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Autore: Mameofan    24/04/2012    1 recensioni
Protagoniste di questa nuova long sono Vittoria, una tennista di successo e la sua fidanzata di lunga data Elena.
Il racconto inizia con la conquista da parte di Vittoria del 10° torneo dello slam. Questo traguardo porterà la tennista ad un bivio in cui dovrà affrontare tutte le sue paure per non perdere l'amore di Elena. Ma le difficoltà non si fermaranno di certo qui.
AVVISO: non mi sono dimenticata. Prima o poi posterò questa storia! Abbiate fede!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ok sono tornata. Mi sono stufata di leggere e basta. Ho in testa questa storia da un po' ma mai il tempo di scrivere. Premetto che sarà difficile che aggiorni così velocemente come la serie precedente ma cercherò di non far passare tanto tempo tra un capitolo all'altro. Ah, un ultimo avveritimento: questo primo capitolo è scritto in terza persona ma resterà isolato. Spero che vi soddisfi. Alla prossima.



Il dritto lungolinea e la pallina che batte esattamente all’incrocio delle righe.
Lo stadio che esplode.
Una ragazza con le braccia al cielo cade sulle ginocchia lanciando un grido di gioia.
Dall’altra parte della rete, la sua avversaria china la testa sconfitta.
Cambia da qui, da questo momento magico, la vita di Vittoria Galenda, la nuova numero uno delle classifiche WTA del tennis mondiale.
Un paio di lacrime di commozione scendono impercettibili dal suo viso mischiandosi al sudore mentre con una leggera corsa raggiunge la sua avversaria per stringerle la mano.
Ha vinto. Ha vinto con tanto merito demolendo ad ogni incontro l’avversaria di turno senza mai lasciarle neanche per un solo secondo, la sensazione di potercela fare.
Un saluto all’arbitro di sedia e poi ancora quelle braccia al cielo per godersi ogni singolo istante di quel risultato tanto inseguito, figlio di lunghe giornate passate ad allenarsi, a stringere i denti.. a scolpire come pietra il suo fisico per la battaglia.
Applausi. Applausi. Ancora applausi.
E poi finalmente un sorriso, il primo di quelle due settimane e lo sguardo che corre veloce verso il suo angolo dove ci sono le persone che l’hanno aiutata ad arrivare fin qui.
E passa solo un secondo prima che quella terra rossa torni a essere macinata sotto i suoi piedi per una corsa a perdifiato verso di loro.
Vittoria scavalca con abilità le barriere fino a raggiungerli ed abbracciarli uno a uno. Una più di tutti.
Ma nessuno fa caso a quell’abbraccio troppo intimo perché la confusione copre qualsiasi cosa. Perché è troppa la gioia per l’impresa appena compiuta.
E’ arrivato il momento della premiazione e Vittoria ritorna sul campo ritornando alla sua panchina.
Un sorso d’acqua, una bustina di sali ed il cambio di maglietta che fa letteralmente andare in visibilio il pubblico maschile. Un po’ meno la lei del suo angolo.
Ancora qualche minuto per guardarsi attorno, per cominciare a realizzare che il difficile è diventato fattibile e che ora quel fattibile è la realtà.
Sul palco appena montato la sua avversaria riceve il premio di consolazione ammettendo subito la netta superiorità di Vittoria.
“… she is very strong. Today is unplayable.”
Sul viso dell’italiana appare un sorriso genuino. Non succede tutti i giorni nello sport che un tuo avversario ammetta in modo così palese la sconfitta, men che meno da una come Petra Glitkova.
Arriva il suo turno. Vittoria sale sul palco e si gira applaudendo la sua gente, quella che per essere qui ha fatto migliaia di km solo per vederla giocare. E vincere.
Riceve il premio con le mani tremanti, prima di portarlo all’altezza delle sue labbra per sentirlo.. gustarlo e poi su, in alto nel cielo per mostrare al mondo tutta la sua forza.
Ne ha alzati già altri nove di quei trofei ma le emozioni sono sempre le stesse, la medesima fottuta sensazione di invincibilità.
Questi sono i momenti per cui ha vissuto finora, per cui ha rinunciato alle “cose delle adolescenti” per passare il tempo fra quei macchinari infernali della palestra del circolo.
Perchè se voleva arrivare li, doveva accrescere i muscoli e spingerli oltre il loro limite, li dove nessuna tennista si era mai spinta.
