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Autore: Melabanana_    25/04/2012    2 recensioni
Classificata seconda al contest Have You Said Crack? di Miam e Maki.
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"Cos'era quella strana gelatina che galleggiava nell'acqua?
La ricetta non parlava di gelatina...
Toramaru lanciò un'occhiata accigliata a quella cosa, poi tornò a fissare il libro di ricette di sua madre. Aveva messo gli ingredienti giusti, allora perché era saltata fuori quella cosa?"

Toramaru vorrebbe preparare un bento per sua madre, ma le cose non gli vanno per il verso giusto... Forse perché ha bisogno dell'aiuto della persona giusta!
{Tobitaka*Toramaru}
[scritta da Roby & Camy]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Archer/Seiya, Austin/Toramaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lunchbox.
 
Cos'era quella strana gelatina che galleggiava nell'acqua?
La ricetta non parlava di gelatina...
Toramaru lanciò un'occhiata accigliata a quella cosa, poi tornò a fissare il libro di ricette di sua madre.
Aveva messo gli ingredienti giusti, allora perché era saltata fuori quella cosa?
Non se ne capacitava.
-Perché ti comporti così?- imprecò contro la gelatina, la quale rimase pressoché indifferente alle minacce del ragazzino.
-Ora basta! Te lo dico l'ultima volta, smetti di comportarti così, altrimenti io...- stava per completare la minaccia quando qualcuno entrò nel locale.
-Toramaru! Siamo venuti a prenderti!- esclamò Endou allegramente.
Toramaru si girò, sorpreso.
Il capitano era accompagnato da Gouenji, Kazemaru, Kidou, Tsunami e -in un angolo, intento a pettinarsi la chioma- Tobitaka.
-Vogliamo andare a fare un giro, con tutta la squadra! Gli altri ci aspettano al fiume, tu sei dei nostri vero?- continuò Endou.
Toramaru lanciò una rapida occhiata all'infida (?) gelatina, quindi con un braccio buttò tutto per aria, nascondendo quell'obbrobrio agli occhi dei suoi compagni.
-Ehm, no grazie.- disse, sorridendo nervosamente.
-Mia madre non c'è e devo occuparmi del locale...- si giustificò.
-Ah, allora ti aiutiamo!- esclamò Endou.
Toramaru sussultò. -No!- gridò, sudando freddo.
Tutti lo fissarono sconcertati, e Toramaru si sentì incredibilmente a disagio. Incominciò a ridere per rimediare alla sua stranezza.
-Ecco, Nonomichan verrà presto! Non c'è bisogno che vi affatichiate, andate pure a divertirvi!- esclamò.
Gouenji si accigliò.
-Ma sei sicur...- disse, ma Toramaru lo interruppe freneticamente:- Certo! Ciao ciao! Divertitevi anche per me! Ciaooooo!-
Li spinse fuori dalla porta, salutandoli con un sorriso.
Appena furono tutti fuori, sospirò.
Ma il suo sollievo durò poco: appena giratosi, si trovò faccia a faccia con Tobitaka.
-Sei strano.- commentò lui. -Sentiamo, cosa devi fare in realtà?-
-N-non devo fare niente d’importante.-
-Posso chiederti cos’è quella cosa spiaccicata al pavimento?– chiese il ragazzo con i capelli viola indicando quella maledetta gelatina.
Toramaru la maledisse ancora una volta.
-Non ne ho idea.– si affrettò a dire.
-Magari è apparsa magicamente.– commentò ironico Tobitaka.
Toramaru, se avesse potuto, non c’avrebbe pensato due volte a farla sparire così come era comparsa.
Era abbastanza imbarazzante.
Quella “cosa” era la prova che a cucinare non era proprio uno specialista.
-Allora? Mi vuoi dire cos’è? – chiese nervosamente Tobitaka.
Toramaru ci pensò su: a quel punto non avrebbe potuto fare altro che dire la verità a Tobitaka, cioè che quella gelatina sarebbe dovuta essere un bento per sua madre.
Probabilmente anche uno come Tobitaka lo avrebbe deriso per tutta la vita.
-Avrei voluto portare un bento a mia madre…– iniziò il ragazzino ridendo nervosamente.
-Ho seguito tutto quello che diceva il libro, ma non è venuto molto bene…–
Toramaru mostrò il libro di cucina a Tobitaka.
Tobitaka osservò prima il libro e poi la gelatina.
–Fare un bento non è poi così complicato.- mormorò. –Come hai fatto a “creare” quella cosa?-
