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Autore: _beyourswag    23/04/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe se Percy, eternamente innamorato di Annabeth, incontrasse un'altra ragazza?
Una bellissima e appena arrivata figlia di Afrodite?
E cosa significherebbe il battito così forte dei loro cuori?
/NUOVO PERSONAGGIO, UN PO' TUTTI.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi al suono di un’arpa, o qualche strumento musicale simile. Mi alzai di scatto in piedi, sentendo la testa girare leggermente, e mi guardai intorno.
Ci misi qualche secondo a collegare che ero nella casa di Afrodite.
«Tutto bene, Demi?» Chiese Sasha, la ragazza che avevo conosciuto poche ore prima. «Ti sei addormentata e abbiamo pensato fosse meglio farti riposare, dovevi essere stanca dopo il viaggio.» Disse con voce vellutata e melodiosa.
«Sì, ero piuttosto esausta.» Dissi passandomi una mano tra i capelli leggermente arruffati.
Una ragazzina bionda, avrà avuto massimo quindici anni, si avvicinò a me con una lunga e candida veste bianca.
«Questa è per te, indossiamo sempre questo genere di abiti ai falò, per essere più eleganti.» Mi spiegò con voce squillante, sorridendo. «Io sono Melodie.» Aggiunse.
«Piacere, Demetria.» Le risposi prendendo la veste frusciante.
«E’ un bellissimo nome!» Rispose lei entusiasta. «Posso chiamarti Demi?»
Rimasi in silenzio qualche secondo, e Melodie mi fissò interdetta.
«Se non vuoi ti chiamo Demetria!» Specificò poi, agitata, forse pensando di avermi infastidita.
«No!» Scossi la testa ridendo. «E’ solo che mio padre mi chiama così.» Ripresi con voce flebile.
Lei mi guardò con gli occhi lucidi e mi abbracciò, e pian piano tutte le altre vennero a mormorarmi qualche parola di incoraggiamento per farmi forza. Io non facevo altro che sorridere.
«Vieni con me!» Sasha s’intrufolò tra l’elegante massa di ragazze e mi prese per mano, guidandomi davanti ad uno splendido specchio intarsiato. Mi fece sedere su una poltroncina e afferrò una spazzola, pettinandomi i lunghi capelli rossi.
«Hai dei capelli meravigliosi.» Affermò, come se i suoi fossero da meno.
Mi voltò e mi osservò a lungo in viso, poi prese una matita di un verde brillante e mi truccò, facendo in modo che i miei occhi chiari risaltassero ulteriormente. Prese infine una piccola scatola, che aprì mostrando una polvere rosa scuro.
«E’ una polvere che facciamo con more, acqua pura e altre erbe.» Sorrise vedendo la mia espressione confusa. «Per colorare le guance.»
Ne prese un po’ e me la posò sulle guance, rendendole rosse e splendide. Mi alzai in piedi, indossai la tunica bianca e mi guardai estasiata.
Ero ancora più bella del normale, quella veste scivolava lungo le mie forme con grazia e il trucco metteva in risalto tutti i miei pregi.
Le ragazze si strinsero attorno a me facendomi numerosi complimenti, poi mi porsero delle scarpe fatte con.. sembravano erbe intrecciate.
Le indossai senza indugiare oltre e mi feci guidare all’esterno, verso la folla di ragazzi seduti a diverse tavolate.
«Ragazzi, lei è Demetria! La nuova, bellissima, figlia di Afrodite.» Annunciò a voce alta Sasha, scuotendo la chioma scura e facendomi sedere accanto a lei ad una tavolata dove potevamo sederci solo noi.
Capii che per ogni dio c’era una tavola, e notai anche che Percy era solo.
«Perché Percy è da solo?» Chiesi mentre mangiavo dei chicchi d’uva.
«E’ l’unico figlio di Poseidone, a quanto pare..» Rispose lei evitando l’argomento, per poi fissare Percy. «E’ carino vero?» Disse ridacchiando.
«Molto.» Risposi annuendo. «Peccato sia fidanzato con quella.. Annabeth.» Aggiunsi annoiata.
«Non la sopporta nessuna di noi, è troppo perfettina.» Concordò Sasha, alzandosi e dandomi un bacio sulla guancia. «E’ un problema restare sola? Ho bisogno di fare una passeggiata.»
Scossi la testa e rimasi in compagnia delle altre ragazze, guardandomi intorno.
Alla fine della cena parecchi ragazzi si spostarono verso il falò, chiacchierando. Ero abbastanza a disagio poiché non conoscevo nessuno, ma mi avvicinai accompagnata da Melodie, che salutò tutti con voce squillante e allegra. Parecchi ragazzi, credo fossero figli di Ermes, mi guardavano e facevano complimenti.
Sorridevo e ringraziavo, ma ero leggermente infastidita. Non riuscivo a trovare Percy da nessuna parte, e lui era.. come dire, il mio punto di riferimento. Quando riuscii ad avvistarlo, Annabeth mi si parò davanti.
«Ciao.» Disse freddamente.
«Ciao.» Le risposi ritraendo la mano, che avevo allungato per raggiungere Percy.
«Cosa fai qui?»
«Il falò, mi sembra scontato, no?»
«Certo. Senti, stai calma, okay? Percy è il mio ragazzo.»
