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Autore: up over the clouds    23/04/2012    3 recensioni
Lei resta coi capelli e i vestiti bagnati sotto la pioggia londinese che le batte forte sulla pelle. Le lacrime le si confondono con l'acqua del cielo, almeno può tenere la testa alta mentre piange. Il corpo sfinito, come se avesse combattuto contro qualcuno per anni o secoli, è per terra, attaccato alla palizzata di legno. Si porta il viso fra le mani e comincia a singhiozzare piano, un singhiozzo flebile e silenzioso, interrotto dal rumore dei clacson e della gente che urla. Ma guardandola si può sentire benissimo il rumore che le sue lacrime provocano a contatto con il cardigan, si può sentire quanto le lacrime le brucino la pelle delle guance.
Ma se ne sta li, sembra quasi una bambina. E io no, questa volta non ce la faccio ad essere passivo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You'll see me waiting at the corner of the street 
 ζ
The man who can't be moved - The Script



Bene, adesso vai a scoparti quella troietta con cui stavi prima - la ragazza gli urla in faccia a quello che probabilmente deve essere il suo ex ragazzo, e lui ribadisce tutto, la guarda e abbassa lo sguardo nervoso. Colpevole.

- No, Cher, non è vero. Non è come sembra- le classiche frasi quando si è stati trovati colti in flagrante e non si vuole ammettere. I due continuano a litigare all'angolo della strada noncuranti del fatto che la gente li guarda come se fossero pazzi e non si rendono conto che è da venti minuti che gridano. Neanche capiscono che il cielo tuona.

Quella ragazza mi fa una pena assurda. Se non fosse che sbraita come una pazza contro quel ragazzo direi che è bella. Porta un cardigan nero, jeans stretti, una maglietta azzurra e i capelli coi colpi di sole che aleggiano al vento che sembra portare pioggia.
Dall'altro lato della strada ci sono io che mi godo quella lite meglio che al cinema.
-Fottiti. Con te ho chiuso!- la ragazza lo spinge via e al tentativo di lui di trattenerla a se gli risponde con un ceffone. Resta un po' così ma poi lui se ne va, è
sola.

Persa in quelle strade che sembrano troppo grandi e larghe e luminose per lei che è stata appena ferita. Persa, abbandonata e sola.

Con gli occhi lacrimosi che vagano in cerca di qualcuno che possa aiutarla.

Si sente l'odore di pioggia invadere le strade, si vedono i capelli bagnati e la gente che cerca di trovare un posto al riparo.
Ma lei no.
|Lei resta coi capelli e i vestiti bagnati sotto la pioggia londinese che le batte forte sulla pelle. Le lacrime le si confondono con l'acqua del cielo, almeno può tenere la testa alta mentre piange. Il corpo sfinito, come se avesse combattuto contro qualcuno per anni o secoli, è per terra, attaccato alla palizzata di legno. Si porta il viso fra le mani e comincia a singhiozzare piano, un singhiozzo flebile e silenzioso, interrotto dal rumore dei clacson e della gente che urla. Ma guardandola si può sentire benissimo il rumore che le sue lacrime provocano a contatto con il cardigan, si può sentire quanto le lacrime le brucino la pelle delle guance.

Ma se ne sta li, sembra quasi una bambina. E io no, questa volta non ce la faccio ad essere |passivo.

- Tutto bene?- le chiedo piano, non voglio irritarla ne tantomeno spaventarla.

Alza gli occhi dalle ginocchia e me li punta contro.
Mille lame, mille lame mi trafiggono il petto arrivando al cuore e penso che in confronto le sue lacrime acide non siano niente. Come si fa? Come si fa a tradire una ragazza così?
Mi punta addosso quelle palle da biliardo verdi inzuppate dall'acqua e non sa cosa fare. Se sorridermi per cortesia o rimettersi a piangere pensando solo che io la voglia importunare.

- E' uno stronzo e lei una puttana-  mi dice singhiozzando. Le guanche pallide e fradice, segnate dai segni che il vento le ha lasciato. Trema, impercettibilmente, ma trema. Capisco che ha bisogno di sfogarsi. Mi abbasso arrivando al livello dei suoi occhi: è bagnata, ha freddo, il suo cuore è a pezzi e a quanto pare il suo cuore e i suoi occhi mi chiedono aiuto.