Toramaru fece spallucce. -Non so come sia uscita fuori.-
Il ragazzo con i capelli viola sbuffò, posò il libro sul tavolo e si alzò le maniche fino al gomito.
–Dai che ti aiuto io.– disse con aria annoiata.
Toramaru arrossì leggermente. -Eh?-
-Muoviti, ho detto che ti aiuto io.– ripeté.
Il ragazzino sgranò gli occhi, mentre Tobitaka leggeva la ricetta.
Dopo alcuni minuti, s’innervosì e alzò lo sguardo.
-Ora vuoi smettere di fissarmi a bocca aperta e fare questo bento?-
Toramaru si rese conto che aveva ragione.
Chiuse la bocca, imbarazzato come mai in vita sua, e deglutì.
Si avvicinò al bancone. –Ti ringrazio.- balbettò.
Tobitaka piegò leggermente gli angoli della bocca –un sorriso?- e annuì.
-Sai almeno separare le uova?- chiese.
Toramaru annuì con vigore. –Certo che sì! Di solito sono io a cucinare per i clienti!-
Tobitaka lo guardò interrogativo. –Scusa? E come fai a non sapere fare un bento allora?-
-Beh…- Toramaru si sentì arrossire. –E’ un po’ diverso preparare un bento, deve essere qualcosa di buono ma anche pratico, no? Non l’ho mai fatto prima...-
-Va bene, va bene, ho capito.- Tobitaka prese i wurstel e cominciò ad aprirli delicatamente con il coltello, creano dei “polipetti” appetitosi, da mettere come contorno all’omelette.
Toramaru intanto separò le uova e le sbatté nella scodella, poi accennò a metterle in padella.
-Aspetta.- Tobitaka lo fermò. –Non metterci troppo olio, a tua madre non farà di certo bene.-
-Oh… hai ragione. Grazie, sei davvero premuroso.- commentò Toramaru sorridendo.
Tobitaka arrossì e gli diede le spalle. –Come no.- borbottò.
Toramaru iniziò a fissare le uova che pian piano prendevano la forma della pentola, intanto pregava che non spuntasse una qualche cosa strana in mezzo all’omelette.
Sarebbe potuto succedere…
…solo a lui, però.
- Tobitaka! – esclamò il ragazzo.
L’altro si girò –Che c’è?-
-Una volta mentre facevo l’omelette ho cercato di girarla al volo, ma si è distrutta.– disse.
Tobitaka lo fissò poco interessato alla cosa, inarcò un sopracciglio.
-E quindi?-
-Mi chiedevo se tu sapessi girare l’omelette al volo.– rispose Toramaru.
Il viola borbottò qualcosa e tornò a fare quello che stava facendo.
Toramaru  l’osservò curioso.
–Allora? Sai farlo?-
Che cosa irritante, adesso doveva mettersi anche a fare il giocoliere con la frittata?
-Sì, so farlo.– rispose l’altro. –E, prima che tu me lo chieda, non ho mai spiaccicato un omelette sul soffitto.-
-Mi fai vedere come si fa?-
Tobitaka lasciò i “mitici wurstel a forma di polipetto”, meglio farlo ora che dopo aver sentito duemila lamentele.
Prese il manico della padella dove si stavano friggendo le uova e con un rapido gesto del braccio la fece saltare in aria.
L’omelette ricadde intatta nella padella.
Tobitaka accennò un sorriso. –Visto come si fa?-
Toramaru sorrise estasiato. –Mi insegni?-
Ti pareva che non gliel’avrebbe chiesto. Questo si poteva facilmente prevedere.
-Metti la mano sul manico della padella.– disse il viola.
Toramaru eseguì l’ordine, la sua mano sfiorò quella dell’altro ragazzo che arrossì.
Il ragazzino, d’altro canto, sembrò non essersi accorto del lieve contatto.
–Adesso? Come faccio adesso?- esclamò entusiasticamente.
Tobitaka rimase imbambolato qualche secondo.
-Meglio se provi un’altra volta.– balbettò.
–Come facciamo se la frittata finisce sul pavimento, o peggio sul soffitto?-
Toramaru lo guardò dispiaciuto. –D’accordo…– mormorò.
–Però prima o poi m’insegni!-
Tobitaka annuì. –Certo, certo.-
Toramaru si rimase a fissare l’omelette, mentre Tobitaka era occupato a fissare lui.
Possibile che il ragazzino non avesse provato niente per quel contatto?
O meglio, perché lui aveva provato qualcosa?! Non era per niente fico.
“Sto impazzendo a forza di stare con questi imbranati.” Pensò.
Si era rammollito da quando stava con Endou e gli altri, ma tutto sommato gli andava bene così.
Dopotutto, aveva fatto buone amicizie…
Sì, anche Toramaru.

