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Autore: Rin Hisegawa    25/04/2012    2 recensioni
Lui non vorrebbe vederla piangere in quel modo. La guarderebbe con quell'aria di fastidio misto a dispiacere, incerto se abbracciarla o prenderla in giro, e magari alla fine farebbe entrambe le cose. Eppure l'ha scacciata, e lei non può fare a meno di disperarsi, perchè le principesse delle storie si sposano col Principe Azzurro e lei invece si è innamorata del Mago cattivo. [GOLD / BELLE]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mr. Gold non ha mai amato le persone. Ogni volto che incontra per strada è un sorriso ipocrita, una stretta di mano fasulla, un saluto che vorrebbe essere una maledizione. E lui sa riconoscere le maledizioni, quando le vede. Ne ha scagliate tante, e tante ne ha ricevute, ma nessuna ha mai avuto il potere di spezzarlo. Per questo motivo continua a camminare, lento e un po' malfermo sulla gamba malata, consapevole di essersi meritato in qualche modo tutto quell'odio.
Ci sono giorni in cui schiaccerebbe il mondo nel palmo di una mano, e ridurrebbe in cenere chiunque osasse mancargli di rispetto in qualche modo. Ci sono giorni in cui sente la magia trasudare fuori dal terreno, i draghi addormentati sospirare nelle profondità della Terra, e gli alberi protendere i loro rami come dita pronte ad afferrare l'incauto viaggiatore. Ma oggi, oggi è un giorno differente.
C'è una ragazza, così reale, e umana, e semplice nelle sue Converse sciupate, con i capelli che brillano al sole di riflessi ramati; una ragazza che lavora alla tavola calda, e trasuda una magia così antica che sembra provenire direttamente dalle viscere del mondo.
Lei non lo sa, di essere così speciale; non è a conoscenza del potere immenso che possiede, perché ad una sua sola parola il più temuto dei maghi sarebbe capace di rinunciare a tutto il suo potere - se solo lei ricordasse, se solo ritrovasse se stessa da qualche parte al di là delle flebo, le magliette a quadri, i muffin ai mirtilli e tutte le cose che ha scoperto in questa inutile vita e che l'hanno distratta facendole dimenticare ciò che è importante davvero.
Mr. Gold si ritrova di fronte alla porta del piccolo ristorante come per caso, e prima di rendersene conto ha già varcato la soglia. Nonostante non abbia mai amato le persone (lo giura, non le ha mai amate, mai una in tutta la sua vita), si guarda attorno e siede ad un tavolo in un angolo, accanto alla finestra. Tutto sembra così tranquillo, così normale, che in giorni come quelli il passato appare come un sogno, e potrebbe dare ragione a chi prende in giro il piccolo Henry ed il suo libro di storie.
Qualcuno lo saluta con un cenno del capo e lui ricambia; del resto, cos'altro potrebbe fare? Una ragazza qualunque, dietro al bancone, sta preparando il caffè, e oggi non è il giorno giusto per iniziare una guerra o uccidere un drago.

- Vorrei che mi permettessi di parlare con Emily. Lei mi crederebbe.
Emma porge ad Henry il cono gelato, e gli dedica al contempo una delle sue lunghe occhiate a metà fra l'arrabbiato e il divertito. Quel bambino è una vera forza della natura, ma come potrebbe fargliene una colpa? Del resto, è figlio suo.
- Non penso che sia una buona idea, - commenta cercando di suonare persuasiva (sa benissimo che quando Henry si mette in testa una cosa è estremamente difficile convincerlo del contrario) - quella povera ragazza è appena uscita dal manicomio, se vogliamo dire le cose come stanno. Non puoi parlarle di favole e Principi Azzurri così, come se niente fosse.
- Non si tratta di Principi Azzurri, - Henry diventa serio all'improvviso, - si tratta di Mr. Gold.
E poi le ripete di nuovo la storia del Bacio di Vero Amore, la Maledizione della Strega Cattiva e tutto il resto. Emma ascolta paziente per la centesima volta, si finge di nuovo stupita, sorride o diventa seria quando bisogna sorridere o diventare seri. Poi mette un braccio attorno alle spalle del bambino (il suo bambino) e sospira.
A volte ci sono parole, in questa vita, più pericolose di qualsiasi incantesimo.