- Ho visto tutto. Comunque sono Harold, Harry per gli amici - le dico sorridendole sperando che lei faccia lo stesso con me. Alza gli angoli della bocca in un sorriso quasi impossibile da vedere. E' sensibile, fragile, timida, è bella.

- Cher- abbassa la testa nascondendola fra le ginocchia. Mi tolgo il giaccone e glielo metto sul corpo da bambina, un brivido forte le percorre la schiena e sussulta al contatto che le provoca sulla pelle.

- Quanti anni hai?-

- Diciasette -  ne dimostra meno.

- Tu?- mi chiede, sorprendendomi.

- Diciotto - si asciuga i resti di mascara rimasti sulle gote e poi mi dedica un sorriso.

Mi fa pena. No, più che pena tenerezza.

- E' uno stronzo- ripete, non per convincere me ma lei stessa.

Stiamo zitti sotto la pioggia per non quanto tempo, ma non sento ne freddo, ne la pioggia battermi sui vestiti. Sembra quasi di essere in una dimensione parallela.

- Ascolta, puoi pensare quello che vuoi ma non ce la faccio a vederti qui per terra bagnata e infreddolita. Davvero- mi alzo posizionandomi difronte a lei e porgendole la mano.

Mi guarda con quegli occhi da cerbiatto come se cercasse nei miei una risposta, ma forse neanche nei miei ce n'è una. Allunga una mano, piano, lenta. Le sorrido e capisce che non voglio farle del male, sono umano anch' io. Le nostre mani si toccano e sento un sussulto al cuore, lo sente pure lei.

- Dove andiamo?- mi chiede balbettando a causa del freddo entrato nelle sue ossa.

- A casa, a casa- tiene il mio giaccone sulla pelle e cerco di riscaldarla circondandola con le braccia, mi abbraccia circondandomi la vita con le sue braccia.

Raggiungiamo la macchina e si accomoda sul sedile vicino al guidatore. Porta le gambe secche al petto e torna bambina, scoprendo cose attraverso il finestrino che forse l'amore, quello con quel ragazzo non le ha lasciato vedere.

-No, prego, fai pure!- scherzo e spero con tutta l'anima che la sappia prendere al volo.

- Eh, appunto!- ride, con una risatina flebile che si libra nell'aria e raggiunge le mie orecchie provocandomi un uragano nel mezzo del petto.

- Grazie- arrosisce.

 

- Harry- mi chiama dal salotto e la sua voce pulita e chiara riescheggia in tutta la casa. Mi giro e mi accorgo che non avevo notato quanto è bella, ma bella davvero.
Senza la matita sbavata sulle guance, senza il mascara, i capelli a posto, i vestiti in ordine anche se bagnati. Porta una mia felpa e i pantaloni lunghi del mio pigiama, ha i capelli raccolti in una crocchia malformata che si appoggia delicatamente sulla testa. Si morde le unghie accoccolata sul divano color salmone, la radio accesa anche se non l'ascolta.

La raggiungo schiaffandomi sul divano vicino a lei.

- Dimmi-

- Raccontami qualcosa, ti prego- i suoi occhi si fanno più grandi e penso che la sua faccia è tutta occhi.

- Hmm, sono Harry Styles, sono nato a Holmes Chapel il primo febbraio del 1994, sono capricorno. Mi sono trasferito a Londra da un po', amo cantare, dormire, guardare la tv. Il mio film preferito è 'Love Actually' anche se dico che è 'Fight Club', sono fan dei Coldplay e dei Beatles, ho quattro migliori amici: Niall, Louis, Liam e Zayn. Ho una sorella che si chiama Gemma, non ho avuto molte relazioni e sto ancora aspettando il bacio sotto la pioggia- mi ascolta con i pugni morbidi sulle guance, mi guarda senza fare una piega mentre parlo di me. Sembra quasi stupita di tutto quello che dico. -E una piccola babbuina si sta impossessando del mio divano e dei miei vesiti!- le faccio una battute riferndomi a lei e si mette a ridere, ride forte, ride con gli occhi, con le mani, con la bocca. Poi si ferma, si ricompone.

- Harry, cantami qualcosa-

 

"Going back to the corner where
I first saw you
Gonna camp in my sleeping bag, I'm not gonna move"

 

Sorride con la sua bocca d'angelo e gli occhi le si impregnano ancora un po' di lacrime, ma le asciuga veloce e non capisco perchè si deve vergognare.

