua destra. Dan dormiva ancora profondamente, abbracciato al cuscino come un bambino.
Si alzò a sedere senza fretta, non riuscendo ancora a distinguere bene i contorni delle cose che lo cirdondavano.
Ma non potè non notare di avere una mano impigliata tra dei lunghissimi capelli biondi, ondulati, che pareva fossero proprio i suoi; né ignorare due prosperose sporgenze sotto la maglietta del pigiama.
-Ma che cazz...-
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danimarca, Nordici, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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-Jan, io non ci voglio andare all’Ikea.- borbottò a braccia incrociate Islanda, piantato sul divano.
-Ma dai, è una cosa carina, invece. Comprare i mobili da solo mi fa sentire vecchio...- disse l’altro, alzando le spalle e tirando fuori pipa e tabacco dalla tasca.
Ice si alzò dal divano, dirigendosi verso di lui a passo di carica e strappandogli tutto di mano, tornando indietro e sbattendo quella strana pipa e quel fastidioso tabacco sul tavolino prima di sedersi di nuovo, tornando a incrociare le braccia.
-...Ti ho detto di non fumare. Almeno in casa mia.-
Con la mano ancora alzata a mezz’aria, dopo un secondo di sopresa, l’espressione dell’olandese si dischiuse in un sorriso. Camminò lentamente verso il divano e si lasciò cadere affianco a lui con un sospiro, passandogli un braccio attorno alla spalla.
-Oh. Hai ragione.- girò la testa verso Ice con una flemma che fece imbronciare ancora di più il ragazzino. Che aveva in mente? Non gli era bastato qualche mese di uscite con lui per imparare a leggergli nel pensiero.
-Preferisci andare all’Ikea o in camera tua?- gli sussurrò all’orecchio.
-...Scusa?- chiese Ice, incredulo, sperando di aver capito male.
-Suvvia, perché è tanto difficile rispondere? ...Oh, giusto, hai la camera tappezzata di foto di tua sorella gravida, che sbadato.- finì con una risata bassa, battendosi una mano in fronte e scuotendo appena la testa.
Ice avvampò, fissandolo sconvolto.
-E TU CHE NE SAI!?- scattò in piedi, con le guance arrossate, stringendo i pugni e guardandolo negli occhi.
Jan scoppiò a ridere, allungandosi a prendere la pipa appoggiata sul tavolino. –Oh, Ice, mi fai davvero sorridere...-
Si alzò in piedi anche lui, andando alla porta, aprendola e, con un gesto teatrale, invitò il ragazzino ad uscire.
-Ti prometto che mangeremo le polpette. Ti piacciono, no, le polpette dell’Ikea?-
-Taci.- borbottò ostile, tirandogli di proposito una spallata mentre usciva da casa sua.

~~

-Proooonto! Sve! Sì, certo che sono Dan, chi volevi che fosse!? ...Dovrei chiederti un piccolo, piccolissimo favore... Ah, aspetta...- Dan aprì la porta di casa, destreggiandosi tra cellulare, chiavi e borse varie piene di ragali.
Varcò la porta di casa, trovandosi nel salotto. Gli sembrava così vuota e silenziosa, senza la televisione che blaterava tutto il giorno e Nor che si lamentava, attaccandolo in ogni modo possibile.
-...Sì. Sì, dicevo, sai che mi avevi detto che cosa volevo come regalo e io ti avevo detto “niente, tranquillo”? Ecco, scherzavo, ci sarebbe una cosa che puoi fare per me...-
Scoppiò a ridere, appoggiando le borse sul divano e tenendo il cellulare contro l’orecchio grazie alla spalla alzata, mentre con un gesto molto fashion allungava la gamba per chiudere la porta.
-...Un buono sconto per le camerette dell’Ikea, ce la faresti?- sorrise stiracchiandosi un po’, prendendo qualche borsa per volta e iniziando a portarla su per le scale mentre ascoltava la voce di Berwald.
-...Oh, okay, grazie, grazie davvero, a dopo allora!- il suo sorriso si allargò ancora di più e annuì con enfasi, chiudendo la chiamata.
Abbassò la maniglia della porta della con il gomito, aprendola con la spalla.
La stanza davanti alla camera da letto. Ci entrava solo per pulirla (era lui che puliva, ovviamente, non Norvegia...).
Appoggiò le borse per terra e accese la luce.
-Cara stanza degli ospiti, diventerai... “Cameretta”. Sì, devo smontarti tutta, non volermene, ti assicuro che mi ringrazierai. Margrethe è bellissima. Ha i capelli biondo pallido come Norge, anche se di capelli ne ha davvero pochi. Ah, e ha gli occhi blu come i miei. La mia espressione. È strana, somiglia sia a me che a Norge. Non credevo fosse possibile. È davvero bella. Ti piacerà un sacco.-
Mormorò sognante rimboccandosi le maniche, parlando più per fare compagnia a se stesso che non per rivolgersi sul serio alla stanza.
 
