Fanfic su artisti musicali > Muse
Segui la storia  |       
Autore: Cee4    22/04/2012    4 recensioni
Innamorarsi di una rockstar: niente di piω banale. Un viaggio atteso, un' amicizia partita da 'Butterflies and Hurricanes' e, ovviamente, i Muse e il loro universo al gran completo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Holborn.

 

Fiu!

Ringraziamento generale per essere arrivata, infine.

 

Dominic si trova lμ, in un ufficio di quel palazzo  con le vetrate oscurate.

Quella sensazione mattiniera, riflessa allo specchio, di essere in perfetto equilibrio con se stessi e l’intero universo o , piω terra terra, di essere, in qualche modo, ordinatamente bella  θ deceduta.

Il cambio di tre linee di Tube l’hanno decimata senza timori.

Ora nell’ascensore ci sono solo capelli osceni  e guance accaldate.

 

 

 

 

“ Alice, ciao. I ragazzi stanno per terminare.  Puoi accomodarti lμ dentro . Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? Tanto paga la produzione ”, mi dice James, un uomo della crew facente parte della ‘vecchia guardia’.

 

 

 

 

“ Non ti preoccupare,  devo fare alcune telefonate. Vado lμ e aspetto ”, mi congedo entrando in una stanza immensa.

 

 

 

 

Arredamento moderno, divani bianchi, tavolini di  vetro e tappeti color vinaccio .

 

Mi siedo e tiro fuori dalla maxi-bag moduli vari che  la segretaria dell’universitΰ mi ha appena fornito.

L’elenco dei turni di tirocinio, i recapiti del mio tutor, il numero dell’accoglienza studenti stranieri.

 

Alzo lo sguardo.

 

Dall’altra parte della stanza ci sono un paio di chitarre.

Non saranno…

Ok, sono Manson e con una probabilitΰ abbastanza lampante sono di Matt.

 

 

Alice, fermati.

 

 

Il richiamo di quelle corde θ forte, fortissimo.

Che male c’θ ad accostare le dita a quelle corde?!

Giusto per provare che effetto fa.

 

 

La mia mano a contatto con quelle corde.

 

Ma non hanno fatto puff, cioθ non hanno emesso nessun suono.

 

Galatti, che cretina che sei!  Non basta che ti avvicini, quelle corde le devi anche toccare.

 

Ritiro la mano per contemplare ancora un po’ i  giΰ menzionati strumenti musicali.

 

La porta si apre.

 

 

Entra irruentemente senza badare a me e sospira per ben due volte .

Si stiracchia tutto come un gatto che appena sveglio si appropinqua verso la ciotola del cibo.

 

Si volta.

Ecco,  mi ha vista.

 

 

 

 

 Una borsa buttata sul divano alla rinfusa .

 

Alice vicina alle mie chitarre.

 

 

 

 

“ Ciao Matt … non le ho toc … stavo solo … ciao ”.

 

 

 

 

 “ Vuoi rimanere lμ a contemplarle o ti decidi ad imbracciarne una? ”.

 

 

 

 

Non so per quale motivo ma ho sempre pensato a Matt come un sociopatico fortemente possessivo verso le sue chitarre.

Mah.

 

“ No, no. Non so neanche fare un accordo ”. Ci stavo solo sbavando sopra, non preoccuparti .

 

 

 

 

“ Matt sei qui? ”, esclamo entrando con Chris e Andie al seguito.

 

“ Alice ce l’hai fatta. Come θ andata? Hai risolto tutto? ”.

 

 

 

 

 Mi dirigo verso Dominic e gli altri due.

 

“Si, si pasticcino ”.

 

 

 

 

Si diverte a prendermi in giro mentre gli altri se la ridono.

Imperdonabile.

 

“Quando ti ho mandato il messaggio credevo di farcela, ma ancora non ho finito qui. Scusami, mangiona ”.

 

 

 

 

Lo guardo irritata.

 

Mi ha fatto venire fino a qui in fretta attirandomi con profferte allettanti.

 

Finalmente aveva accettato di venire con me alla Tate.

Lasciamo perdere.

 

Mi armo di tanta cortese pazienza:  “ Va bene, io vado a casa mia. Ti aspetto per pranzo ”.

