Capitolo
XVI
26/6/1999
“Oh,
Hermione, dove sei stata? Il
coprifuoco è iniziata da quasi
mezz’ora!” disse Calì quando vide la
ragazza
entrare nel dormitorio.
“Stavo
facendo una ronda
straordinaria. L’ultimo giorno di scuola
c’è sempre qualche simpaticone che
crede di aver architettato uno scherzo geniale…”
“Oh,
oggi è anche il tuo
ultimo giorno di scuola! Avresti
potuto rilassarti un po’!” s’intromise
Lavanda.
“Era
anche il mio ultimo giorno da
Caposcuola; non mi andava di essere rimproverata domattina per non aver
fatto
il mio dovere.” rispose Hermione avvicinandosi al proprio
baule ancora
semivuoto.
“Non
hai ancora fatto i bagagli? Di
solito finisci di prepararli a maggio!” disse Calì
sbirciando da sopra la sua
spalla.
“Ho
avuto altro da fare.”
“Oh,
sì, sei sempre stata fuori
negli ultimi tempi!” disse Lavanda.
“Volevo
approfittare degli ultimi
giorno qui a Hogwarts.”
“Potevi
approfittare anche della
Sala Grande, sai? Hermione, avrai perso almeno cinque chili, e hai una
cera
davvero bruttissima!”
“Grazie.”
ribatté la ragazza
manovrando la bacchetta affinché le sue cose entrassero
ordinatamente nel
baule.
“Lavanda
ha ragione, questa volta
hai esagerato; sappiamo che ti stressi sempre un sacco per gli esami,
ma
quest’anno… quest’anno hai chiesto
troppo a te stessa.”
“Quest’anno
c’erano i M.A.G.O..”
Calì
scosse la testa, rassegnata;
Hermione ricordava vagamente di aver già affrontato
quell’argomento almeno un
centinaio di volte nelle ultime settimane.
“Vabe’,
- sospirò Calì. – domani a
quest’ora saremo a Londra. Spero ci sia bel tempo, voglio
mettermi un
vestitino.”
“Quello
con i fiori?” chiese
Lavanda.
“Sì
sì. Domani sera andrò in un
ristorante con i miei genitori e Padma. Tu?”
“Oh,
io non vedo l’ora di arrivare
a casa. Harry, Ron e Ginny verranno alla stazione? – nessuna
risposta. –
Hermione? Hermione, hai sentito?” chiese poi a voce
più alta. La ragazza
sobbalzò.
“Sì?”
“Ti
ho chiesto se Harry, Ron e
Ginny verranno alla stazione; mi piacerebbe rivederli.”
“Oh,
sì, sì, verranno. Mi pare.”
“Non
sembri molto convinta. E
nemmeno troppo felice.”
“Sono
solo molto stanca. Vado a
farmi una doccia.” rispose Hermione abbozzando un sorriso.
Chiuse
il baule, andò in bagno e
rimase sotto l’acqua quasi un’ora. Non
riuscì nemmeno a piangere.
***
27/6/1999
Draco
scese dal treno per ultimo,
sperando che nel frattempo la banchina si fosse svuotata.
Capì subito di non
essere stato fortunato: lei era ancora lì, circondata da
parecchie teste rosse.
Una in particolare, che svettava sulle altre, era vicinissima a quella
di
Hermione. Draco distolse lo sguardo e scaricò malamente il
proprio baule.
L’aveva
vista agli esami,
ovviamente, ed ogni tanto a colazione; lei la faceva prestissimo, ed
ogni tanto
se ne andava prima ancora che qualcun altro arrivasse, ma tutte le
volte che
s’incrociavano in Sala Grande Draco sentiva il suo sguardo su
di sé. Non
l’aveva mai vista a pranzo o a cena, invece.
Aveva
notato che era dimagrita ed
era pallida, troppo pallida, e avrebbe voluto dirle che le stava bene,
che era
solo quello che si meritava. Eppure, mentre la guardava sulla banchina,
– la
sua testa, la sua bocca, le sue labbra così vicine a quelle
di un altro –
avrebbe voluto poter tornare indietro, avere più tempo.
Parlarle prima,
conoscerla prima. Amarla prima, forse. Ma lei aveva fatto la sua
scelta, ormai.
