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Autore: Eloise_elle91    23/04/2012    2 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi con una nuovissima long fiction che è il continuo di Doppleganger Petrova, le origini.
Abbiamo lasciato Elena a Manhattan e Klaus che vuole costringere i nostri fratellini a uccidere la donna che amano... cosa succederà? Arriveranno nuovi personaggi forti e carichi di misteri e segreti.
Vi dico subito che la storia avrà un’impronta Delena e che ci sarà una loro storia d’amore, quindi vi prego di non offendere e di non linciare, ma anche se siete Stelena questa storia potrebbe fare per voi, perché ciò che racconto è legato anche alla storia della prima doppleganger e alla storia degli Originari. Vi auguro una buona lettura, spero che mi seguirete e che recensirete al meglio questa storia :) Vi aspetto!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti e buona sera!
Mi scuso per l'imperdonabile ritardo nell'aggiornare il capitolo, ma ho avuto degli inconvenienti e poi non vi nascondo che mi mancava l'ispirazione. Questo capitolo sarà un pò lunghetto rispetto agli altri, ma spero che lo leggerete e che non lo troverete noioso, anzi vi anticipo che ci saranno dei colpi di scena!
Ringrazio come sempre tutti quelli che recensiscono, tutti quelli che leggono in silenzio (che vi costa lasciarmi un commentino?) e tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Vorrei che anche chi ha messo la storia fra le seguite lasciasse una recensione (parlo con chi non ha MAI recensito) giusto per farmi sapere la sua opinione :)
Vi lascio al capitolo, mi scuso se ci saranno errori di battitura, ma domani controllerò tutto e correggerò :)
Ely





                                      Capitolo 8: la mia filosofia? Squarcia, mangia e cancella.

Due settimane dopo.

Erano passate già due settimane dall’arrivo a Mystic Falls delle tre misteriose e alquanto “pericolose” ragazze del futuro. Ognuna di loro aveva dato prova delle proprie capacità lasciando tutti gli altri basiti. Elena nel corso delle ultime settimane non aveva ricevuto alcun fastidio da loro, anzi si comportavano come delle normali adolescenti. Alaya e Valéry si erano aperte molto con tutti conquistandosi la fiducia non solo di Elena, ma anche di Meredith, Joey e Damon, il quale andava particolarmente d’accordo con Alaya in quanto avevano una passione in comune: combattere.
Valéry era una ragazza straordinariamente gentile e molto timida, anche se era una strega davvero potente secondo Meredith, la quale insieme a Charlotte, cominciò ad apprezzare le doti della ragazza dagli occhi viola. Anche Caroline aveva fatto amicizia con le due ragazze e aveva scoperto una nuova compagna di shopping. Ebbene si, un’altra passione della bella Alaya era proprio lo shopping unito a feste e affascinanti ragazzi con la camicia bianca.
L’unica taciturna, arrogante e aggressiva rimaneva proprio Illiria, la quale sembrava voler tenere le sue confidenze per se e non era intenzionata a fare amicizia con nessuno, cosa che irritava non poco Damon che era stato più volte sul punto di volerle staccare la testa. Illiria era una ragazza sicuramente molto forte, ma anche fragile. Il suo nascondersi dietro il suo arco e freccia non faceva altro che alimentare la barriera che si era creata attorno. Parlava poco, non rideva quasi mai, non la si vedeva quasi mai. Solo una volta Elena la sorprese in camera sua mentre leggeva un libro di favole, il che faceva pensare che quella ragazza non avesse mai avuto una vera infanzia da bambina.
Damon non faceva altro che lamentarsi perché non poteva passare del tempo con Elena per via delle “ragazzine del futuro”, così amorevolmente soprannominate da lui, anche se tra una battuta e l’altra una sera i due riuscirono a rimediare una cena e un film da soli alla casa sul lago, quando Meredith decise di lasciarli un po’ da soli.

“Che fortuna che ci ha concesso la rossa questa sera!”

“Damon, non sei carino così!” lo rimproverò Elena ridendo.

“Sai principessa, sono due settimane che non stiamo un po’ da soli e dopo che Stefan-io-sono-lo-squartatore ha ripreso il volo verso la via della caccia beata, direi che questo è il minimo” disse Damon rubandole un bacio mozzafiato.

“Sai” disse Elena staccandosi da lui. “Sono contenta che le ragazze siano uscite con Caroline.”

“Già, mi stanno tutte simpatiche, tranne una...”

“Damon, dai! Io non so cosa abbia Illiria, all’inizio sembrava una tipa tosta, fredda si, ma dai toni scherzosi, poi è cambiata. Si è spenta. Alaya dice che è tipico di lei, ma...”

“Ma? Cosa? Che ti importa? Non è un tuo problema, cioè lo è se tenta di ucciderti nel sonno...”

“Ma non lo farà. Non è qui per questo. Dobbiamo scoprire di più su di lei!”

“E come pensi di fare? Forza miss Detective sono tutto orecchie!”

“Seguiamola” disse Elena semplicemente. “Tutti i pomeriggi si avvia nel bosco oltre il laghetto. C’è qualcosa che la attrae li o va a fare qualcosa. Voglio sapere chi è. Ora!”