 

“ Qualcuno vuole essere dei nostri? ”. 

Niente pranzetto intimo, ben ti sta!

 

 

 

 

Chris: “ Grazie, ma passo ”.

 

 

 

 

Andie:  “ Sicuro. Vengo piω tardi con Dom ”.

“ Bells, tu che fai? Accetti l’invito oppure no? ”.

 

 

 

 

“ Ehm … Si puς fare…ecco… ”.

 

 

 

 

Andie:  “Matt, non fare tante storie. Piuttosto, tu ed Alice iniziate ad andare che poi vi raggiungiamo ”.

 

 

 

 

“Si, cosμ dai un passaggio ad Ali e ti levi dalle scatole visto che oggi non ti si puς reggere ”.

 

 

 

 

“ Howard … Ok, ok. Avete vinto. Alice andiamo? ”.

 

 

 

 

Non ho capito che θ successo negli ultimi minuti ma seguo a braccio Matt verso l’uscita pronunciando un debole “ Vieni presto ” diretto a Dom.

 

 

 

 

 

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

 

 

 

 

 

Condominio bianco, quattro scalini.

Appartamento al secondo piano.

Alice infila le chiavi nella serratura.

 

 

 

 

“ Prego, prima gli ospiti ”, gli dico.

 

 

 

 

Entro.

A sinistra dell’ingresso un  divanetto e due poltrone.

Una piccola  stufa.

Mensole in legno scuro piene di libri.

Davanti a me,  dall’altro lato della stanza, una grande porta finestra da cui si intravede una veranda chiusa piena  di piante.

Nell’angolo a destra piano cottura,  tavolo rotondo e una piccola TV appoggiata sul frigo, poi un lungo corridoio.

 

 

“ Carino ”, le dico rompendo quel silenzio  ridicolo di cui θ stata fatta fino ad ora la nostra conversazione, indicazioni stradali a parte.

 

“Posso usare il bagno? ”.

Inizio a pensare di soffrire di disturbi vescicali, incontinenza o simili.

 

 

 

 

“ E’ a sinistra! ”, gli spiego indicando il corridoio.

 

 

 

 

 

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

 

 

 

 

 

Odio le giornate umide, odio questo giorno, odio avere le mani sudate e le occhiaie ben scavate sotto gli occhi.

 

Sento uno scricchiolio.

Oddio, sta crollando la parete.

Ah, no. Θ una porta a muro la cui maniglia era nascosta da un accappatoio azzurro.

 

Quest’altra stanza θ … la camera da letto di Alice.

Letto alto, una piazza e mezza.

Armadio a tre ante.

 Un vecchio comς e una grande scrivania.

Ma….

 

 

 

 

“Matt, Matt ”, lo chiamo. Ma θ caduto nel cesso quell’uomo? Magari θ svenuto.

 

 

 

 

Cavolo.

Non potendo ritornare sui miei passi: “ Sono qui ”.

 

 

 

 

Ha  gli occhi cerulei appiccicati alla parete, quella di fronte lo scrittoio.

Con la mano si tocca il mento.

Anzi  con l’indice e il pollice tira la pelle a livello del giugulo, cosa che fa quando θ sovrappensiero a detta di Dominic.

 

 

 

 

Una grande board piena di post-it, ritagli di giornale, adesivi colorati e foto, soprattutto foto.

 

“ Ecco dove si nascondeva la versione femminile di Tom! ”.

 

 

 

 

Umorismo soavemente malevolo Bellamy version.  “  Ma come ti sei ficcato qui dentro? ”.

 

 

 

 

“ Scusami, si θ aperta la porta e mi sono ritrovato… ”.

 

 

 

 

“  Lo so che sei un tipo educato . Non entreresti  mai nella stanza da letto di una donna senza essere stato invitato ”.  Alice, non esagerare.

 

 

 

 

“ Oh, grazie per l’apprezzamento. Piuttosto niente presentazioni?  ”,  punto le istantanee di fronte a noi.

Just curious!