Era ovvio che avrebbe preferito loro, no? Lui era solo un Mangiamorte
figlio di
Mangiamorte, un Serpeverde senza cuore, un nemico che, alla fine della
guerra,
casualmente si era ritrovato ancora vivo. Loro erano i vincitori, i
salvatori.
Il meglio della società in quel nuovo mondo dove il suo
sangue non contava più.
Draco
rimpicciolì il proprio baule,
lo infilò in tasca e camminò velocemente verso il
portale; i suoi genitori lo
aspettavano al di là. Non si guardò indietro. Se
l’avesse fatto, non sarebbe
più riuscito ad andarsene, lo sapeva fin troppo bene.
Anche
lui aveva fatto la sua
scelta, dopotutto.
In
quella notte fresca di giugno,
la notte del suo compleanno, aveva scelto di non bere la pozione.
***
5/6/1999
Non
era la prima volta per nessuno
dei due, ma era la loro prima
volta;
avevano passato l’ultimo mese a negare così tanto
a se stessi di desiderarla da
essere troppo stanchi per pensare, parlare, stare lontani un altro
secondo.
Quando
Draco la baciò fu meglio di
qualsiasi fantasia avesse mai avuto perché finalmente non
era una fantasia, era
tutto vero, e lei era tra le sue braccia, e ricambiava il suo bacio, e
le sue
labbra sapevano d’arancia.
Le
tolse il maglione, maledicendo i
pochi attimi in cui non aveva potuto baciarla, e le sbottonò
la camicia mentre
lei cercava di slacciargli il mantello. Lui se ne liberò con
uno strattone,
senza smettere di toccarla e baciarla e amarla. I vestiti erano solo
dei nemici
che impedivano loro di stare più vicini, ed andavano
eliminati. Non c’era tempo
per guardare dove fossero finite le loro camicie, e nemmeno per
abbassare la
cerniera della gonna; Hermione se la tolse tirando e saltellando, e
quando
caddero insieme se ne accorsero a mala pena.
Cosa
importava del Marchio Nero e
delle cicatrici di guerra, quando i loro corpi combaciavano
così perfettamente?
Draco ebbe appena il tempo di bisbigliare un incantesimo, mentre
Hermione gli
slacciava i pantaloni, prima di lanciare la bacchetta lontano.
Non
c’erano conseguenze, in quel
momento, non c’era un domani, c’era solo lei sopra
di lui, sotto di lui, di
fianco a lui, ed infine intorno a lui. Avrebbe dovuto aspettare, forse,
sussurrarle parole dolci ed accarezzarla lentamente, ma aveva troppa
paura di
risvegliarsi per l’ennesima volta sudato e insoddisfatto nel
proprio letto, ed
in ogni caso non aveva più parole da dirle. Una spinta
dentro di lei era più
chiara di mille parole, un gemito rivelava più di un intero
discorso.
Quando
la sentì invocare il suo
nome semplicemente impazzì; venne dentro di lei a occhi
aperti, cercando
d’imprimere nella propria memoria ogni dettaglio di quel
momento. I suoi occhi
offuscati dal piacere, il respiro corto, le mani appoggiate al suo
petto, e poi
il sudore, il freddo del pavimento e la sua pelle bollente. Le sue
labbra,
sopra ogni cosa, rosse e gonfie e così vicine.
Le
diede un ultimo bacio, poi si
spostò di fianco a lei e la cinse con un braccio. Ora
avrebbe potuto fare tutto
con calma, stringerla ed assaporarla senza la fretta e la bramosia,
perché lei
era ancora lì, e ormai era evidente che non fosse un sogno.
La
vide respirare profondamente per
riprendere fiato, chiudere gli occhi e poi riaprirli di scatto. Disse
una sola
parola.
“Ron.”
sussurrò Hermione, e Draco
sentì qualcosa spezzarsi appena dietro gli occhi, dove il
suo cervello stava
processando quell’informazione. Deglutì
nervosamente, sperando di uscire presto
da quell’incubo, ma un minuto dopo lei era ancora
lì, a guardarlo atterrita.
Draco
prese consapevolezza della
propria nudità solo quando vide che lei si era
già rivestita; qualche minuto
prima gli sembrato perfettamente normale essere nudo vicino a lei, dopo
aver
passato gli ultimi mesi a spogliarsi dei propri segreti e del proprio
orgoglio.