“Brava principessa, ma sai com’è non vorrei che mi ficcasse una delle sue frecce nel cuore, altrimenti morirei e tu come faresti?” disse Damon avvicinandosi alle labbra di Elena e baciandole dolcemente.
Le avvolse le sue braccia attorno al suo collo, baciandolo con passione e dolcezza, mentre Damon con i suoi baci famelici, scendeva sempre più in profondità e le loro lingue quasi si toccavano e scontravano in un vortice di leggerezza e sensualità. Piano le mani di Damon si allungarono sempre più suoi fianchi di Elena stringendoli così forte da farla quasi sussultare sul divano. Lei di tutta risposta cominciò a baciargli l’orecchio sinistro, passando una mano fra i suoi capelli corvini. C’erano quasi, forse questa sarebbe stata la volta buona, se non fosse stato per il campanello...

Driin!

Sempre la solita storia, sempre qualcosa ad interromperli. Possibile che le ragazze fossero già di ritorno? Elena e Damon si guardarono perplessi e un po’ infelici visto che qualcuno aveva appena rovinato il loro momento perfetto. Damon si alzò e andò verso la porta, imprecando al alta voce che l’avrebbe fatta pagare cara questa volta; Elena non poté fare al meno di sorridere a quell’affermazione.
Quando Damon aprì la porta con sua grande sorpresa, più fastidio in verità, si ritrovò Joey e Charlotte, quest’ultima sorreggeva una serie di pergamene antiche.

“Bambolo Joey, Strega Vampiro. Qualunque cosa stia per succedere possiamo rimandarla a domani?”

“Scusa il disturbo, Damon” disse Joey con voce risentita. “Ma abbiamo scoperto qualcosa di strano che riguarda la strega Originaria e pensiamo che possa centrare qualcosa con una delle tre ragazze del futuro.”

“Non è che Elena mi inviterebbe a entrare?” disse Charlotte.

“Entra!” urlò Elena dalla cucina. Stava mettendo a posto il casino che avevano combinato lei e Damon quando si erano lanciati una marea di patatine e biscotti colorati e stava sistemando i cuscini del divano, stravolto da ciò che stavano per combinare.
Charlotte entrò oltrepassando Damon, ancora infastidito per essere stato interrotto da quei due uccelli del malaugurio, mentre Joey chiuse la porta alle sue spalle, si tolse il cappotto e andò a salutare Elena.

“Ciao Elena, perdonaci ti prego” disse l’originario stringendo la mano di Elena in segno d’affetto e amicizia. Nel corso dei mesi il rapporto tra Elena e Joey era cresciuto sempre di più, per lei Joey era una specie di angelo custode, oltre che un grande amico e, come diceva sempre Caroline, di sicuro un ottimo fidanzato. Era il principe che tutte vorrebbero, secondo Elena non poteva esistere un vampiro Originario migliore di lui. Deteneva il primato di forza, sicurezza, gentilezza e intelligenza unita ad uno smisurato senso di romanticismo. E Charlotte doveva essere molto fortunata ad averlo tutto per se, anche se ultimamente Joey aveva confidato ad Elena che si stavano un po’ allontanando e che Charlotte non era più la stessa di un tempo. La trasformazione l’aveva cambiata, pensava solo a se stessa. Come tutte le Petrova, rispondeva Elena ogni volta che ne parlavano, gli ricordava che anche Katerina aveva sempre pensato solo a se stessa senza alcun riguardo per nessuno e le conseguenze erano esattamente la situazione in cui tutti si trovavano ora.

“E’ successo qualcosa?” chiese Elena vedendo l’Originario piuttosto preoccupato.

“In effetti si, ma Charlotte vi spiegherà tutto.”

Damon non faceva altro che lanciare occhiatacce a Joey e Charlotte e più volte Elena gli diede una gomitata per frenarlo dal dire qualcosa di stupido o inappropriato. Era sempre il solito Damon a cui piaceva creare casini in giro e sfidare tutti per vedere chi era il più forte. Era stupendo, così sensuale anche quando si arrabbiava e tutto questo non poteva fare altro che rendere piacere ad Elena, che lo bramava ogni giorno, sempre di più.

“Cosa avete scoperto di così sconvolgente?” chiese Damon annoiato.

“Pensiamo che Illiria abbia qualche legame con la strega originaria, Skyler” rispose Charlotte.

“Illiria? Ma come?” chiese Elena. Questa volta anche Damon aveva assunto un’espressione strana. Non era un mistero che non gli piacesse Illiria, anzi la trovava odiosa e antipatica e di certo neanche la ragazza aveva fatto del suo meglio per rendersi simpatica ai suoi occhi.

“I suoi strani poteri mi hanno portato ad una spiacevole conclusione. Illiria non è una strega, ma ha dei poteri, strani poteri. Davvero pericolosi secondo me, eppure Elena facci caso, sono così simili ai nostri che non ho potuto fare al meno di collegarla alla strega Originaria” disse Charlotte.

“No, secondo me ti sbagli. E poi non ci sono altre Petrova in giro, se fosse in qualche modo collegata a noi questo deve voler dire che è una doppleganger...”

“Non necessariamente. Insomma è così strana! Ammettilo anche tu! A me non piace per niente, la trovo pericolosa e dovremmo sbarazzarcene...”

“Sbarazzarcene? Vuoi dire che la vuoi uccidere Charlotte? Ma tu stai bene?!”

“Elena lei non parla! Non ci dice le cose, non ci dice per quale motivo è venuta qui e poi ha già tentato di ammazzarti...”

“Per me esageri...”

“Io invece la trovo un’ottima idea” disse Damon. “Non dico di ammazzarla, altrimenti scateneremo una rivolta con le altre due, che non abbastanza forti. Secondo me dovremmo portarla al limite, prima o poi cederà e parlerà.”