Senza dimenticare le ore sul campo a provare e riprovare milioni di volte prima il dritto, poi il rovescio, il servizio. E poi ricominciare di nuovo tutto da capo.
In quegli anni tutti quei sacrifici si stavano rapidamente ripagando trofeo dopo trofeo.
Ancora un sorriso, uno di quelli fanciulleschi mentre i fotografi scattano in continuazione foto ad ogni suo singolo gesto.
E poi arriva l’intervista e finalmente quei pensieri possono diventare parole.
- Vittoria come ti senti?-
Lei sorride ancora prima di rispondere:
- Wow. Mi sento wow direi. E’ qualcosa di magnifico essere qui in questo campo meraviglioso e tenere stretto questo trofeo per la quarta volta consecutiva. Ancora non riesco a crederci..-
- E’ il decimo slam della tua carriera e sei ancora giovane.. di questo passo il record di 24 slam in singolare vinti di Margaret Court non sembra così impossibile.-
- Non mi interessano ne i record ne i numeri. Tutto quello che so è che da martedì lavorerò sodo per prepararmi al meglio per la stagione sull’erba che si chiuderà con Wimbledon. E prima che mi dimentichi volevo ringraziare Petra per le belle parole. E’ una degna avversaria.-
- Senti… a chi vuoi dedicare questa vittoria?-
- Alla mia famiglia e alle persone che siedono nel mio angolo perché senza il loro aiuto non sarei qui. Grazie di cuore.-
-Ah- aggiunge subito dopo – naturalmente anche a me stessa.- risponde sicura ritrovando quel po’ di arroganza e egocentrismo tipo del suo carattere.
Vittoria si allontana. L’intervista è durata anche fin troppo per suoi gusti, proprio lei che alle parole preferisce esclusivamente i fatti.
I fotografi scattano ancora qualche foto mentre ritira le sue cose nella borsa ed esce dal campo Philippe-Chatrier fra gli applausi.
Ora è sola mentre percorre quei corridoi che la porteranno negli spogliatoi per la meritata doccia.
Petra, la sua avversaria, è li con lei e per fortuna dell’italiana non ha nessuna intenzione di spiccicare parola.
La fuori si sono portate grande rispetto come vuole il protocollo ma la loro rivalità è molto accesa e non finirà di certo oggi.
La russa si cambia velocemente mentre Vittoria rimane in contemplazione del trofeo. Lo sa benissimo che fra poco, dopo le foto di rito e tutte quelle cazzate pubblicitarie dovrà lasciarlo qui un’altra volta.
Le sue dita lo accarezzano dolcemente come ad imprimere quella sensazione per sempre. Farà male andarsene senza di lui nella borsa ma tornerà per coccolarselo ancora il prossimo anno.
Vittoria non ha lavorato così duro per accontentarsi di così pochi slam. O no.. nel suo vocabolario quella parola neanche esiste.
Ora che è la numero 1 al mondo non si lascerà frenare da niente e da nessuno. Se prima si allenava 10 ore al giorno, queste diventeranno 11 fino ad arrivare ad essere perfetta, fino a diventare la numero uno di tutti i tempi. Riscrivere la storia di questo sport, questo si che c’è nel suo vocabolario.
La ragazza posa il trofeo sul tavolo di fronte a lei mentre inizia a svestirsi per la meritata doccia.
E’ solo con l’intimo addosso quando bussano alla porta.
- Chi è?-
- Vic sono io, apri.- le risponde una voce famigliare dall’altra parte.
- Un attimo-
Vittoria si toglie l’intimo rimanendo nuda e coprendosi con un asciugamano solo la vita. L’aveva sempre trovato sexy per una donna portare in quel modo così maschile quel pezzo di stoffa.
Apre la porta ed una ragazza bionda non più alta di un metro e 60 entra in quella stanza avvinghiandosi immediatamente al suo collo.
- No..aspetta- reagisce allontanandola e chiudendo finalmente la porta.
- Amore hai vinto. Di nuovo!- esclama la ragazza battendo le mani emozionata, senza lasciarsi condizionare dalla freddezza della compagna. Ormai è una scena che si ripete tutte le volte.
- Ele abbassa la voce, cristo!- le urla fra i denti fermando le sue mani – Quante volte ti ho detto di… controllarti!-
- Sono troppo emozionata – le risponde Elena non perdendo il sorriso – e tanto tanto orgogliosa di te-
Elena le prende la mano stringendola forte fra le sue mentre Vittoria sembra abbandonarsi a quella dolce carezza.
