It’s
my life
Ho sempre trovato piacevole questo
panorama, fin da bambino: valli che si susseguono l’un l’altra,
coperte da prati selvaggi che in primavera assumono mille colori diversi. Fiumiciattoli
che si arrampicano tra i colli, circondati da alberi secolari in cui vivono gli
spiritelli dei boschi. E sullo sfondo le grandi montagne perennemente innevate
tra cui, qua e là, sorge qualche piccola comunità magica.
Quando ero qui, perdevo concezione del
mondo circostante, tutto quello da cui volevo fuggire non esisteva più. E dire
che all’epoca questa dimora non era altro che un mucchio di vecchie pietre che
si tenevano assieme solo per magia, e all’interno le stanze erano fredde,
sporche e squallide. Anche se molto più accoglienti di quelle in cui ero abituato
a vivere.
Era il mio luogo segreto, dove mi
rintanavo per ore e ore all’oscuro di tutti, perfino di mio padre.
Ecco perché quando, una
volta sposato, ho dovuto decidere quale dovesse essere la dimora della
mia famiglia, ho scelto questo posto: era quello che sentivo più mio. Il mio
spirito non era mai davvero appartenuto a Malfoy Manor, al contrario di quello
dei miei predecessori.
Sono la pecora nera della famiglia,
devo ammetterlo.
Il primo Malfoy ad essere entrato a
fare parte della schiera di Silente, il primo Malfoy ad avere combattuto contro
i suoi parenti più prossimi nella guerra finale contro Voldemort,
il primo Malfoy ad avere ucciso suo padre, il primo Malfoy che si è ritrovato
ad avere come ottimi e insostituibili amici un branco di Gryffindor,
il primo Malfoy ad aver sposato una maga di modeste origini… e la lista sarebbe
ancora molto lunga.
E dire che avevo iniziato la mia
carriera come degno erede della mia casata! Rido al
solo pensiero di come ero prima. Viziato, pomposo, sfacciato, arrivista,
superbo, maligno, invidioso… non che ora non lo sia
più, come mi ricorda spesso mia moglie, ma lo sono in una percentuale
nettamente minore. Diciamo che… sono diventato più aperto nei confronti
del mondo. E, ovviamente, di questo me ne vanto!
“Draco, ti ricordi dove ho messo Selina?”
A quella domanda alquanto preoccupante
mi volto, incontrando subito la slanciata figura di mia
moglie in piedi poco lontano da me. Strano, indossa un abito elegante di
seta perlacea, e porta perfino i lunghi capelli biondi raccolti in
un’acconciatura classica.
Non che stia male, assolutamente: è
addirittura divina. Ma non l’ho mai vista così normale neanche il giorno
del nostro matrimonio.
“Non l’hai data a quell’elfo
domestico… come si chiama… Trekkor… qualche attimo
fa?”
“Sì, certo, so perfettamente a chi
l’ho data. Mi ricordi però dove eravamo quando
gliel’ho data?”
“In giardino, sotto il faggio…” Dico,
sollevando un sopracciglio. “Cara, dove vuoi arrivare?”
“Oh, niente.”
Replica lei, facendo spallucce. “ Sondavo le qualità della tua memoria in luce
ad un nuovo articolo di Hermione Granger sulle facoltà cerebrali degli
individui maschili.”
Sbuffo, esasperato da quella storia. “Te
l’ho già detto, non devi leggere gli articoli di quella strega isterica subito
dopo che ha litigato col marito…”
“…. perché il
suo odio contro tutti gli esseri di sesso maschile presenti sulla faccia di
questo misero universo si acerba inverosimilmente. Certo, lo so. Ma questo non
vuol dire che le sue ricerche non abbiano dei fondamenti di realtà, tesoro.
Oh, ma tu come facevi a sapere che
avevano di nuovo litigato? Non hai neanche letto il mio giornale!”
Mi passo una mano sulla fronte,
rimembrando con estremo fastidio lo spiacevole episodio. “Ieri sera Potter ha accompagnato Weasley al
San Mungo, nel mio reparto, chiedendomi se almeno io ero
in grado di curarlo. Dovessi vedere com’era conciato
quel disgraziato! Gli mancavano entrambe le mani, e aveva almeno un centinaio
di piccoli occhietti che gli sporgevano in maniera disgustosa dal cranio. Da
quanto ho capito, si era scordato del loro
anniversario di matrimonio e se n’è andato a giocare a Quidditch,
cosicché, quando è tornato, si è ritrovato la moglie in salotto con la
bacchetta già zampillante in mano!”
La mai donna scuote la testa “Devi
ammettere però che Ron, da quando è entrato a fare
parte dei Cannoni, trascura molto Hermione. E lei ovviamente non lo tollera.”