“Noi non la tortureremo. Scordatelo Damon!” disse Elena.

“Io non voglio venire contro nessuno” si intromise Joey. “ma, in quanto Originario, direi di tenerla comunque d’occhio e ho anche l’impressione che lei stia aspettando una nostra mossa. Insomma vi ricordate tutta la storia che ci ha raccontato di lei, la sua famiglia e gli Originari? Forse anche lei non si fida completamente di noi, per questo proporrei di seguirla, vedere cosa fa, come lo fa e poi farla parlare. Ricordiamoci che non può essere soggiogata, cosa strana, perché da quello che mi risulta, solo Skyler era immune al soggiogamento.”

“Se lei discendesse in qualche modo da noi Petrova, questo cosa vuol dire a questo punto?” chiese Elena.

“Secondo me, quella ragazza sa molte più cose di quelle che da a vedere e secondo me, ci conosce meglio di quello che noi immaginiamo. Dobbiamo stare attenti. Tutti” concluse Joey.

“Cosa sono quelle pergamene?” chiese Damon.

“Queste le ho trovate in una grotta non lontano da qui, erano protette da un incantesimo, ma ce l’ho fatta a recuperarle e volete sapere di cosa trattano?” disse Charlotte aprendo una delle vecchie e ingiallite pergamene e posandola sul tavolo.

“Queste trattano l’intera storia della cosiddetta sorella di Skyler.”

                                                                                                              ***

Il giorno dopo Elena si svegliò con un po’ di mal di testa, la visita di Charlotte e Joey della sera prima non aveva di certo rallegrato il suo umore, anzi l’avevano gettato di nuovo nello sconforto. Che Skyler avesse una sorella, lo sapeva visto che ne aveva discusso con Joey quando era ancora a Manhattan, ma che Illiria potesse avere un qualche legame con la discendenza Petrova proprio non riusciva ad accettarlo, per il semplice fatto che non poteva essere; e poi, che genere di legame?
Non aveva intenzione di pensarci Elena o almeno non ancora, ma presto i suoi dubbi sarebbero stati risolti perché lei e Damon avevano pianificato di seguire, a debita distanza, Illiria per scoprire qualcosa in più su di lei. Elena era testarda però, capiva il dolore di quella ragazza cresciuta senza una famiglia e allevata come un carbammato per essere pronta al combattimento, e aveva deciso che quella mattina stessa avrebbe estorto qualcosa dalla bocca di Alaya, che sembrava quella più disponibile a parlare delle loro vite.

“Buongiorno Alaya!” disse Elena appena la vide apparire in cucina. Quella mattina Alaya aveva i capelli sciolti tenuti con un frontino rosso, lo stesso frontino di Illiria.

“Ciao Elena! Com’è andata ieri sera? Avete fatto scintille tu e Damon?” chiese Alaya curiosa mentre afferrava una briosce.

“Ma che dici?! Comunque no, è stata una serata tranquilla” rispose Elena. Decise che era meglio non dire della visita della sera precedente e di quello che Charlotte aveva scoperto. Meredith non era tornata a casa poiché la sera aveva fatto tardi e aveva deciso di passare la notte a casa di Caroline, per parlare con l’amica di quello che sta accadendo e nella speranza di convincerla di non essere un mostro senza cuore, ma sempre la solita Caroline.

“Posso farti una domanda Alaya?”

“Dimmi tutto.”

“E’ strano chiedertelo, ma visto che Valéry non c’è e Illiria non tornerà prima di pranzo, che ne dici di raccontarmi, in linee generali, qualcosa in più su di voi?”

Ci fu un attimo di silenzio in cui Alaya sembrava alquanto a disagio, ma alla fine tirò un sospiro e non potendo evitare ancora per molto quella domanda o peggio lo sguardo interrogativo di Elena, decise di rispondere.

“Ok, allora prima di tutto questa è una cosa che racconterò solo a te e poiché letteralmente non potreste sapere nulla del futuro, ma con te farò un’eccezione, che resti tra noi però.”

“Va bene, non lo dirò a nessuno, te lo prometto.”

“Va bene. Io, Illiria e Valéry ci siamo conosciute al liceo, anche se loro due si conoscevano già da quando erano bambine. Io sono un lupo bianco e per tanto riesco a trasformarmi senza la luna piena. Di ciò mi resi conto all’età di quattordici anni, quando una terribile creatura mi attaccò e io per difendermi mi sono trasformata. Quando mi risvegliai ero a casa con Illiria e gli Originari, non ti dico chi però, e dopo aver capito la mia strana natura di lupo decisero di tenermi con loro, poiché la creatura che mi aveva attaccato aveva appena ucciso la mia famiglia. Illiria per me è come la sorella che non ho mai avuto e Valéry invece è un po’ la nostra mamma, vedi lei è un anno più grande di noi. Lei si che è fortunata, ha entrambi i genitori e sua madre è una donna straordinaria come anche suo padre, un uomo gentile e affettuoso che tratta me e Illiria come se fossimo figlie sue.”

“So cosa vuol dire non avere più i tuoi genitori.”