La tennista si riscuote togliendo la mano e ritornando vicino alla sua borsa preparandosi per la doccia.
- Come hai fatto ad entrare?-
- Come tutte le altre volte- le risponde facendole l’occhiolino.
Vittoria sospira accennando finalmente un piccolo sorriso e poi girandosi dando così le spalle alla compagna.
- Va bene...resta-
- Grazie Vic!- le risponde Elena avvicinandosi alle spalle e circondando la vita dell’altra ragazza con le sue braccia.
- Ele…-
- Lo so, niente gesti inopportuni fuori dalle nostre quattro mura ma è un’occasione speciale oggi… Tesoro hai vinto il tuo decimo slam! E ne vincerai ancora tantissimi!-
La ragazza bacia la spalla nuda della fidanzata lasciando la presa, senza smettere di parlare:
- … e sai la cosa bella? In Italia, in tv ed in radio e sul web di tutto il mondo non si fa altro che parlare di te e del tuo 6-0, 6-1 con cui hai demolito quella Petra…-
- Ele-
- …molti dicono che dovresti iscriverti al torneo maschile e sono certa che vinceresti anche li…-
- Tesoro-
- …altro che Nadal, Djokovic ecc ecc faresti il sedere anche a loro…-
Dopo due tentativi andati miseramente a vuoto per fermare il monologo della sua ragazza, Vittoria era dovuta ricorrere all’unico modo infallibile che fermasse quello sproloquio.
Le sue labbra si erano inesorabilmente appiccicate a quelle di Elena e, anche a risultato raggiunto, non volevano saperne di staccarsi.
- Non avevi appena detto niente gesti inopportuni?- sussurra Elena sorridendo, ancora con gli occhi chiusi quando il tornare a respirare era diventato necessario.
- Si ma questo è l’unico modo che conosco per farti zittire quando parti in quarta con i tuoi ragionamenti.-
- Allora non mi ascoltavi!- le risponde fintamente offesa la compagna allontanandosi da lei.
- Certo che no!- ironizza Vittoria facendole una carezza.
Elena sospira pesantemente accomodandosi su una panca dello spogliatoio mentre con lo sguardo segue i movimenti della fidanzata sotto la doccia.
Passata un po’ l’euforia  sanno entrambe che da un momento all’altro Elena riaprirà quel cassetto.
Vittoria ha talmente paura di ritoccare quel discorso che neanche il getto di acqua bollente riesce a farla rilassare.
La conosce fin troppo bene la sua fidanzata e non perderà altro tempo nel metterla alle strette.
Ma cosa può fare? Non è ancora pronta, onestamente forse non lo sarà mai ma non può vivere senza di lei ed il suo amore.
Ma perché era così dannatamente brava a colpire una pallina? Chi lo sarebbe aspettato che a distanza di soli tre anni dal primo trionfo  e dalla promessa ne avrebbe vinto altri 9 di slam..
Eppure quando le ha chiesto di accantonarlo fino a quel traguardo pensava di avere molto più tempo. Sospira cercando di inutilmente di tranquillizzarsi.
Doveva cercare ancora di rimandare, ancora un altro giorno almeno.
Vittoria esce dalla doccia lanciando uno sguardo verso Elena che si sta torturando le mani dal nervosismo. Dannazione.
- Vic- sussurra Elena abbassando le sguardo per trovare le parole giuste.
- So cosa mi vuoi dire- le risponde immediatamente Vittoria cominciando a rivestirsi.- parleremo ma possiamo rimandare a domani?-
- Perché?-
- Perché non mi sembra il luogo adatto per parlarne. Soprattutto adesso che mi stanno aspettando in sala stampa-
- Ti do ragione… ma perdi un solo secondo per dirmi se manterrai la tua promessa o no.-
- Non è così semplice..-
- Non è così semplice?- le risponde di rimando Elena alzando la voce sconvolta-
- Elena ti prego non urlare…-
- Ora capisco. Visto? Abbiamo risolto immediatamente: non hai nessuna intenzione di mantenere la promessa che mi hai fatto due anni e mezzo fa.. la tua unica preoccupazione è non perdere nulla. Beh, ti risparmio la fatica. Me ne vado.-
  
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