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Autore: A n o n y m o u s Rei    25/04/2012    1 recensioni
Rose/Scoprius|Arancione| One-Shot
Un locale babbano, due cugini di troppo, una ragazza troppo bella, una prima volta mai arrivata e un letto, matrimoniale che sarà la svolta di tutto.
Robert Zabini e Dylan Nott saranno gli artificieri di una serata che andrà a finire secondo i loro piani, ma anche in modo diverso, almeno per loro. Accenni di una Zabs/Nott
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Follow the butterflies'
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Perchè sei bellissima comunque, e ti amerei in tutti i modi.



# Double Bed

 


Rose e Scorpius erano seduti sul divano a guardare un programma di cucina alla televisione.

Coinquilini, amici e fidanzati da poco più di sei mesi.

“Scorpius..” borbotta la ragazza svogliata

Lui si gira senza parlare.

“Usciamo?” e in quel momento sembra la cosa migliore da dire.

“Si, dove vuoi andare?” il sorriso del biondo si allarga a dismisura

“Al Ro Yale” risponde lei

“Prima o poi mi spiegherai cosa ci trovi di tanto bello in quel locale” disse lui per poi alzarsi e infilarsi semplicemente una giacca scura sopra la canotta bianca.

“Non è giusto però! Io prima di prepararmi ci metto ore e invece tu.. a te basta infilare una stupida giacca scura e sei pronto!”

Scorpius stava per salire le scale e passare la serata in maniera decisamente diversa da come Rose l’immaginava quando suonarono al campanello.

Fuori dalla porta zuppi e sorridenti c’erano Dylan Nott e Robert Zabini.

“E voi perché siete qui?”

“Scorpioncino bello! Non saluti nemmeno i tuoi vecchi amici? Comunque siamo qui per farti uscire un po’ da questa topaia!”

“E soprattutto perché siamo curiosi di scoprire chi è questa fantomatica W!” aveva aggiunto poi Dylan con un sorriso a trentadue denti.

E la risposta era scesa dalla scale bella più che mai, con un vestitino nero a tubo, i capelli sciolti e gli occhi azzurri messi in risalto dalla matita nera.

Scorpius era basito, non sapeva che dire, fu capace semplicemente di sbarrare gli occhi e di spalancare la mascella oltre ogni limite. Robert si reggeva a Dylan che imitava il cugino, occhi sbarrati e mascella a terra.

Tutto si aspettavano tranne che la Weasley fosse tutto quel ben di dio.

Lo teneva ben nascosto sotto strati di vesti e i vari reggiseno che nascondevano una terza abbondante.

“Weasle..Weasley?” chiese quasi sconcertato Dylan.

“Nott?” chiese di rimando prima di buttarsi a peso morto sul suo migliore amico e iniziare ad insultarlo.

“Ti amo tanto anch’io Rosellina” disse lui melodrammatico alzandosi, visto che erano finiti tutte e due per terra.

“Allora ecco svelato l’arcano della famosa W sul campanello, eh Malfoy?”

“Zabs, sgancia” Rose e Scorpius sbarrarono gli occhi, contemporaneamente.

“Ho scommesso con Robert che chiunque fosse quella fantomatica ‘W’ ci andavi a letto” se prima aveva sbarrato gli occhi, ora erano rossi come due pomodori.

“Dylan direi che mi puoi ridare i miei soldi, questi qua più di qualche bacietto non si danno.”

Dylan guardò sconsolato Rose e lei in segnò di scuse abbassò la testa e sparì per riapparirne dieci secondi dopo con un paio di decolté italiane che le aveva regalato Astoria il Natale prima.

“Robert andiamo che l’alcool ormai è l’unica cosa che non mi delude” aveva preso sotto braccio l’amico e si erano materializzati qualche attimo prima di Rose e Scorpius.

Il Ro Yale era il locale babbano londinese migliore che Rose conoscesse. I migliori alcolici, i migliori baristi, la migliore compagnia e i migliori privè.

“Buona sera, ho prenotato a cognome Weasley un privè.” Disse la ragazza rivolta ad un cameriere che prima di rispondere le aveva fatto la radiografia almeno sei volte.

“Signorina Weasley, mi segua” e mentre camminavano il ragazzo continua a fissarla, questo a Scorpius non sfuggì, anzi lo fece incazzare parecchio.

Una volta accomodati il barista chiese le ordinazioni

“Un Sex on the Road per me” il primo a parlare fu Robert

“Un Angelo trasparente e una vodka” disse Dylan

“Un Mojito con tanta vodka per me” disse Rose e fissò Scorpius curiosa di sapere cos’avrebbe ordinato.

“Il drink più alcolico che fate in questo posto.” Aveva detto guardando in cagnesco il ragazzo.

Quello era appena sparito quando Rose aveva detto:

“Vado a ballare e a recuperare i nostri drink!”

“Da quando la tua Rosellina è così attiva? Adesso con la scusa dei drink andrà a fare due chiacchiere col barista, lui le lascerà il numero, domani si rivedranno e andrà a finire che saranno loro ad inaugurare il vostro letto matrimoniale e tu non potrai farci nulla, amico.” Robert aveva detto tutto con estrema calma, come se stesse predicendo una cosa sicura o stesse enunciando una somma verità.

“Rob, te lo hanno mai detto che hai meno tatto del signor Weasley?” disse Dylan

“Si qualche volta, ma sai non ci faccio molto caso” e scoppiarono a ridere.