“La mamma di Illiria è morta quando lei aveva sette anni circa e da allora suo padre ha dovuto crescerla da solo, cercando di tenerla il più lontano possibile dai pericoli di Mystic Falls, ma è stato tutto inutile. Vedi, chi dava la caccia a Illiria non aveva intenzione di fermarsi, una sera Illiria si svegliò di colpo circondata dal fumo. La casa era in fiamme e non c’era modo di domare quel fuoco perché era causato da qualcosa di sovrannaturale. Il padre riuscì a portala fuori di li ma qualcosa lo trattenne in casa, un incantesimo gli impediva di uscire, così morì bruciato vivo, sotto gli occhi di Illiria.”

“Oh mio dio.”

“Klaus le salvò la vita.”

“Cosa?”

“Quello che ti ho appena detto, Klaus le salvò la vita. Non credere a quello che vi ha raccontato all’inizio, Illiria è molto incline a dire bugie, è il suo hobbie preferito, ma la storia di Joey che la trova e la porta a casa è vera. Illiria non aveva parenti in vita, l’unico non ne voleva sapere niente di lei, così Joey ottenne l’affidamento a tempo indeterminato.”

“Ma poi ha detto...”

“Si, per una strana circostanza che non posso raccontarti Joey morirà e Illiria resterà di nuovo sola, ma Klaus deciderà di tenersela con se in casa. Illiria aveva dodici anni quando la colpì quella disgrazia.”

“Chi ha ucciso suo padre? Hai parlato di una creatura che la perseguita.”

“Hai mai sentito parlare di demoni?”

Elena sgranò gli occhi.

“Demoni? No aspetta...”

“E’ difficile da credere lo so, ma questo è solo uno dei tanti pericoli che minaccia Mystic Falls nel futuro. Un demone in particolare dava, da ancora, la caccia a Illiria.”

“Per quale motivo?”

“Beh, non riesci a immaginarlo? Per i suoi poteri. Illiria è straordinariamente forte, lei riesce a combattere meglio di un vampiro e i suoi poteri curativi sono un grande vantaggio per noi, come pure il fatto che lei riesce a percepire tutte le cose molto prima che avvengano. Questo perché Illiria non è un comune essere umano, a volte lo è, altre no.”

“Che vuoi dire? Non riesco a capire...”

“Illiria è un Etere.”

“Cosa?! Un che?”

“Un Etere, una Quintessenza, mai sentito parlare di queste cose?”

“Quindi non è umana? Ma aspetta, l’Etere non è una cosa concreta!”

“Perché Illiria si fa mai toccare da qualcuno?”

Era vero. Da quando l’aveva vista, conosciuta e per quelle poche volte che ci aveva parlato Illiria non si era mai fatta toccare, nemmeno sfiorare la mano da nessuno. Era così strana, Elena avvertiva che c’era qualcosa di magico in lei, qualcosa che andava al di la della pura realtà, ma questo... un Etere, non si era mai sentito.
“Sei sconvolta?”

“Ehm, no, cioè si, oddio.”

“Si, anche a me era venuto un colpo quando l’avevo scoperto, ma poi ci ho fatto l’abitudine e se tu conosci a fondo Illiria, lei è la persona più dolce e leale del mondo. Ha solo bisogno di uno smisurato bisogno di affetto. Vedi quando fu chiara la sua natura di Quintessenza, sapevamo che presto i demoni sarebbero venuti a cercarla, uno in particolare. Morsia è il suo nome e credimi chiunque abbia un po’ di sale in zucca farebbe meglio a starle alla larga.”

“Perché?”

“Perché la signora demone è interessata a spedire Illiria in un posto che si chiama al di la, per impedire che i suoi poteri, già troppo sviluppati per una ragazza della sua età, possano aumentare e poi per finire quello che aveva cominciato, ossia eliminare tutta la generazione di Illiria.”

“E questo perché? e poi questo demone, oddio, cosa centra con gli Originari?”

“Beh, loro sono la fonte principale dei problemi di tutti, su questo concorderai, ma si dice in giro che uno di loro debba fare i conti con un passato piuttosto burrascoso...”

“Stai parlando di Klaus, vero? Lui è stato con Skyler, la strega Originaria, colei che ha dato vita alla maledizione e che aspettava un figlio da lui...”

“Skyler, la fonte dei problemi di tutti. Questa è un’altra storia, l’unica cosa che posso dirti è che questo circolo di demoni si è riunito per vendicarsi proprio di tutto quello che Skyler aveva fatto loro. Vedi lei era una strega potentissima da quello che mi hanno detto, tanto potente che lei e sua sorella, la notte dei tempi, esiliarono questi demoni nei meandri della terra, avvolti da lingue di fuoco e costretti a combattersi tra di loro. In poche parole, l’inferno.”

“Quindi anche tu sai della sorella di Skyler! Noi non siamo riusciti a trovare informazioni a sufficienza...”

“Tutto quello che posso dirti è che la soluzione è davanti ai tuoi occhi Elena. Dai un po’ di fiducia a Illiria e soprattutto di a Damon di rilassarsi un attimo con lei. Vedi lei riesce a sentire se qualcuno la accetta o meno, lei ci prova ad essere normale, ma dopo tutto quello che ha passato e che continua a passare le risulta parecchio difficile.”