“Sì, me ne sono reso conto quando ho dovuto utilizzare tutti gli incantesimi del
mio repertorio di Medimago per riuscire a riportare
Lenticchia alla normalità!” Ghigno, facendo qualche passo nella sua direzione
fino a fermarmi a pochi centimetri da lei.
“A cosa devo tutta questa eleganza,
mia diletta?” Le chiedo con voce bassa e sensuale, dopo averla squadrata
apertamente dall’alto al basso. Mi ha sempre divertito fare il dongiovanni con
lei, principalmente perché è sempre una sfida riuscire a fare colpo sul suo
animo imperturbabile.
Lei mi fissa con i suoi giganteschi occhioni azzurri, battendo lievemente le ciglia. “Ho appena
ritirato questo nuovo abito dalla mia sarta, e volevo provarlo. Sono felice che
ti piaccia, hai sempre da ridire per come mi vesto!”
“Oh, non è affatto vero! Io adoro i
tuoi abbigliamenti!”
“E’ per questo che il giorno del matrimonio sei scoppiato a ridere non appena ho messo
piede in Chiesa?”
“Amore capiscimi, ero nervoso, teso
come mai lo ero stato, i gemelli Weasley continuavano
a fare battute su tutti gli invitati, e… e insomma, suvvia, poi tu sei arrivata
vestita di verde, giallo, arancione, rosso… e non so cos’altro…
con quella specie di insalatiera in testa e un bouquet di piante carnivore in
mano!” Tento di difendermi, mentre ancora quel ricordo mi provoca ilarità. Il
giorno del mio matrimonio è stato il più divertente di tutta la mia esistenza.
“Era tutto predisposto apposta, Draco!
Erano tutti portafortuna per i novelli sposi provenienti da tutto il mondo.” Mi risponde calma, continuando a sondarmi con il suo
sguardo profondo.
Io ridacchio, e la stringo a me. “Lo
so Luna, me lo hai già detto. Ma devi ammettere che mi hai
colto un po’ impreparato! Comunque, eri bellissima!”
Lei finalmente mi sorride. “Anche tu.
Eri il più bel cavaliere che potessi avere ad
attendermi all’altare.”
Mi chino per baciarla, ma un
improvviso rumore ci interrompe. Luna si volta immediatamente, cercando la
causa di tale trambusto.
Pochi attimi dopo, l’elfo domestico Trekkor entra correndo, saltando e gridando nel salotto,
distruggendo tutto ciò contro cui si scontra e facendomi
alquanto adirare. Ho sempre odiato quella bestiaccia.
“Mi chiedo ancora perché abbiamo
accettato quel mostriciattolo inutile in casa nostra!”
“Perché è uno dei pochi elfi domestici
che hanno aderito al C.R.E.P.A.,
e Hermione ci aveva chiesto tanto gentilmente di assumerlo…” Risponde la
mia sposa, calma come sempre. “Però mi chiedo cosa possa averlo spaventato così
tanto…”
La risposta alla sua domanda arriva
poco dopo: si tratta di una graziosa e paffuta bambina di appena due anni, con
lunghi capelli lisci biondi e grandi occhi celesti. E, soprattutto, con in mano un paio di grosse forbici minacciose. “Tekkor Tekkor!” Grida la piccola allegramente.
E’ mia figlia, il mio orgoglio, la
perfezione fatta persona.
Luna subito si scosta da me e le va
incontro, facendo evanescere le forbici e prendendo
quel piccolo demonietto in braccio.
E’ in quel momento che mi accorgo che
nell’abbondante scollatura del retro dell’abito di mia moglie ci sono appesi
una serie di gingilli vari, peperoncini, tappi di sughero, fiorellini di
cartapesta, sonagli, e perfino la testa di un pagliaccio di pezza. Ridacchio
tra me e me, mentre il pensiero di quanto amo la mia famiglia mi sconvolge il
cuore.
“Selina, che
volevi fare a Trekkor?” Chiede Luna alla piccola,
andando alla ricerca del povero elfo.
“Aveva una moshca
nell’ochio, volevo toieiela.” Dice innocentemente la piccola.
“Obiettivo davvero ammirabile, tesoro.
Ma con quelle forbici gli avresti tolto anche l’occhio!”
“Oh…” Mugugna la piccola, spalancando
lo sguardo e incurvando le labbra in un’adorabile smorfietta:
deve avere capito di aver quasi combinato un grave danno. “Allora andiamo a chiederi schusa?”
“Certo, andiamo subito a chiedergli
scusa!”
Quando le mie due donne scompaiono
dalla mia vista, mi avvicino alla finestra, affacciandomi di nuovo.
Non avrei mai pensato di avere una
vita così… meravigliosa, tranquilla e felice.
Incredibile come una vecchia dimora
diroccata possa trasformarsi in uno splendido castello dei sogni.