- Dimmi qualcosa di te - alza gli angoli della bocca e sento di nuovo un turbine invadermi le budella.

- Mi chiamo Cher Buchet, sono nata a Leeds l'otto dicembre 1995 ma vivo a Londra, sono sagittario. I miei sono separati e io vivo con mia madre ma ho intenzione di andare a vivere da sola. Amo scherzare, ridere, dormire e ascoltare la musica. Lo farei per sempre. Posso considerare la musica il mio antidolorifico, già. Il mio film preferito è 'Titanic', amo i The Script, i Coldplay, Ed Sheeran. Ho avuto il cuore spezzato tante volte e questa è una volta in più - la guardo mentre il suo sguardo si spegne ripensando a quel ragazzo che le ha calpestato il cuore come fosse uno zerbino.

- Sei mai stato innamorato Harry? Ma dico innamorato con tutto il cuore, che daresti tutto il mondo per quella persona? -  mi domanda, rabbrividendo. Forse me lo chiede per non sentirsi l'unica così, l'unica che ha provato davvero tanto amore da avere la nausea.

- Boh, c'è una ragazza che mi provoca i tuoni ma, boh. Non lo so, è difficile - 

Scuote il capo in segno di assenso. Si avvicina a me, allargo il mio braccio destro e posiziona la testa fra l'incavo del mio collo e la mia spalla. I suoi capelli profumano ancora di pioggia, la sua pelle non sa più di lacrime acide.

- Grazie, grazie di tutto Harold- sussurra a pochi centimetri dal mio viso.

- Prego -  le accarezzo i capelli.

- E comunque babbuina ci chiamerai il tuo cane!- ride afferrando un cuscino e tirandomelo addosso. Torna a quando aveva cinque anni. Ne prendo uno anch' io finchè non finiamo a fare a botte nel salotto di casa mia. Si sentono le urla e le risate che inondano la casa colorandola.

- E promettimi che nessuno ti calpesterà mai, prometti che ti rialzerai come un grattacielo e spaccherai il culo a tutti. Prometti che sarai forte, ma ama Cher, ama con tutta te stessa. Se ami, nulla è sprecato - mi fermo e mi sorprendo da solo al suono di quelle parole, delle mie parole.

- Promesso - mi guarda negli occhi. Tira un sospiro impercepibile sulle mie labbra. E non sai che voglia ho di baciarti, Cher. 'Se ami nulla è sprecato'.

Silenzio.

Lo fa lei. Mi bacia: le sue labbra fanno pressione sulle mie. Sono morbide, delicate, fragili.
Le accarezzo una guancia e le sue mani finiscono nei miei capelli ancora un po' umidi.

La mia lingua cerca la sua, mi sento un po' prepotente. Mi corconda il collo con le braccia e la tiro a me, non la lascio. E' troppo fragile, non vorrei si spezzasse di nuovo.
Milioni di uragani mi ditruggono lo stomaco, feroci, violenti, piacevoli.

 

Il suo corpo è sotto al mio, teso come una corda di violino. Sembra fatta di porcellana, di quella pregiata che non devi rompere. Ma non ci stacchiamo un attimo e le sue mani vagano costantemente per il mio corpo. La bacio e la ribacio, come se l'avessi aspettata per sempre e adesso non volessi lasciarla andare. Le scappa un gemito dalla bocca che non è riuscita a controllare. E ci sta tutto li dentro: vendetta contro il ragazzo di prima, contro la parte di lei che ancora impossibile da notare batte per lui, vendetta verso la vita contro, verso tutti. E io mi faccio usare come arma: non mi importa, mi lascio usare. Perchè forse la amo e voglio che sia felice alla faccia di tutti quegli che l'hanno data per spacciata. Ma lei si è ritirata su come un grattacielo.

Mi lascio cadere accanto a lei mentre fa uscire gli ultimi gemiti e sospiri dalle sue labbra. Il suo capo è poggiato sul mio petto che la culla alzandosi e abbassandosi.
Siamo sudati e stanchi ma lei dorme beata.

- Cher, credo di amarti. Dal primo secondo che ti ho vista a quell'angolo. Anzi no io ti amo, definitivamente, sicuramente, certamente ti amo- gioco con una ciocca dei suoi capelli.

