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Autore: _Arse_    24/04/2012    0 recensioni
"Ora,in mezzo a tutto quel cemento,a quelle statue che si muovevano senza guardarsi intorno,impassibili,Sarah si sentiva un'estranea."
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarah camminava a passo lento per le vie della città,abbassando lo sguardo quando incrociava quello altrui. 
I rumori della metropoli si mischiavano agli ultimi raggi di sole che scomparivano all'orizzonte.
Un orizzonte che Sarah non riusciva a vedere a causa dei grandi grattacieli che coprivano la visuale.
Aveva sempre odiato le grandi città. Troppo caos,troppa gente e sopratutto troppe chiacchere. Disprezzava i pettegolezzi,quelle dicerie varie che la gente si divertiva a deformare secondo i propri comodi e vantaggi.Nel paesino in cui viveva si respirava aria,non bugie. Nel paesino in cui viveva tutti si conoscevano e si salutavano quando s'incontravano per strada,la domenica mattina ci si trovava in cima alla collina a pranzare insieme,si rideva,si scherzava...
Ora,in mezzo a tutto quel cemento,a quelle statue che si muovevano senza guardarsi intorno,impassibili,Sarah si sentiva un'estranea.
Continuava a camminare imperterrita sobbalzando sommessamente al suono dei clacson e delle urla che le giungevano alle orecchie,proprio in quei rari momenti in cui il suo udito riposava un po' e si dimenticava del caos generale.Ogni due passi sentiva le gambe cederle e suggerirle,anzi,urlarle di scappare da lì e tornare a casa.
Ma lei non poteva. Non voleva. Doveva trovare la sua migliore amica. L'unica persona al mondo che la faceva sentire importante,la sua fonte di felicità.
E,non ne aveva mai dubitato,una volta trovata l'avrebbe seguita in capo al mondo,solo per stare con lei,per ridere con lei. 
Perchè,quando tutti le avevano voltato le spalle,disprezzandola,lei era rimasta. 
L'aveva fatta sentire una persona come tante,facendole quasi dimenticare di essere una figlia della luna. Un licantropo.
Persa in quei pensieri sinceri,si ritrovò a sbattere contro qualcosa di duro e freddo. Fece un balzo indietro,digrignando i denti e sentendo le pupille assottigliarsi prendendo la forma di due spilli blu appuntiti.Ringhiò irritata alla vista del palo che le si era parato davanti,o meglio,a cui lei era andata incontro.
Si avventò contro il palo cercando di affondare i denti affilati nel ferro. L'urlo di una voce infantile la fece staccare di colpo,si guardò freneticamente intorno,le pupille di nuovo dilatate,umane.Vide un bimbo che la fissava,un piccolo sorriso allegro dipinto sulle labbra.La madre lo afferrò per la mano lanciandole sguardi di fuoco,e passò oltre iniziando a rimproverare il figlio di non urlare quando vedeva gente come lei per strada. Sentì una morsa allo stomaco,l'enorme senso di vuoto era tornato a farle visita,come sempre.Riprese a camminare senza prestare la minima attenzione agli sguardi stupiti della folla,che sembrava essersi svegliata da un'ipnosi. S'infilò le mani alle tasche del giubbotto portandosi il cappuccio alla testa. Meno dava nell'occhio,meno gente rischiava la vita. 
Si fermò in un vicolo cieco,mettendosi a sedere sull'asfalto e posando la schiena sul sudicio muro grigio che costituiva una delle pareti che sorreggevano un vecchio negozio di fiori chiuso da un secolo e mezzo. La luna era già alta nel cielo,una grande palla bianca.
La luna piena.
  
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