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Autore: Sindy22Bool    24/04/2012    1 recensioni
E se Draco Malfoy avesse chisto aiuto ad Albus Silente, invece di aiutare a farlo uccidere? E se Silente lo avesse affidato alla protezione di Harry Potter, Ron Wasley e Hermione Granger? E se Draco, da sostenitore di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, passasse dalla parte del bene?
Una corsa contro il tempo che poterà i nostri quattro eroi in giro per il mondo, alla ricerca degli Horcrux, l'unico modo per annientare Lord Vodemort.
Una Dramione tutta nuova, in cui non mancheranno avventura e amore.
Buona lettura :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
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CAPITOLO 1
Tutti possono cambiare

Draco Malfoy era seduto sulla poltrona di pelle rossa, di fronte ad Albus Silente, in piedi dall’altro lato della scrivania.
- Perché sei qui, Draco? – gli chiese il vecchio Preside.
- Deve aiutarmi – singhiozzò il ragazzo.
- So che Voldemort ti ha dato l’ordine di assassinarmi -.
Draco alzò lo sguardo – Come lo sa? -.
- So molto cose -.
- Mi ha costretto. Ha detto che se non avessi accettato, avrebbe ucciso me e la mia famiglia. Mia madre… Lei lo sapeva che non sarei stato all’altezza. Il professor Piton… Stia attento -.
Silente annuì. Estrasse una pergamena, scrisse una lettera e la infilò in una busta. Poi, la consegnò al biondo.
- Cos’è? – chiese lui.
- Ti spiegherò tutto. Dunque, hai bisogno di protezione. Stanotte stessa, partirai insieme a Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger. Passerai poche settimane alla Tana. Poi, seguirai quel trio -.
Draco era scioccato. Lui odiava quel trio, il trio dei Miracoli, così li chiamava per farsi beffe di loro.
- E dove vanno? -.
- Hanno una missione da svolgere per me -.
- E perché non può andarci lei? -.
- Oh, io? -. Silente rise – Non credo che rimarrò ancora per molto -.
Draco non capiva, ma Silente tagliò corto – Vai in Sala Comune e fai i bagagli. Non rispondere alle domande di nessuno, e torna qui il più presto possibile -.
Draco si alzò di scatto dalla sedia e corse veloce verso le segrete del castello.
 
- Questo è quanto – sorrise Silente, dopo aver terminato il racconto. Hermione, Harry e Ron lo guardavano con sguardo perso e scioccato.
- E se fosse un trucco? – fece Harry.
- Non penso proprio – rispose il Preside – Draco Malfoy è un ragazzo che è stato costretto a fare ciò che ha fatto -.
- Come avvelenarmi? – sbottò Ron, ironico.
- Già, ricordo bene i fatti. Tu e la signorina Bell avete rischiato la vita, ma come sappiamo il Signore Oscuro ha il grande potere di soggiogare gli altri -.
Il trio era ancora titubante.
- Tutti possono cambiare, carissimi ragazzi – sorrise infine Silente.
In quel momento, Draco Malfoy entrò nella stanza, goffo dal peso del baule. I tre lo fissarono con odio, e lui ricambiò lo sguardo.
- Come facciamo a tornare a casa? – chiese Ron.
- Passaporta – annunciò Silente, indicando un Mappamondo al centro della stanza. I ragazzi lo circondarono e fissarono il Preside.
- Ma signore, - iniziò Hermione – Non ci è permesso abbandonare la scuola tre giorni prima della fine delle lezioni -.
- E’ un’occasione particolare, signorina Granger – spiegò lui.
La ragazza annuì. Silente fece loro segno di afferrare la Passaporta. Il pavimento sotto di loro iniziò a girare, e ad un tratto si trovarono nel grande giardino della Tana.
- Che squallore – commentò il Serpeverde, alzandosi in piedi.
- Non ti azzardare – esclamò Ron, puntandogli la bacchetta contro. 
