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Autore: MoonRay    25/04/2012    3 recensioni
La pandemia zombie è alle porte. Nella città si sta scatenando l'apocalisse e la R.P.D. non riesce a gestire la situazione.
I morti tornano in vita: la fine è vicina.
La storia di una qualunque donna, Tess Henderson, e di come scapperà e cercherà di salvare Raccoon City.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chapter 1
-
First day Part 1

Blow me Away

 
 
 
h 13:51 .
 
La Gas Station di Raccoon City era a un solo isolato dalla centrale.
C’era stata un’aggressione al proprietario della stazione, un ragazzo. Probabilmente un piccolo furto da parte dei soliti teppistelli della cittadina...
Tess squadrò stupita la stazione: chi aveva chiamato aveva letteralmente riferito che c’era “la fine del mondo”, ma la situazione sembrava assolutamente normale, a parte la pompa di benzina apparentemente deserta.
 
Il sole regalava una nuova e serena giornata.
Non c’era molta gente in giro, anzi, non ce n’era per niente... i ragazzi erano a scuola, i mariti a lavoro e le donne a casa a preparare il pranzo e spettegolare sul disordine della casa, quasi vantandosi di quanto fossero delle casalinghe modello a sopportare tutto ciò.
Era una qualunque città del Midwest statunitense, non succedeva molto e non aveva particolare rilevanza a livello nazionale, se non per essere una delle sedi della Umbrella Corporation, la multinazionale che aveva generosamente finanziato la maggior parte dei progetti cittadini nel tentatino di recarle prestigio.
 
Inutile. Raccoon City era decisamente un luogo irrilevante dove non accadeva nulla.
 
-Agente del dipartimento di polizia di Raccoon City, Tess Henderson.-
 
La sua voce autoritaria e femminile rimbalzò sul vetro della porta della stazione di servizio; era strano che fosse chiusa, essendo l’unica in tutta la città.
 
-Come siamo professionali “agente del dipartimento di polizia di Raccoon City”.- la scimmiottò Nelson.
 
Tess abbandonò la posa rigida che aveva assunto, lasciandosi andare ad un mezzo sorriso: la presenza  del suo partner le permetteva di rilassarsi anche sul lavoro, cosa di cui aveva necessariamente bisogno, anche se alcune situazioni richiedevano più serietà delle altre.
Guardò nervosa l’orologio, scoprendo velocemente il polso con un movimento rapido ed abituale; erano quasi le due del pomeriggio: perché la stazione era chiusa a quell’ora?
 
“Una pausa pranzo piuttosto lunga.”
 
La chiamata risaliva al massimo a mezz’ora prima...
 
-Strano...-
 
Un movimento lento, scoordinato, e irregolare attirò la sua attenzione:
 
-Nelson. Che-cosa-stai-facendo?-
 
-Devo evacuare.-
 
-Cosa?-
 
-Devo pisciare.- scandì meglio lui.
 
Lei alzò un sopracciglio, accigliata; intanto Nelson quasi saltellava come i bambini.
 
-Aspetti che ti accompagni da qualche parte? Trova un bagno ed “evacua”.
Ti aspetto in macchina: direi che il nostro sopralluogo è andato a finire nel cesso.-
 
“Un qualche stupido scherzo...”
 
-Veramente... non ancora.-
 
Tess alzò gli occhi al cielo, dirigendosi verso la volante dai colori sgargianti che spiccavano nella stradina deserta.
Si sedette al posto del conducente, attendendo pazientemente; abbassò il finestrino.
Le tonalità del blu prevalevano nell’abitacolo, catturando la sua distratta attenzione.
Prese a picchiettare leggermente sul volante a tempo di una qualche canzone che le passava per la testa; controllò l’orologio, quasi cronometrando i tempi di Nelson.
 
Un rumore metallico si fece largo nell’aria, giungendo sino a Tess che smise subito di produrre
qualsiasi suono, concentrandosi sulla nuova fonte di richiamo che rompeva il fastidioso ed estraneo silenzio che si era creato.
Le fischiavano le orecchie; incominciava a darle fastidio.
Si concentrò, tentando di sentire meglio per capire da dove provenisse e come o cosa lo producesse.
Qualcosa passò nello specchietto retrovisore.
Si girò di scatto, cercando di capire cosa fosse stato.
Il suono continuava, incessante e più vicino.
Lo stridio metallico continuava incessante, vicino, più vicino e più vicino ancora.
 
Un urlo agghiacciante seguì le braccia che l’afferrarono da dietro per le spalle tirandole la testa fuori dal finestrino.
Tess quasi urlò per lo spavento, ma si calmò subito, risistemandosi al volante dell’automobile.
 
-Nelson, sei un idiota.-
 
L’uomo aveva già preso a ridere sonoramente.
Quando si fu quasi calmato si riavvicinò al finestrino della volante, continuando a tenersi il petto che si muoveva irregolarmente per le forti risate di pochi secondi prima.
Tess poggiò la fronte sul volante, sforzandosi di vedere il lato divertente dello scherzo.
 