Alcuni minuti dopo comparve Rose con in mano un vassoio con sopra tutti i drink.

“Allora quello rosso è di Zabs, questi due sono di Dylan e questo coso è per te. Simon, il barista, ha chiesto a Mark, il barman di farti la cosa più forte in assoluto ed ecco qui!” disse per poi scoppiare a ridere.

Era già ubriaca e di sicuro quello non era il primo alcolico che teneva in mano. Nemmeno il tempo di poggiare il vassoio sul tavolo che già Rose era sparita tra la folla di gente.

“ Sa i nomi del barista e del barman e vuoi che non se la portino a letto, Sco?” la saggia voce di Nott l’aveva risvegliato dalla contemplazione del suo drink.

“Amico, non ha tutti i torti” disse Robert per dare un buffetto a Scorpius.

“È la volta buona che spacco la faccia a qualcuno, o sì.” L’aveva appena mormorato ma sia Zabini che Nott sapevano che quella frase non avrebbe portato a nulla di buono.

Sei drink dopo Scorpius si alzò, barcollando un poco, e si diresse verso il bancone.

“Simon giusto?” aveva chiesto rivolto al ragazzo moro.

“Si, le serve qualcosa?”

“ Sì, grazie. Vorrei chiederti di lasciare stare la mia ragazza e come promemoria direi che un bel cazzotto sarebbe perfetto” nemmeno aveva finito la frase che aveva già tirato il pungo.

“Così impari a toccare quello che mi appartiene.”

Poi era tornato al tavolo dove Robert si stava allegramente facendo una bionda e Dylan beveva, come a ignorare la scena che si stava svolgendo di fianco a lui.

“Vado a recuperare Rose.”

“Prendi questa.” Aveva detto Dylan lanciandogli due pastiglie anti-sbornia.

Ne mette in bocca una e si dirige al centro della pista dove Rose sta ballando con quello che riconosce come Liam, il figlio di Krum.

“Scusami tanto Liam ma mi sono rivenuto a prendere la ragazza.”

Lui non dice niente, si sposta soltanto e Rose lo guarda stralunato mentre la conduce fuori dal locale a forza.

Prima di materializzarsi mette in bocca a Rose una pastiglia anti-sbornia e poi si rivolge a Dylan:

“Amico tu stai dicendo a me di darmi una mossa, ma va a finire che se anche tu non ti decidi a muovere il culo e a fare il primo passo conviene che ti regalo una cantina di alcolici, molto pensanti.”

Dylan lo fissò perplesso ma non ebbe il tempo di aggiungere altro perché Scoprius e Rose si erano già materializzati in camera da letto.

“Perché siamo andati via dalla festa?” chiese Rose con l’aria di una bambina spaurita.

“Perché ce ne siamo andati?!? Perché Weasley?” la schiacciò malamente contro il muro

“Malfoy…mi fai…paura”

Scorpius premette le sue labbra su quelle di Rose che dapprima restò immobile, un po’ allibita da quello strano comportamento e poi ricambiò il bacio con tutta la passione che aveva.

“Sono dannatamente geloso Weasley, di ogni essere che sta sera ha messo gli occhi su di te o ti ha sfiorato, per sbaglio. Sono geloso perché tu sei mia e di nessun altro.”

Rose si era rimpossessate delle labbra di Scorpius e l’aveva buttato sul letto.

Dopo quella dichiarazione di gelosia non c’erano più state parole, solo mani che esploravano, avide e curiose, forse un po’ impacciare per colpa del troppo alcool e dell’effetto della pastiglia.

L’orgasmo arrivò quasi furioso e si addormentarono così, una di fianco all’altro, in quel letto matrimoniale che due anni prima Zabini e Nott avevano regalato a Malfoy.

Intanto in strada si poteva notare una strana scena.


Due ragazzi camminavano barcollando e si reggevano a vicenda.

“Cosa voleva dire con quella frase Malfoy?”

“Quale frase Rob?”

“Sai benissimo quale frase Nott, non cercare di sviare.”

“Quella frase? Nulla di particolare”

Zabini prese il volto di Nott tra le sue enormi mani e lo guardò dritto negli occhi, tanto da perdersi in quel blu, quasi simile a quello della Weasley.

“So che è dura vivere con uno come me Dylan, che ogni sera ne porto a casa una diversa e ogni mattina ti tocca sistemare tutto quello che combino. So che è un casino vivere con me, perché quando
torni a casa sei sempre distrutto e io non sono di grande aiuto. So che è dura, te lo si legge negli occhi, ogni santa mattina, quando bevi il caffè.

Lo vedo Nott, te lo leggo negli occhi che tutte le volte che porto a casa qualcuno vorresti schiantare lei e invece te ne esce dicendo :’tolgo il disturbo.

Lo vedo e lo capisco e mi dispiace, non sai quanto.”

Era la prima volta che parlava così tanto e soprattutto dei suoi sentimenti.

Nessuno dei due sa con precisione che iniziò prima ma si baciarono, per reprimere tutte quelle cose che si sarebbero voluto dire, ma per quello cera tempo.

Un altro letto matrimoniale quella notte sarebbe stato il palcoscenico di un amore che sembrava non voler fuggire tra le lenzuola di lino bianco stropicciate.
 
 
 
 

  
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