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Autore: booscarrots    23/04/2012    3 recensioni
Di Janelle non si poteva di certo dire che la sua fosse stata una vita semplice e senza burrasche, ne aveva passate di tutti i colori eppure riusciva a trattenere dentro di sè tutto. Era formidabile, forte... ma come chiunque altro con una "corazza" prima o poi avrebbe ceduto.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Janelle era una brava ragazza.  Janelle era simpatica e forse un po' troppo sarcartica. 

Janelle era una tipa fuori dalle righe che non seguiva uno schema insomma, un'anticonformista se preferite. 
Se per voi "questo" o "quello" è giusto, per lei è sbagliato. 

Janelle aveva preso sicuramente dal padre caratterialmente, oltre che fisicamente, voleva sempre essere chiara nei rapporti che aveva con le persone, non si fidava mai troppo, le piaceva essere indipendente. Le persone dovevano capire che lei senza di loro sarebbe stata comunque bene perchè volente o nolente nella vita tutti siamo "facilmente sostituibili" e questo non era pessimismo per Janelle anzi lei era l'esatto contrario, ma sapeva che quella era la verità. 

Uno tra la sua inelencabile quantità di difetti era il non riuscire mai a lasciarsi andare troppo in un rapporto, non riusciva ad essere affettuosa quanto basta, non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti più di quanto avrebbe dovuto e questa parte del suo carattere l'aveva ereditata da sua madre, ne era consapevole ed era per questo che la odiava ancora di più.

Sua madre aveva 38 anni quando era scappata di casa per non tornare mai più. Era stanca dei suoi figli irrispettosi del sudore che versava ogni giorno per tenere la casa pulita, di suo marito che non prendeva mai le sue parti e difendeva i suoi figli dicendo: " Ehi sono solo ragazzi, cresceranno, impareranno.. ", sua madre era stanca di tutto e sopratutto di lei. Janelle non era di certo la figlia perfetta. 

 

Intorno all'età di 10 anni Janelle si staccava le ciglia, non sentiva dolore non sapeva neanche per quale motivo lo faceva, la verità forse era che non si accettava per quello che era.

 A sua madre venne un colpo a vedere quel mostro di figlia che al posto delle sue bellissime e folte ciglia, che da sempre erano state un suo vanto, adesso aveva degli spazietti bianchi tra un gruzzoletto nero ed un' altro. Sua madre l'aveva fatta sentire una stupida, un mostro. Le ripeteva sempre " adesso quando diventerai grande sarai brutta ! " per fortuna le ciglia ricrescevano però Janelle si spaventò comunque, aveva paura di essere brutta e questa paura se la portava giornalmente dietro da quella tenera età. 

A 14 anni aveva incominciato ad avere dei problemini con il cibo. Sua madre non si preoccupò troppo del problema anche lei alla sua età non mangiava perchè si sentiva "piena" e non mentiva infatti, si sentiva sul serio in quel modo. Per un po' anche Janelle disse così finchè la giustificazione non divenne una scusa.

 Janelle nella sua testa si sentiva sempre "piena" mangiava poco e niente e quando suo padre le urlava in faccia di finire la porzione di cibo che gli aveva messo davanti Janelle scoppiava a piangere. 

Era arrivata ad avere paura del cibo. Non riusciva neanche a mandarlo giù, era proprio quello il suo terrore.

 Aveva ancora impressi nelle mente i vari modi che trovava per non mangiare, a volte quando i suoi lavavano i piatti lei sputava tutto il cibo in delle palline di carte e le nascondeva sotto il tavolo, ai bordi del piatto, nelle tasche della vestaglia, dietro la  sedia, poi quando i suoi l' avevano scoperta incominciò ad immagazzinare una quantita industriale di cibo in bocca senza mandarlo giù, lo accumulava ancora, ancora ed ancora, doveva avere solo lo spazio necessario in bocca per respirare e per chiedere ai suoi il permesso di alzarsi per andare urgentemente al bagno, in realtà lì portava i fazzoletti pieni di cibo e riversava il rimanente che aveva in bocca nel gabinetto. 

 

Quando i suoi andavano a cena fuori o con gli amici la loro figlia non andava con loro, rimaneva a casa prometteva di mangiare e non lo faceva però era previdente, versava un po' di briciole di pane sul tavolo, sporcava qualche piatto e buttava buste vuote di cibo in modo che i suoi le vedessero nel cestino di casa ed il cibo al suo interno nel cassonetto fuori casa. 