 

 

 

 

“ Certo, perdonami. Allora … due estati fa con alcune mie amiche a giocare a hockey sul cemento.  Non chiedere, sarebbe un tantino complicato da spiegare. La mia famiglia il Natale scorso. Firenze, Venezia, Londra, Roma, Messina, Verona. Io e Bea insieme a mangiarci un panino enorme su una panchina. Quella volta un autista mi ha anche importunato. Ma, vabbθ. No, questa non la puoi vedere ”.

 

 

 

 

“ Θ inutile che la copri con le mani: giΰ vista ”.

 

 

 

 

“ Non lo dire a Dominic. Mi ha chiesto di tenerla per me se non addirittura distruggerla ”.

Effettivamente qui lui θ un po’ sbronzo, con gli occhi strabici mentre gli tiro un pizzico, seduta sulle sue ginocchia.

 

 

 

 

“ Capisco perchι ”.

 

Mi fermo a fissare un’altra foto.

Lo sfondo dell’ iPad di Dommeh.

 

Lei che mangia un gelato mentre i suoi occhi sorridono maliziosamente.

 

 

 

 

“ Dato che abbiamo terminato questo breve ma intenso giro fotografico, dammi una mano a preparare. Su, forza!”,  lo tiro via dalla camera portandolo in cucina.

 

 

 

 

 

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

 

 

 

 

 

 

“ Bellamy, guarda che ti vedo con la coda dell’occhio. Perchι ora ridi? ”, gli chiedo tagliando i pomodorini alla meno peggio.

 

 

 

Rientro dalla veranda portandomi verso i fornelli. “Stavo pensando che sei proprio una brava ragazza ”.

 

 

 

 

“ Ci sono delle parti di me che non conosci ”.

 

 

 

 

Con la schiena contro il frigo: “ Conoscendo alcune particolari abitudini di una certa persona mia amica  posso immaginarle ”.

 

 

 

 

Gli tiro un pugno dritto contro il petto. 

 

“ Non essere sconcio ”.

 

 

 

 

“ Allora hai dei seri scheletri nell’armadio? ”.

 

 Mi sposto verso il tavolo.

 

 

 

Mi gironzola intorno.

Statti fermo.

 

 “ No, ma alcune cose mi piace tenerle per me ”.

 

 

 

 

“ Come  quello che θ successo quella sera? ”.

 

Abbiamo cantato Starlight mentre ti aiutavo a rivestirti, ricordi?

 

 

 

 

Per tutti i cinquecento grammi di ravioli che  mi sono caduti sul pavimento.

Ravioli che avrebbero dovuto essere parte del pranzo.

 

Odio avere delle intuizioni cosμ complicatamente esatte.

 

“ Matt, mi hanno spinto. Stavo per cascare. Non sapevo fossi tu. Quel bacio, credimi … non avevo bevuto, ma … ”.

 

 

 

 

Ha frainteso. Che ho fatto!

 

“ Non intendevo quello. Allora eri tu la tizia, lμ, nel buio ”.

 

 

 

 

Datemi tregua.

Non puς essere.

 

“ Ok, fortunatamente abbiamo chiarito anche questa questione. Puoi togliere quelle scartoffie dal tavolo e mettere questa?”, gli dico dandogli la tovaglia.

 

 

 

 

“Alice ”.

 

Lascio cadere la tovaglia e le metto le mani sulle spalle.

 

 

 

 

“ Matt, non c’θ niente da chiarire. In futuro prometto di non mettermi piω tacchi alti. In fondo, θ stato un malinteso. Non eri, non sei attratto da me minimamente ”.  Ma che sto dicendo?

 

 

 

 

La sfioro.

Premo le mie labbra contro le sue in un bacio a stampo.

 

 

 

 

Un sorriso.

 

 

 

 

Ridiamo.

 

“ Hai fatto davvero una cosa stupida. Lo sai, vero Matt? ”.

 

 

 

 

La lascio andare. “ Se ti avessi incontrata io invece di … Quella sera ho sentito qualcosa, ma adesso niente ”.

 

 

 

 

“ Se θ stata attrazione, perchι si θ trattata solo di attrazione nell’oscuritΰ, θ normale, ma ora che sappiamo … C’θ questa complicitΰ paradossale ma anche la consapevolezza che … nel senso … in modo differente …  io amo Dominic, tu ami Dominic. Questo permette a te di non fare il marpione e a me di non cedere al tuo sguardo seducente ”.

