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Autore: Portos    24/04/2012    2 recensioni
Il roadies di Roger racconta...
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Le disavventure di...

Salve a tutti, mi chiamo Chrystal Taylor, Chris per gli amici e sono l'assistente personale del batterista dei Queen, Roger Taylor: io e lui ne abbiamo combinate insieme, quindi ho deciso di raccontarne un po' all'insaputa di Roger, eh, eh...in questo momento è davvero occupato, molto direi.

Ma scommetto che sarete impazienti di sapere qualcosa, iniziamo...

 

Il primo episodio, fu quello dell'armadio.

Oh sì, l'armadio...mi chiedo ancora come abbia fatto ad infilarcisi dentro...

Allora, tutto iniziò, per la solita lite su quale singolo doveva essere il B-Side di Bo Rhap, il Rog voleva che fosse la sua canzone “I'm in love with my car”, in cui dichiarava il suo “spropositato” amore per le macchine, anche io le adoro le macchine lo sapete?

Comunque i due a quanto pare si trovavano in camera d'albergo, discutendo della cosa ad un certo punto Rog si è alzato e ha detto: “Se non metti la mia canzone come B-Side, mi rinchiudo in un armadio e non esco più” e Freddie si è messo a ridere.

Deciso nel suo intento, Roger si è infilato nell'armadio e si è chiuso dentro! Incredibile!

Sono andati avanti parecchio con la discussione, ma non sapete quanto Roger ha sudato là dentro, altro che le sette proverbiali camice!

Alla fine, Freddie si è stufato e ha dato l'ok.

Quando Roger è uscito...non vi dico...be' insomma non è molto piacevole vederlo...

 

Il secondo episodio...come diventare i due Taylor più insulsi della terra.

 

Quando eravamo a Montreux, affittavamo un’enorme casa sul lago, con la vista della copertina di Made in Heaven. Il proprietario della casa ce l’aveva con le anatre perché erano dappertutto, caolino, porcellana, legno, plastica, le chiamavi e arrivavano, inutile dire che il posto fu battezzato Duckingham Palace.

 

Arrivare a Duckingham dalla strada voleva dire scendere per un’erta parecchio scoscesa, serpeggiare su uno scalone attraverso una giungla molto curata, non facile il più delle volte nel bel mezzo della notte.

 

E io me lo trascinai nel bel mezzo della notte in questo posto...

 

Una volta dentro DP, sulla sinistra c’era un’enorme sala, e sulla destra fatti due passi c’era un corridoio molto lungo dove erano tutte le stanze da letto, quella di Rog era proprio alla fine.

 

In una delle tante volte avevamo deciso di fare la gara più insulsa di tutta Montreux: volevamo prosciugarla di tutto l'alcool che la città possedeva...ma abbiamo perso su tutta la linea.

Lasciate che vi racconti come andò il viaggio di ritorno...

Saranno state le alle tre del mattino ed eravamo entrambi ubriachi persi ma Roger stava ancora peggio di me: non riusciva a stare in piedi incespicava ad ogni passo che faceva...con indosso i suoi occhiali da sole preferiti...sino a che il tipo non cade per terra come un sacco di patate?

Nonostante tutto continuava a ridere come un completo stupido e io pur essendo brillo...riusci ad aiutarlo ad alzarsi.

 

Così come perfetti idioti riuscimmo a tornare a casa. Grande impresa!

Prima ci siamo trascinati per tutto il giardino, come schegge impazzite.

Poi finalmente siamo arrivati alla porta d'ingresso.

Trovai le chiavi di casa nelle tasche dei jeans. Una trovate le chiavi, direte, trovata la serratura? Macché!

Così a tentoni tra uno sproloquio e l'altro, mi misi a cercarla.

Poi mi girai e vidi Roger: se ne stava poggiato contro il muro, con il naso per aria e i suoi occhiali caduti per terra, per fortuna me ne accorsi e li raccolsi.

Alla fine riuscimmo ad entrare, il primo ad entrare fu io. Roger rimase indietro senza smettere di ridere.

“Ehi vuoi i tuoi occhiali?” gli domandai.

Roger mi raggiunse, poi allungò la mano e prese il mazzo di chiavi.

“Grazie Chris!”

Poi si mise il mazzo di chiavi sul naso e s'allontanò da dove mi trovavo io in stile pallina da flipper, continuando a domandarsi se quelli erano i suoi occhiali o no.

Io gli gridai se volesse i suoi occhiali o no...e lui rispose di sì, così mi ripresi le chiavi e lui, gli occhiali da sole.

