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Autore: sapphire     25/04/2012    8 recensioni
ONE SHOT SCRITTA PER LA SERIE "Always"
Un'indagine normale, un giorno normale, poi qualcosa cambia ... - tratto dal capitolo :
-Rick!! - urlò una voce dietro di sè .
- sì Kate, arrivo! - disse senza nemmeno guardarla, totalmente preso dalla lite con sua madre.
- No! Rick!! Tu … -
- Madre io credo che … Kate, un attimo! Stiamo per sistemare la questione dei mobili! -
- Rick non è il momento! - sibilò fra i denti sentendo le gocce di sudore scivolare via dalla fronte.
Per la prima volta in vita sua entrò nel panico .
Non adesso! Non adesso ! Si ripeteva . Si guardò attorno e cercò di ricordarsi cosa lui gli aveva detto urlare se una situazione del genere si fosse verificata prima del previsto.
Spero vi faccia sorridere! Buona lettura!!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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ok Prima parte di un evento epocale … la prossima One-Shot presto in arrivo!
 Spero vi piaccia! Buona lettura =)

 


Di
 mobili  e  di  rose
 
 
 
 
 
Castle sbuffò per la sesta volta in pochi minuti .
Non era da lui quel comportamento agitato ed impaziente .
Beckett lo squadrò con la coda dell’occhio, poi tornò a seguire la strada prima di perdersi lungo le intricate vie di New York.
Castle, accanto a lei, sbuffò ancora e sgranò gli occhi immergendosi nella lettura di un messaggio: aveva il naso praticamente appiccicato allo schermo dell’ I-Phone.
<< Questa volta mia madre mi sente ! Non può farmi una cosa del genere! >> bofonchiò muovendo le dita velocemente sullo schermo .
Beckett non gli domandò nulla  preferendo concentrarsi sulla strada da seguire e sul traffico da sfuggire e evitare così di intromettersi nelle faccende madre-figlio che sicuramente le avrebbero portato solo un gran mal di testa.
<< Ah questa volta giuro che mi sente! Altro che vitto e alloggio ! Andrà a dormire nel suo teatro se continua così!! >>
La detective fermò bruscamente l’auto in prossimità di un ufficio di spedizioni nel centro di Manhattan . Prese un respiro profondo tamburellando con le dita sul volante , infastidendo solo sé stessa << non vorrei disturbarti, ma siamo arrivati >> gli comunicò con tono teatrale .
Castle si guardò attorno spaesato e alla fine annuì << meno male o avrei spaccato il telefono! >>
<< Rick! Potresti concentrarti sul caso che tu mi hai espressamente chiesto di poter seguire? Martha è Martha e non credo che tu la possa cambiare con un paio di messaggi isterici >>
Castle la fissò sconvolto, come avesse appena detto un’eresia. Quello sguardo la intimorì tanto da farla pentire di aver parlato e ciò non accadeva mai.
<< non l’hai detto davvero >> sbottò voltandosi completamente verso di lei la quale ricambiò lo sguardo, spiazzata << questa donna mi sta portando al manicomio Kate! Al manicomio ! >> esclamò additando l’I Phone innocente << Le ho chiesto un piccolo ed insignificante favore questa mattina : prendi l’assegno e vai al mobilificio a saldare il conto! Vuoi sapere adesso dov’è? >> non attese risposta << da Louis Vuitton a comprarsi scarpe su scarpe fingendo di non aver capito che quei soldi non erano l’assegno mensile destinato a lei ! Ora lei mi sta dicendo che sistemerà tutto e sai questo cosa significa ?- paralizzata e anche mezza sconvolta, Kate, scosse la testa –che la stanza non sarà mai pronta entro dopodomani e soprattutto in tempo >> quando smise di sbraitare aveva il fiato corto e le guancie rosse dalla rabbia funesta.