Lei
si stava scusando. Gli stava
dicendo che le dispiaceva, davvero, che non intendeva fare quello che
avevano
fatto, che era stato un… errore di calcolo. Sì,
un errore di calcolo. Si era
lasciata trasportare dal momento, ma lei era fidanzata e felice e
fedele e
Draco si maledisse per aver lanciato la bacchetta lontano,
perché avrebbe
voluto farla stare zitta con un incantesimo. Si rivestì
rapidamente; faceva
freddo, ora che lei era così lontana.
Disse
che conosceva una pozione che
faceva al caso loro. Era facile da preparare, e lei aveva tutti gli
ingredienti
nel suo dormitorio. Era una pozione per cancellare la memoria. Niente
di che,
solo le ultime ore; avrebbero ricordato le candele, e il regalo, e poi
basta.
Proprio quello che ci voleva. Dimenticare era decisamente la cosa
migliore. Draco
lesse sul suo viso la vergogna per quella proposta che lottava contro
quella
per il tradimento; scrollò le spalle ed annuì.
Cosa importava? Alla fine quello
era solo un sogno come tutti gli altri. La loro amicizia era stata
un’illusione, e la possibilità che lei scegliesse
davvero lui semplicemente non
era mai esistita. Draco trovò quasi divertente la tragica
ironia per cui lui
aveva sempre pensato che lei non fosse degna di essere a Hogwarts, per
via del
suo sangue, ed ora era lei a non reputarlo degno, per il suo passato.
Quando
Hermione tornò la guardò
fare velocemente la pozione senza particolare interesse, come se quegli
ingredienti non fossero mescolati per cancellare la sua memoria e lei
stesse
preparando solo un buon the. Magari
poteva chiederle di fare la sua pozione al gusto di the alla pesca.
Lei
mescolò e si scusò, aggiunse
ingredienti e si scusò, ed infine, dopo circa
mezz’ora, si alzò e si scusò
un’ultima volta. Gli disse che si sarebbero risvegliati verso
l’alba e non
avrebbero ricordato nulla; aggiunse che era meglio separarsi. Lei
avrebbe
cercato un’aula appartata, e gli consigliò di fare
lo stesso. Poi gli porse il
bicchiere.
“Ci
vediamo. Ci vediamo… domani.” disse
Hermione prima di uscire dalla stanza. Draco aspettò un paio
di minuti, poi vagò
per la scuola per un po’, fino ad arrivare all’ala
Est; entrò in tre aule, ed
infine trovò quella adatta a lui. Dalla finestra si vedevano
il parco e le
stelle.
Forse
lei aveva cambiato idea.
Forse
era solo uno scherzo crudele.
Forse
si era solo agitata, e non
intendeva davvero dire quelle cose. Quelle sull’errore di
calcolo ed il fatto
che era meglio dimenticare.
Forse
lei non aveva il diritto di
decidere anche per lui.
Draco
avvicinò il bicchiere alla
bocca; la pozione era rossa, e non profumava di the alla pesca.
Sembrava che
fosse semplicemente inodore. Non indolore, purtroppo. Dimenticare non
era la
cosa migliore; era la più semplice, e lei una volta gli
aveva detto che non
amava le cose semplici. Ma cosa c’era di semplice nel
cancellare una parte del
proprio cuore?
Fece
un respiro profondo, chiuse
gli occhi, e non bevve. Rovesciò sul pavimento tutto il
bicchiere,
aggrappandosi alla speranza che anche lei, da qualche parte nel
castello,
stesse facendo la stessa cosa.
“Questo
non è un errore di calcolo,
Hermione.” disse Draco alla notte, e se ne andò.
Eccomi
con il nuovo capitolo!
Pubblico con un giorno d’anticipo perché domani
probabilmente non avrei potuto
farlo, e non volevo farvi aspettare oltre…
Come
sempre, ma più del solito,
spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e spero che sia chiaro: la
reazione
di Draco nello scorso capitolo, la mattina dopo il fattaccio,
è dovuta al fatto
che sperava che anche lei avesse buttato la pozione. Se avete delle
domande
ovviamente sono sempre a vostra disposizione! J
Nessuna
nota in particolare, per
questo capitolo, spero davvero che la scena d’amore vi sia
piaciuta e non siate
delusi dalla trama.
A
settimana prossima, con l’ultimo
capitolo!
Contessa