xxx

La cosa si era protratta fino a tardo pomeriggio.
Quando la madre di Toramaru tornò, dopo essere stata tutto il giorno a far compere con la loro vicina di casa, Tobitaka esitò un po’ fuori alla porta, per assicurarsi che tutto andasse bene.
Ma poi vide la donna sorridere e abbracciare il figlio, e allora decise che era il momento di togliere il disturbo. Non era fatto per le smancerie, lui.
Aveva fatto appena pochi metri e si sentì richiamare.
-Tobitakasan!-
Si girò e si trovò faccia a faccia con Toramaru –il ragazzino per rosso in viso per la corsa e aveva fra le mani un piccolo lunchbox.
-Ecco… per te.- disse, sorridendo leggermente. –Mi sei stato di grande aiuto.-
-Non c’era bisogno…- mormorò Tobitaka, lo prese chiedendosi come aveva fatto a prepararlo senza che lui se ne accorgesse.
Il sorriso del ragazzino si allargò.
-Sai, all’inizio mi facevi un po’ paura, ma la verità è che sei un bravo ragazzo. Hai il cuore tenero!-
Tobitaka si accigliò. Non gli andava per niente a genio, lui era un teppista non un samaritano.
-Senti un po’ tu…- iniziò spazientito.
Toramaru si alzò sulle punte e gli diede un bacio frettoloso sulla guancia.
-Beh, grazie ancora!- disse in fretta e corse di nuovo verso casa.
Si girò a metà strada e si rivolse di nuovo a Tobitaka, che era rimasto paralizzato dal gesto inaspettato.
-Mi raccomando, la prossima volta devi insegnarmi a fare bene l’omelette!- gridò.
Tobitaka rimase ad osservarlo mentre quello riprendeva a correre.
La gente passava, forse chiedendosi che ci faceva quel tipo dai capelli strani lì, fermo in mezzo alla strada, con il viso rosso peperone e un bento in mano.
Eh sì, non era per niente fico.
 
 
 
 
 

_Angolo delle Autrici_
Dunque, Benvenuti nella cucina di Benedett…
Ops, volevo dire, di Tobitaka!
 
E siamo come sempre in ritardo XDDD
A nostra discolpa, direi che a causa di impegni vari capitano periodi
in cui ci vediamo poco, e anche quando ci vediamo non riusciamo a scrivere >uuu<
Allora, dovete sapere una cosa divertente, e cioè che questa shot
l’abbiamo scritta in chat, postando una parte a testa.
E’ stata un’esperienza XD
-Ma soprattutto sapeste quante cavolate sono uscite fuori-
Questa shot partecipa al contest sulle CRACK pairings di Miam e Maki.
La coppia non ci fa impazzire, a dire la verità
(a camy Toramaru sta antipatico, a me piace solo in coppia con Yuuka)
però ammetto che ci sono degli spunti nell’anime °A°

Ora vi lasciamo <3
Kisses

Roby & Camy

   
 
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