 

Scusa se non mi sono svegliata con te stamattina.
Giuro che non ti scorderò mai, Harold.
Grazie di tutto, grazie anche del tuo 'Ti amo' di stanotte.
Se ami nulla è sprecato.
Allora nulla di quello che abbiamo passato è buttato al
vento.

Cher /

 

Sono due giorni dal nostro incontro e purtroppo non sento più gli uragani nel petto. Se n'è andata, sparita come nuvola di polvere. Voglio vederti, Cher. Spero solo che nessuno ti possa calpestare, spero solo che tu ti rialzi come un grattacielo, più forte di prima.

Forse ci troveremo di nuovo al nostro angolo: quante cose possono succedere all'incrocio di due strade. Per te è finita una storia, per me ne è iniziata un altra. Ma resterà sempre il nostro, solo, unico, speciale angolo dove ci siamo incontrati fragili, o forse ci siamo scontrati tutti i giorni, invisibili, indifferenti per le strade di Londra.

Prendo le chiavi della macchina, gli occhiali da sole, la giacca e me ne vado.

Ci ritroveremo li, sempre li Cher.

 

Some try to hand me money, 
they don't understand 
I'm not broke, I'm just 
a broken hearted man 
I know it makes no sense 
but what else can I do? 
How can I move on 
when I'm still in love with you? 


 

 

 

Una piccola folla si raduna di fronte a me le sento partecipare con me ma gli occhi, quelli verdi che cerco io non ci sono.

 

CHER's POV

E credimi Harold che non è stata una botta e via. Non prendermi per poco di buono, del sentimento c'era. Ce n'era tanto. Perdonami se non ti ho risposto 'ti amo Harold', perdonami se ti ho rotto le palle, se ti ho occupato casa e preso in prestito i miei vestiti.

Io e Jason abbiamo chiuso, dimenticato. Se lo incontro per strada forse neanche lo riconosco. Grazie Harold per avermi aiutato a rialzarmi ma giuro che imparerò a rialzarmi come un grattacielo, che sfiora le nuvole e sembra superi il cielo. Dove sei Harold?
- Cher, lavora!- Rosalinda mi sveglia dal mio viaggiare mentale. Servo gli ultimi clienti prima della mia pausa. Mi sfilo il grembiule da cameriera e accendo la tv: le solite notizie di politica a cui nessuno gliene frega e che nessuno capisce. Guardo fuori dalla finestra e mi torna in mente il giorno in cui ci siamo conosciuti: ero fradicia ma mi hai dato la tua giacca, avevo la matita sbavata ma mi hai comunque dedicato uno dei tuoi migliori sguardi e uno dei tuoi migliori sorrisi.
Forse, si, ti amo anch' io.

Poi la voce di qualcosa di meraviglioso mi stravolge, mi scuote.

La tua voce. Il nostro angolo. In un attimo sono già fuori.

Le ballerine mi si bagnano tutte a contatto con le pozzanghere. Pessima scelta.

 

HAROLD's POV

La pioggia batte sui miei capelli ma niente mi può fermare, nulla.

Ancora non la vedo. Continuo a cantare mentre la gente se ne sta riparata sotti i loro ombrelli colorati.

Qualcuno spinge per venire fuori e vedermi.

Oh, Cher. Mi butta le mani al collo e mi guarda fisso negli occhi.

- E l'ho capito solo ora-

- Cosa?-

- Che ti amo, Harold - sento il suo respiro sulle mie labbra.

-Stavolta ti salvo io- continua. Ha i capelli bagnati ma è sempre bellissima.

- Ci saremmo rincontrati a questo angolo, mentre sarebbe piovuto. E si, ti amo anch' io-

la bacio io stavolta e non ho paura di farle del male. So che con me starà al sicuro.

La folla dietro tira un 'ohh' e lei ridacchia felice.

 

Cause if one day you wake up and find that you're missing me 
and your heart starts to wonder where on this earth I could be 
Thinkin maybe you'll come back here to the place that we'd meet 
And you'll see me waiting for you on the corner of the street 
So I'm not moving, I'm not moving 

 

-Te lo ha mai detto nessuno che hai una voce bellissima?- e basta un bacio per sentirmi al settimo cielo.  


çwç
ABBIATE PIETà DI ME!
peace and love
Skyleer 


 

  
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