Passò le ore seguenti a smontare e spostare tutto. Finì appena in tempo, riuscendo a farsi una doccia prima di sentir suonare il campanello.
Sorrise e saltellò giù per le scale, aprendo la porta.
-Sveee!- aprì le braccia con un sorriso enorme. -...Ah, ti sei portato anche Tino!-
Berwald fece un cenno di saluto e Fin agitò la mano sorridente.
-Giornatina all’Ikea, allora?- il danese battè la mani, prendendo chiavi e portafoglio, uscendo di casa e chiudendo a chiave.
Tino per un attimo fece una smorfia dolorante, trascinandosi verso la macchina.
-IO DAVANTI.- urlò Dan correndo davanti alla portiera del passeggero.
Borbottando con disappunto, Berwald aprì la sua auto. Si chiedeva come potesse essere padre un tizio del genere.
Continuarono a sopportare il ciarlare del danese per tutto il viaggio, con i nervi sempre più a fior di pelle.
Fortuna che non era tanto lontano...

~~

-Jan?- lo chiamò Ice, camminando senza fretta tra le stanzette amorevolmente arredate.
L’altro girò la testa verso di lui con un verso indistinto.
-...Non avresti dovuto ricattarmi ni quel modo. Non è giusto che tu abbia messo il naso in camera mia.-
Jan ridacchiò. -...Scusami, cercavo il bagno.-
Ice gonfiò le guance, girando la testa e facendo finta di essere interessanto ad una libreria tra le tante.
-Posso chiederti perché tutte quelle foto? Io mi sentirei osservato.-
-Lo pensavo anche io, all’inizio. Ma... è una cosa strana.- si portò le mani in tasca, guardandosi i piedi mentre andava avanti, non sapendo neanche dove stesse andando. -...Non si può spiegare. E poi... Mi spiace un po’ per Nor, ecco.-
-Mh? Cielo, solo le mura di quella casa sanno che diavolo è successo...- disse con voce bassa e una risatina roca.
-...Che intendi?- chiese accigliato, fermandosi e alzando lo sguardo su di lui. Non capiva. Cosa voleva che fosse successo? Non ci sono tanti modi per fare bambini.
-Norvegia non è uno sprovveduto. Non si lascia felicemente ingravidare così, di punto in bianco. Non so cosa sia successo, non so davvero immaginarlo, Norvegia mi ha... Deluso.-  rispose semplicemente, quasi sorprendendosi delle proprie parole.
-...Se Nore non avesse voluto, adesso non avrei una nipote.- ribattè gelido, corrucciando la fronte.
-Se Dan non avesse fatto una faccia da cucciolo, convincendola, tu adesso non avresti una nipote.-
-Jan, non ti stai rendendo conto di ciò che stai dicendo! Nore non...!-
-Norvegia non è così tanto bravo come lo fai sembrare.- abbassò la testa, facendo incrontrare i propri occhi verde intenso con i suoi, ametista, scrutandolo con l’espressione di chi la sa lunga.
-Sì che lo è! Anche se è distaccato con chiunque, mentre con me è eccessivamente apprensivo, anche se sembra non avere vie di mezzo, gli voglio bene, anche se... Lui... Anche se lei...-. La voce morì nella gola di Ice, mentre provava con tutto se stesso a difendere la sorella, abbassando il viso, sperando di sparire per troncare quel discorso. Anche implodere non sarebbe stata una cattiva soluzione.
Ci furono dei secondi di silenzio, durante i quali Jan lo scrutò attentamente, immobile.
-...Sei deluso anche tu, principino? Da cosa?- gli sussurrò dopo un po’ con tono strascicato e un sorriso appena accennato, allungando la mano e sfiorandogli il mento con due dita, alzandoglielo lentamente.
-...Pensavo si fidasse abbastanza da dirmelo, no...? Io...- Ice boccheggiò, provando a mantenere un tono normale, non certo così pieno di angoscia.
-...Non volevo scoprirlo con... Delle fotografie.-
-...Ti dà fastidio non essere più nell’allegra famigliola?- buttò lì l’olandese, intuendo in qualche modo lo stato d’animo del ragazzino.
L’altro gli lanciò un’occhiataccia, gonfiando appena il petto. –Sono fiero della mia indipendenza.-
