«Fermoooo! Non correre così veloce!» urlai.
«Non mi prenderai maiiii!» rispose continuando a correre.
Mi fermai e gli urlai «Devo dirti una cosa!» tenendo le mani strette in due pugni e trattenendo le lacrime.
Lui si fermò e si girò «Cosa?» domandò curioso ma allo stesso tempo preoccupato.
Ripresi a correre per raggiungerlo, il piede si girò, stavo precipitando…
 
Scalciai contro le coperte «AHHH!» urlai svegliandomi.
“Ancora quel sogno…” pensai, erano passati anni ormai da quando vidi per l’ultima volta quel bambino con il quale trascorrevo la maggior parte delle vacanze quando andavo a trovare i miei nonni materni in Irlanda. Eppure ultimamente continuavo a sognarlo, senza motivo; mi alzai e andai da mia sorella che ancora dormiva, lei non si ricorda quasi niente dei giorni passati in Irlanda, beh in fondo era molto piccola, non si ricordava nemmeno il bambino di cui non ricordo nemmeno il nome ormai.
«Ali, svegliati o faremo tardi» le dissi sottovoce sedendomi ai piedi del letto.
Sbadigliò «Aspetta, ancora due minu…» riprese a russare.
«Daiiiii!!!» la buttai giù dal letto «O faremo davvero tardi! Matteo ci aspetta per mezzogiorno»
«Uffaaaa, ma che me ne frega di Matteo a me?»
«M-U-O-V-I-T-I»
«Oooooooook!» si alzò e si preparò.
Dovemmo correre per arrivare alla stazione in tempo, e per poco non perdemmo il treno.
Quando arrivammo vidi dal finestrino Matteo, non era cambiato per niente durante questi mesi, mentre scendevamo dal treno mi girai verso mia sorella «Si gentile con lui oppure te la vedrai con me» l’avvertì, lei sbuffò.
«Ciao tesoro!» disse avvicinandosi a noi «Ciao anche a te!» aggiunse rivolgendosi a Giulia.
«Ciao» rispose accennando un sorriso forzato e girandosi dall’altra parte.
«Ciao Matt» dissi abbracciandolo, mentre ci stavamo per baciare fummo travolti da una folla di ragazze scatenato che urlavano
«Eccoliiiiii!!!» iniziò una.
«AAAAAAAHHHH!!!» urlò un’altra.
Ci guardammo disorientati «Ma che succede?» chiesi ad una delle ragazze.
«Ci sono i One Direction!!!» rispose esaltata al solo pensiero.
«Ah, grazie per l’informazione» le risposi.
«Ah si» disse Giulia «Io ho sentito parlare di loro, sono una boy band»
«Uhm… Allora ci conviene allontanarci da qui» disse Matteo.
«Ok» risposi prendendo per mano Giulia, mentre camminavamo stavano arrivando proprio loro tra la folla circondati dai bodyguard.
Cercai di guardare attraverso essi e intravidi i ragazzi, uno riccio, un moro, un biondino… “Biondino” pensai “Eppure mi sembra di averlo già visto” i nostri sguardi si incrociarono, per un attimo mi sembrò di rivedere quel bambino che conobbi tanto tempo fa.
«Niall!» urlò una ragazzina, il biondo si girò lasciando i miei occhi.
«Niall?» chiesi a bassa voce, fu fiondata di nuovo nei miei ricordi.
 
«Ciao bambino! Ti va se giochiamo insieme?» domandai sorridendo.
«Ok!» rispose «Io mi chiamo Niall» rispose ricambiando il sorriso.
 
«Niall eccomi!» quella fu una frase che ripetei spesso in passato, mi ero finalmente ricordata il nome, quel bambino si chiamava Niall.
Senza nemmeno rendermene conto ci eravamo allontanati dalla folla “Peccato, mi sarebbe piaciuto parlarci” pensai.