Quella di Alaya non era una richiesta, ma una supplica. Conosceva Illiria molto bene e sapeva qual era il messaggio che voleva far passare. Dovevano fare loro per primi un passo verso di lei e di sicuro seguirla nel bosco non è prova di fiducia, ma sentire le parole di Alaya aveva fatto capire ad Elena tante cose, una di queste è la profonda solitudine di cui è circondata Illiria. Nascondeva tutto il meglio che c’era in se in una maschera di odio e aggressività, non voleva che nessuno la vedesse come una debole, ma di sicuro non lo era. Era molto sicura di se quando puntò la freccia contro Damon settimane prima, era una grande combattente, non parlava mai a sproposito, ma era molto saccente. Sapeva sempre tutto di tutti e di tutte le cose.
Era Illiria e non potevano cambiarla. Come si può pretendere di cambiare una ragazza che ha visto morire suo padre?

                                                                                                           ***

“Caro diario, stanno progettando di seguirmi come un segugio. Glielo lascerò fare. Non ho niente da nascondere e forse finalmente si toglieranno lo sfizio e magari dopo mi lasceranno in pace!
Ma cosa sto dicendo? Se sono venuta io qui per loro? Forse Alaya ha ragione, il muro che mi sono creata è troppo duro per essere abbattuto e neanche essere tornata indietro aiuta a cambiare un po’ le cose. Resterò sempre la solita Illiria: saccente e prepotente, dolce a volte, ma senza pietà. Non perdono mai, questo l’ho imparato a mie spese. Ho giurato vendetta per mio padre e per mia madre. Non appena sarò pronta abbatterò anche quest’ultimo pilastro e poi vedremo chi l’avrà vinta.

Morsia.

Tu vuoi trascinarmi con te all’inferno per la tua soddisfazione di farmi vedere l’anima dannata di mio padre bruciare li sotto. No. Troverò un modo per ucciderti e troverò anche un modo per far aprire gli occhi di questi stupidi. Loro non lo capiscono che se non mi tendono la loro mano io non potrò mai...

Lasciamo perdere, non capirebbero comunque. Il mistero che mi porto indietro è troppo per i loro deboli cuori e poi morirebbero tutti in un istante se sapessero la mia vera identità. Mi odia anche lui capisci? E questa è la cosa che mi blocca di più, ma mi avevano avvisato che era diverso nel passato, che non era quello del mio futuro. Non posso farci niente, siamo due teste di coccio e fino a quando uno di noi non cederà non ci fideremo mai l’uno dell’altro.

                                                                                                                                                                                                I.”
 
Illiria era seduta sulla riva del lago e anche se faceva freddo stava scrivendo quello sembrava essere il suo diario personale. Era così strana, stava scrivendo con una penna a forma di piuma ed era tutta rossa. Evidentemente le piaceva molto il rosso, poi le donava come colore. Quel giorno i suoi capelli neri non erano ricci, ma lisci e lunghi fino alla vita, anche se li teneva legati a mo di codino con un nastro rosso. Era molto raffinata su quel punto di vista e poi non si truccava mai, e per questo era molto invidiata da Caroline! Non ne aveva bisogno, aveva dei lineamenti così delicati, ma perfetti che la rendevano una bambola. L’unica cosa che non mancava mai era il rossetto rosso, sembrava indelebile, non si toglieva mai! Dove trovava il tempo di ritoccarselo ogni volta solo il cielo lo sapeva!

“Sai principessa dovremmo mettere le mani sul quel diario...”
“Damon! È il suo diario, è segreto!”
“Potrebbe essere la risposta a tutte le nostre domande.”
“Senti limitiamoci a seguirla, già mi sento abbastanza in colpa per quello che sto per fare.”
“Va bene miss ho tutto sotto controllo!” disse Damon alzando le mani in segno di arresa, ma Elena gli diede una gomitata in pieno petto prima di uscire di casa.

Illiria, come tutti i giorni, si avviava verso il bosco oltre il lago con addosso la sua solita borsa nera e il inseparabile arco e freccia. Quell’arma doveva rappresentare il suo punto di forza maggiore ed era anche la sicurezza per la sua sopravvivenza. Si avviava dritta e decisa, consapevole che due figure la stavano seguendo. Le lasciò fare. Erano così stupidi che avevano bisogno si pedinarla per sapere cosa faceva o per tentare di scoprire chi era veramente. Non lo avrebbero mai saputo. Sarebbe morta piuttosto, ma avrebbe portato quel segreto fin dentro la tomba. Non ne avevano il diritto di sapere, non gliene importava per davvero. La loro era solo semplice curiosità, paura di sapere se davvero era dalla loro parte o facesse il doppio gioco. Da Damon di sicuro non se lo sarebbe mai aspettato, lui era troppo furbo per ricorrere a quei mezzucci da quattro soldi. Elena lo aveva rincitrullito così tanto? Elena, un’altra stupida. Ma chi si credeva di essere! Solo una vittima che invece di combattere se ne stava tutto il giorno tra ansia e paura ad aspettare che qualcun altro morisse per lei. Non le avevano parlato così di lei. Le avevano detto che era una donna coraggiosa, fiera del suo essere una discendente Petrova, pronta ad affrontare Klaus in qualsiasi momento.
Dov’era capitata? Per non parlare di Damon, ancora una volta si era sbagliata. Lui non era così, lo aveva conosciuto, vi aveva vissuto, lo aveva amato, venerato, le aveva parlato della sua amata Elena nel migliore dei modi. Cos’era? Tutto un gioco?

Stupidi,pensò Illiria mentre camminava e sentiva i loro passi strusciare tra la neve quasi sciolta, e questi due dovrebbero essere...?

