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Autore: Edellweiss    24/04/2012    3 recensioni
“Sembrava quasi scocciato, pensieroso, come se il baciarla non fosse un modo divertente per passare il tempo, ma quasi una commissione da portare a termine di mala voglia, come quelle che la mamma ti obbliga a fare. Pansy non ne capiva il perché.”
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Pansy
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Era stata scritta orginariamente per il contest " Vecchio e usato!" 


Gocce di polvere

 

Era quasi doloroso poterlo baciare solo dentro quel triste armadio delle scope, sporco e decisamente poco romantico; ma non poteva farci niente, era uno dei pochi posti isolati dove Gazza passava raramente e poi infondo non le dispiaceva, anzi, tra i loro nascondigli forse quello era il suo preferito, soprattutto per il poco spazio, che li costringeva ad una maggiore vicinanza. Ansimò per qualche secondo vicino alle sue labbra prima che lui si degnasse di riprendere il pomiciamento.

Sembrava quasi scocciato, pensieroso, come se il baciarla non fosse un modo divertente per passare il tempo, ma quasi una commissione da portare a termine di mala voglia, come quelle che la mamma ti obbliga a fare. Pansy non ne capiva il perché.

Erano entrambi leggermente sudati, i pochi metri quadrati uniti a continui sfregamenti, due fuochi accesi magicamente per illuminare e le divise pesanti non aiutavano affatto; Già i loro incontri duravano poco e per non dare nell’occhio cercavano sempre di portare con loro qualche libro, e quelle divise intralciavano sempre tutto; se per Pansy era un sollievo, portare abiti tanto pesanti da rendere difficile al ragazzo toccarla, per Draco corrispondeva ad un'altra frustrazione.

<< Per oggi basta ..  Mi hai fatto male dannazione! >>, Bisbigliò Malfoy, cercando di riprendere fiato, sentiva la bocca terribilmente asciutta. Le sue mani, che fino a poco prima avevano cercato di sfiorare il sedere della ragazza – senza riuscirci, perché lei si era prontamente lamentata, arrivando anche ha mordergli la lingua – l’avevano abbandonata immediatamente e ora erano davanti alla bocca di Draco che le sventolava nel tentativo di trovare sollievo al bruciore.

Pansy arrossì imbarazzata, <<  .. Scusami, e che … è …  insomma, mi vergogno .. >>, riuscì a dire solo quelle poche parole anche piuttosto confuse, un po’ per il respiro ancora non del tutto regolare, un po’ per l’ansia che la vicinanza del ragazzo le provocava.

Lui sembrava infastidito, e continuava a parlare tra sé  e sé  ignorando la presenza della ragazza che lo osservava affranta, delusa da se stessa.

<< Posso fare qualcosa? >>, domandò la ragazza incerta, le era venuto naturale morderlo, una reazione prettamente istintiva scattata non appena aveva sentito le sue dita scendere più del dovuto, non ci aveva neppure riflettuto, se n’era accorta dopo del danno commesso.

<< No, ma facciamo così, non ci vediamo più okay?  Ormai è diventato noioso … >>, sputò, senza pietà, si vedeva che era arrabbiato, furente, per essere stato rifiutato, e non era neppure la prima volta.

<< NO! >>, strillò Pansy, istericamente, << Farò tutto ciò che vuoi, chiedimi ciò che vuoi! >>, era disperata e confusa, tanto da inginocchiarsi davanti a Malfoy e tentare di slacciargli i pantaloni.

<<  … Non dire sciocchezze, se non ti sei lasciata neppure sfiorare fino ad ora! >>, sbottò Draco, allontanando le mani affusolate della ragazza– nonostante gli sarebbe piaciuto, oh se gli sarebbe piaciuto sentire le sue dita e la sua bocca sfiorarlo, ma non voleva che lei lo considerasse una costrizione. O lo voleva anche lei o niente.

Pansy non rispose, restò ferma a pensare al da farsi, con le dita a mezz’aria, dopo che Draco gliele aveva scacciate dalla cintura dei suoi pantaloni.

Non era amore quello che provava per il ragazzo, piuttosto un’ammirazione innaturale per la sua persona e anche dell’attrazione fisica.