Kate prese coraggio e toccò la sua mano tremante ed agitata.
<< Rick, io credo che tu stia esagerando, giusto un pochino >> disse con una smorfia .
<< esagerando! >> enfatizzò << io?! Io non esagero mai! Kate, mancano esattamente quindici giorni! Quindici! Hai idea di quanto sia in ritardo? il letto non è stato portato e nemmeno le sedie e il divano che tanto ti piaceva e le tende e lei va a comprarsi le scarpe ! >> esalò un respiro esagerato riprendendo la sua arringa << il mio preciso compito è assicurarmi che vada tutto bene che tu sia felice e che eviti gli stress … >>
<< in questo momento sono  stressata >> puntualizzò lanciandogli un’occhiata truce .
<< ecco! >> disse concitato << adesso glielo rinfaccio! >> e riprese a messaggiare con più enfasi di prima maledicendo il T9 e chi lo aveva inventato.  Beckett alzò gli occhi al cielo e, con un gesto rapido,  afferrò il suo cellulare sequestrandoglielo .
<< questo lo requisisco come prova >>
<< prova di cosa? >>
<< della tua pazzia! >> si prese la testa fra le mani e abbassò i toni, calmandosi.
<< Rick, io credo che tu abbia preso questa storia un po’ troppo sul drammatico >>
<< infatti è una situazione drammatica! Una catastrofe ! >>
<< no! Non lo è! >> asserì cercando di essere il più convincente possibile in modo che si calmasse definitivamente << entro domani la stanza sarà dipinta e oggi stesso andrai tu al mobilificio >>
<< ma è una questione di principio ! Voglio che tutto sia perfetto e mia madre ha appena distrutto il mio sogno di perfezione per te! >>
<< ma è tutto perfetto Rick! Ogni cosa è perfetta >> sorrise incredula dal dover di nuovo ribadirgli i lo stesso concetto di ogni giorno: lei era felice . Gli prese le mani incentivando il sorriso << siamo insieme, la bambina sta bene e Alexis starà con noi per un mese intero … il resto , i mobili, non sono importanti >> Castle abbassò lo sguardo respirando quel fiato che per un po’ gli era mancato e posò gli occhi sul pancione di Kate rabbuiandosi << che c’è? >> sussurrò accarezzandogli il viso .
<< volevo farti una sorpresa con la cameretta pronta e tutto il resto … volevo che tutto fosse perfetto perché vi meritate la perfezione … e voglio fare tutto ciò che non avevo fatto per Alexis >>
<< Rick, tua figlia frequenta la Stanford University, non sembra che tu le abbia mai fatto mancare qualcosa >> Castle scosse la testa con aria infelice .
<< Meredith … >> mormorò << avevo paura che se ne andasse, fissata com’era con  la recitazione e Los Angeles , non si lasciava avvicinare e litigavamo in continuazione e quando è nata Alexis la stanza non c’era, non c’era niente perché per nove mesi non avevamo fatto altro che elencare i difetti dell’altro. Io … >>
<< Non credo che Alexis avesse bisogno di una stanza quando è nata né di vestiti costosi e nemmeno Johanna ne avrà bisogno … sei un padre perfetto Rick, apprensivo, agitato e sì, anche isterico, ma perfetto … quindi basta mobili, tende e tutto il resto >>
<< ma … >>
<< ho detto basta ! >> lo afferrò per la camicia baciandolo con irruenza interrompendo ogni possibile replica << ti amo >> sussurrò << e io non ho bisogno d’altro … dormirà nel nostro letto se è questo che ti preoccupa >>
<< sarà viziata >>
<< non importa >> lo allontanò bruscamente <<  e ora smettila di sentirti in colpa e prendertela con tua madre e scendi dall’auto che i sospettati non si interrogano da soli! >> e con cautela gli restituì il cellulare.
 
 
 
