E vabbene, vi meritate un nuovo capitolo,
visti i bellissimi commenti che mi avete lasciato. E mi sa che le sorprese non
mancheranno! ^__-
GATTONI & GATTINE
(OVVERO: ORGOGLIO FELINO E BACI
DI MIELE)
Nel salone
dell’albergo c’era già un sacco di gente, quando arrivarono i ragazzi; le
persone di una certa età avevano optato, la maggior parte, per costumi del
‘700, e ora sembravano divertirsi molto. C’era musica, un enorme buffet ed
alcolici in quantità; il salone era decorato e pieno di festoni e stelle
filanti, l’atmosfera era allegra e rilassata.
“Hey, ragazzi!” Il
richiamo di Becker li fece dirigere verso un tavolo d’angolo; con Tom erano seduti
Mark Landers, coperto da un lungo mantello nero con teschio, tipo ‘tenebroso
principe dei pirati’, e una ‘cosa’ pelosa con le braccia conserte.
“Ma chi…” Domandò Ed
indicando l’essere a fianco di Tom.
“Ma come, Ed, non
riconosci l’SGGK?” Gli rispose Landers, sorridendo perverso.
“Non ce la fai
proprio a tenere chiusa quella fogna, eh Landers?” Sibilò la creatura.
“Price? Ah, ah, ah!” Rideva
nel frattempo Warner.
“Smettila di ridere, originalone.” Gli ringhiò contro Benji.
“Complimenti, ti ci è voluta proprio una gran fantasia, per metterti la divisa
da judoka!” Aggiunse.
“Uh, uh… come?”
Chiese Warner, smettendo di ridere all’improvviso.
“Uh, è vero!” Esclamò
Mark, cominciando a ridere. “Originalissima idea, ah, ah, ah! Sei un idiota
Ed!”
“Che gran coppia di
stronzi siete… umpf…” Commentò Warner, lasciandosi cadere su una sedia, deluso;
nel frattempo Benji si era tolto la testa del costume, mostrando i suoi capelli
dritti e la fronte sudata.
“Fa un caldo
bestiale, con addosso questo cadavere!” Affermò il ragazzo.
“Ma come ti è venuta
l’idea di vestirti da wookie, Benji?” Gli chiese Callaghan, seduto con Jenny
sulle ginocchia.
“La brillante idea
non è mia.” Rispose Price, osservando di sottecchi Patty, seduta vicino a
Holly. “Ma del qui presente signor Tom Becker, la cui esistenza è
definitivamente compromessa!” Tom sorrideva pacato, sorseggiando una bibita.
“Beh…” Spiegò il
ragazzo. “Eravamo in tema Guerre Stellari, io Luke, voi Han e Leila, così ho
pensato che ci mancava Chewbecca, ecco tutto!” Mentre Tom pronunciava queste
parole, nella mente di Benji, appariva chiare l’immagine del Wookie-Price che
spezzava le braccine e le gambine a Skywalker-Becker.
“Hey, capitano!” La
voce di Bruce, che chiamava Holly, interruppe le loro chiacchere. “Vieni a
vedere, c’è uno vestito da Pelè che tenta una rovesciata!” Hutton si alzò
lentamente. “Dai vieni!”
“Scusate un attimo.”
Disse agl’altri sorridendo, mentre si apprestava a raggiungere Bruce e Danny al
centro della sala.
“Beh, noi che
facciamo?” Chiese Julian, girandosi verso Amy. “Vuoi ballare, Giulietta?” Le
domandò.
“Sì, mio Romeo.”
Rispose dolcemente la ragazza; i due si alzarono, guadagnando la pista da
ballo.
“Che ne dici,
Principessa, andiamo anche noi?” Domandò Philip a Jenny; la ragazza annuì.
“Sì.”
“Scusate ragazzi, ma
ogni desiderio della mia Principessa è un ordine.” Affermò Callaghan, mentre
guidava la ragazza verso la pista da ballo.
