Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Bloody Alice    24/04/2012    5 recensioni
[Questa fanfiction si è classificata prima al contest "Have you said crack?" di Hanii e Albicocca]
[CrackPairing numero 2 - HarunaxNagumo] [A Niki-san]
"Nagumo Haruya detestava le foto. Le aveva sempre odiate, non le sopportava.
Il motivo principale era Maki, che si divertiva a scattare fotografie a destra e a manca ogni due per tre e senza un motivo apparente."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: E magari …
Genere: Sentimentale, Comico
Avvertimenti: Shonen-ai, OOC, OneShot
CrackPairing: Numero 2 - HaruyaxHaruna
Parole: 1.475 secondo Word :DD Tanto so che spara numeri alla cavolo :DD
Note: Ma che cazz--  … ehm … Buona lettura, cari 

Posso dedicarla o mi lanciate contro una pirofila?
Vabbè, io dedico comunque.
A Niki, perchè ...
Perchè. Perchè è Niki-senpai, accidenti.
E poi perchè le voglio un mondo di bene anche se non l'ho mai conosciuta di persona.
Sento che mi lincerà dopo aver letto questa fic.
Se mai lo farà, ovviamente.
Ahahahah.

 





E magari  

Nagumo Haruya detestava le foto. Le aveva sempre odiate, non le sopportava.
Il motivo principale era Maki, che si divertiva a scattare fotografie a destra e a manca ogni due per tre e senza un motivo apparente.
Forse poteva risultare, almeno a prima vista, un hobby innocente. Sì, certo.
Aveva creato un intero album dedicato alle foto che scattava di nascosto a Hiroto e Midorikawa, mentre … Insomma, era violazione della privacy, quella, non una passione!
Suzuno più volte aveva detto che Maki sarebbe potuta divenire una fantastica stalker. Così Haruya aveva iniziato a tendere le orecchie in ogni momento, e aveva iniziato a provare odio profondo nei confronti del “click” prodotto da quella macchinetta infernale -come la chiamava lui- che Maquia portava costantemente al collo.
Così, quando Nagumo Haruya incontrò Haruna Otonashi la prima volta, l’impressione non fu delle migliori.
La causa?
Una Canon professionale al collo della ragazza.  Rabbrividì più volte, prima di fare –come avrebbe detto Ryuuji - buon viso a cattivo gioco, fingendo che la sorella di Yuuto le andasse a genio, principalmente per non ritrovarsi il fratello maggiore contro. Cosa da evitare, sicuramente. Dal canto suo, Haruna sembrava del tutto disinteressata all’idea di legare con lui. Poi, un giorno, con quella Canon professionale a tracolla e i suoi inseparabili occhiali con montatura rosso fragola, si avvicinò al ragazzo-tulipano e gli parlò.
“Nagumo-kun” esordì timidamente “sto facendo un album con tutti i componenti della Inazuma Japan e dei Fire Dragons. Posso …?”
“No” disse lui schietto, prima che la Otonashi potesse porre la sua domanda.
“A-Ah …” aveva sussurrato poi, non senza nascondere la sua delusione “Fa niente” sorrise comunque delusa, e se ne andò.
Nagumo Haruya detestava le foto. Le aveva sempre odiate, non le sopportava. E la situazione non sarebbe sicuramente cambiata solo grazie a una ragazzina.
 