 

 

 

 

“Seducente, eh?  Fa paura la tua saggezza zen, la tua calma ”.

 

 Mi siedo su una poltrona di stoffa a righe bianche e blu.

 

 

 

 

“ Si, sorprende anche me. Kate come sta? I bambini? ”.

 

Θ libero di mandarmi a quel paese.

Sono fortemente inopportuna.

 

 

 

 

Ha davvero un cervello disarmante e abbastanza problematico.

 

“ Domani pomeriggio li raggiungo. Siamo sempre partiti insieme, ma per la riunione di oggi ho rimandato. Che ne pensi di Kate? ”.

 

 

 

 

Psiche gravemente bizzarra e intricata quella di Bellamy.

 

“ Ci tiene  ”.

 

 

 

 

“ Credevo di aver chiuso. Reading doveva servire a quello. A volte  i ricordi vanno e vengono. Forse anche per questo sono attratto da te, nel senso buono adesso, non fraintendere. Tu e Dom siete cosμ spensierati che ogni tanto le mie domande mi portano ad andare indietro ”.

 

 

 

 

“ Per questo ti metti a baciare a destra e sinistra? ”.

 

So di essere un’estranea  ma, miseria, se non parli, veramente non ti reggerΰ piω nessuno, neanche Chris o Tom, neanche Dominic.

 

 

 

 

“ Puς darsi.  Poi, guardo Kate. La amo. Su questo non ho dubbi. Forse θ tutta colpa di questa pressione intorno a noi. Mi dicono in certe circostanze che sono diverso da prima, il che non significa niente di per sι. Non ho mai pensato  a ‘Voglio tornare a come erano prima le cose’.  Riconosco come sono adesso e voglio continuare cosμ, ma …  ”.

 

 

 

 

“ Sei proprio scemo”.

 

“ Non si puς pretendere  di amare nello stesso modo una persona diversa. Trovare nuove cose, tenere le passate, lasciare da parte quelle meno importanti: θ unicamente questo. E non θ un male ”.

 

 

 

 

Sono proprio un cretino pazzoide, ma vacci piano.

 

Tuttavia avevo bisogno di sentirmelo dire cosμ chiaramente stavolta.

 

 

 

 

“ Anche se per quanto mi θ dato sapere un po’ sei cambiato. Accrescimento massa grassa e modo di vestire un poco diverso mi pare ”.

 

 

 

 

“ Sei  un tantino acida adesso ”.

 

 

 

 

 “ Si.  Vieni qui e assaggia il mio sugo. Vedi se θ acido anche questo va! ”.

 

 

 

 

 

 

 

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

 

 

 

 

 

 

 

Due colpi alla porta ben assestati.

 

“ Si puς? Permesso ? ”.

 

 

 

 

Il suo volto fa capolino piano piano.

Θ raggiante.

 

 

 

 

Θ spaparanzato sul divano.

Le sue dita scorrono sull’iPad.

 

 

 

 

Mi viene incontro.

 

“ Sei arrivata ”.

 

 

 

 

Annuisco.

Gli faccio segno di non muoversi.

Mi siedo accanto a lui.

 

 

 

 

La testa poggiata sulla mano.

Occhi che aspettano mentre due trecce le tengono stretti i capelli.

 

 

 

 

“ Allora, dimmi Dominic, come funziona tutta questa fase preconcerto? ”.

 

 

 

 

“ Fra poco passano Matt e Chris per il soundcheck. Tu vuoi venire adesso o dopo? ”.

Le chiedo fingendo abitudinaria trascuratezza.

 

 

 

 

“ Mi sono messa d’accordo con Kelly. Forse anche Kate sarΰ parte del gruppo ”.

 

 

 

 

“ Bene ”. 

Mi giro amareggiato dalla sua freddezza.

 

 

 

 

Gli salto addosso.

 

 

 

 

Si accovaccia su di me imprigionandomi le gambe tra le ginocchia.

 

 

 

 

Poso l’ iPad a terra.

 

 

 

 

Mi abbraccia e sfrega il viso contro il mio.

La  tenerezza improvvisa con cui il suo corpo mi cerca la adoro.

