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Autore: lady black    17/11/2006    17 recensioni
Rose siede in silenzio alla riva dell'Atlantico. Una barchetta veleggia non distante da riva, nella tiepida notte del 16 giugno. Sono trascorsi ormai due mesi dalla notte dell'affondamento, eppure quella barchetta... Non riesce a smettere di guardarla.
Genere: Romantico, Triste, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Guardare l'oceano






Se mi siedo qui sulla spiaggia, oggi che è martedi, oggi che non passa nessuno...

Se guardo l'oceano così calmo ora che è notte, così placido, impassibile...

Potrebbe quasi sembrare innocente.


Se invece sono io che guardo quest'oceano così vasto, buio e dannatamente freddo...

... Oggi che sono passati due mesi...


Due mesi dal nostro primo bacio sulla poppa di quella nave che sembrava averci regalato l'amore e invece ce l'ha strappato dalle vene...


Non riesco a pensare in modo ordinato.

Posso solo continuare a credere di vederti, là, all'orizzonte.

Su quella barchetta che si vede là in lontananza.

È così atroce guardare queste zattere o pescherecci o transatlantici partire da qui, sapendo che loro giungeranno a destinazione, mentre noi no...


Cioè, io si, sono arrivata fin qui, ma il mio cuore è rimasto fermo a quella notte, quando mi sono staccata da te, e ti ho lasciato affondare.


Non ho nemmeno avuto il coraggio di guardarti scomparire tra le acque gelide.

Così il mio cuore, nel profondo, non sarà mai certo di averti perso veramente.


Passo spesso ore ed ore qui sulla spiaggia, a piedi nudi, a guardare le barche.

Anche se la gente che passa mi guarda strano, io non mi sento affatto stupida.

Cosa ne sanno loro di cosa ho passato io.

Cosa ne sanno loro di cosa vuol dire perdere l'amore lo stesso giorno che lo si è trovato.


C'è un ragazzo, all'università, che vuole portarmi fuori la sera, che vuole, che chiede, che si preoccupa... dice che è un peccato che una ragazza bella come me rida così poco.


Ora appartengo al ceto medio.

Mia madre ha capito, e mi farò trovare solo se vorrò.

L'amore vero è quello dei poveri. I ricchi non possono permetterselo, al giorno d'oggi.

Davanti alla mia confraternita c'è un maneggio, sai?

Non ho ancora avuto il coraggio di montare un cavallo. Troppi ricordi, troppe promesse che non ho potuto mantenere, fin ora...

Ci riuscirò un giorno, te lo prometto.


C'è ancora quella barchetta là al largo.

Barcolla che è una cosa impressionante.

Eppure il mare è calmissimo. Sembro io, appena montata sul Titanic: io, che dentro impazzivo, eppure fuori non potevo dare a vedere niente.

“Rose, ci conoscono, questa è gente per bene...”

“Ma Rose, lo sai che è poco raffinato fumare a tavola...”

“Rose”, “Ma signorina”... mi sentivo impazzire.


Poi tu, la luce, l'amore, quel ragazzo simpatico e così diverso da ciò che ero io... ciò che mi avevano fatta diventare.


La barchetta sta per attraccare, ora cullata dolcemente dalle rare onde notturne.

Che strano, sembra vuota.

Il pescatore si deve essere addormentato dentro.

Mi viene da ridere, mi immagino un pescatore che finchè tiene l'amo si addormenta.

Un po' come noi, distratti e passivi di fronte a ciò che accadeva, attenti solo l'uno all'altra.


Sarebbe stata una bella storia d'amore.


Ma l'oceano l'ha troncata ormai due mesi fa.


Oggi è il 16 giugno.


E mi sembra ieri. Perchè ho subito cercato distrazioni. L'università, la sistemazione, le amiche, il lavoro...

Tutto inutile, perchè nel mio cuore so che l'unica distrazione possibile è il tempo.


Solo tempo, e mi dimenticherò il tuo viso forse. O la tua voce. No quella no. Non potrei mai dimenticare quel “Non lo faccia”. La prima frase che ho sentito veramente rivolta a me.

La prima persona che se ne è effettivamente fregata del fatto che la mia vita andava a rotoli... eri tu.


Quello che cercavo da sempre, e che mai più potrò avere.

Dio, non ho mai chiesto niente alla vita se non un po' di pietà per una ragazza che era stata tirata su per sposare bene, figliare bene, comportarsi bene, parlare bene...


La barchetta tocca gentilmente la sabbia della battigia. Quasi non fa rumore, attenta a non turbare i miei pensieri, i miei ricordi.


Ma non scende nessuno.

Nessuno si muove, nessuno si alza in piedi e scende. Nessuno.


Mi alzo in piedi, curiosa, come sono sempre stata.

Anche da piccola, chiedevo sempre “Ma perchè” “Cosa vuol dire” “Cosa c'è là dietro”.

E oggi non sono ancora cambiata.


Le domande sono sempre quelle.

Perchè... perchè mi sei stato portato via...

Cosa vuol dire “mai più”... che non ti vedrò mai più... che mi hai lasciata per sempre...

Cosa c'era dietro quel tuo sguardo quando mi hai chiesto di tirare avanti fino all'esasperazione...

Mi manchi da togliere il fiato.


Mi avvicino alla barchetta, con soggezione.

Magari il pescatore dorme sul serio.


Eccola qui, sono in punta dei piedi.

Vedo un paio di scarpe tutte sgualcite, due piedi nudi.

Mi sporgo un po' di più e...






...Oddio...





Non è un marinaio.



I capelli biondi spuntano da una coperta malamente avvolta attorno ad un corpo slanciato ed esile.

Sembra più un naufrago.

Col cuore in gola allungo la mano e gli sfioro un lembo di fronte.


Scotta.


Chiunque sia, dev'essere portato in ospedale.


Discosto di un poco la coperta per vedere se è effettivamente un uomo.


Poi, tra i ciuffi scomposti, scorgo un naso piccolo, dritto... le labbra scarlatte perchè screpolate.

La carnagione pallida.

Ritraggo di scatto la mano. Che ora trema. Trema.


Trema...


Un mugolio, e non ho coraggio nemmeno di muovermi, paralizzata di fronte a ciò che avevo davanti agli occhi. Arretro di un passo.


Il ragazzo dentro la barchetta si solleva lentamente sui gomiti.


La coperta scivola del tutto dal suo capo.


Alza lo sguardo su di me...


L'ultima cosa che ricordo sono i suoi occhi verde-celesti. E il profumo che sono sicura non ha mai perso. Il profumo di vita. Quello che solo lui poteva avere...


Tu...

Tu, tu, tu, abbracciami ti prego fa qualcosa, ho paura di morire, ho paura di vivere, di respirare.


Poi, buio.




...The End...?

  
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