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Autore: heytherereds    23/04/2012    2 recensioni
E' la storia di Jessica, una ragazza che ha da poco perso l'amore della sua vita. Ha 17 anni, vive a Manhattan e il resto lo scoprirete leggendo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Conoscete quella sensazione quando, appena svegli dal coma, ci si ritrova la persona che ti ama lì vicino al tuo letto, a stringerti forte la mano? Beh, io no.
Oggi è 23 aprile: sono passati esattamente quattro mesi da quella notte che mi ha portato via lui, John, il diciottenne che amavo più di me stessa.

'FLASHBACK'
John: -Jess, non credi di aver bevuto un pò troppo 'sta sera?- Vedo le sue labbra muoversi e un fastidioso rumore provenire da esse, ma non riesco a capire cosa stia dicendo.
John: -Sarà meglio che guidi io stasera- Dice con aria seria afferrando il volante.
Jess: -Sai, balli benissimo Johnny- Dico sorridendo e lasciando nell'aria un odore da ubriaca fradicia.
John: -Ma se ho passato la serata a starti dietro come un matto mentre tu ci provavi con mezzo locale- Dice sorridendomi, quasi fiero di ciò che aveva fatto.
''You shoot me down but I won't fall, I am titanium''. Il suono del suo cellulare interrompe il silenzio che si era creato in macchina.
John: -Si, pronto?- Dice non spostando mai l'occhio dalla strada - Credo di averle qui, Mark. Aspetta che cerco un attimo- Vedo i suoi occhi cercare qualcosa nel portaoggetti davanti a me, senza risultati. Lo sento urlare -Cazzo, dove diamine le ho buttate prima di uscire?- 
Guardo la strada. L'auto sta sbandando. Siamo sull'altra corsia e UNA LUCE BIANCA CI ABBAGLIA, cosa sarà? 
John: -Jess, ricorda che ti amo- Dice per poi tenermi stretta tra le sue braccia, attento a coprire la mia testa. 
'FINE FLASHBACK'

E dopo quattro mesi sono ancora qui, chiusa nella mia camera a rimpiangere di aver bevuto quella sera. Perchè sono sempre le persone migliori a lasciarci? Perchè ha voluto proteggermi? Meritava di salvarsi cento volte più di me, era un ragazzo dal cuore d'oro, forse un pò troppo perfettino, ma lo amavo per questo. 
 
Svegliarsi cinque giorni dopo quell'incidente dal coma è stato straziante. L'odore dei medicinali mi pizzicava leggermente il naso e il rumore dei medici nei corridoi mi fecero venire un'emicrania. La mia mano era stretta a quella di un ragazzo dai capelli biondo chiaro, assonnato forse dopo la nottata che aveva passato stando lì con me. Ero convinta fosse John, così mossi lentamente il braccio, facendo attenzione alle flebo che lo ricoprivano, per accarezzargli la mano. Di colpo si alzò: non era John, era mio fratello Mike.
Jess: -D-Dov'è Johnny?- Dissi con un filo di voce, non sapevo ancora cosa fosse successo.
Vidi Mike quasi con le lacrime agli occhi alzarsi dalla poltroncina e correre a chiamare un dottore fuori dalla mia camera. Alla mia domanda non ci fu risposta finchè non entrò un uomo dal camice bianco, il signor Bieber se non sbaglio.
Jess: -John è qui fuori vero?- Dissi con un tono più alto per farmi sentire questa volta.
Dr.Bieber: -Jessica, John non ce l'ha fatta-
Jess: -Giusto, lui ha il timore degli ospedali, che fifone. Può chiedere a mia madre di telefonarlo? Vorrei vederlo- Dissi sorridente.
Dr.Bieber: -Jessica, forse hai frainteso. John quella sera in macchina ricordi che ti strinse forte al suo petto, coprendoti la testa? E' così che vi abbiamo trovati, abbracciati. L'ha fatto per salvarti la vita, ma non è riuscito a salvare la sua. Mi dispiace molto.
Jess: -Quindi mi sta dicendo che John è morto? Johnny? E' sicuro? Non è possibile, deve esserci stato qualche errore. Non può essere morto, non lui. Non può essere successo, la prego!- Dissi in lacrime, dimenandomi contro il dottore. Sarei dovuta morire io, non lui.
 
Mi sono svegliata presto questa mattina per fare una visita al cimitero prima di andare a scuola. Prendo un piccolo tulipano e lo ripongo sotto la sua lapide. Vi è inciso ''Qui riposa in pace John McCartney''. Solo leggere quelle sei parole mi provoca un brivido lungo tutta la schiena. Ancora non riesco a capacitarmi che non appartiene più al mio mondo, non posso più svegliarmi al mattino con il suo messaggio del buongiorno, non posso più andare a letto felice con il suo messaggio della buonanotte. Non sarà mai più lo stesso senza il suo dolce sorriso.
  
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