Rimasi interdetta, mi voltai e mi allontanai in fretta, mordicchiandomi un labbro. Non mi ero mai dovuta scontrare con un’altra ragazza, e la mia natura docile e pacifica mi rendeva del tutto incapace di reggere un litigio.
Guardai da lontano il drago assopito all’entrata del campo, poi mi voltai verso i boschi dove avevo visto correre Grover quello stesso giorno.
Senza nemmeno pensarci, camminai silenziosamente sul tappeto di foglie prima di inoltrarmi nella foresta.
Ovviamente ancora non sapevo quali terribile creature avrei potuto incontrare, e camminai tranquillamente tra gli alti alberi che svettavano nel cielo scuro.
«Demetria..» Sentii qualcuno mormorare il mio nome.
Mi voltai sentendo il cuore battere forte, e ascoltando il leggero fruscio della mia veste sul terreno umido.
Non vi erano altri rumori.
«Chi è..?» Risposi con voce flebile, mi sembrava che il cuore potesse spezzarmi la gabbia toracica da un momento all’altro.
Sentii un canto leggero, che sembrava provenire dagli stessi alberi.
Mi voltai di scatto, ma non vidi nessuno. C’era solo un leggero vento che muoveva pigramente le foglie degli alberi e dei cespugli.
«Non aver paura.»
Ancora quella voce. Non capivo da dove provenisse. Mi avvicinai ad una grossa quercia e mi ci appoggiai, stringendo la corteccia con forza e sentendola spezzarsi sotto le mie unghie.
«Ehi, ahia! Cosa stai facendo!?»
La voce proveniva da dietro di me, mi voltai subito e rimasi a fissare l’albero a lungo. Ne ero certa, la voce era provenuta da lì.
Possibile che ci fosse qualcuno nascosto dentro l’albero? No, ovvio.
Girai attorno a tutto il tronco ma non c’era nessuno.
«Se non voglio farmi vedere non mi troverai mai!»
Quella voce sembrava prendersi gioco di me.
Il cuore smise di battere tanto forte e la curiosità prese il sopravvento, nonostante avessi comunque paura. Cominciai a correre, a girare attorno a tutti gli alberi, a scrutare tra i rami alti e le foglie verde brillante.
Ormai era buio e mi risultava sempre più difficile distinguere le figure.
Mi guardai intorno e il panico mi avvolse: mi ero persa.
Mi gettai sul terreno umido e mi presi il viso tra le mani, cominciando a singhiozzare. Non ero lì nemmeno da un giorno e stavo certamente per morire.
Sentii una risata, ancora quella voce, ma sembrava allontanarsi.
Alla fine capii di essere di nuovo sola e le lacrime mi rigarono il viso ininterrottamente.
Sentii il rumore di un ramo, un grosso ramo, che si spezzava. Di certo non era la stessa presenza di prima.
«Chi sei!?» Chiesi con voce terrorizzata, alzandomi in piedi e scorgendo una figura grande e scura.
Improvvisamente uno strano mostro mi si presentò davanti, simile ad uno scorpione gigante.
Lanciai un urlo straziante e cominciai a correre, inciampando nella veste e sporcandomi il viso di terra bagnata. Credevo di morire, davvero.
Sentivo il ‘fiato’ del mostro sulla mia spalla, caddi, lo vidi sopra di me.
Avevo diciassette anni, una vita incredibile davanti, e stavo per morire.
Chiusi gli occhi, trattenni il respiro e aspettai il dolore.
Ma non lo sentii.
Che fossi morta per la paura? Possibile. Ma no, sentivo ancora l’odore forte della terra bagnata, le mani graffiate, i capelli incollati al viso.. il cuore.
Aprii gli occhi e mi ritrovai sulla cima di un ramo. Voltai la testa e vidi un fauno. Era più grosso di Grover, più massiccio, e sicuramente più anziano.
«Scusa se ho giocato con te prima, ma ora ti ho salvato la vita.»
Volevo chiedergli chi fosse, ma la voce si bloccava in gola.
«Sì, so che te lo stai chiedendo. Ritieniti fortunata bambina mia, hai appena conosciuto il dio Pan.» Sorrise divertito e scomparve, facendomi cadere con delicatezza sul terreno, ai piedi dell’albero.
Qualcuno correva verso di me, mi prese dalle spalle e mi tirò su, abbracciandomi con forza.
«Per Zeus! Demetria, mi hai fatto morire, come diavolo ti è venuto in mente di venire qui di sera?» Percy mi guardò negli occhi, e io scoppiai in lacrime, stringendomi a lui.
«Ssh, ci sono qui io, adesso. Va tutto bene, tutto bene..» Ripetè accarezzandomi la schiena, e guidandomi con lentezza all’esterno del bosco.
Vidi Sasha e le corsi incontro, lei mi strinse forte e sentii anche il suo cuore battere con forza.
«Demi, sorella.. vieni con me, torniamo nella casa, non è bene star qui a quest’ora.» Mi cinse le spalle guidandomi verso la casa di Afrodite, che sembrava improvvisamente la cosa più bella e accogliente al mondo. «Ah, Percy.. Grazie per averla salvata.»
«Non devi ringraziarmi.» Disse lui sorridendo, accarezzandomi i capelli e baciandomi sulla fronte.

Di quello che successe dopo non ricordo nulla, probabilmente mi sarò addormentata di botto.
Ma gli incubi di quella notte non li dimenticherò mai.
  
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