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Autore: MeiyoMakoto    22/04/2012    8 recensioni
Il titolo si riferisce alle tre domande che mi faccio spesso guardando il film:
1. Che carattere avranno i due poveri ragazzi condannati all'ascolto di tutte le storie del padre?
2. Chisà come sarà stata la vita di Marshall e Ted al college...
3. Che fine farà Barney quando sarà troppo vecchio per... certe cose?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 ‘Mi scusi, mi scusi, lo so, sono in ritardo… Sa com’è, il lavoro…’, ammiccai ansimando.

‘Capisco benissimo.’, rispose gelido. ‘Voi docenti universitari siete pieni di impegni, no? Non avete tempo per i colleghi che si guadagnano da vivere dando un’istruzione ai vostri, di figli.’
Mi bastò un attimo per capire che Mr. Goldstein era uno di quei professori che avrebbero dato la mano destra per insegnare a livello universitario, ma si erano dovuti accontentare di una cattedra alle superiori; un altro punto a mio sfavore.
‘Io lo vedo più come un lavoro di squadra.’, sorrisi, deciso a non sprecare la carta della solidarietà fra insegnanti. ‘La Columbia è solo l’ultimo tratto del cammino lungo e tortuoso che è l’educazione della nuova gener…’
‘Alice ha accennato alla sua tendenza a dilungarsi, professor Mosby.’, mi interruppe acido. ‘Quanto a me, io amo andare dritto al punto.’
‘Ossia?’, grugnii.
Esitò.
‘Non è una cosa facile da dire…’
‘Che è successo all’andare dritto al punto?’, ringhiai.
Se voleva disseppellire l’ascia di guerra, beh, con Ted Mosby aveva trovato pane per i suoi denti. Lui storse il naso.
‘Molto bene.’, replicò. ‘Sua figlia è entrata a scuola fuori orario scolastico… Alle undici di ieri notte, più precisamente. Le telecamere di sicurezza hanno ripreso tutto; se vuole vedere lei stesso...’
‘Mi fido.’, risposi. ‘Senta, non so come sia potuto accadere, ma le assicuro che…’
‘Oh, so benissimo com’è potuto accadere.’, mi interruppe di nuovo. ‘In realtà, è proprio questo il punto, Mr. Mosby: sua figlia non era sola, nella sua piccola avventura. Era accompagnata dal giovane Brian Johnson, il quale le ha fornito l’accesso.’
‘E Brian come avrebbe fatto a farla entrare?’
‘Ah, vedo che ha familiarità col giovanotto. Le è mai capitato di notare la somiglianza del suo cognome con quello del Preside?’
‘Merda.’, mormorai.
Ecco perché era stato il Vicepreside a ricevermi: e chi lo sapeva che Alice se la faceva col figlio del Preside?
‘Non avrei saputo dirlo meglio.’, ghignò Goldstein. ‘Ma c’è dell’altro. Pare che la gita avesse un fine ben preciso: i ragazzi avevano con loro una certa quantità di alcolici.’
‘Mia figlia beve?’, esclamai incredulo.
‘È sempre bello constatare lo spirito di osservazione dei genitori apprensivi.’, commentò lui sarcastico. ‘Comunque non credo che sia una cosa regolare, sa; pare che Alice regga piuttosto male l’alcool. Inoltre, penso che l’idea sia stata di Johnson.’
Mi squadrò come se si aspettasse qualcosa.
‘Che intende dire?’, chiesi sospettoso.
‘Faccia due più due, per l’amor di Dio!’, sbottò l’uomo. ‘Il ragazzo l’ha convinta ad ubriacarsi per…’
Si bloccò, imbarazzato.
Scattai in piedi.
‘Che cazzo le ha fatto quello stronzetto?!’, urlai.
‘L’ufficio del Preside è giusto qui accanto.’, mi fece notare. ‘Comunque stia tranquillo, loro… Beh… Non sono andati oltre la terza base*, come si dice.’
Crollai sulla sedia.
‘Quindi?’, chiesi.
‘Quindi sua figlia è stata espulsa.’, mi rispose senza mezzi termini.
Annuii.
‘Bene, la ringrazio per il suo interessamento. E già che c’è, avvisi Mr. Johnson jr. che il professor Mosby si impegna personalmente a spaccargli la faccia alla prima occasione in cui se lo ritroverà davanti.’
‘Non mancherò, può starne certo.’, rispose, tendendomi la mano.
La strinsi con solennità: adesso sì che io e lui cominciavamo a capirci.
 