 

Anche durante le gite scolastiche Janelle trovava il modo di non mangiare la merenda o il pranzo che sua madre amorevolemente o forse disperatamente le preparava, lo dava ai suoi compagni o in pasto al cassonetto che di certo gradiva più di lei. 

Ma i genitori di Janelle non erano stupidi. Travis e Sophì se erano accorti, provarono un approccio più minaccioso, uno supplichevole, erano disperati. 

In quel periodo aveva visto più volte sua madre piangere per quello che lei stava passando. Sophì chiedeva spesso a Jany, il nomignolo che amava usare per lei, se "rimetteva" il cibo in bagno, ovviamente sua figlia negava il tutto ed era vero. Lei non vomitava il cibo, lo conservava in bocca, nei tovaglioli, da qualunque parte e lo sputava solamente. 

Janelle non sapeva di avere un problema. Non si era mai accorta di nulla, neache del suo corpo che lentamente diventava sempre più minuto e debole. Per lei era una cosa così naturale anche quando a volte scoppiava a piangere solo per la paura folle che le mettevano l'avvicinarsi dell'ora di pranzo, di merenda, di cena... Per lei era un incubo scoprire che tutto ciò che facevamo noi esseri umani finiva con il cibo ed iniziava con il medesimo. 

 

Era tutto un incubo finchè poi svanì tutto quando all' età di 15 anni incontrò Evelyn, la sua nuova migliore amica che non la faceva sentire più sola, ma amata. Evelyn amava il cibo e aveva insegnato piano piano anche a Janelle ad accettarlo. Janelle le era profondamente grata per questo ma era anche sorprendentemente sicura che non le avrebbe mai raccontato nulla di tutto questo. 
Forse il suo problema era iniziato da quando a scuola era stata considerata, brutta, antipatica e stupida o forse i problemi erano altri ma Janelle non li voleva cercare ed affrontare, preferiva sopprimere questi dolori che piano piano sparivano ma trovavano sempre il modo di tornare a farle male per qualche strano motivo. 


All'età di 16 anni, un' anno fa,  Janelle era stata molestata. Era il suo dottore ad approfittarsi del suo mestiere e della buona fiducia della gente. Le metteva le mani in punti in cui non avrebbe dovuto, eppure Janelle rimase sempre immobile; aveva pensato al peggio e poi però pensò che era il suo dottore e sapeva cosa faceva. 
Andava in quel buco dell'orrore 2 volte al mese. Per 3 mesi Janelle tornò a casa distrutta, si sentiva morire avrebbe dovuto sentirsi meglio invece correva in bagno a togliersi via di dosso "lo sporco", esatto quella sensazione lurida di sudicio che si sentiva addosso, ma neanche dopo l'acqua e la quindicina di passate di bagnochiuma riusciva a togliersi quella sensazione dalla pelle. Era diventato inutile sfregare le unghie piene di sapone sulla pelle, non riusciva a togliere 'quella roba' dalla pelle, ci aveva provato le braccia le si arrossavano tutte le volte ma era inutile, era sempre lì. 


Smise di andare dal Quel Dottore ma non disse nulla a nessuno. Suo padre si era accorto che qualcosa non andava ma lei mandò indietro le lacrime e fece finta di nulla, mentii. 
A volte aveva ancora paura quando la gente la toccava, sopratutto se non era qualcuno del suo stesso sesso. Janelle aveva tanta paura, ma si fortificò. Passò avanti a testa alta e il dolore fu represso ma come per i problemi alimentari le ritornavano in mente quei giorni ed allora chiudeva gli occhi e con la mente immaginava di spingere quella sensazione giù, infondo, appena sotto lo stomaco e allora quasi tutto spariva per un po' ma lei lo sapeva che sarebbe ritornato. 

In tutti questi episodi Janelle non aveva mai pensato che il suo dolore fosse degno di essere chiamato dolore, c'era gente che aveva passato di peggioa volte pensava che forse era la sua forte immaginazione a giocarle dei brutti scherzi, solo dopo quando era troppo tardi, forse, si accorse che erano dei veri problemi i suoi. Ma oramai erano i suoi problemi che riusciva a nascondere perfettamente. 
 

Adesso la madre di  Janelle non è più quì da un'anno. Lei non sapeva se era con Dio o no, non sapeva nemmeno se ci fosse un Dio anche se ci sperava fortemente. Adesso nella sua casa c'erano solo Louis, suo fratello maggiore e suo padre Travis che non aveva mai amato nessun' altra donna a parte sua moglie Sophì. 

  
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