“Hey, Leila!” La
chiamò, però, Tom. “Ricordati di riservare un ballo anche la tuo fratellino
Luke!” Le disse.
“Vedremo, vedremo…”
Rispose vaga Jenny.
Benji, nel frattempo,
si era spostato vicino a Patty sempre senza la testa del costume, e si era
anche abbassato un po’ la zip sotto la gola, per respirare meglio; la ragazza
lo guardava, cercando di mantenere la calma.
“Patty, ho bisogno di
parlarti, perché non andiamo un attimo in giardino?” Le disse il ragazzo.
“Sempre se tu vuoi…”
“Certo Benji.”
Rispose lei annuendo; i due ragazzi si alzarono dal tavolo e si allontanarono
senza dire niente a Tom, Ed e Mark, che, rimasti soli, si guardarono in faccia
stupiti.
Dopo alcuni minuti
tornò Holly, che si guardò subito intorno, senza riuscire a vedere i due che si
erano allontanati, di conseguenza assunse un’espressione preoccupata.
“Dove sono andati
Patty e Benji?” Chiese agli amici rimasti al tavolo.
“Credo che siano
andati fuori.” Rispose Becker.
“Sì, Price crepava
dal caldo, con quel costume…” Warner non fece in tempo a finire la frase che
Holly era ripartito, come se giocasse un contropiede. “Bah!” Il portiere della
Toho allargò le braccia.
“A proposito di gente
scomparsa…” Intervenne Mark, uscendo dal suo ascetico silenzio. “Qualcuno sa
che fine a fatto Miky?” Domandò.
“Non so, Jenny ha
detto che il suo costume era un po’ elaborato…” Rispose Ed.
“Ah…”
“Pare che siamo
rimasti solo noi tre sfigati…” Affermò poi Warner sconsolato, poggiandosi allo
schienale della sedia; Tom lo guardò sorridendo, Mark con disprezzo.
“Parla per te, Karate
Kid!” Ringhiò Landers; in quel momento, però, si levo un mormorio stupito in
fondo alla sala. I tre ragazzi si voltarono in quella direzione, rimanendo
presto, tutti con la bocca aperta.
In mezzo alla calca
di stupite persone in maschera, si faceva largo una visione di nome Miky: i
capelli scuri, tirati indietro in uno stretto chignon, e fermati da una selva
di viticci argentati; la pelle del viso, truccata con una crema opalescente,
era luminoso come la luna, le palpebre erano coperte da bianco perla e argento
e facevano risaltare i suoi grandi occhi castani, circondati dalle folte,
sensuali, scurissime ciglia. Le sue labbra poi… carnose e imbronciate, erano
coperte da un lucidissimo rossetto cangiante, dal rosa, al fucsia, al viola, ed
ammiccavano irresistibili.
Il vestito completava
l’opera: portava una cintura con intarsi a specchio, bassa in vita, da questa
si dipartiva una lunga gonna a veli rosa, bianchi e argento; il ventre piatto
era scoperto e, intorno all’ombelico, faceva bella mostra una decorazione di
piccoli, luccicanti cristalli. Infine, Miky, indossava un corpetto a balconcino
con maniche di velo, anch’esso con intarsi a specchio, che metteva in risalto
il suo invidiabile decolté cosparso di brillantini cangianti.
La ragazza si
avvicinava a loro con passo incerto, ma sensuale, fissando lo sguardo
opalescente sul tenebroso e bellissimo pirata; i tre ragazzi continuavano ad
avere un’espressione rimbecillita.
Mark,
improvvisamente, afferrò un bicchiere d’aranciata, bevendolo tutto d’un sorso:
gli si era un attimino seccata la
gola: Miky sorrise a quel gesto, alzando le sopracciglia, crudeli nella loro
perfezione. La ragazza ormai era accanto a loro.
“Ciao.” Disse Miky,
fermandosi e posando un mano sul fianco; per poco Warner non si ribaltò con la
sedia.