-Adesso puoi smetterla di fare questo rumore...-
 
-Quale rumore?-
 
Tess non fece in tempo ad inorridire che il mostro semiputrefatto aveva già strappato la giugulare di Nelson. Il sangue zampillò dal collo, copioso ed inarrestabile, una fontana rossa e macabra che imbrattava la faccia e la divisa ordinata di Tess, mentre l’uomo alle sue spalle masticava vorace la carne, assaporandola come il primo pasto della sua nuova vita.
L’urlo morto per ben due volte nella gola di Tess venne sovrastato dalle grida di dolore del compagno che si dimenava cercando di scacciare la belva alle sue spalle e con una mano tentava invano di arrestare il sangue che aveva già toccato terra e preso a cospargersi sull’asfalto rovente, iniziando subito a prendere una sfumatura più scura.
La chiave inglese che l’uomo stringeva in mano e che aveva trascinato fin lì facendola stridere sulla strada cadde con un sordo tintinnio.
Nelson scivolò a terra, affogato dal suo stesso sangue che gli ostruiva la gola impedendogli di respirare.
La bestia sembrò contemplare un momento Tess, come indeciso se terminare anche lei o continuare a godersi la preda appena catturata che ansimava a terra negli ultimi spasmi di vita mentre essa gli sfuggiva veloce e senza ostacoli fuori dalle vene non più smaniose di contenerla.
L’uomo esalava gli ultimi soffocati respiri mentre alcuni spasmi inondavano le sue membra dalle vene oramai secche.
Lo zombie si gettò avido sulla carne inerme, debole, sviscerandola.
 
Tess si riprese bruscamente quando uno schizzo di sangue della carne fresca appena strappata da ciò che era stato Nelson le sporcò la faccia. Le goccioline di sangue presero a scorrere sulla sua pelle prima di strapparsele quasi fecoremente.
La donna tirò su il più velocemente possibile, per quanto lo shock le permettesse, il finestrino; ma questo distrasse l’affamato animale dal suo pasto, portando l’attenzione su di lei.
Con una ferocia disumana si lanciò contro di lei, deciso a divorarla; le mani entrarono nell’abitacolo, sfiorandola a malapena e facendole respirare il fetore di quella carne marcita.
Un nuovo rumore sostituì il fischio di poco prima: lamenti tormentati provenivano dalla stazione; c’era qualcuno chiuso all’interno che batteva agitato contro i vetri, lasciandovi delle macchie scure, come quelle che si erano formate sulla sua divisa scura.
Era forse la ferocia inumana e terrificante ad essere contagiosa?
Una scarica d’adrenalina risvegliò i suoi sensi, l’istinto prese il sopravvento e mise immediatamente in moto l’auto, schiacciando con tutta la forza possibile l’acceleratore.
Il mostro la seguì per pochi metri prima di rovinare a terra; la ruota posteriore sinistra dell’auto passò sopra la sua testa, riducendola ad una marmellata rosea e spalmandola per quasi tutto il viale, abbandonando il corpo disarticolato ed inerte in mezzo alla strada non molto lontano dall’altro.
 
Tess finì di alzare il finestrino, terrorizzata; sembrava non essersi resa conto di tutto il sangue di cui era ricoperta: il sedile era totalmente imbrattato, anche quello a fianco non era stato risparmiato. La brutalità di quell’aggressione così mostruosa le rimbombava in testa e non riusciva a trovare una spiegazione plausibile o quanto meno accettabile; qualcosa, qualunque cosa...
Respirando affannosamente, afferrò con mani tremanti il cellullare.
Alcuni istanti di ansia totale la fecero attendere:
 
-Tess?!-
 
-Ben?! Oh, santo cielo... Stai bene? Angela! Sta bene Angela?!-
 
-Stiamo tutti bene. Siamo appena arrivati a casa: ho preso Angela a scuola.
Ascoltami bene: vieni subito qui, non andare da nessun’altra parte. Carica la pistola; non toccare nessuno, non avvicinarti a nessuno per nessun motivo!-
 
-Sì, sì, ho capito. Non ha idea di che cosa mi è appena successo...- disse, prendendo a singhiozzare.
 
-Posso immaginare... devi sbrigarti. Qui in città sta per succedere il finimondo. Devi arrivare immediatamente a casa.- scandì bene.
 
-Sto arrivando. Voi chiudetevi in casa ed aspettatemi.-
 
-Tess, dobbiamo andarcene il prima possibile. Ora!-
 
-Tu sai che cosa sta succendo?!-
 
-Sbrigati.-
 
 

***

 
 
I vetri andarono in frantumi, spargendosi a terra.
Una donna prese a strisciare su di essi, ferendosi e lamentandosi, ma non provando dolore. Superò anche lo scalino della porta. Avvistato il corpo in una invitante pozza di sangue puntò quella direzione, ma un uomo la calpestò, procedendo verso la medesima cosa che lo aveva attirato. Altri lo seguirono con il suo stesso passo morto, come lo era quella città in cui era stato piantato il seme maligno della fine.
 
 
 
Uno spasimo; il dito si mosse, seguito dalla mano, poi dal braccio... una massa gelatinosa cadde a terra per poi iniziare a liquefarsi sul catrame bollente.
Ciò che era stato Nelson si alzò barcollante, quasi trascinandosi sui piedi, per riprendere a camminare intonando il suo nuovo canto di disgrazia al mondo.

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N.d.a.:

Miracolo! :D Dopo sei mesi di travaglio è nato questo capitolo ç^ç Mi commuovo al pensiero di essere realmente riuscita a pubblicare...
Scusate lo splatter esagerato ma ero in vena (BUAHAHAHAHAHAH *Joker* ma quanto sono simpatica con questo umorismo lugubre...) inutile dire che ce ne sarà altro.
Grazie mille a chi ha recensito il capitolo precedente: (la Beta che ha rivisto questo e lo scorso capitolo C:) 
_Lightning_Glaucopis___Nick!
Grazie ragazze <3

MoonRay (Shadow)


P.s.: Come sempre l'editor non collabora -.-''
  
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