-Ma io parlo al te umano, non al te nazione. Tino e Sve, Peter con loro. Dan e Nor, che ti hanno fatto crescere... Adesso è arrivata pure Margrethe. E tu...?- mormorò, abbastanza forte da farsi sentire ma abbastanza piano da farlo sembrare alle orecchie di Ice un sussurro della propria coscienza.
Islanda, con gli occhi sgranati, sentì qualcosa nel petto strizzarsi e rivoltarsi. Ma cosa diavolo stava dicendo quel...?
Riuscì, in qualche modo, a sostenere lo sguardo dell’olandese per qualche istante prima di rompere la sua espressione in una smorfia e affondare la faccia nel suo petto, stringendogli la giacca.
Ops.
Jan sospirò, dandogli una serie di piccole pacche sulla schiena. Aveva capito che tipo fosse quell’islandese. Non era sua intenzione farlo star male, era solo curioso di sapere se avesse azzeccato. Forse a questo punto la risposta era intuibile.
Stava per aprire di nuovo bocca quando un urlo trapanò i suoi timpani e quelli di tutti i presenti.
-JAAAAAAAAAAAAAAAAAAANNN!-
Vide una figura in camicia rossa corrergli incontro a velocità supersonica.
-Dan?- riuscì a formulare prima di trovarselo a qualche centimetro dal naso, seguito tranquillamente da Finlandia e Svezia.
-MA DAI, sei ancora con Ice, ma che fate sempre insieme!? Meno male che non c’è Norge, sarebbe andata fuori di testa di nuovo, uah!- esclamò con un sorriso esagerato e una risata sgangherata.
Calò il silenzio quando si rese conto che Ice non rispondeva, standosene incollato al petto di Jan.
-...Sta bene?- chiese borbottando, premendo l’indice tra i capelli mordibi di Ice.
Il ragazzino ringhiò, alzando un braccio per mandarlo via, suppur continuando a nascondere il proprio viso contro l’olandese.
Jan alzò un sopracciglio, appoggiando le mani sulle spalle di Islanda, sospirando, prevedendo una grande riflessione sul da farsi. Cosa avrebbe voluto fare Islanda? Questa era una domanda facile. Se fosse stato per lui, avrebbe buttato tutto all’aria e sarebbe scappato via senza troppi complimenti. La vera questione era un’altra: avrebbe dovuto fare la cosa più divertente per se stesso e stare a vedere come si sarebbe evoluta la situazione, o avrebbe dovuto fare la cosa migliore per la mente affaticata di Islanda, ovvero portarlo lontano da Dan?
Si stupì di se stesso. Prese la decisione con una velocità sorprendente, non ci furono pensieri contorti, fu una cosa quasi istintiva.
-Noi dobbiamo andare a mangiare le polpette.-  disse infatti, prendendo per mano il ragazzino e trascinandolo via.
-Ma... Ice... Jan?- balbettò spaesato Danimarca, allungando la mano. –..ABBIAMO COMPRATO LA CAMERETTA PER MARGRETHE!-
Fin scoppiò a ridere e si portò una mano alla bocca, mentre Berwald se ne stava freddamente con le braccia incrociate.
-Quel tipo non mi è mai piaciuto.- borbottò lo svedese, scuotendo appena la testa mentre ricominciava a camminare, passando al fianco di un Dan dal faccino deluso.
-...Sei come Nor, santo cielo, un po’ di fiducia, Jan è una persona d’oro!- esordì pochi secondi più tardi, dopo essersi ripreso.
-Forse non per Ice, non credi?- si intromise Tino, spingendo il danese avanti.
-...Ma figurati! Tra Jan e Ice non può esserci niente, forse Ice vuole... essere un po’ più trasgressivo, frequentandolo?-
-A Nor non piace per niente la questione, vero?- continuò Tino, abbastanza sicuro di conoscere Nor fino a questo punto.
-Vero, ma non diciamogli niente, poi si agita troppo...- sussurrò portandosi l’indice sulla bocca e strizzando l’occhio. -...Facciamo stare tranquilla la nuova mammina, che domani torna a casa.-

FINE VENTIQUATTRESIMO CAPITOLO!

Angolo autrice.
Awwwn, ditemi che non sono carini...! °-°
In ogni caso, per chi sentisse già la mancanza della nostra neo-mamma: non preoccupatevi, non durerà a lungo, dato che nel prossimo capitolo finalmente Nor tornerà a casa e... Si troverà una bella sorpresina! (che non sarà la cameretta, attenzione!) ;D

   
 
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