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Autore: CowgirlSara    28/04/2004    1 recensioni
I ragazzi della nazionale giovanile giapponese hanno appena vinto un’amichevole e la loro federazione ha deciso di concedergli una vacanza, lasciando che trascorressero alcuni altri giorni nello splendido albergo che ha ospitato il loro ritiro, in una ridente località termale del Giappone. Le ragazze, che come sempre li hanno seguiti per fare il tifo, decidono di restare anche loro. Vediamo che cosa stanno facendo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GATTONI & GATTINE

E vabbene, vi meritate un nuovo capitolo, visti i bellissimi commenti che mi avete lasciato. E mi sa che le sorprese non mancheranno! ^__-

 

GATTONI & GATTINE

(OVVERO: ORGOGLIO FELINO E BACI DI MIELE)

 

Nel salone dell’albergo c’era già un sacco di gente, quando arrivarono i ragazzi; le persone di una certa età avevano optato, la maggior parte, per costumi del ‘700, e ora sembravano divertirsi molto. C’era musica, un enorme buffet ed alcolici in quantità; il salone era decorato e pieno di festoni e stelle filanti, l’atmosfera era allegra e rilassata.

“Hey, ragazzi!” Il richiamo di Becker li fece dirigere verso un tavolo d’angolo; con Tom erano seduti Mark Landers, coperto da un lungo mantello nero con teschio, tipo ‘tenebroso principe dei pirati’, e una ‘cosa’ pelosa con le braccia conserte.

“Ma chi…” Domandò Ed indicando l’essere a fianco di Tom.

“Ma come, Ed, non riconosci l’SGGK?” Gli rispose Landers, sorridendo perverso.

“Non ce la fai proprio a tenere chiusa quella fogna, eh Landers?” Sibilò la creatura.

“Price? Ah, ah, ah!” Rideva nel frattempo Warner.

“Smettila di ridere, originalone.” Gli ringhiò contro Benji. “Complimenti, ti ci è voluta proprio una gran fantasia, per metterti la divisa da judoka!” Aggiunse.

“Uh, uh… come?” Chiese Warner, smettendo di ridere all’improvviso.

“Uh, è vero!” Esclamò Mark, cominciando a ridere. “Originalissima idea, ah, ah, ah! Sei un idiota Ed!”

“Che gran coppia di stronzi siete… umpf…” Commentò Warner, lasciandosi cadere su una sedia, deluso; nel frattempo Benji si era tolto la testa del costume, mostrando i suoi capelli dritti e la fronte sudata.

“Fa un caldo bestiale, con addosso questo cadavere!” Affermò il ragazzo.

“Ma come ti è venuta l’idea di vestirti da wookie, Benji?” Gli chiese Callaghan, seduto con Jenny sulle ginocchia.

“La brillante idea non è mia.” Rispose Price, osservando di sottecchi Patty, seduta vicino a Holly. “Ma del qui presente signor Tom Becker, la cui esistenza è definitivamente compromessa!” Tom sorrideva pacato, sorseggiando una bibita.

“Beh…” Spiegò il ragazzo. “Eravamo in tema Guerre Stellari, io Luke, voi Han e Leila, così ho pensato che ci mancava Chewbecca, ecco tutto!” Mentre Tom pronunciava queste parole, nella mente di Benji, appariva chiare l’immagine del Wookie-Price che spezzava le braccine e le gambine a Skywalker-Becker.

“Hey, capitano!” La voce di Bruce, che chiamava Holly, interruppe le loro chiacchere. “Vieni a vedere, c’è uno vestito da Pelè che tenta una rovesciata!” Hutton si alzò lentamente. “Dai vieni!”

“Scusate un attimo.” Disse agl’altri sorridendo, mentre si apprestava a raggiungere Bruce e Danny al centro della sala.

“Beh, noi che facciamo?” Chiese Julian, girandosi verso Amy. “Vuoi ballare, Giulietta?” Le domandò.