- RONALD – tuonò Hermione, interponendosi tra i due. Ron abbassò subito la bacchetta, e afferrò il suo baule. Tutti fecero lo stesso. Camminarono in silenzio fino alla porta d’ingresso.
- Ron! Harry! Hermione! – urlò Molly, vedendoli arrivare – Che ci fate qui? -.
Poi, puntò gli occhi sul biondo.
- E’ complicato – sussurrò Harry, entrando in casa.
- Silente – disse fermo Draco. Estrasse la lettera e la porse alla donna. Lei lo guardò con titubanza, ma poi afferrò la lettera e la lesse. Poi, la ripose sul tavolo e si rivolse a lui – D’accordo, entra pure -.
Draco la ringraziò e trascinò il suo baule dentro la casa. Sorrise, osservando la stranezza di quella dimora.
- Papà?! – fece la voce di Ron, osservando fuori dalla finestra un buffo uomo dal capelli rossi, che correva con foga verso di loro.
Molly uscì subito, seguita a ruota dai ragazzi – Arthur, che succede? -.
L’uomo aveva un’espressione sul viso mista tra odio e orrore – Mangiamorte a Hogwarts – furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
La donna si portò le mani alla bocca, sconvolta. I quattro giovani si guardarono.
- Che diavolo ci fa Draco Malfoy a casa mia?! – esclamò infine Arthur, afferrando la bacchetta.
- Arthur! – si affrettò a dire Molly – Leggi questa -. E gli porse la lettera.
- Molto bene – disse l’uomo, dopo aver finito – Ora Molly cara dobbiamo correre subito a Hogwarts. Voi non osate muovervi di qui -.
Prese per mano la moglie, e si smaterializzarono.
- Come hanno fatto ad entrare? – chiese Hermione a Draco.
- Armadio Svanitore nella Stanza delle Necessità. C’è un gemello, da Magie Sinister. Insieme formano un passaggio -.
- Ma se tu eri l’unico che sapeva l’esistenza dell’armadio, chi li ha fatti passare? -.
- Piton -.
- PITON?! – esclamò Harry dalla rabbia.
- Si, è uno di loro -.
- E’ uno di VOI, vorrai dire – si intromise Ron – Anche tu hai quello stupido Marchio sul braccio, Malfoy. Non mi importa nulla di ciò che crede Silente, tu per me non sei cambiato e non cambierai mai -. Sbatté la sedia, e insieme a Harry, salì di sopra.
Solo Hermione rimase ferma, fissando il biondo Serpeverde, che riusciva a stento a trattenere le lacrime. Non l’aveva mai visto così. Non aveva mai visto Draco Malfoy debole. Lui era un ragazzo forte, arrogante, presuntuoso. Guardava tutti dall’alto in basso, non riteneva nessuno alla sua pari. Ed ora, era come se fosse il più debole di tutti.
- Draco, non tutti la pensano come lui – fece lei, esitante.
- Ha ragione, completamente. Non posso cambiare, io avrò sempre questo! – esclamò, tirandosi su la manica sinistra, mostrando il Marchio Nero.
- Non importa se ce l’avrei sempre! È un segno sulla pelle, è vero… Ma non è quello che conta -.
- E cosa conta? -.
- Quello che hai dentro -.
Il ragazzi si sorprese dalle parole comprensive di Hermione. Lui non l’aveva mai trattata bene in sei anni che si conoscevano, ma lei, tutto d’un tratto, lo trattava come se non fosse mai successo niente tra loro.
- Ora mi cercherà – sospirò lui, infine.
- Allora dobbiamo precederlo -.
- Mi vuoi spiegare che missione vi ha affidato Silente? -.
- Sai cos’è un Horcrux? -.
- Oh mio Dio! – esclamò Draco – Voldemort ha creato un Horcrux?! -.
- Sette, a dire il vero -.