 

 

 

 

“ Pronto al primo concerto, all’inizio del nuovo tour? ”.

 

 

Nuovamente avremo il nostro triangolo.

 

Io, tu e la tecnologia a conciliare la lontananza.

 

 

 

 

Ormai conosco l’aroma aspro della tua allegria.

 

“ Alice ti amo ”.

 

 

 

 

Poggio il mio petto contro il suo, la mia guancia sinistra contro la sua destra.

Grazie.

 

 

 

 

“ Questa nuova posizione non θ un po’ scomoda per te? ”.

 

 

 

 

“ No, perς se vuoi mi sposto”.

Lo guardo e gli passo le dita sulle labbra.

 

 

 

 

La inizio a baciare.

 

Mi risponde sfacciatamente inarcando la schiena e iniziando a muoversi contro di me, con me.

 

Vacci piano con me, Blu-dress.

 

 

 

 

‘ Fermati, adesso vengono a prenderti per andare a provare gli strumenti. Hai un concerto dopo poco piω di un anno. Sii professionale ’ vorrei dirgli ma ha giΰ iniziato a mettermi le mani sotto la maglietta.

 

 

 

 

Il tessuto denim dei suoi shorts si stropiccia contro quello dei miei pantaloni fino a che bussano.

 

 

 

 

Dominic si ferma.

 

Un piccolo bacio sulla sua fronte e mi risiedo, in maniera piω composta ora, accanto a lui.

 

 

 

 

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

 

 

Arrivo nel backstage.

 

La vedo, mi vede.

 

Da lontano si affanna a elargirmi sorrisi e saluti.

 

 

 

 

K. :  “ Alice tesoro come stai? ”.

 

 

 

 

“ Bene, bene. Un po’ agitata, ma tutto bene.  Grazie Kate. Tu? So che sei qui ad aspettare da un po’ ”.

 

 

 

 

K. : “ Si, volevo accompagnare Matt. Mi sono cambiata in una delle sale qui affianco. Kelly? L’hai vista ”.

 

 

 

 

“ Si, siamo venute dall’albergo insieme. Adesso arriva. Θ andata a prendere dell’acqua e delle caramelle alla menta ”.

 

 

 

 

K. : “ Neanche tu vai nei camerini da loro, vero? ”.

 

 

 

 

Allora siamo dello stesso parere. “ Non mi azzardo a osare tanto ”.

 

 

 

 

“ Ahahahah. Tanto non ci metteranno molto. Sono giΰ pronti  ”.

 “ Ho corrotto uno della crew ”, mi dice ammiccando.

 

 

 

 

 

 

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

 

 

 

 

 

 

Sta per iniziare.

 

 

Vado sulla rubrica.

 

Digito la lettera e trovo il suo nome.

 

Mi costerΰ caro.

Sicuro esaurimento della promozione mensile.

 

 

Kate e Kelly stanno parlando con Andie, Tom e la sua ragazza.

 

 

Le luci si sono abbassate e la folle folla si θ quietata consapevole che adesso sul palco stanno per arrivare loro.

Una folle folla pronta ad esplodere.

 

Premo il tasto di chiamata perchι una promessa θ una promessa.

Fondamentalmente sono di parola io.

 

 

Smette di squillare a vuoto.

 

“ Bea zitta e ascolta ”.

 

 

Le luci fisse su una chitarra, una batteria e un basso.

 

Le urla e la musica.

 

Le lacrime, accantonate all’interno,  allestite in un ‘Finalmente’.

 

 

 

 

 

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

 

 

 

 

 

Dorme.

Faccio attenzione a non svegliarla.

 

Alice θ distesa a pelle di leone al centro del letto abbracciando il cuscino.

 

Poso sul comodino telefono, portafoglio, key-card dell’albergo, vari monili e le bacchette portafortuna, le sue.

 

Abbandono qua e lΰ i vestiti.

 

Mi ci sdraio accanto fino a sentire limpidamente il suo respiro.

 

 

 

 

Avverto il tocco della sua mano che tiene la mia.

Apro gli occhi.

Mi sta guardando.

 

“ Che ore sono? ”, gli chiedo con la voce bassa e roca.