Nagumo Haruya detestava il colore blu. Lo aveva sempre odiato.
Il motivo principale era la causa della morte dei suoi genitori. Lui era stato ospitato a casa di amici, mentre i suoi erano in crociera sull’Oceano Atlantico.
Una sera, al telegiornale, tra i fatti di cronaca nera, appariva il loro nome, tra i deceduti in seguito al naufragio della nave.
Il mare, quell’immensa distesa blu, aveva inghiottito la sua famiglia.
Così, quando Nagumo Haruya osservava Haruna Otonashi, cercando di trovarci qualcosa che potesse davvero andargli a genio, rimaneva a guardare i suoi capelli.
Erano ondulati, corti … erano blu. I capelli di Haruna erano blu come le profondità dell’oceano.
La ragazza però sembrava non accorgersi del ribrezzo che il rosso provava per quel colore e continuava tranquillamente nel suo intento, ovvero cercare di convincerlo a farsi scattare una fotografia. Lui non avrebbe mollato. Detestava le foto, detestava quell’insopportabile rumore prodotto da quell’oggetto, quindi una foto era fuori discussione.
Non capiva cosa ci fosse di così bello in quello che per lui era solo un insulso hobby. Che cosa avevano di tanto speciale delle foto?
E prima che potesse trovare una risposta, quella domanda gli uscì di bocca senza che se ne accorgesse.
“Le fotografie … sono il fermo-immagine dei ricordi.” disse la Otonashi, convinta.
Haruya la scrutò, confuso, e lei arrossì lievemente.
“Intendo …” continuò “Con una fotografia, puoi imprimere una persona, un momento … per sempre. La memoria è qualcosa che si sfalda facilmente. Non ricorderei il volto dei miei veri genitori, se non avessi delle loro foto.” Si rigirò la Canon tra le mani e parlò ancora “E’ per questo, che mi piace la fotografia. Se dovessimo separarci, un giorno, potrò sempre pensare di avervi vicino … e ricorderò per sempre i vostri volti …” rivolse un sorriso quasi malinconico al resto dei ragazzi, che giocavano a calcio poco lontano dal luogo in cui Haruya era seduto.
“… Posso scattarti una foto, Nagumo-kun?”
Il rosso rimase in silenzio.
“No.”
La Otonashi lo fissò, triste, poi si voltò, scattò una foto alla spiaggia davanti a loro e mentre una folata di vento muoveva i suoi capelli blu, andò da suo fratello.
Nagumo Haruya detestava il colore blu. Lo aveva sempre odiato, non lo sopportava.
Eppure, guardando i capelli della sorella di Yuuto, si rese conto che non era un colore così orribile. Ma la foto non se la sarebbe fatta scattare per nulla al mondo.
 
Nagumo Haruya detestava rimanere fermo. Lo aveva sempre odiato.
Il motivo principale era il suo carattere. Lui era abituato a muoversi. Non riusciva a concepire il fatto che alcune persone erano felici anche quando rimanevano immobili a fissare qualcosa. Per divertirsi, secondo lui, bisognava fare qualcosa di più che rimanere fermi. Era quello che pensava, e Suzuno lo considerava stupido.
Forse il suo ragionamento era davvero privo di senso, ma lui non riusciva a trovare un altro modo per divertirsi.
Così, un giorno, tanto per non restare fermi in un punto, aveva iniziato a camminare per il lungomare. Ancora non capiva cosa ci facesse in vacanza con i membri dell’Inazuma Japan, ma in ogni caso non c’era qualcuno che lo costringesse a fare i compiti, quindi non aveva di che lamentarsi. Quando lasciò la strada principale per andare in spiaggia, incontrò Haruna Otonashi, che guardava assorta il mare. In mano, quella Canon professionale che gli aveva dato il voltastomaco sin dal primo giorno in cui l’aveva vista.
“Nagumo-kun” salutò la ragazza “Cosa ci fai qui?”
“Potrei farti la stessa domanda” ripose lui, mettendosi le mani in tasca.
La Otonashi rise sommessamente, e spostò lo sguardo verso l’immensa distesa blu “No, non lo faresti” mormorò “Sarebbe troppo da ‘copione’. E tu non mi sembri uno a cui piace rientrare negli schemi.”
Il rosso rimase a fissarla, per alcuni istanti, e si ritrovò a pensare che, macchina fotografica o meno, la sorella minore di Yuuto era più carina di quanto le era sembrata la prima volta.
“E’ bello” disse all’improvviso Haruna “Il mare. Non credi anche tu?”
“No. E non capisco che ci sia di divertente nel fissarlo.”
L’altra arrossì, imbarazzata “Perché?” balbettò.
“Le persone per essere felici dovrebbero fare qualcosa.”
“Non credo Nagumo-kun. In fondo, la felicità è fatta di frazioni infinitesimali: un oggetto, un sorriso, un complimento fatto con il cuore, uno sguardo gentile, un panorama mozzafiato, un bacio …”
Haruya rimase nuovamente interdetto. Nel mentre, Haruna si era voltata verso di lui.
“Nagumo-kun” sussurrò, stingendo la macchina fotografica tra le mani “posso …?
“No” si affrettò a rispondere lui e, prima di lanciare un’occhiata al mare, ricominciò a camminare, con passo spedito e sicuro, lontano dalla ragazza.
Nagumo Haruya detestava rimanere fermo. Lo aveva sempre odiato. Pensò però che, con la Otonashi accanto, sarebbe volentieri rimasto immobile per tutta la vita.
E, anche se la vista di quella Canon non lo infastidiva più così tanto, la foto era fuori discussione.
 