“Sì, mio Romeo.” Rispose dolcemente la ragazza; i due si alzarono, guadagnando la pista da ballo.

“Che ne dici, Principessa, andiamo anche noi?” Domandò Philip a Jenny; la ragazza annuì. “Sì.”

“Scusate ragazzi, ma ogni desiderio della mia Principessa è un ordine.” Affermò Callaghan, mentre guidava la ragazza verso la pista da ballo.

“Hey, Leila!” La chiamò, però, Tom. “Ricordati di riservare un ballo anche la tuo fratellino Luke!” Le disse.

“Vedremo, vedremo…” Rispose vaga Jenny.

Benji, nel frattempo, si era spostato vicino a Patty sempre senza la testa del costume, e si era anche abbassato un po’ la zip sotto la gola, per respirare meglio; la ragazza lo guardava, cercando di mantenere la calma.

“Patty, ho bisogno di parlarti, perché non andiamo un attimo in giardino?” Le disse il ragazzo. “Sempre se tu vuoi…”

“Certo Benji.” Rispose lei annuendo; i due ragazzi si alzarono dal tavolo e si allontanarono senza dire niente a Tom, Ed e Mark, che, rimasti soli, si guardarono in faccia stupiti.

Dopo alcuni minuti tornò Holly, che si guardò subito intorno, senza riuscire a vedere i due che si erano allontanati, di conseguenza assunse un’espressione preoccupata.

“Dove sono andati Patty e Benji?” Chiese agli amici rimasti al tavolo.

“Credo che siano andati fuori.” Rispose Becker.

“Sì, Price crepava dal caldo, con quel costume…” Warner non fece in tempo a finire la frase che Holly era ripartito, come se giocasse un contropiede. “Bah!” Il portiere della Toho allargò le braccia.

“A proposito di gente scomparsa…” Intervenne Mark, uscendo dal suo ascetico silenzio. “Qualcuno sa che fine a fatto Miky?” Domandò.

“Non so, Jenny ha detto che il suo costume era un po’ elaborato…” Rispose Ed.

“Ah…”

“Pare che siamo rimasti solo noi tre sfigati…” Affermò poi Warner sconsolato, poggiandosi allo schienale della sedia; Tom lo guardò sorridendo, Mark con disprezzo.

“Parla per te, Karate Kid!” Ringhiò Landers; in quel momento, però, si levo un mormorio stupito in fondo alla sala. I tre ragazzi si voltarono in quella direzione, rimanendo presto, tutti con la bocca aperta.

 

In mezzo alla calca di stupite persone in maschera, si faceva largo una visione di nome Miky: i capelli scuri, tirati indietro in uno stretto chignon, e fermati da una selva di viticci argentati; la pelle del viso, truccata con una crema opalescente, era luminoso come la luna, le palpebre erano coperte da bianco perla e argento e facevano risaltare i suoi grandi occhi castani, circondati dalle folte, sensuali, scurissime ciglia. Le sue labbra poi… carnose e imbronciate, erano coperte da un lucidissimo rossetto cangiante, dal rosa, al fucsia, al viola, ed ammiccavano irresistibili.

Il vestito completava l’opera: portava una cintura con intarsi a specchio, bassa in vita, da questa si dipartiva una lunga gonna a veli rosa, bianchi e argento; il ventre piatto era scoperto e, intorno all’ombelico, faceva bella mostra una decorazione di piccoli, luccicanti cristalli. Infine, Miky, indossava un corpetto a balconcino con maniche di velo, anch’esso con intarsi a specchio, che metteva in risalto il suo invidiabile decolté cosparso di brillantini cangianti.

La ragazza si avvicinava a loro con passo incerto, ma sensuale, fissando lo sguardo opalescente sul tenebroso e bellissimo pirata; i tre ragazzi continuavano ad avere un’espressione rimbecillita.

