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Autore: namedemme    24/04/2012    1 recensioni
Un mezzelfo e un'elfa si incontreranno e man mano scopriranno di amarsi, ma dovranno andare contro i pregiudizi dei loro popoli...
Un amore impossibile nel Mondo Emerso, cinquant'anni prima della battaglia d'Inverno.
5° classificata al contest "You And I Contest – Di Coppie, Vendette, Intrighi e Tradimenti. Ma anche no." nel gruppo "long"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
«Vieni con me, ti prego...»
«Lo vorrei tanto, ma mio padre sarà adirato quano lo scoprirà».
Una lacrima gli scese lungo una guancia.
Sbattè rapidamente le ciglia, si sentiva umiliato quando piangeva in
pubblico, anche se si trattava di una persona sola.
Non una persona qualsiasi, ma Lei.
Immerse una mano nelle acque del Saar, che
l'avvolsero donandogli una piacevole sensazione.
Lei lo osservava con i suoi magnifici occhi viola, che lui tanto amava.
«Non capisci... Seferdi è lontana da qui, si trova nella Terra dei Giorni,
dovresti saperlo, tuo padre non riuscirà mai a trovarti, te lo posso garantire.
La mia gente non ama particolarmente i matrimoni misti, ma con
te sarà diverso, dopotutto sei quasi una di noi», le disse con un sorriso mesto.
Qualcosa si accese nel volto della ragazza.
«In voi scorre parte del sangue del mio popolo», sussurrò, e nel suo
tono di voce c'era qualcosa che sapeva di rancore, ed era aspro.
Lui abbassò lo sguardo.
Lei si alzò in piedi, mettendo in mostra il corpo snello e slanciato tipico della
sua razza, i fianchi minuti, la pelle chiara.
I capelli verdi, legati in una lunga e morbida treccia, cadevano flessuosi
sulla sua schiena. Sulla testa spuntavano un paio di orecchie appuntite.
"Come le mie" si sorprese a pensare il ragazzo.
«Ora devo andare, ma saprò dirti, te lo prometto amore mio».
Lo baciò, un bacio dolce ma svelto, a fior di labbra, e si allontanò in fretta.
Lui rimase sorpreso; pochi secondi dopo si rialzò e si rimise l'armatura
che aveva appoggiato su
un tronco lì vicino.
Si avvicinò a Soraya, il suo drago, un grosso esemplare verde con sfumature marroncine sul dorso.
Le accarezzò il muso, sentiva distintamente le sue squame sul palmo della mano.
Lei si girò e sbuffò, fissandolo con i suoi occhi che parevano due braci ardenti.
«Forza piccola, dobbiamo andare», le bisbigliò dolcemente.
Con agilità le saltò in groppa, e spiccò il volo.
«Verso Makrat», le disse.
Nell'aria si sentiva solo il lieve rumore prodotto dalle ali di Soraya,

mentre il suo corpo immenso sorvolava il fiume che divideva le Terre Ignote dal Mondo Emerso.
E ben presto il buio li inghiottì.
   
 
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