Si fermò e sentì fermarsi anche loro. Forse pensavano di essere stati scoperti, ma non era il momento fargli fare quella figura! Illiria si fermò, prese il suo arco, lo tese insieme a una freccia. Puntò fra gli alberi. Il sole batteva, non era caldissimo, ma donava una piacevole sensazione di compagnia. Fuggiva. Lo avrebbe preso tanto. Non aveva altro con cui allenarsi. Poi li riportava in vita. Erano povere creature e lei non era un’assassina. Suo padre non voleva. Lui la amava, era la cosa più preziosa, dopo la sua adorata moglie.

Come mi manchi, disse Illiria in un sussurro appena udibile.

Damon ed Elena osservavano la scena silenziosi in attesa di scoprire, di sapere.

Lo faccio sempre e solo per te, lo sai,la sentirono dire ancora.

Era palese che stava parlando di una persona morta.

Mamma ti penso spesso, ma mai quanto papà,disse prima di scoccare la freccia.

Bingo. Aveva preso qualcosa. La sua forza, la sua mira erano dettate dall’aggrapparsi a quel ricordo felice. Si avviò verso la sua preda. Uno scoiattolo. Era ancora vivo, non le piaceva uccidere al primo colpo. Lei, nel suo mondo, era famosa perché lasciava soffrire le sue vittime. Lo aveva fatto, in fondo, con quello scoiattolo, ma anche con persone. Quante erano morte per causa sua? Curò lo scoiattolo con le sue lacrime, come aveva fatto con la ferita di Stefan. La piccola creatura si riprese e lei la lasciò andare lontano, molto lontano. Aveva finito. L’esercizio era finito. Era bravissima, lo diceva a se stessa da sempre.

Non avere mai paura di chi non ha paura di te, è solo stupido, ti sottovaluta,le diceva sempre suo padre.

Essere temuti non è sempre una gran cosa, a volte anche fingere di essere forti va bene, perché così gli altri di temeranno e non ti attaccheranno,le aveva detto Klaus in una delle sue innumerevoli lezioni su come tenere in mano una spada, un paletto. Grazie a lui aveva imparato a difendersi...

Sei la ragazza più forte che abbia mai conosciuto, ce l’hai nel sangue Illiria, come le tue antenate.

La frase che si ripeteva ogni giorno, il motivo per cui aveva intrapreso quel viaggio mettendosi contro tutto e tutti. Non volevano lasciarla andare, era troppo pericoloso, ma il pericolo attrae i più forti e lei lo era. Se glielo diceva Klaus, tutte le volte che glielo diceva, si sentiva la persona più invincibile della terra, ma tutti avevano un tallone d’Achille e il suo si trovava a pochi passi da lei.

“Potete farvi vedere sapete? Lo so che siete li da un’eternità!”
“Come hai fatto?” chiese la voce di Damon sbucando da dietro un albero seguito da Elena che si guardava attorno un po’ disorientata. Benché conoscesse da una vita quel posto non si era mai addentrata così in profondità in quel bosco.
“Beh, io vi avevo avvisato di quello che so fare.”
“Non volevamo seguirti, ci dispiace” disse Elena.
“Si certo come no, vi dispiace...”
“In effetti a me no” disse Damon avvicinandosi di colpo a Illiria. “Ora ti dico una volta per tutte cosa penso di te. Sei arrogante e non mi piace il tuo modo di agire, non si sa da che parte stai, quindi secondo me ti meriteresti una bella lezione.”
“E vorresti darmela tu? Ma non farmi ridere, conosco tutti i tuoi punti deboli Damon” disse Illiria girandogli attorno con fare minaccioso. “So dove colpirti, come colpirti e chi colpire per farti del male...”
“Non ti azzardare a mettere le mani su Elena!” disse minaccioso Damon.
“Se tu mi ascoltassi, qualche volta, capiresti che io non voglio mettermi contro di voi, ma ovviamente la rabbia oscura i tuoi occhi e non riesci a vedere quello che di buono c’è in qualcuno come me.”
“Ora basta!” disse Elena all’improvviso avvicinandosi ai due. “Illiria ha ragione, basta con queste lotte. Dobbiamo fidarci l’uno dell’altro.”
“Forse ho un po’ esagerato” ammise Damon alla fine. “Ma questo non vuol dire che ora mi metterò a fare comunella con lei.”
“Illiria perché vieni sempre qui?” chiese Elena ignorando l’ultima frase pronunciata dal ragazzo.
“Vengo qui per allenarmi, credo che lo abbiate visto e poi mi metto a pensare, a volte.”
“E cosa può mai pensare una malefica come te?” chiese ironicamente Damon, beccandosi subito dopo un’altra gomitata da parte di Elena, che lo zittì.
“Quello che pensano tutti i malefici. Alla mia famiglia, quella che non ho più.”
“Alaya mi ha raccontato come hai perso tuo padre” disse Elena. “So che non era affar mio, ma volevo sapere cosa causava tanto dolore nella tua vita e ora che lo so posso dirti che mi dispiace.”
“Allora, a questo punto, immagino che Alaya ti abbia detto anche ciò che sono...”
“Cosa?!” fece Damon. “Ma mi sono perso... qualcosa?”
“Te lo spiego dopo” disse Elena con calma. “Si, mi ha detto cosa sei, ma non devi avere imbarazzo per questo. Sei pur sempre una ragazza normale...”
“No, non sono una ragazza normale Elena e nemmeno tu lo sei.”
“Hai ragione.”