Mark, improvvisamente, afferrò un bicchiere d’aranciata, bevendolo tutto d’un sorso: gli si era un attimino seccata la gola: Miky sorrise a quel gesto, alzando le sopracciglia, crudeli nella loro perfezione. La ragazza ormai era accanto a loro.

“Ciao.” Disse Miky, fermandosi e posando un mano sul fianco; per poco Warner non si ribaltò con la sedia.

“C… hm… ciao.” Mormorò Landers, con la poca voce rimasta; lei lo guardava negl’occhi.

“Non mi inviti a ballare?” Domandò la ragazza all’attaccante.

“I… io… mbb…” Tentò di proporsi Ed, trattenuto e ridotto al silenzio da Tom, che aveva compreso la situazione.

“Hm, no, non mi va di ballare…” Rispose Mark, incrociando le braccia; Miky sgranò gli occhi, mente la sua rabbia saliva.

“No?” Chiese conferma la ragazza, lui scosse il capo. “Bene! Allora vado a farmi invitare da qualcun’ altro!” Sbottò lei, girando i tacchi e allontanandosi lentamente.

“Mbb… mbbb…” Warner, intanto, cercava inutilmente di liberarsi dalla presa di Becker, per proporsi come accompagnatore della bellissima Miky.

“Ma che cazzo fai, idiota! Va da lei, che aspetti, sbrigati!” Gridò Tom a Mark, che si guardava intorno smarrito. “Muoviti, testone, vuoi farti scappare una ragazza come quella?!” Mark si alzò e si liberò velocemente dell’ingombrante mantello, poi si affrettò a raggiungere Miky.

“Miky, aspetta.” La chiamò; lei si voltò sorridendo.

“Allora?”

“Balliamo.” Mormorò lui, prendendole la mano.

I due ragazzi iniziarono a ballare, ma Mark non osava posare le mani sulla parte scoperta della schiena di Miky; lei lo guardò dolcemente, poi gli prese la mano e gliela fece posare sull’incavo della vita.

“Così va meglio, non possiamo mica ballare come se tra noi ci fosse una colonna!” Il ragazzo era imbarazzatissimo, non sapeva dove guardare; lei era così bella che gli mancava il respiro.

“Non sei un gran ballerino, Tigre.” Affermò lei, dopo qualche minuto d’impacciato silenzio.

“Come?” Rispose Mark, che non aveva ancora recuperato il suo self control; Miky gli sorrise con estrema dolcezza.

“Dicevo che hai i piedi di piombo, grande campione!” Gli spiegò ridendo la ragazza; ecco, come sempre, il sorriso di Miky era immenso e gli provocava una sensazione di grande serenità. Anche lui sorrise, finalmente.

“Che ne dici se la smettiamo e ce ne andiamo a prendere una boccata d’aria?” Le domandò; Miky annuì, Mark le prese la mano, conducendola verso le grandi vetrate aperte sul giardino. Usciti fuori, i due ragazzi cominciarono a camminare, mano nella mano, allontanandosi dagli schiamazzi e dalla musica della festa.

“Miky, dimmi, ma da che ti saresti vestita?” Le chiese ad un certo punto Mark, continuando ad ammirare lo splendore della ragazza sotto la luna.

“Come, Mark, non ti ricordi la canzone?” Gli rispose lei, con una nota di delusione.

“La… canzone?”

You and me are invincible, together…” Canticchiò Miky.

“Captain Crush…” Mormorò Mark.

“…and the beauty queen from Mars!Terminò lei, ancora cantando e facendo un giro su se stessa. “Eccomi qua!”     

“Sì, Marte… tu sei talmente strana che, probabilmente, non appartieni nemmeno a questa galassia!” Commentò il ragazzo.

“Ma sei proprio stronzo!” Protestò lei, incrociando le braccia sotto allo splendido seno. “Ci ho messo delle ore a prepararmi, solo per te, e il massimo che mi sai dire è che sembro la nipote del Signor Spock!” Aggiunse voltandogli le spalle.