Era stata proprio lei in fondo a iniziare con i baci, per gioco, per curiosità e divertimento. La prima volta che l’aveva avvicinato in modo più intimo era stato davanti al lago nero, quando si erano trovati, per puro caso, da soli. Pansy ne aveva approfittato per schioccarli un bacio a stampo e a lui non era dispiaciuto. C’ era complicità, e visto che a nessuno dei due interessava qualcun’altro tanto valeva intrattenersi fra loro.

Pronunciò a bassa voce un incantesimo e  le fiamme dai colori caldi si spensero con un brezza uscita dal nulla.

Si alzò in piedi e asciugò con il palmo delle mani le piccole lacrime che erano fuoriuscite, era pudica, questo sì, ma non aveva proprio voglia di rinunciare al suo svago migliore. Si tolse il maglione, rimanendo con la camicia bianca e cominciò a sbottonarsi pure quella, fino a rimanere col reggiseno, di colore rosso. Quando quella mattina aveva messo quell’intimo dal colore improponibile non aveva neppure lontanamente pensato che qualcuno lo avrebbe visto, ora, a pensaci bene, si vergognava più della presentazione … Poco sensuale che dell’essere mezza nuda davanti a lui.

Si avvicinò a lui – che la fissava a dir poco sbalordito, incredulo, ma con gli occhi azzurri e lucidi, pieni di desiderio, così tanto da notarlo anche nell’oscurità.

Draco aveva fatto tanti sogni di natura sessuale, e alcuni di questi avevano avuto come protagonista proprio Pansy, certo nei sogni tutto era molto più erotico e coinvolgente, il corpo delle ragazze più appetibile ma la realtà infondo non gli dispiaceva. La ragazza lo afferrò per i capelli, morbidi e lucenti, e gli mordicchiò le labbra incerta, tentava di ripetere alcune mosse lette nei libri o viste nei film, non sapeva bene cosa poteva davvero eccitarlo.

Il ragazzo però sembrò apprezzare, e portò immediatamente le mani sul seno di lei, se non fosse stato per il suo orgoglio avrebbe urlato dalla felicità nel sentirle sotto le sue dita, piccole, tonde e morbide, proprio come se le era immaginate. Lei trasalì, impacciata, nervosa, bloccandosi completamente. Era una cosa così .. sporca, impudica.

<< Rilassati … >>, le sussurrò un Draco eccitato, così tanto da parlare con un grosso groppo alla gola.

Pansy allora sospirò pesantemente, felice che il ragazzo apprezzasse quando una sua mano  si intrufolò sotto la sua gonna, sfiorandole l’interno coscia sopra i collant neri.

Da lì in poi la sua mente non fu più in grado di fare un pensiero che non comprendesse Draco e le sue mani tentatrici sul suo corpo.

 

 

Draco poggiò La gazzetta del profeta sul tavolino della sala grande dei Serpeverde, non c’era nessuna notizia di grande rilevanza, solo le deliranti parole di Cornelius Caramell sulla certezza che Lord Voldemort non era tornato in vita – sciocchezze inutili, effettivamente non sapeva neanche perché era ancora abbonato a quel giornale.

Lanciò un occhiata alle gambe  della ragazza seduta di fronte a lui, che chiacchierava come se niente fosse con una sua compagna-  valerie gli sembrava di ricordare che si chiamasse - come se non sentisse il suo sguardo ardente su di lei.

Non era la prima volta che la guardava di sottecchi, era capitato tante volte, e tutte quante lei era immancabilmente fatto finta di nulla, ci teneva alla sua reputazione da prefetto gelido e non avrebbe permesso a lui di rovinargliela, di farla apparire debole.

Quando però Valerie sparì per una lezione supplementare di pozioni, e lei si ritrovò sola con lo sguardo penetrante di Draco le risultò difficile rimanere sulle sue, perché troppe emozioni e ricordi le riportavano alla mente quegl’occhi densi di desiderio.

Arrossì, come aveva fatto mille volte in quello stanzino delle scope.

E Draco ghignò, ripensando a quanto anche il suo pudore fosse incredibilmente sensuale.

 

 

   
 
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