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Autore: MangakA_BakA    24/04/2012    7 recensioni
"allora?" mi chiede, appoggiando la schiena alla porta chiusa.
Immagino di non potergli rispondere "è stato il bacio più dannatamente eccitante e meraviglioso della mia vita…"
DALL'ULTIMO CAPITOLO:
« Io.. Rimarrò completamente nudo di questo passo, lo capisci? Scoperto.. » mormoro, e probabilmente da un punto di vista esterno devo sembrare un malato di mente con manie di persecuzione, per il tono leggermente febbrile che ho usato, ma so che lui -solo lui- riuscirà a capire cosa voglio dire. « Sto cercando.. Sto solo cercando di non perdere anche gli ultimi pezzi che mi rimangono.. »
La sua mano allenta la stretta sulla mia spalla, scivolando piano fino al collo e prendendo ad accarezzarmi dolcemente.
« Perché non puoi lasciarli andare..? Smettila di aggrappartici così ossessivamente, se dovessi… se dovessi rimanere nudo, è troppo arrogante da parte mia sperare di riuscire a coprirti, a tenerti in piedi? »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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CHAPTER 20                      

 

Citofonare o non citofonare? Questo è il dilemma, alla faccia di Amleto. Ieri ho provato a chiamare Gio’ circa 15 volte: alle prime 6 non ha risposto, le 5 successive le ha rifiutate, ed infine ha spento il cellulare. Questa storia mi sta facendo impazzire, davvero. Mi sto trasformando in una ameba senza palle ogni giorno di più, e non so neanche bene cosa fare per impedirlo. Stanotte sono rimasto sveglio fino alle 6 del mattino a rimuginare su cosa avrei dovuto dire a Giovanni, e adesso sono stanco morto e ho due occhiaie che mi arrivano alle ginocchia. Probabilmente mi sarei risparmiato tutto questo, se fossi stato un po’ meno coglione sin dall’inizio, ma a quanto pare l’idiozia è diventata il mio nuovo stile di vita, e sembra che la cosa sia inevitabile. Prendo un lungo, profondo sospiro, e alla fine mi decido a premere quel dannato pulsante. Sono talmente in ansia che mi trovo quasi a sperare che in casa non ci sia nessuno, ma poi qualcuno risponde al citofono, ed ogni eventuale piano di fuga viene immediatamente accantonato.

Ovviamente non è Il Maledetto, a rispondere, ma sua madre.

<< Ehm… ciao Carla, sono Luca… C’è Giovanni?>>

<< Oh ciao Luca, quanto tempo! Mi dispiace, ma Gio’ è uscito… vuoi salire ad aspettarlo? >>

Mi si mozza il fiato. << No, non ti preoccupare, lo aspetto qui…. >> Dannazione. E chi mi assicura che prima che lui torni il coraggio accumulato non vada gioiosamente a farsi fottere e io fugga a gambe levate verso casa mia? Prego mentalmente che non stia fuori tanto.

Ovviamente passano due ore ed una stradannata alluvione, prima che il principino si degno di portare il suo statuario fondoschiena a casa. Quando arriva, io non sento più il mio, di fondoschiena, che probabilmente ha preso la forma del gradino davanti al portone di casa sua e di attraente non ha più nulla.

Non è un momento romantico. Io sono bagnato fradicio e con un’aria da cane bastonato che la metà basta, e lui, appena mi vede, si ferma in mezzo al marciapiede a due metri di distanza da me, irrigidendosi.

<< Cosa ci fai qui? >>

Abbasso lo sguardo sui miei piedi, iniziando a torturarmi le dita. Non so cosa dire. Le parole si bloccano in gola e non vogliono saperne di uscire. Sembrano tutte così sbagliate. Quali sono quelle giuste?

<< Ti devo… Devo parlarti. >> dico alla fine, mordendomi il labbro.