“Non credere, il fatto è che ce l’ho ancora con te per stamattina.” Le spiegò appoggiandosi ad un pino.

“Che cosa ho mai fatto, si può sapere?!” Chiese esasperata la ragazza, tornando a guardarlo.

“Non mi va che fai la gattina davanti ai miei amici…” Iniziò Mark. “…prima cosa perché mi fa perdere la testa, e poi gli altri pensano male di me e, soprattutto, di te. E poi… poi quella non è la vera Miky, la Miky semplice, intelligente, la ragazza che… che io…”

“Mark, smettila.” Gli ordinò lei, posandogli le mani sugli avambracci incrociati sul petto.

“Di fare cosa?”

“Smettila di parlare, e baciami.” Gli rispose.

“Miky, ma cosa…”

“Mark, che palle!” Esclamò lei, stringendo le braccia del ragazzo. “Spreco tempo a fare la sexy e tu… tu fai il pesce lesso. Che cazzo, mi sembri diventato il tuo amico Hutton!”

“Che cosa vuoi da me, si può sapere?” Chiese a quel punto il ragazzo che, dopo le emozioni della serata, non riusciva ad avere pensieri con un percorso logico. Miky si allontanò, sorridendo esasperata.

“Che cosa voglio? Comincio ad avere dei dubbi sulla tua intelligenza, se non lo hai ancora capito!” Affermò la ragazza, allontanandosi ancora di qualche passo; lui la guardava senza capire, né saper dire niente.

“Cavolo, Mark!” Continuava lei, con il sorriso scoraggiato. “Tu mi piaci, e da un pezzo. Io… io…” Si girò nuovamente verso di lui. “…sono innamorata di te.” Dopo averlo detto gli voltò le spalle, incamminandosi verso l’albergo, per fermarsi dopo solo pochi incerti passi.

Mark era rimasto immobile, la guardava senza sapere che fare. Miky era innamorata di lui; la cosa strana era in che modo, una ragazza come lei, avesse potuto innamorarsi di un coglione di calciatore come lui. Sì, coglione, quella era l’unica parola adatta a descrivere il suo comportamento in quei mesi; da quando l’aveva baciata, il giorno dei cartelloni dell’esame, aveva solo cercato di riportare il loro rapporto al livello amicizia. Ma forse era solo una scusa per non ammettere che lui, il grande capitano della Toho, si era innamorato della secchiona della scuola; la bellissima, stupenda, dolcissima, pazza, secchiona della scuola…

“Questi cazzo di sandali!” Così dicendo, Miky, lanciò i sandaletti, dal sottilissimo tacco a spillo, nella piscina.

“Certo che tu, non ci vai proprio d’accordo, con le scarpe.” Affermò Mark, che le era comparso alle spalle.

“Eh già…” Mormorò Miky, con una voce strana; il ragazzo le guardò il viso.

“Ma che fai, piangi?” Lacrime sottili le rigavano le guance, portandosi appresso il mascara, ma la ragazza continuava a sorridere.

“Shi.” Rispose Miky, dopo aver tirato su col naso.

“E perché?”

“Perché sei stronzo!” Esclamò lei, col suo sorriso piangente.

“Sì, lo sono, ma puoi perdonarmi?” Le chiese, passandole una mano calda sulla schiena nuda e facendola voltare verso di se.

“Non lo so se ho voglia di farlo, te lo dico tra una mezz’ora…” Dichiarò Miky, smettendo di piangere e passandosi le dita sotto il naso.

“E nel frattempo?”

“Baciami, così vedi se mi convinci a perdonarti.” Rispose la ragazza, passandogli le braccia intorno al collo; Mark sorrise, traendola a se con le braccia muscolose e posando le labbra sulle sue.

Finalmente poteva baciare la sua bocca, abbracciarla, toccare la sua pelle morbida, come aveva desiderato da quando l’aveva vista sulle tribune, con quella tigre ruggente sulla maglietta…

 

CONTINUA...

 

   
 
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