 

Come se non bastasse, dovetti correre in bagno, perché me la stavo facendo sotto dal ridere.

 

Quell'altro disgraziato, svegliò la povera Dom poiché accese tutte le luci della camera e le disse: “Cara ce l'ho fatta!”

Non dico gli insulti che seguirono verso Roger...!

Comunque devo dire, che fu una grande conclusione per una nottata del genere.

 

Episodio 3 Il ragazzo dai capelli verdi.

 

Ehm...ehm...questa ve la racconterò sottovoce.

Nel lontano 1979, il nostro Roger si schiariva i capelli perché voleva un biondo più chiaro (quanto gli uomini sanno essere vanitosi, non nel mio caso) ma il barbiere sbagliò dosaggio.

Roger si ritrovò con un fantastico verde fosforescente in testa.

Purtroppo è dovuto andare, senza un cappello in testa in concerto e con il resto del gruppo che lo pigliava per il culo! É stato ad dir poco magnifico! Persino quella cara canaglia di Freddie lo ha presentato al pubblico “Ecco il fantastico Mr Taylor con i capelli verdi alla batteria!”

Non sapevo di lavorare per un pappagallo...

 

Episodio 4 Lo sgabello

 

Questo farà lo incazzare di sicuro.

Per la duemillesima volta i Queen avevano appena terminato di cantare we will rock you e co, quando...una sera, il nostro tecnico Robert Shag decise di togliere da sotto il culo di Rog lo sgabello proprio mentre lui era in piedi, pensando aihmé che non servisse.

Tanto per essere chiari, alla fine del concerto Roger si alzava per suonare i piatti freneticamente mentre con il piede destro suonava la cassa e Brian suonava gli ultimi accordi. Quando le luci si spegnevano Roger si siedeva e segnalava alla band il momento di finire, con due colpi di cassa e, dopo di questi, un potente e definitivo tocco di piatti...ma accadde tutto il contrario.

Così Bri suonò l'accordo più lungo della sua vita, Freddie correva come un folle scatenato urlando a sguarciagola, John non si capiva cosa gli passasse per la testa e nel frattempo Roger non se accorse così cadde per terra...sfiatato.

Per fortuna, si rialzò e diede il colpo finale.

 

Io dissi a Sahggy di nascondersi per un po'...ma nel frattempo, ebbe un malore così dovettero chiamare un'ambulanza e portarlo via.

Rog?

Come una furia scaraventò la batteria per tutto il palco, ma almeno fui contento di non metterla a posto.

Shag venne licenziato la sera stessa e di lui non ho saputo altro.

 

Episodio 5: Rog non ci provare...

 

Questa è bella, bellissima.

Ma lasciate che ve la racconti...

Visto che eravamo in studio di registrazione, avevamo bisogno ogni tanto di un massaggio...sapete la stanchezza di un lungo lavoro.

Quindi assoldammo una tipa sexy che portava sempre camice bianco e tacchi alti che lavorava come massaggiatrice.

Avevamo adibito una stanza dove mettere un lettino e poterci rilassare, naturalmente abbiamo lasciato anche i microfoni spenti, sapete per creare quel non so che di intimità.

Una volta tanto decidemmo di giocare, un brutto scherzo alle spese di Rog...lasciando i microfoni accesi.

Roger decise di farsi un bel massaggio dalla ragazza e come se non bastasse decise anche di provarci, ma lei lo respinse in un quattro e quattr’otto!

Noi, in un’altra stanza, io, Brian, Freddie e John, con la crew di roadies ad ascoltare tutta la conversazione...non vi dico quanto abbiamo riso. A dir poco diabolico.

 

Mmm, buongiorno.

Sto mangiando cornetto e cappuccino.

Li ho appena comprati al bar, prima di venire al lavoro...o forse dovrei dire parco dei divertimenti?

Non passa giorno che questi non se combinino una tra di loro.

 

 

Nota autore: Dopo aver lasciato la parola a moi.

No, scherzo...non credevo che fosse venuta fuori una ff del genere, premetto che le storie non sono di invenzione mia, ma sono fatti veri e propri.

Chissà se sono successi davvero o be' se così non fosse...qualcuno doveva portarli sappiamo dove...non faccio nomi.

Cmq Rog e il suo assistente appartengono così come le loro storie a loro stessi, senza scopi di lucro ma solo per puro sadico divertimento.

Be' adesso ci sono...purtroppo se mi capitasse di non esserci più...pazienza. Prima o poi riuscirò a tornare.

 

A presto, P.


 

  
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