Emily lavora alla tavola calda ormai da una settimana. Ha imparato a preparare un caffè decente, un cappuccino discreto e dei cupcakes a dir poco fenomenali. Ha lavato decine di tazze, spazzato miliardi di granelli di polvere, sorriso a centinaia di clienti con quel sorriso vivace e sincero che è suo, e suo soltanto. Giorno dopo giorno, Mr. Gold si è seduto a quel tavolo presso la finestra, e l'ha osservata lavorare. Ha bevuto litri e litri di caffè (nero, senza zucchero né latte) e finto di leggere pagine e pagine di giornale. Giorno dopo giorno, ha cercato in lei qualcosa che lo tranquillizzasse, gli desse pace, gli dimostrasse che quella ragazza magrolina non è più la sua Belle, è il momento di dimenticarla di nuovo, ma sapendo stavolta che lei è viva, e anche se adesso è debole e bisognosa di cure presto tornerà ad essere forte e si ricostruirà una vita.
Invece, Emily ride ad una battuta di Ruby e i suoi occhi ridono con lei, una risata color acquamarina. Un cliente la rimprovera perché il caffè che ha preparato è troppo freddo e lei gli risponde a tono, gentile ma determinata a non lasciarsi maltrattare da nessuno. Ogni mattina è lì, perfettamente vestita e pettinata nonostante le occhiaie e la stanchezza, cercando di riacquistare la propria identità nonostante non ricordi niente di ciò che era.
E Mr. Gold non riesce ad allontanarsi. Vorrebbe convincersi che quella ragazza merita di meglio, vorrebbe starle lontano, ma ogni volta che passa di fronte alla tavola calda non può fare a meno di sbirciare all'interno per vedere se Emily è lì a lavorare. E lei è sempre lì, quindi lui sospira, ed entra, e ordina un caffè nero e fa finta di leggere il giornale.
- Chi è quel signore laggiù?
Emily indica Mr. Gold con un cenno del capo, cercando di non farsi notare. Le labbra di Granny sono due linee sottilissime, leggermente piegate all'ingiù, le sopracciglia aggrottate. Non le piace affatto quell'uomo, non le è mai piaciuto. Sembra tutto gentile e rispettoso e poi zacc, quando meno te l'aspetti se ne esce con qualcosa di veramente egoista e meschino.
- Mr. Gold, - risponde, lasciando trapelare nel tono della voce tutta la sua disapprovazione, - è un antiquario. Ma, più che altro, gestisce un monte dei pegni. Insomma, non è una persona granché raccomandabile, tuttavia è piuttosto influente a Storybrooke quindi perlopiù viene lasciato in pace.
Granny agita una mano in aria come a voler scacciare una mosca invisibile, poi fa per tornare a lavoro. Emily guarda prima Mr. Gold, poi lei, e decide che non le importerebbe granché nemmeno se lui fosse un pazzo omicida (del resto, si potrebbe pensare legittimamente che la pazza sia prima di tutto lei).
- Ha un viso familiare. So che è praticamente impossibile, ma penso che magari potrebbe aiutarmi a ricordare qualcosa di quello che ero... Nel bene o nel male.
Granny scrolla le spalle, ma la sua espressione è preoccupata sotto all'abituale atteggiamento sbrigativo. Mr. Gold ha firmato tutti i documenti necessari a liberare Emily, impegnandosi a garantire per lei. Ha contattato il Dr. Hopper, affinché rilasciasse un certificato che ne accertasse la salute mentale. Ha praticamente smosso mari e monti, per liberarla dalla sua prigionia, e nessuno ha capito il motivo di un simile interesse, di tutta quella premura.
Quell'uomo non fa mai niente per niente, e Granny trema al pensiero del pagamento che prima o poi potrebbe pretendere da lei. Emily non possiede praticamente nulla di suo, e non sarà mai in grado (raramente qualcuno lo è, del resto) di cancellare il debito verso l'antiquario.
D'altra parte, tuttavia, quella ragazza ha venticinque anni, è adulta e ha il diritto di ritrovare la propria memoria; senza contare che Archie ha detto che la sua mente è perfettamente sana, quindi perchè non dovrebbe essere in grado di prendere da sola le proprie decisioni?
- Fai come vuoi, bambina, - le dice, porgendole il blocchetto delle ordinazioni.
Infondo, che lei sappia Mr. Gold non ha ancora mai ucciso nessuno.
  
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