“C… hm… ciao.” Mormorò
Landers, con la poca voce rimasta; lei lo guardava negl’occhi.
“Non mi inviti a
ballare?” Domandò la ragazza all’attaccante.
“I… io… mbb…” Tentò
di proporsi Ed, trattenuto e ridotto al silenzio da Tom, che aveva compreso la
situazione.
“Hm, no, non mi va di
ballare…” Rispose Mark, incrociando le braccia; Miky sgranò gli occhi, mente la
sua rabbia saliva.
“No?” Chiese conferma
la ragazza, lui scosse il capo. “Bene! Allora vado a farmi invitare da qualcun’
altro!” Sbottò lei, girando i tacchi e allontanandosi lentamente.
“Mbb… mbbb…” Warner,
intanto, cercava inutilmente di liberarsi dalla presa di Becker, per proporsi
come accompagnatore della bellissima Miky.
“Ma che cazzo fai,
idiota! Va da lei, che aspetti, sbrigati!” Gridò Tom a Mark, che si guardava
intorno smarrito. “Muoviti, testone, vuoi farti scappare una ragazza come quella?!”
Mark si alzò e si liberò velocemente dell’ingombrante mantello, poi si affrettò
a raggiungere Miky.
“Miky, aspetta.” La
chiamò; lei si voltò sorridendo.
“Allora?”
“Balliamo.” Mormorò
lui, prendendole la mano.
I due ragazzi
iniziarono a ballare, ma Mark non osava posare le mani sulla parte scoperta
della schiena di Miky; lei lo guardò dolcemente, poi gli prese la mano e gliela
fece posare sull’incavo della vita.
“Così va meglio, non
possiamo mica ballare come se tra noi ci fosse una colonna!” Il ragazzo era
imbarazzatissimo, non sapeva dove guardare; lei era così bella che gli mancava
il respiro.
“Non sei un gran
ballerino, Tigre.” Affermò lei, dopo qualche minuto d’impacciato silenzio.
“Come?” Rispose Mark,
che non aveva ancora recuperato il suo self control; Miky gli sorrise con
estrema dolcezza.
“Dicevo che hai i
piedi di piombo, grande campione!” Gli spiegò ridendo la ragazza; ecco, come
sempre, il sorriso di Miky era immenso e gli provocava una sensazione di grande
serenità. Anche lui sorrise, finalmente.
“Che ne dici se la
smettiamo e ce ne andiamo a prendere una boccata d’aria?” Le domandò; Miky
annuì, Mark le prese la mano, conducendola verso le grandi vetrate aperte sul
giardino. Usciti fuori, i due ragazzi cominciarono a camminare, mano nella mano,
allontanandosi dagli schiamazzi e dalla musica della festa.
“Miky, dimmi, ma da
che ti saresti vestita?” Le chiese ad un certo punto Mark, continuando ad
ammirare lo splendore della ragazza sotto la luna.
“Come, Mark, non ti
ricordi la canzone?” Gli rispose lei, con una nota di delusione.
“La… canzone?”
“You and me are invincible, together…” Canticchiò Miky.
“Captain Crush…” Mormorò
Mark.
“…and the beauty queen from Mars!” Terminò lei,
ancora cantando e facendo un giro su se stessa. “Eccomi qua!”
“Sì, Marte… tu sei
talmente strana che, probabilmente, non appartieni nemmeno a questa galassia!”
Commentò il ragazzo.
“Ma sei proprio
stronzo!” Protestò lei, incrociando le braccia sotto allo splendido seno. “Ci
ho messo delle ore a prepararmi, solo per te, e il massimo che mi sai dire è
che sembro la nipote del Signor Spock!” Aggiunse voltandogli le spalle.
“Non credere, il
fatto è che ce l’ho ancora con te per stamattina.” Le spiegò appoggiandosi ad
un pino.