Il biondo era scioccato – Dovete distruggerli? -.
- Già. Ma prima dobbiamo trovarli. Fino ad ora, Harry ha distrutto il diario il secondo anno, e Silente ha distrutto l’anello. Quando Harry e Silente hanno lasciato la scuola, qualche tempo fa, ne hanno trovato un altro, che si è rivelato un falso – spiegò la ragazza.
- E io devo accompagnarvi? -.
- A quanto pare si -. Hermione sorrise.
Ad un tratto, Molly, Arthur, Ginny, i gemelli, Bill, Fleur, Charlie, Tonks e Remus si smaterializzarono in soggiorno. Harry e Ron corse di sotto immediatamente.
- Che è successo? – chiese Draco, preoccupato.
- c’è stata una battaglia, e… Ecco… Silente è morto – annunciò Lupin, tra le lacrime.
Harry provò una lacerante fitta al cuore – Chi… Chi l’ha ucciso? – chiese, riuscendo a stento a trattenere le lacrime.
- Piton – sussurrò Tonks, con voce spezzata.
Harry non ci vedeva più dalla rabbia e dalla tristezza. Afferrò Draco per il colletto della camicia e lo sbatté centro il muro – E’ tutta colpa tua, Malfoy! Io ti ammazzo! -. Fece per estrarre la bacchetta dalla tasta, ma Lupin, Fred e George lo trattennero e lo portarono fuori dalla casa. Draco, ancora scioccato, si massaggiò il collo.
Molly, per rompere il ghiaccio, annunciò la sistemazione delle stanze: Tonks e Remus nella vecchia camera di Charlie, Fleur e Ginny in quella della rossa, Bill, Charlie, Fred, George nella camera dei gemelli, Harry e Ron nella camera del rosso, e infine Draco e Hermione avrebbero dormito nella stessa stanza, quella di Percy.
- Perché proprio io? – sbottò Hermione.
- Già, perché proprio la Mezzosangue? – aggiunse il biondo.
- La Mezzosangue, come la chiami tu, è l’unica che ti sopporta, qui dentro – ringhiò Ron.
- Hai bisogno di protezione anche mentre dormi. E dato che lei è l’unica che ti sopporta, ed è anche abilissima con gli incantesimi, abbiamo scelto Hermione – spiegò Molly.
Il biondo non fece in tempo a controbattere, quando Harry e gli altri tre entrarono in casa.
- E’ meglio dormirci su – disse Arthur – Buonanotte a tutti -.
Tutti camminarono verso le stanze assegnate, che contenevano i loro effetti personali e i loro bauli. Draco si buttò sul letto vicino alla porta, così a Hermione toccò quello vicino alla finestra.
- Stai bene? – chiese lei a Draco.
- Per poco Harry Potter non mi ammazza – sussurrò lui.
- Era solo un po’ afflitto. Silente significava tanto per lui -.
- Lo so -.
Hermione estrasse dal suo baule il pigiama, che consisteva in una canottiera rossa attillata, e un paio di pantaloncini corti di color giallo Grifondoro. Si levò i vestiti e lo indossò.
- Merlino, Mezzosangue! Puoi anche avvertire quando ti togli i vestiti! – esclamò Draco scandalizzato, coprendosi gli occhi.
- Ora puoi riaprirli, Purosangue – lo prese in giro lei.
Lui abbozzò un sorriso e si avvicinò al suo baule. Indossò un paio di corti pantaloni verdi e una maglia attillata bianca.
Hermione notò subito gli addominali scolpiti del Serpeverde, ma distolse lo sguardo immediatamente, imbarazzata. Si coricò sul letto, esausta, e Draco fece lo stesso.
- Quando partiamo in cerca degli Horcrux? – chiese il biondo, dopo parecchi minuti di silenzio.
- Il prima possibile. Meno stiamo in un posto, più difficile sarà trovarci -.