Lui si limita a fissarmi senza fare nulla. Il suo sguardo è freddo, gelido.  << Mi pareva che avessimo finito le cose da dirci ieri sera, no? >>

<< Ho lasciato Chiara. >> è la mia unica risposta. Mi ero preparato mille discorsi complicati e romantici che l’avrebbero fatto cadere ai miei piedi, ma in questo momento li ho dimenticati tutti. Probabilmente i miei neuroni hanno mollato il colpo e hanno deciso che qui non avevano nulla da fare. Non potrei condannarli. Cerco di tirare fuori le parole, per quanto sia difficile. << Le ho detto… Che non sono innamorato di lei, e che sto facendo soffrire una persona… Una persona troppo importante, per poterla perdere. >>

Un angolo della sua bocca si alza in un sorriso sarcastico. << Ma dai? Pensa, mi sembra proprio di averti già sentito dire qualcosa del genere, un paio di volte… Fortuna che ormai mi sono abituato alle tue cazzate. >>

Mi alzo e lo raggiungo, nonostante il mio sedere sia ormai completamente anestetizzato e le mie gambe continuino a formicolare come non mai. Cammino come un deficiente, visto che non sento più i piedi, ma alla fine riesco ad arrivare ad un passo da lui. Ho bisogno che mi perdoni. Ho bisogno che continui ad amarmi. Ho bisogno che mi baci. Ho bisogno di lui.

<< Gio’, ti prego… Ti prego, cerca di capire… >> il mio tono suona più disperato del voluto, e mi sento terribilmente patetico.

<< Capire cosa?? >> sibila, socchiudendo gli occhi. << Mi sono stancato di cercare di capire che cazzo ti passa per la testa, di cercare di capire quali sono i tuoi stramaledetti sentimenti, quando non lo sai neanche tu.. >>

<< Ho solo.. >> Ha ragione. Ha schifosamente ragione, ma non posso lasciarlo andare adesso. << Ho avuto paura. Sei un ragazzo, e sei il mio migliore amico, non è… facile.. >>

<< E credi che per me invece lo sia? Solo perché ho deciso di affrontare la cosa, invece di continuare a scappare come un imbecille? Sai, non l’ho scoperto alla nascita, di essere finocchio.. >>

Gli appoggio una mano sul collo. Sono fradicio e  lui è incazzato nero, ma non si sposta al contatto.

<< Gio’, se sono qui è perché  non voglio più scappare.. >> Lui mi guarda per un momento, e i suoi occhi mi trapassano da parte a parte. Darei qualsiasi cosa per questi occhi. << Se.. se è per te che devo farlo, lo farò. So di essere una maledetta testa di cazzo, e forse ormai mi odierai, ma… vorrei che mi dessi un’altra possibilità. Io.. ho bisogno di te. Di te e basta. >>

Vedo il gelo nei suoi occhi sciogliersi completamente, e finalmente arriva il momento. Il Momento Romantico che volevo. Mi piego su di lui, e faccio scontrare le nostre labbra in un bacio bagnaticcio e breve. Le sue labbra sono morbide, sanno di Giovanni. È semplicemente perfetto. Quando ci stacchiamo mi guarda negli occhi, con il viso arrossato. <<  Perché devi essere sempre così idiota? >> mi chiede, avvicinandosi ancora di un passo.  << Perché mi hai fatto aspettare così tanto…? >>

Sorrido e gli asciugo le lacrime che hanno iniziato a scendere dai suoi occhi. << Perché sono un idiota… >> sussurro, baciandolo di nuovo.

 

 

 

Buonaseraaaaaaaa! Visto che brava? Visto che brava? 3 giorni! L’ispirazione è tornata signore e signori! Woooh! Gioia e gaudio! Questo capitolo in verità non mi convince tantissimo, però non saprei scriverlo in altro modo, quindi alla fine ho deciso di lasciarlo così. E comunque sono certa che lo apprezzerete anche solo per la sdolcinatezza dei due idioti. Ammettetelo, è solo quello che vi interessa.. ahhahaahah

Tutta questa fluffosità mi sta uccidendo. Ho un po’ di mal di pancia. Davvero. Brutta faccenda.

 

Come sempre ringrazio tutte quelle donne fantastiche che mi hanno recensita e anche chi ha semplicemente letto questa cosa.

In particolare però vorrei ringraziare rose07 perchè è da quando ho pubblicato ‘sta storia che continua a recensirla: non so come fai ad avere ancora voglia di farlo, ma GRAZIE! Ahahahah

 

A presto mie care! A presto!

Un bacio

Ale

   
 
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