Se il titolo servisse, la storia non esisterebbe…
Ero
per la mia strada, una strada, che ormai non aveva più
segreti per me.
Feci
un saluto alla signora, che spazzava come tutte le mattine, misi apposto, la
cassetta delle lettere del vecchio sig. Thompson.
Guardai
le foglie, alzarsi ed abbassarsi, in una lenta danza, con il vento.
Quella
strada era sempre quella.
Sempre
gli stessi angoli smussati dei marciapiedi, sempre le stesse persone…
Camminavo
assorto nei mie pensieri, desiderando che la giornata
passasse in fretta, così che avrei potuto tornare a casa, passare per quella
strada, e sentirmi vivo, quando una ragazza, uscì da un vialetto.
I
capelli lunghi e scuri, vennero mossi dal venticello
leggero, gli occhi castani, i tratti leggeri del viso, rimasero impressi nella
mia mente.
Più
la guardavo, più desideravo correre da lei, stringerla tra le mie braccia,
sussurrarle il mio nome..
Ma non feci nulla, mi allontanai, continuai la mia
passeggiata, provando a dimenticare il suo viso.
La
giornata passò, al lavoro combinai solo guai, ero troppo preso, a vederla…
…Uscire
dal vialetto, girarsi leggermente , così che i capelli
scuri, potessero mostrare il viso, gli occhi castani, pieni di una gioia
nascosta, il corpo snello e ben formato…
Rincasando,
passai per quella strada, desiderando di poterla rincontrare.
E la vidi…
Non
persi tempo, corsi verso di lei, le porsi la mano e mi presentai.
La
sua voce…
Una dolce melodia, che accompagna ancora i miei giorni
vuoti.
La
invitai a cena, e lei accettò.
Mentre andavo via, mi sentivo impacciato e
imbarazzato, come uno scolaretto alla sua prima cotta…
L’amai,
come fosse aria.
Aveva
la mia anima racchiusa tra le sue braccia.
Ma
l’amore non è eterno, e poco dopo, lei se ne andò…
Percorro
ancora quella strada, sperando di vederla, di scorgere il suo viso almeno una
volta.
Ma così non è.
Mi
ero perso…
Ho
lasciato che aprisse quella piccola porta, che tengo serrata.
Ho
lasciato che entrasse…
Che prendesse tra le mani il cristallo delicato del mio cuore…