- Credi che lui lo sappia? Voldemort, intendo -.
- Che diamo la caccia agli Horcrux? Non credo. Ma penso che sappia che tu sei con noi -.
- Ora non danno la caccia solo a Potter, anche a me – sbuffò lui, passandosi una mano tra i capelli biondi. Hermione notò che era terribilmente sexy quando lo faceva.
- Se gli altri sapessero come mi sono ridotto – sospirò il biondo – Parlare con una Mezzosangue che finge di capirmi -.
- Io non fingo – intervenne lei – Io ti capisco. È diverso -.             
Lui le sorrise, beffardo, e lei scosse il capo. Draco giurò di averle strappato una sorta di sorriso. Il ragazzo si alzò e si avvicinò alla finestra, guardando all’esterno.
- Tutto ok? – chiese Hermione.
- Non proprio. Ho un cattivo presentimento -.
- Riguardo cosa? -.
- I Mangiamorte. Sveglia Potter e Lenticchia, digli di preparare le cose indispensabili per partire. Fai in fretta -.
Hermione corse fuori dalla stanza, verso camera di Ron. Li aiutò a preparare il necessario, poi tornò di sotto, dove Draco era vestito con un paio di jeans, una maglietta attillata, una felpa e un paio di scarpe da ginnastica. Raccolse parecchie cose, che infilò in una borsa. Indossò un paio di jeans, e sopra la canotta rossa infilò una felpa larga. Ai piedi, infilò le scarpe da ginnastica e guardò fuori dalla finestra.
- Hai ancora quel cattivo presentimento? -.
- Ancora più di prima. Dobbiamo svegliare gli altri -.
- Forse è solo un falso allarme – lo rassicurò lei – Draco? -.
Il ragazzo fissava qualcosa, un punto fermo fuori dalla finestra – Maledizione, andiamo -.
Afferrò Hermione per un braccio e la condusse fuori dalla stanza, proprio mentre quella crollava. Tutti, corsero in giardino e si trovarono faccia a faccia con una squadra di Mangiamorte.
- Bene bene, Draco! – sghignazzò Bellatrix, la zia del biondo.
- Evitiamo i convenevoli, Bella – la ammonì Dolohov.
- Già, evitiamo. CRUCIO! – urlò lei, e colpì Draco, che si buttò a terra dal dolore della tortura.
- Stupeficium! –. Hermione la disarmò, e corse accanto a Draco, aiutandolo a rialzarsi.
Iniziò una battaglia.
- Scappate, ora! – esclamò Lupin ai quattro ragazzi.
Harry e Ron li raggiunsero e si Smaterializzarono a Londra, precisamente a Piccadilly Circus. Per poco non finirono sotto un autobus rosso a due piani, e corsero sul marciapiede, ancora scossi.
- Venite, entriamo in questo bar – disse la ragazza, indicando un modesto locale vuoto, in cui una ragazza dall’aria stanca stava al bancone. Entrarono e si sedettero ad un tavolo. La giovane li raggiunse e prese le ordinazioni.
- Quattro cappuccini con la panna – disse Hermione. La cameriera indossò le cuffie con la musica ed entrò in cucina. Nel frattempo, due operai entrarono nel locale e si avvicinarono al bancone.
- Merda – sussurrò Draco.
- Cosa? – fece Ron.
In risposta, Draco scattò in piedi evocando uno “Stupeficium” mentre uno dei due uomini faceva lo stesso.
Iniziò un piccolo duello, ma finì poco dopo. I due Mangiamorte erano entrambi svenuti davanti al bancone. La cameriera entrò tornò nella stanza, e sgranò gli occhi.
- Evapora – tuonò Hermione – ORA -.
La ragazza, spaventata, uscì di corsa dal locale. I ragazzi chiusero a chiave la porta e abbassarono le tendine. Si avvicinarono ai due corpi immobili dei Mangiamorte.
