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Autore: AlexisRendell    23/04/2012    10 recensioni
La continuazione della mia precedente fanfiction. Racconterà il viaggio di Liberty, la figlia di N e White, e ci saranno anche accenni ai futuri "pokémon bianco e nero 2", ovviamente inventati.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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-Swoobat, areoassalto!- Liberty puntò il dito contro un purrloin selvatico.
Swoobat lo mandò KO con quell’unico colpo. Liberty lanciò una pokéball e lo catturò. Si appoggiò ansimante ad un albero.
-Liberty… sono ore che ti alleni ininterrottamente… è meglio se ti riposi un po’.- Roy la costrinse a sedersi nell’erba e si sedette in parte a lei.
-Ma… volevo essere pronta per la palestra!- protestò lei.
-Sei più che pronta. Ma se continui così, fai affaticare i pokémon e basta.- Le arruffò i capelli. Liberty spostò la testa, stizzita,  e se li riavviò.
-Forse hai ragione- dovette ammettere. –Woobat sembra un po’ affaticato.- il pokémon si posò sulla sua testa.
-Non solo lui… Ti senti bene?- Roy la guardò negli occhi.
-Si.. sono solo un po’ stanca.- Lei gli sorrise.
Roy le toccò la fronte. –Sei pallida, e mi sembra anche che tu abbia la febbre.-
Liberty arrossì.  Però, in effetti, non si sentiva molto bene.
-Vuoi che andiamo in un centro pokémon?-  Roy la guardò preoccupato.
Liberty scosse la testa. Si alzò in piedi di scatto. –Non ti preoccupare, sto beniss-
Un capogiro. Le gambe gli si fecero improvvisamente deboli. Cadde, ma Roy riuscì a prenderla al volo. –LIBERTY!- La mise delicatamente a terra.
Liberty si mise a sedere. –Scusa.. era solo un capogiro. Sto bene, davvero.- Sorrise debolmente.
-Non mi interessa. Adesso troviamo un infermiera che ti visiti…- Roy la prese sulle spalle.
-H-hei! Posso camminare benissimo da sola!-
-Non voglio che ti affatichi.- Roy non la lasciò scendere. Si incamminò verso Zefiropoli, non molto lontana.
Liberty si abbandonò sulle sue spalle.
 
Natural scese da Hydreigon tenendo White fra le sue braccia.
-Prepariamo la prigione, padrone.- Spighetto e gli altri si materializzarono davanti a lui.
-No. Niente prigione. La porterò personalmente in una delle stanze.-
-Come desidera, signore.- i tre ninja si inginocchiarono.
Natural si avviò lungo i corridoi, cercando una particolare stanza. La trovò.
Aprì la porta.
Il pavimento di un blu vivace era decorato con delle nuvole dipinte. Giocattoli erano sparsi ovunque. C’era anche una pista da skateboard e un canestro.
Natural depose delicatamente la ragazza sul letto.
-Chi sei tu?- un vocina delicata. Natural si girò.
Una bambina con i capelli rossi e gli occhi color nocciola lo stava guardando dal basso.
-Chi sei tu, piuttosto…- Natural la squadrò da capo a piedi, stupito.
-io sono Marie.-  La bambina strinse il teddiursa di peluche che teneva in braccio.
-E cosa ci fai qui?-
-Mi ci hanno portato quei tre signori cattivi con i capelli bianchi. Hanno detto che se faccio la brava mi porteranno dal mio fratellone.- La bimba gli si avvicinò.
Natural si inginocchiò alla sua altezza. Per una frazione di secondo, i suoi occhi tornarono verdi.
-Però tu non sei cattivo come loro. Chi è quella signora sul letto?- la bambina indicò White.
Natural si rialzò. –Si chiama White. Devi tenerle compagnia quando si sveglia, va bene?-
La bimba annuì. –Vuoi giocare con me e teddiursa?-
Natural aprì la bocca e la richiuse.
-Non morde. Vedi, è finto!- Marie glielo fece vedere. Natural fece un mezzo sorriso, ma poi si oscurò di nuovo in volto.