“Che cosa ho mai
fatto, si può sapere?!” Chiese esasperata la ragazza, tornando a guardarlo.
“Non mi va che fai la
gattina davanti ai miei amici…” Iniziò Mark. “…prima cosa perché mi fa perdere
la testa, e poi gli altri pensano male di me e, soprattutto, di te. E poi… poi
quella non è la vera Miky, la Miky semplice, intelligente, la ragazza che… che
io…”
“Mark, smettila.” Gli
ordinò lei, posandogli le mani sugli avambracci incrociati sul petto.
“Di fare cosa?”
“Smettila di parlare,
e baciami.” Gli rispose.
“Miky, ma cosa…”
“Mark, che palle!”
Esclamò lei, stringendo le braccia del ragazzo. “Spreco tempo a fare la sexy e
tu… tu fai il pesce lesso. Che cazzo, mi sembri diventato il tuo amico Hutton!”
“Che cosa vuoi da me,
si può sapere?” Chiese a quel punto il ragazzo che, dopo le emozioni della
serata, non riusciva ad avere pensieri con un percorso logico. Miky si
allontanò, sorridendo esasperata.
“Che cosa voglio?
Comincio ad avere dei dubbi sulla tua intelligenza, se non lo hai ancora
capito!” Affermò la ragazza, allontanandosi ancora di qualche passo; lui la
guardava senza capire, né saper dire niente.
“Cavolo, Mark!”
Continuava lei, con il sorriso scoraggiato. “Tu mi piaci, e da un pezzo. Io…
io…” Si girò nuovamente verso di lui. “…sono innamorata di te.” Dopo averlo
detto gli voltò le spalle, incamminandosi verso l’albergo, per fermarsi dopo
solo pochi incerti passi.
Mark era rimasto
immobile, la guardava senza sapere che fare. Miky era innamorata di lui; la
cosa strana era in che modo, una ragazza come lei, avesse potuto innamorarsi di
un coglione di calciatore come lui. Sì, coglione, quella era l’unica parola
adatta a descrivere il suo comportamento in quei mesi; da quando l’aveva
baciata, il giorno dei cartelloni dell’esame, aveva solo cercato di riportare
il loro rapporto al livello amicizia. Ma forse era solo una scusa per non
ammettere che lui, il grande capitano della Toho, si era innamorato della
secchiona della scuola; la bellissima, stupenda, dolcissima, pazza, secchiona
della scuola…
“Questi cazzo di
sandali!” Così dicendo, Miky, lanciò i sandaletti, dal sottilissimo tacco a
spillo, nella piscina.
“Certo che tu, non ci
vai proprio d’accordo, con le scarpe.” Affermò Mark, che le era comparso alle
spalle.
“Eh già…” Mormorò
Miky, con una voce strana; il ragazzo le guardò il viso.
“Ma che fai, piangi?”
Lacrime sottili le rigavano le guance, portandosi appresso il mascara, ma la
ragazza continuava a sorridere.
“Shi.” Rispose Miky,
dopo aver tirato su col naso.
“E perché?”
“Perché sei stronzo!”
Esclamò lei, col suo sorriso piangente.
“Sì, lo sono, ma puoi
perdonarmi?” Le chiese, passandole una mano calda sulla schiena nuda e
facendola voltare verso di se.
“Non lo so se ho
voglia di farlo, te lo dico tra una mezz’ora…” Dichiarò Miky, smettendo di
piangere e passandosi le dita sotto il naso.
“E nel frattempo?”
“Baciami, così vedi
se mi convinci a perdonarti.” Rispose la ragazza, passandogli le braccia
intorno al collo; Mark sorrise, traendola a se con le braccia muscolose e
posando le labbra sulle sue.
Finalmente poteva
baciare la sua bocca, abbracciarla, toccare la sua pelle morbida, come aveva
desiderato da quando l’aveva vista sulle tribune, con quella tigre ruggente
sulla maglietta…
CONTINUA...