- Chi sono, Draco? – chiese Hermione, in un sussurro.
- Avery e Rookwood -.
- Che ne facciamo di loro? – chiese Harry.
- Meglio cancellargli la memoria – optò Draco.
Il trio annuì, e al biondo scappò un sorriso.
- Perché ridi? – chiese Ron, infastidito.
- E’ strano dare consigli al trio dei Miracoli -.
Harry sorrise, seguito subito dagli altri due. Hermione estrasse la bacchetta e puntandola contro i due svenuti ai loro piedi pronunciò – Oblivion -.
Ron prese le loro bacchette e le spezzò. Poi, entrarono in fretta in cucina e uscirono sul retro.
- Dobbiamo toglierci dalla strada – disse Hermione.
- Già, siamo troppo riconoscibili – aggiunse Draco.
Questa volta fu Ron a ridere.
- Che c’è, Lenticchia? – chiese il biondo, con voce seccata.
- Mi fai ridere, Malfoy. Vuoi fare il Purosangue so-tutto-io. Non ti riesce bene – rise il rosso.
Scoppiarono tutti in una risata fragorosa e imboccarono una buia e stretta stradina laterale. Circa venti minuti dopo, giunsero davanti a una casa di mattoni. La via si chiamava “Grimmauld Place”. Ad un tratto, il muro iniziò a muoversi ed apparve una nuova porta: Grimmauld Place 4. Entrarono.
- Bel posto, Potter – ironizzò Draco.
- Hai alternative, capo? – sibilò Ron.
- Stai calmo, Lenticchia – rise il biondo – Scherzavo -.
Salirono di sopra e si sistemarono in una stanza. Draco si accaparrò il letto matrimoniale, e gli altri tre dovettero posizionarsi su brandine impolverate.
- Se volete – iniziò il Serpeverde – Posso provare a fare il gentile, per una volta -.
- Strano ma vero! – esclamò Harry, divertito – A cos’abbiamo l’onore di assistere? -.
- Mezzosangue, se vuoi posso cederti metà del letto -.
- Hai la febbre, Malfoy? – fece Ron, sconvolto da tanta gentilezza.
Hermione era basita – A cosa devo l’onore? -.
- Dividere il letto con un Purosangue, sai che onore – sbottò il rosso.
- Consideralo un privilegio – scherzò Draco – No, dai… E’ per ringraziarti per le parole di oggi -.
- Figurati, non ce n’è bisogno -.
- Accetti l’offerta? – ghignò il biondo.
- Accetto -. Hermione si alzò dalla sua branda e si coricò sul letto, vicino al ragazzo. Prima di addormentarsi guardò il biondo Serpeverde accanto a lei, che si passava una mano tra i capelli spettinati. Era bello. Non solo bello, era terribilmente sexy. Hermione scosse il capo con violenza, per scacciare quei pensieri che assillavano la sua testa.
- Che c’è, Mezzosangue? – sussurrò lui, dato che Harry e Ron si erano appena addormentati.
- Io? -.
- Quante Mezzosangue ci sono in questa stanza? -.
- Divertente. Comunque non ho nulla -.
Draco non sembrava convinto. Fissò lo sguardo sull’orologio a pendolo che segnava le due di notte – Sarà meglio dormire. ‘Notte, Mezzosangue -.
- Buonanotte, Purosangue -.
Lui le sorrise e si abbandonò al sonno. Hermione continuò a fissarlo per un’altra ora. Era bello anche quando dormiva. Si stupì di ciò che pensava: non poteva ritenere Draco Purosangue-presuntuoso Malfoy bello e sexy! Era contro i suoi principi, per prima cosa. E secondo, certamente a Draco non sarebbe mai interessata una Mezzosangue come lei.
Con questi pensieri, si lasciò abbandonare al sonno, con l’immagine di un Draco Malfoy nuovo, pentito. Silente aveva ragione, tutti possono cambiare.
 
 

  
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