-Non posso,devo andare ora.- Si avviò verso la porta.
La bambina lo salutò con la manina.
-Spighetto?-
Il ninja si materializzò davanti a lui.
-Chi è quella bambina?-
-Nulla. E’ la sorella del moccioso con i capelli rossi.- Rispose lui pronto.
-Capito… Non voglio che White esca da questa stanza, chiaro?-
-Cristallino, signore.-
 
Black sbadigliò sonoramente, guardando l’orologio sul suo polso. Era ormai sera tardi, e Matti ancora non l’aveva chiamato. Strano, da parte sua. Di solito era talmente ossessionato che chiamarlo tutte le ore.
Stava leggendo il giornale seduto al tavolo della cucina, quando sentì qualcosa grattare la porta. Si avvicinò e guardò nello spioncino. Nulla.
“sarà stata la mia immaginazione” pensò.
Sentì il verso di un pokémon. Aprì la porta e notò Ariados.
-Hei bello… Dove è il tuo allenatore?- Black sbadigliò di nuovo. Ariados lo tirò per i pantaloni e cercò di trascinarlo fuori di casa.
-Che fai? Vuoi che ti segua?- Ariados si mosse nervosamente. Black capì. Saltò su Zebstrika che aveva fatto appena uscire dalla pokéball.
-Vai pure, ti seguo.- Ariados corse via di nuovo verso la foresta bianca, con Black al seguito.
“Matt… spero che tu stia bene…”
 
Roy entrò nel centro pokémon e fece sedere Liberty nella sala d’aspetto.
-Ora stai qui, vado a chiamare qualcuno.- Si allontanò.
Liberty sospirò. Giocherellò con woobat.
Il ragazzo tornò con un infermiera.
-E poi è quasi svenuta. Dice di stare bene ma… è evidente che non è così.-
-Ora le darò un’occhiata, stai tranquillo.- L’infermiera fece alzare Liberty.
-Vieni con me, cara. Ti devo visitare.- La ragazza la seguì. La portò in una stanza e la fece sedere sul lettino. Roy le guardò, appoggiato allo stipite della porta.
-Togliti la maglietta, cara, devo ascoltarti il cuore.- L’infermiera prese uno stetoscopio.
Liberty se la tolse. Alzò poi lo sguardo, notando il ragazzo appoggiato alla porta che la fissava.
Sbiancò.
-Che cavolo ci fai lì??? VATTENE!- Strillò coprendosi con la maglia.
Roy diventò rosso come un peperone e si girò. –Scusa non volevo, lo giuro!-
L’infermiera fece la visita di base a Liberty.
Appena finito, Liberty si rivestì.
-Non c’è nulla che non vada. Forse dovresti passare ad Austropoli, là ci sono medici specializzati in qualsiasi campo.-
Liberty annuì. –Lo farò. Grazie di tutto.- si alzò ed uscì senza degnare Roy di uno sguardo.
-Eddai, non fare così, ti ho chiesto scusa!- Roy la seguì.
-Si… certo… Portami alla prossima palestra.- Disse lei.
-Subito? –
-Immediatamente.- Liberty lo spinse fuori dal centro pokémon.
-Va bene, va bene, calmati. È nel museo. Non capisco questa tua fretta.- Roy la accompagnò.
-Voglio allenarmi, farla pagare a Chloe. Voglio umiliarla in pubblico. Voglio che si penta di aver fatto del male a Servine…- Una strana luce passò negli occhi di Liberty.
Roy la guardò, preoccupato. Non aveva mai parlato così.
-Sei sicura di stare bene..?-
-Si, ti ho detto che sto benissimo! Ora, tu entri o scappi come l’ultima volta?- Lo canzonò lei.
Roy esitò. –Entro, entro. Voglio vedere come te la cavi.-
Entrarno nell’enorme museo. Si diressero nella biblioteca.
-Devi risolvere dei quiz per trovare la scala segreta…- spiegò lui.