 

 

 

 

“ Quasi le quattro”, le rispondo, “ Siamo andati in un locale quasi subito dopo che te ne sei andata dal ristorante ”.

 

 

 

 

“ Capisco ”.

 

Faccio una pausa ripensando alla lunga tavolata piena di risate di poche ore fa.

 

“ Sei gelato. Vieni qui ”, lo invito muovendo le lenzuola.

 

 

 

Mi infilo sotto le coperte.

 

“ Stai meglio? ”.

 

 

 

 

“ Si. Era solo un po’ di stanchezza ”.

 

 

 

 

Ci guardiamo in silenzio.

 

 

 

 

“ Ah, lo sai che ho incontrato degli italiani? ”.

 

 

 

 

“ Dove? ”.

 

 

 

 

“ Quasi all’entrata dell’albergo. Uno  mi ha chiesto delle informazioni e una ragazza del gruppo, aveva tipo capelli color caramello, strani ma molto belli, mi ha ‘riconosciuta’ dicendo agli altri che assomigliavo a ‘quella che esce con Dom’ ”.

 

 

 

 

Tanto timida da vergognarsi. Giΰ me la immagino.

 

 

 

 

“ Guarda vi mandano un cartellone, no, uno striscione.  Θ lμ nell’armadio ”.

 

 

 

 

“ Piω tardi poi ...”, le dico.

 

 

 

 

“ Alzati, prendilo e guardalo brutto ingrato! ”. Quando ci vuole ci vuole.

 

 

 

 

“ Vado, Vado ”.

 

Lo tiro fuori tendendolo per tutta la sua larghezza.

 

“ Vuaaaaa! Che bello! ”.

 

 

 

 

“ Ecco. Vedete di ringraziarli in maniera adeguata. Non so come ma fatelo, capito? ”.

 

 

 

 

“ Ti sei presa a cuore la causa? ”.

 

 

 

“ Certo. Volevano aspettarvi, ma dovevano ripartire. Mi hanno fatto un sacco di domande a cui non sapevo come rispondere. Abbiamo fatto un po’ di chiacchiere sul nuovo album, su come θ andato il concerto, sul tour. Cose cosμ insomma ”.

 

 

 

 

“ Giΰ, dimenticavo che un tempo eri una fan malata ”.

 

 

 

 

“ Mmm … Domani vi tocca la Francia? ”.

 

 

 

 

“ Si, un paio di programmi e poi Italia. Potresti ancora venire con me ”.

 

 

 

 

“ Uhm ”.

 

 

 

 

“ Mi sono abbastanza abituato a te. Mi piace trovarti ad aspettarmi ”.  

 

 

 

 

“ Si, pronta all’uso. Sei il solito egoista ”. Eppure sarebbe stupendo.

 

 

 

 

“ Questo tuo vizio di deridermi continuamente non lo perderai mai? ”.

 

 

 

 

“ Mai ”.

 

 

 

 

“ Buon anniversario ”, le dico sedendomi all’angolo del letto.

 

 

 

 

Lo guardo stupita.

 

 

 

 

“ Θ  un anno che ti ho detto che stiamo insieme”.  Che sei mia, solo mia.

 

 

 

 

La gentile sicurezza delle sue parole .

 

 

Dominic, vacci piano con me.

 

Queste  tue  impreviste uscite romantiche  mi  fanno sempre facilmente impressione.

 

 

 

 

Stende le braccia verso di me.

 

La raggiungo con una gattonata sulle coperte del letto.

 

Delicatamente la aiuto a levarsi la t-shirt extra large che ormai usa come pigiama.

 

 

 

 

Un piacere senza margini si insinua tra di noi e  la coltre di lenzuola di seta, lenzuola indubbiamente troppo scivolose.

 

 

 

 

 

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

 

 

 

 

 

Salve gente.

 

Pomodori, carciofi, banane: su, lanciate! Sono psicologicamente preparata a tutto.

 

Anticipazioni:  questo θ il quart’ultimo capitolo.

 

La fine θ vicina insomma  *segue espressione tragicomica, molto tragicomica*

 

Thanks  as usual.

 

Ciao, arrivederci, addio .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Muse / Vai alla pagina dell'autore: Cee4