Flaw
Aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate, Rose.
Il problema? Sempre il solito.
Sempre quel ragazzo.
Detestava la sua parlantina inarrestabile, le frecciatine che le lanciava nel bel mezzo delle lezioni, il suo sguardo che sembrava non fare altro che fissarla, i suoi occhi grigi a cui ancora non aveva imparato a dire di no, l’aria da saputello che assumeva le –per fortuna rare- volte in cui prendeva un voto più alto del suo, il suo profumo troppo penetrante.
Eppure.
Eppure qualcosa di lui l’aveva colpita, l’aveva costretta a fermarsi nel bel mezzo del corridoio per osservarlo scherzare con la ragazza di turno, e ammettere che non era un semplice studente qualunque, Scorpius.
Aveva passato giorni ad interrogarsi su cosa fosse quel qualcosa.
Ma la consapevolezza era arrivata solo tempo dopo, senza che lei ormai se lo aspettasse.
Erano tutti quei difetti che avrebbe saputo elencare a memoria, quel qualcosa.
Tutti quei difetti che, per quanto a volte insopportabili, erano ciò che rendevano il ragazzo unico, e speciale.
Tutti quei difetti con cui lei avrebbe provato volentieri a convivere, se solo Scorpius gliene avesse dato la possibilità.
Se tengo molto a questo racconto, è perché è qualcosa di vero, in definitiva, almeno per me.
Si diventa amici (o anche qualcosa di più) di qualcuno non perché quel qualcuno sia privo di difetti o particolarmente simile al principe azzurro delle nostre fiabe. Lo si diventa nel momento in cui lo accettiamo completamente, con la consapevolezza di tutti i suoi difetti e delle sue piccole manie.
Non so se questa idea sia condivisa anche da voi, o solo mio, ma mi piacerebbe sapere se sono riuscita, in qualche modo, a trasmettervi il mio, di pensiero, non solo nelle note, ma anche –e soprattutto- nella shot. E’ un piccolo esperimento: nel caso in cui sia qualcosa di soddisfacente, potrei pensare di trasformarlo in un regalo per una persona a cui tengo particolarmente.
Grazie mille per l’attenzione!