-Non ce ne è bisogno.- Liberty spostò una libreria e scese la scala. Roy rimase allibito.
-Come facevi a sapere che era li?-
-Me l’ha raccontato mia madre.- Liberty rispose laconica.
Roy non disse nulla. La seguì in silenzio finché non si ritrovarono nella palestra vera e propria.
-Allora, non c’è nessuno qui?- chiese a voce alta.
Aloè scese le scale dietro di loro. –Si, scusate. Ero nel museo…- Si bloccò appena vide Roy.
-E tu cosa ci fai qui?- Chiese.
-Vi conoscete?- Liberty guardò Roy.
-E certo che ci conosciamo, lui è il…-
-Sono stato il suo ultimo sfidante!- Si intromise il ragazzo. Fece segno a Aloè di non dire nulla.
-Ah…- Liberty non lo notò. –Comunque, io sono qui per sfidarti!-
-Ottimo, avevo proprio voglia di una sfida- Aloè si portò dall’altra parte del campo.
Liberty preparò la sua pokéball.
Aloè fece uscire un Herdier. –Con me non sarà una lotta facile, ragazzina. Sono molto più esperta di Gelìne…-
Liberty fece uscire Serperior. Il pokémon immediatamente sparì sotto terra.
Herdier si guardò intorno, annusando.
-Herdier, appena esce fuori, usa riduttore!-
Il pokémon si mise in posizione. Serperior uscì dalla terra come un fulmine verde.
-Fendifoglia!- urlò Liberty.
Herdier si lanciò contro il serpente, ma fu fermato dal suo attacco. Si allontanò di qualche metro.
-Vai Serperior, frustata!- Serperior obbedì, mandando il cagnolino a sbattere contro il muro della palestra. Esausto.
Aloè lo ritirò.
-Uhmpf. Anche in una situazione come questa, troverò il modo di vincere.- aloè fece uscire un Watchog.
-Ipnosi!-
Il pokémon guardò fisso negli occhi Serperior. Le palpebre del serpente d’erba si chiusero, mentre quest’ultimo di accasciava a terra addormentato.
-S-serperior! Svegliati!- Liberty lo incitò. Ma non servì a nulla.
-Watchog, sgranocchio!-
Il pokémon azzannò Serperior sul collo, che si svegliò. Allontanò Watchog con una codata.
Liberty sospirò.
-Usa avvolgibotta, e poi megassorbimento!- ordinò.
Serperior si attorcigliò intorno a watchog, strangolandolo, e assorbendo i suoi PS.
-Bene, e ora frustata!-
-Watchog, liberati!-
Ma serperior fu più veloce. Mandò il pokémon KO.
Liberty lo abbracciò. Roy sorrise, appoggiato al muro.
Aloè si avvicinò alla ragazza, porgendole la medaglia. –Complimenti, ragazzina, quel pokémon è veramente ben allenato. Diventerai sicuramente un’ottima allenatrice.-
Liberty sorrise. –Grazie.-
-Hai mai pensato di andare a sfidare il campione? Si dice che da quando abbia preso il posto di Nardo, nessuno sia ancora riuscito a batterlo.-
Liberty ci pensò. –Beh, ci proverò. Ma chi è?-
Aloè tagliò corto. –Non lo so. Immagino che lo scoprirai quando lo avrai di fronte. Beh, buona fortuna per il tuo viaggio.-
Liberty ringraziò ancora. Uscirono dal museo.
-Tu lo sai chi è?- chiese a Roy.
Il ragazzo annuì, ridendo.
-E chi è?-
-Immagino che lo scoprirai quando lo avrai davanti, ragazzina.- Rise di nuovo.
Liberty gli tirò un pugno. –Va bene. Lo hai già sfidato?-
-…Non esattamente.-
-O si o no. Cosa significa quel non esattamente?- Liberty si fermò.
-Oh, nulla, pivellina. Perché ti sei fermata?- Si girò, appena in tempo per vedere Liberty cadere incosciente ai suoi piedi.
  
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