Entrarono nell’edificio e una cinguettante receptionist li accolse con un sorriso.
Ovviamente il suo sguardo si posò prima sull’uomo, che avanzava con un sorriso ampio, poi sulla donna che, nonostante la pancia, camminava decisa e rapida.
<< posso aiutarvi? >>
<< detective Beckett, stiamo cercando l’avvocato Salinger >> il sorriso sparì dalle labbra della donna.
<< oh non c’è, è in viaggio di lavoro >> balbettò << è successo qualcosa? >>
<< indagine per omicidio. Dove si trova esattamente il suo capo? >>
<< A Washington >>
<< quando è partito? >>
<< ieri … tornerà questa sera, gli farò presente che avete cercando di contattarlo >> proprio quello che la detective non voleva: farlo fuggire . In fin dei conti Salinger era indagato per triplice omicidio.
<< No. Preferirei che non lo contattasse. Lo aspetteremo all’aeroporto … >>
<< ma ha fatto qualcosa di male? Il signor Salinger è una persona molto seria ma buona …  mi ha concesso l’aumento >> continuò pigolante la receptionist cercando di non colpevolizzare il suo capo.
<< mi dispiace, ma non posso fornire informazioni sul caso. Grazie dell’aiuto >> Kate fece un sorriso di circostanza e si voltò con il cellulare già all’orecchio.
<< a-arrivederci >> mormorò smarrita la receptionist.
<< Espo, Salinger  è in viaggio … sì, manda qualcuno ad aspettarlo all’aeroporto … sì … ok richiamami tu >> Castle intanto la seguiva cercando di starle al passo: anche incinta era comunque più veloce di lui.
<< e ora che si fa? >>
<< aspettiamo … le strade portano tutte a Salinger e ogni vittima è collegata a lui … >>
Detto ciò si fermò proprio in prossimità dell’auto quando, all’improvviso, il cellulare dello scrittore tornò a squillare. Kate alzò gli occhi al cielo ma non disse nulla mentre rispondeva alterato. Spesso discutere con lui era vano e l’esperienza l’aveva aiutata a capirlo.
<< Madre dove accidenti sei adesso? Ma davvero? E con quali soldi? >> sbottò << ah certo i miei! Come Alexis è con te? Passamela! Tesoro perché non hai fermato quella pazza furiosa? Ma sì! No erano i soldi per i mobili! Sì la ditta di consegne! E’ una questione di principio accidenti! >>
Beckett sospirò portandosi le mani fra i capelli . Certe volte le sembrava di essere l’unica sana di mente , insieme ad Alexis, fra quel mondo di pazzi.
Si appoggiò allo sportello dell’auto cercando di non ridere di Castle e dei suoi atteggiamenti teatrali, così simili a quelli di Martha, e si stiracchiò lenendo il male alla schiena che la tormentava  da nove mesi.
Poi d’un tratto qualcosa accadde, qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di provare in quel momento: dolore.
 
 
 