Calò ancora una volta il silenzio in quella radura così ampia e pericolosa, fino a quando Illiria, come pure Damon, avvertì qualcosa muoversi in mezzo agli alberi. Non erano gli animali e non sembravano nemmeno dei passi umani quelli che Illiria avvertiva. Erano passi piccoli, leggeri, scaltri come una volpe. Chiunque si muoveva fra quegli alberi era ben lontano dall’essere un vampiro, un lupo o una strega. D’istinto Illiria prese il suo arco e tese una freccia puntando in varie direzione a seconda della provenienza dei movimenti.
Era tesa, troppo. Le tremavano le mani, lo si poteva vedere da come la freccia vibrava, e aveva gli occhi ridotti in fessure, per scrutare ogni punto strategico di quel bosco.
I movimenti erano sempre più vicini, così vicini che Damon poteva avvertire uno strano odore, mai sentito in vita sua, a metà fra carbone e qualcosa di bruciato. Elena si riparò dietro Damon e non smetteva un attimo di lanciare occhiate interrogative ad Illiria, che invece sembrava aver capito chi ci teneva tanto a fare compagnia al trio in mezzo al bosco. Scoccò una freccia dritto verso di lei, nel buio totale, dove più amava nascondersi.

“Devo ammettere che sei alquanto migliorata!” disse una voce mielosa, femminile, ma inquietante. Elena fu quasi sicura di aver avvertito un brivido di freddo al pronunciare di quelle parole. Anche Damon sembrava teso, se non impaurito.

“Morsia” disse Illiria a denti stretti. Come aveva fatto a non riconoscerla? Era sicura che da giorni la stesse spiando, nascosta in quel bosco, e che stava aspettando proprio il momento in cui fossero stati presenti anche Elena e Damon per mostrarsi.
Era sempre la stessa, anche se da molti mesi non aveva più a che fare con lei. Forma umana, demone fino al midollo all’interno. Poteri spaventosi, le sue torture non sono facili da dimenticare. Adora il buio. Adora la carne fresca, quella di Illiria particolarmente. Era un’assassina, manipolatrice, scaltra, temibile demone. Era il nemico numero uno di Illiria, desiderava così tanto rispedirla li sotto che nemmeno le minacce dell’onnipotente servivano a fermarla. Era armata, come al solito, di una spada, una lancia e una frusta, con la quale amava stritolare le sue vittime prima di finirle lei stessa.

“Come hai fatto ad arrivare fino a qui?”

“Beh, Illiria, come si dice quando vuoi trovare per forza il tuo nemico...”
“Che cosa vuoi? Vuoi uccidermi? Sono pronta a combattere!”
“E perdermi il piacere di fare due chiacchiere con Elena e Damon? È passato così tanto tempo.”
“Noi non ti conosciamo, stano mostro” disse Damon.
“Ma Illiria non hai detto proprio niente a loro di come li conosci nel futuro, di come verranno uccisi, di come sei la causa dei loro problemi...?” disse Morsia provocando.
“Zitta! Non hai di meglio da fare? Sei venuta qui a stuzzicarmi?”
“Ora che siamo sole, si. Ora che non c’è il tuo adorabile ibrido da strapazzo, posso divertirmi a ucciderti come voglio!”
“Elena, Damon, dovete andarvene subito via!” disse Illiria.
“Eh temo che non sia possibile, vedi cara” disse Morsia avanzando verso di loro. “Ho incantato questo posto io stessa e nessuno può uscire fino a quando Illiria non dirà la parolina magica.” Concluse ridendo come una psicopatica.
“Maledetta!” urlò Illiria lanciando una freccia verso Morsia, che la scansò con un annoiato movimento.
“Perché sei sempre così aggressiva? Sai potrei arrabbiarmi molto...” disse la demone in tono glaciale allungando la mano destra e facendo dei piccoli movimenti che liberarono Illiria della sua unica arma. Poi improvvisamente Illiria si accasciò a terra portandosi le mani alla testa e urlando di dolore.
“Ecco quello che succede quando mi fai arrabbiare, ragazzina!”
“Smettila!” urlò Elena.
“No, Elena” disse Illiria faticosamente. “Togliti di mezzo o farà lo stesso con voi... ahhhhhhhhhhiaaaaaaa!”
Sembrava una specie di tortura mentale quella che Morsia stava infliggendo ad Illiria, che tenacemente non mollava, anche se il dolore era forte ed evidente. Si contorceva in un modo da far paura. Elena e Damon non osavano fare un passo falso. Nessuno poteva sentirli. Erano prigionieri di quel pericolo sconosciuto.
“Allora, stupidina, non reclami aiuto? Eppure guarda chi c’è, il tuo adorato...”
“BASTA!” urlò Illiria. “NON IMPICCIARTI. LASCIALI FUORI.”
“Tanto se tu non parli, la barriera non la faccio cadere e potrei stare qui a torturarti per ore e ore fino a portarti all’apice. Potrei farti impazzire.”

“Aiuto...” mormorò la ragazza, visibilmente incapace di muoversi e di reagire. Non c’era tempo da perdere. Dovevano uscire di li, fuggire alla velocità della luce e solo uno di loro poteva farlo.
Damon si precipitò velocemente verso la demone afferrandola per le braccia. Morsia, che evidentemente non si aspettava una mossa del genere, rimase per un attimo stranita e l’effetto del suo incanto svanì permettendo a Illiria di rialzarsi e recuperare le sue armi. Scoccò subito una freccia verso la demone e poi gridò:

“Ben fatto! Damon, prendi Elena e scappate via di qui! Chiamate Alaya e Valéry!”
Damon si precipitò verso Elena e la prese per un polso trascinandola oltre la radura, al limite del bosco. Elena si divincolava tra le braccia di Damon per andare ad aiutare Illiria. Non voleva lasciarla sola, non dopo tutto ciò che quel demone era stata capace di farle, ma Damon non la lasciava andare. La prese per i polsi e la trattenne.
“No Elena, no! Stai ferma!”
“Dobbiamo tornare indietro Damon dobbiamo salvarla!”
“Aspetta! Voltati!” disse Damon indicando il punto del bosco da dove erano appena usciti.