Nagumo Haruya detestava ciò che era scontato. Lo aveva sempre odiato.
Il motivo principale, non lo conosceva. Gli dava fastidio quando un film terminava con la solita dichiarazione e sbaciucchiamento annesso.
Quelle erano le poche volte in cui lui e Suzuno erano pienamente d’accordo. Piuttosto che rimanere a guardare un film strappa-lacrime, avrebbe preferito annegare.
Così un giorno, era uscito ed era andato in spiaggia. Era quasi il tramonto e lui stava palleggiando, quando sentì dei passi.
Haruna Otonashi, con quell’inseparabile Canon al collo, lo guardava. Lui passò più volte lo sguardo dalla sorella di Yuuto alla fine imminente della giornata.
Scontato, era scontato. Sì, sembrava davvero uno di quei polpettoni romantici da cui aveva tentato di scappare.
Haruna fece un passo verso di lui “Ciao Nagumo-kun”
“Ciao” rispose l’altro, abbassando lo sguardo verso il pallone, fermo accanto ai suoi piedi.
“Perché non sei con gli altri?”
“Perché cerchi sempre di far decollare il discorso?” borbottò lui, passandosi una mano tra i capelli. “Ci tieni così tanto a parlare con me?”
Era curioso di vedere la reazione della ragazza. Haruna rimase in silenzio, evidentemente incapace di ribattere.
“Volevo solo chiederti se potevo farti una foto.”
“Ti ho già detto di no.”
“Solo una. Cosa ti costa?”
“Le foto non servono a nulla. Se ti va tanto di ricordarti qualcuno, allora lo fai e basta. Non hai bisogno di foto.” sbottò il rosso, fissandola.
Al contrario di quello che pensava, ovvero il finale scontato di lei che correva via piangendo, Haruna mosse un altro passo verso di lui e gli rivolse un sorriso cristallino.
“Okay” rispose, serena “Non ti farò una foto, a meno che tu non lo voglia, un giorno. Fino a quel momento, ce la metterò tutta per ricordarti, Haruya.”
E prendendo la sua fedele Canon, scattò un paio di fotografie al mare, senza perdere il sorriso.
Nagumo Haruya detestava ciò che era scontato. Lo aveva sempre odiato.
Però era certo che non sarebbe mai accaduto nulla di troppo ovvio, con Haruna.
E, mentre il Sole si infrangeva silenzioso contro l’orizzonte, pensò che, magari  si sarebbe fatto scattare una foto da lei, un giorno.








*Alicchan's Corner*

Che roba, qual schifezza x''DD
Che bel modo per riapprodare (??) su EFP!
Sul serio, prenso sia la cosa peggiore che abbia mai scritto.
Ma visto che sono masochista, commentiamola! *Nessuno ha intenzione di leggere questo angolino*
Alloooora ... per me, Haruya detesta le foto.
Non chiedetemi perchè, ma per come lo vedo io, Haruya odia le foto, odia stare fermo e odia i finali scontati.
Il mare è un'aggiunta della mia mente bacata =w="
In totale però, la storia alla fine è scontata, quindi probabilmente Nagumo ora mi odierà.
*qualcuno appicca un incendio in casa di Alicchan*
... e te pareva, dannato piromane DD:
Però. Però. Però ... devo ammettere che almeno un po' mi è piaciuto scriverla.
Insomma, cimentarsi in qualcosa del genere, ovvero scrivere su una coppia veramente fuori dagli schemi.
Insomma, coppie più 'Crack' di quelle che hanno inventato Maki e Miam non me ne vengono in mente :''D
Quindi, ringrazio le due care ragazze che hanno indetto questo contest, e le dichiaro ufficialmente sante, perchè dovrenno leggere tutta questa schifezza -insieme a poche altre anime che ovviamente fileranno questa fic solo a metà, o forse nemmeno. Ahahahah-
Ringrazio di cuore tutti coloro che leggeranno e/o recensiranno questa ... roba.
Spero di tornare presto ... spero.
Ho ancora qualche problema con i miei genitori e ciò che pensano riguardo a EFP.
Alla prossima!
Kiss Kiss
Alicchan ~
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Bloody Alice