Castle stava impazzendo. Possibile che sua madre fosse così … fuori di testa?
 Era così totalmente preso dalla litigata da non accorgesi che qualcuno lo stava chiamando.
<< Rick!! >> urlò una voce dietro di sè .
<< sì Kate, arrivo! >> disse senza nemmeno guardarla totalmente preso dalla lite con sua madre.
<< No! Rick!! Tu … >>
<< Madre io credo che … Kate, un attimo! Stiamo per sistemare la questione dei mobili! >>
<< Rick non è il momento! >> sibilò fra i denti sentendo le gocce di sudore scivolare via dalla fronte.
Per la prima volta in vita sua entrò nel panico .
Non adesso! Non adesso ! Si ripeteva . Si guardò attorno e cercò di ricordarsi cosa lui gli aveva detto urlare se una situazione del genere si fosse verificata prima del previsto.
Ma come poteva ricordarsi con quel dolore …
<<  mele? Caffè ? No … ma come accidenti era quella parole … fragole ? pesche ? Accidenti ! Rick!! >>
<< Kate non è il momento io … >> d’un tratto Kate si illuminò.
<< Rose ! Ho detto rose ! Ricordi? >> gridò afferrandogli una manica e strattonandolo.
<< Kate …  rilassati, lascia a me l’isteria da futuro genitore e stai tranquilla; e sì le ho spedite le rose a Jenny per il suo compleanno … >> e tornò a parlare al telefono. 
<< No ! Rick!! Oddio! Quanto sei ...  >>
<< Senti mamma qui c’è un gran caos e … >>
<< Rick! Maledizione ! Rose!!! >> Castle sgranò gli occhi.
Il cellulare gli cadde di mano sfracellandosi al suolo; lo scrittore si paralizzò fissando un negozio di fiori proprio davanti a lui. Si ricordò tutto.
Si voltò di scatto verso di lei afferrandola per le braccia << l’hai detto davvero? No perché certe volte l’ho solo immaginato e … hai detto rose? Vero? L’hai detto? L’hai detto davvero? >>
<< Sì Rick, l’ho detto! >>sbottò stringendo i pugni per non assecondare l’impulso di picchiarlo.
<< Oddio è fantastico !! Ha detto rose! >> gridò euforico puntando un passante ilquale accelerò il passo credendo di sfuggire ad un matto.
Ma poi, d’un tratto Rick smise di sorridere ritrovandosi catapultato nella realtà molto trafficata di New York.
<< cosa!! C-come ? A-adesso? >>
<< sì adesso >> sibilò stritolandogli una mano.
<< ma io … ma tu … >>
<< dimmi che il tuo fantastico piano delle rose aveva un seguito >> disse lei fra i denti e dovette fare i conti con l’indecisione di Castle.
<< veramente io … credevo che sarebbe successo fra … un po’ … ho preparato la borsa a casa >>
<< perfetto >> ringhiò cercando di respirare regolarmente per non sentire troppo dolore.
<< prendi le chiavi ! Sono nella tasca dei jeans >> disse risoluta.
<< chiavi? >>
<< sì, dell’auto!! >>
<< e … poi ? >> balbettò fissandole con aria smarrita.
<< guidi!! >>
<< davvero? >>
<< sì,  così posso essere libera di ucciderti! Muoviti! >> strillò e finalmente lo scrittore si riprese aiutandola a sedersi in auto.
Il motore si accese e l’auto partì a tutta velocità lungo la strada.
<< devo richiamare mia madre! E Alexis!! >>
<< non vorrai parlare al telefono mentre guidi ? >>
<< ok, parlaci tu! >>
<< Rick!! >> gridò stringendo convulsamente la stoffa dei suoi jeans : quando Martha le aveva detto che sarebbe stato doloso non aveva menzionato il quanto.
Mentre Rick guidava appiccicato al parabrezza lei credeva di star per morire. O rinascere, il dolore le offuscava le idee. Era faticoso respirare e le contrazioni, perché di questo si trattava ormai, avevano una regolarità di una al minuto. Non si rendeva conto dello scorrere del tempo così quando si guardò attorno e  vide che erano già arrivati all’ospedale si sorprese: quanti semafori aveva ignorato?
L’aiutò a scendere e si diressero verso la reception del pronto soccorso.
Una donna sulla cinquantina sgranò gli occhi quando lo vide piombarle davanti.
<< salve! Ehm … mia moglie ha detto rose … no cioè sta … >>
<< signore si calmi … chiamo ostetricia e vi mando subito due infermiere. Ho bisogno delle generalità >>
<< Sono Richard Castle >>rispose immediatamente.
<< non sue >> sbuffò la donna << quelle di sua moglie >>
<< ah … sì … Katherine Beckett … è di trentadue settimane e la bambina ha scelto un pessimo momento per … >> l’attenzione dei due però si spostò su Kate che stava posando distintivo, pistola e manette sul bancone.
<< … è una detective >> ci tenne a precisare Castle osservando lo sguardo attonito della donna sulla cinquantina. 
<< tieni tutto tu poi consegnali a Lanie quando arriva >> libera dagli scomodi attrezzi da lavoro  Kate si aggrappò al suo braccio e lui la strinse a sé osservando la calca di gente tra infermieri medici e persone malate.    
<< ok! Ho guidato come un pazzo! Mi arriverà una multa a tre zeri e non abbiamo la borsa! Tutto questo non era stato previsto! Devo chiamare Alexis! >> bofonchiò lui facendo il punto della situazione.
<< prima chiama … Lanie … >>
<< e perché? >>
<< chiamala!! >>  gridò .
Castle tremò e brandì il cellulare .
Senza capire come si destreggiò fra sorreggere Kate e comporre il numero di Lanie.
<< stai bene? >> domandò attendendo che Lenie rispondesse. Cercò di sorriderle e per un attimo si rese davvero conto di ciò che stava succedendo ed era felice.
La felicità durò poco perché lei gli lanciò una terribile occhiataccia omicida
<< richiedimelo e ti sparo >> sibilò.
Alcune infermiere accorsero in loro aiuto e proprio in quell’attimo la voce di Lanie fece capolino al telefono
 << Parish! >>

 
   
 
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