Alice scattò in piedi appena mi vide uscire dall’ufficio, ma non ebbe il coraggio di dire niente. Fu un bene, perché penso che qualsiasi cosa avrebbe detto mi avrebbe solo tentato di darle una bella sberla, anche in pubblico.
‘Espulsa.’, le comunicai asciutto.
Lei annuì e ci incamminammo verso l’uscita.
‘Adesso chiamo la mamma.’, la informai. ‘Pensa quanto sarà contenta di sentire quello che hai combinato.’
Senza guardarla in faccia, presi il telefono e feci il numero meccanicamente.
‘Come è andata?’, rispose quasi subito la voce di mia moglie.
‘È stata espulsa.’
‘Espulsa?! Oddio, Ted, ma come è possibile?! E dove la troviamo ora una scuola che la prenda?!’
‘Lo so, ma…’
‘E il college… Cristo, Ted, il college! E dire che era stata presa a  Stanford… Ci teneva così tanto…’
‘Lo so, Tracy, però c’erano delle buone ragioni.’
‘Ma insomma, si può sapere cos’ha fatto per meritarsi l’espulsione?’
Presi un respiro profondo prima di continuare.
‘Lei e Brian sono entrati di notte nella scuola.’
Restò in silenzio così a lungo che pensai che mi avesse attaccato in faccia.
‘Ok.’, disse poi, in una voce pacata che non prometteva nulla di buono. ‘Va bene. Ne parliamo a casa, Ted, stai certo che se ne parlerà per un bel po’. Ora vado a prendere James dal tennis. Un bacio, a dopo.’
‘Ti amo.’, risposi meccanicamente, attaccando.
Alice mi guardò interrogativa.
‘Ha detto che ne parliamo a casa.’, la informai. ‘Ora, la domanda è: che le diciamo di… te e Brian?’
‘Ero  ubriaca, ok?’, sbottò subito, come se tutto il tempo avesse trattenuto quella frase. ‘Lo ha fatto apposta, quel pezzo di merda… L’ho mollato appena sono ridiventata lucida, giuro! Non avrei mai creduto che potesse… Insomma, papà, mi ha sbronzata! Che cazzo di persona fa una cosa del genere?!’
‘Dovevi pensarci prima.’, replicai secco.
‘Lo so… Per fortuna dopo un po’ ho cominciato a sentirmi male… E allora quello stronzo dice E dai, Al, ti faccio sentire meglio io….Io ovviamente lo mando a fanculo, faccio Ma che cazzo dici, mi viene da vomitare, coglione! E lui si è incazzato, allora mi sono incazzata anch’io, gli ho detto di riportarmi a casa, e lui ovviamente lo ha fatto, tanto ormai lo aveva capito che non se ne faceva più niente.’
‘È l’ultimo anno, Al. Tutto quello per cui ti eri impegnata, tutto lo studio, le attività extracurricolari… L’hai mandato tutto a puttane. E ringrazia solo di non aver… fatto niente con quello stronzo, ti è andata veramente di culo.’
‘Lo avrei rimpianto per tutta la vita.’, concordò a bassa voce.
‘Già. Però anche così sei in guai seri, tesoro.’
‘Mi dispiace, papà.’
‘Lo so. Però sul serio, Al, come ti è venuto in mente?’
Esitò.
‘Mi ha sempre detto che suo padre è un pezzo di merda. Qualche giorno fa però era davvero incazzato quando è venuto a casa mia. Ha detto che voleva dargli una bella batosta; ne abbiamo parlato, e alla fine gli è venuta l’idea di entrare a scuola. Voleva solo fare un po’ di casino, sfogarsi, rompere qualche lavagna o che so io, e voleva farlo da solo. Poi ieri notte passa da me e mi fa Non mi va di andare senza nessuno, Al, mi accompagni?. Io, da brava cretina, gli dico di sì. Quando arriviamo, lui tira fuori della birra, “giusto per divertirci un po’”…  E il resto lo sai.’
Restammo per un po’ in silenzio.
‘Io lo uccido.’, borbottai alla fine.
‘Lascia perdere… Voglio solo scordarmi della sua esistenza. Però, papà… Dì a mamma quello che è successo. È giusto che lo sappia.’
‘Sì, hai ragione.’
Di lì a poche ore ci saremmo entrambi pentiti di quelle parole.
 
‘Sei stata un po’ troppo dura.’, dissi a Tracy mentre ci mettevamo in pigiama. ‘È già abbastanza sconvolta di suo, c’era davvero bisogno di farla scoppiare a piangere così?’
‘Secondo te?’, ringhiò. ‘È stata espulsa! Qualcuno doveva farle capire che razza di cazzata a fatto, e visto che tu vuoi fare il padre moderno, il simpaticone, pare che tocchi a me il lavoro sporco.’
‘Ma ci sono altri modi!’
‘Tipo?’
‘Tipo parlarle da persona responsabile qual è.’
Persona responsabile?! Dacci un taglio, Ted, e vieni a dormire.’
‘Non posso. Devo andare a fare il lavoro sporco.’
Non mi degnò neanche di una risposta mentre uscivo dalla stanza e mi avviavo verso la camera di Alice.
La porta era socchiusa la luce accesa, e da dentro potevo ancora sentirla singhiozzare.
‘Sono un’idiota! Ora per colpa di quello stronzo mi toccherà andare ad un’università sfigata in qualche posto in culo al mondo!’
‘Io gli spacco la faccia.’, rispose la voce di James.
Alice ridacchiò fra i singhiozzi.
‘Mettiti in fila, c’è già papà che vuole farlo.’
‘Beh, una cosa non esclude l’altra!’, sorrise suo fratello. Poi tornò serio. ‘Davvero, Al, andrà tutto bene.’
‘E tu come fai a saperlo?’, brontolò Alice.
‘Capirai,’, intervenni io affacciandomi alla porta. ‘Se sapessi quante cazzate ho fatto io ai miei tempi, non crederesti mai che io sia finito ad insegnare alla Columbia, felicemente sposato e con due figli meravigliosi.’
‘Sembri Modern Family, papà.’, commentò James.
‘Può darsi.’, sorrisi. ‘Però ho ragione. Si fanno tanti sbagli, nella vita, ma bisogna andare avanti.’
‘Dove vuoi arrivare?’, chiese Alice.
‘Beh…’, risposi. ‘Forse siete abbastanza grandi da sentire certe cose. Vedete, ragazzi, vostro padre non è perfetto.’
‘Che scoop…’, borbottò mio figlio.
‘E dai, Jim, ascolta!’, lo zittì Alice sorridendomi.
‘Stavolta prometto di non dilungarmi troppo.’, garantii.
 
 
 
*In America si identificano le “tappe” di un rapporto con le quattro basi del baseball; non sto a scriverle tutte, però terza base vuol dire che lei gli ha fatto un pompino.
 

  
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