Illiria camminava verso di loro a con il capo chino verso il basso e con l’arco ancora in mano. Camminò verso di loro e quando alzò lo sguardo piangeva. I suoi occhi glaciali erano inondati dalle lacrime e non faceva altro che spostare lo sguardo da Elena a Damon in continuazione. Le sue labbra tremavano, ma non per il freddo. Tremavano per la paura di dover dire qualcosa.
“Elena mi dispiace tantissimo...” cominciò lei con la voce rotta dal pianto. Non l’avevano mai vista così sconvolta.
“Illiria che succede?” chiese Damon. Lei lo guardò, impotente perché non sapeva cosa rispondergli. Si strofinò gli occhi per asciugare le lacrime. Tirò su col naso e respirò a fondo per cercare di calmarsi. Il suo sguardo si spostò verso due figure che correvano verso di loro: erano Alaya e Valéry.
“Illiria...” disse quest’ultima per calmare l’amica, ma prima di poter finire apparve alle loro spalle Morsia. Entrambe le ragazze si irrigidirono alla vista di quel demone, in particolare Alaya cercò lo sguardo di Elena e quando lo trovò, scosse il capo e disse:
“Qualunque cosa vi dirà quel demone ti prego Elena, non svenire, non piangere, non arrabbiarti. Fallo per lei.”

Lei. Illiria.

“Bene, bene. Riunione di famiglia? Damon, sei stato così coraggioso a metterti contro di me prima del tempo, hai dato la possibilità a questa screanzata di liberarvi dall’incantesimo. Ma sapete cosa può esserci di meglio? La verità.” Disse Morsia ridendo.
“Di quale verità parli?” chiese Damon a denti stretti. “Vediamo sarai tu il mio nuovo pericolo?”
“Bingo! E tutto per colpa di chi? Illiria! Facciamole un applauso!”

Silenzio.

“Ok continuo. Illiria...Salvatore.”

Ancora silenzio.

“Illiria Salvatore in Gilbert, allora avete indovinato chi è questa sporca? È la vostra figlioletta venuta dal futuro per salvarvi la vita! Ahahahahhahahahaha!”
Illiria si voltò verso Morsia con aria dura e disse:
“Brava, hai avuto la tua stupida soddisfazione. Ora puoi sparire.”
“Perché vuoi negare? Tanto ti negheranno loro stessi, devi dare una prova della tua identità.”
“Non mi importa, non servirebbe a niente!” disse Illiria avvicinandosi a Morsia, era vicina, troppo vicina a quell’essere. “Puoi tornare da dove sei venuta!” disse infilandole un pugnale nello stomaco. La demone urlò di dolore e sebbene sembrava esserne uscita indenne, puntò il dito contro la ragazza e prima di sparire, la minacciò dicendole:
“Ti spedirò insieme ai tuoi adorati genitori all’altro mondo Illiria, puoi contarci!”

                                                                                                                  ***

Elena incrociò lo sguardo di Damon, che sembrava perso nel vuoto, completamente. Per la prima volta che lo conosceva, lo vedeva impedito, incapace di proferire parola. Solo la mano di Elena stretta nella sua riuscì a riportarlo alla realtà, mentre Alaya diceva a una spaventata Illiria di calmarsi.
“Tesoro, per favore...”
“Lascia stare Alaya, abbiamo fallito! Non era così che doveva andare!”
“Illiria!” la richiamò la voce di Elena. “Vieni, non vogliamo farti niente, te lo prometto.”
“Non sei tu il problema! Non lo sei mai stato perché non ci sei stata! Lasciatemi in pace!” disse allontanandosi verso la moto di Valéry.
“No, aspetta!” disse Elena rincorrendola.
“Non ti avvicinare!” disse Illiria puntandole contro arco e freccia. “Devo stare da sola!”
Mise in moto e partì, per chissà dove. Chissà quando sarebbe tornata. Aveva tante cose da spiegare.
“Ecco perché mi sembrava strano...” disse Damon quando Elena si avvicinò a lui per abbracciarlo. Non rispose all’abbraccio, ma sussurrò ad Elena.

“Illiria era il personaggio della favola che mia madre mi raccontava tutte le sere, quando ero bambino, prima di andare a dormire.”
                                                                                                                  ***

“Per favore portami a casa! Sto male, non ce la posso fare...”

Illiria si asciugava le lacrime parlando al telefono e piangendo disperatamente.

“Non doveva andare così, me la pagherà!” disse tirando un lungo sospiro.

“Non riuscirà a portarmeli di nuovo via. La mia filosofia? Squarcia, mangia e cancella quanto è vero che mi chiamo Illiria Salvatore.”

 Angolo Autrice:
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Finalmente abbiamo scoperto chi è Illiria, contente? sorprese?
Per la storia dell'Etere mi sono rifatta alla mitologia greca e al grande Aristotele;
Baci a tutti e recensite!

  
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