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Autore: CinderNella    26/04/2012    2 recensioni
Il ragazzo che doveva pagare solo un caffè americano –o almeno pensava fosse quello, anche se da Starbucks non era mai solo quello– non era propriamente sconosciuto.
Non che lei lo fosse, anche se cercava di mimetizzarsi al suo meglio, con il cappuccio, gli occhiali e le converse.
Lui invece si riconosceva perfettamente da lontano: Ben Barnes le stava offrendo un muffin al cioccolato.
Keira Knightley x Ben Barnes
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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19.
Non faceva troppo caldo, ma Londra era perfetta a Luglio. Davvero perfetta. O forse era per lei che tutto sembrava per così dire “rosato” e perfetto. Nascose i pantaloni che Ben aveva dimenticato circa una settimana prima in un cassetto e scese in salotto: era ufficialmente in vacanza. Erano finite le riprese di “Seeking a friend for the end of the world” e lei era tornata nell’adorata madrepatria. Ben, invece, era tornato a casa circa un mese dopo rispetto a lei e ad Agosto sarebbe dovuto tornare in America. Se quel giorno tutto fosse andato secondo i piani prestabiliti, lei avrebbe anche potuto raggiungerlo, vista la vacanza che aveva protratto almeno fino all’inizio di settembre, eccetto alcuni eventi a cui non avrebbe proprio potuto evitare di partecipare.
Suonò il campanello e Keira si precipitò: «Sienna!»
L’amica la abbracciò, si era potuta liberare solo in quel momento da tutti gli impegni da quando era tornata e le era mancata davvero tanto.
«Raccontami. Mi hai solo accennato qualcosa e tu sai quanto io abbia fame di notizie.» entrò in casa come se ne fosse la padrona e si gettò sul divano, scalciando via le scarpe ed incrociando le gambe.
«Allora...bé.» arrossì, guardando intorno «Diciamo che... mi sto vedendo con Ben.»
«Sai che novità, anche prima ti vedevi con lui.» commentò Sienna come se nulla fosse: poi guardò l’espressione di Keira, che era diversa da quando si vedevano come amici... e comprese. Lanciò un urlo e spalancò la bocca piacevolmente sorpresa «Non ci credo! Hai ceduto! Racconta tutto!»
Keira la guardò negli occhi, sorrise aggiustandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio e approfittando di questo movimento per non guardarla in viso arrossì: «Lui... è venuto a trovarmi a LA. Doveva riportarmi “Anna Karenina”, il libro rilegato che avevo perso da lui tempo prima. È stato suo il primo passo.»
«E poi? E poi e poi e poi?» chiese quella, con gli occhi che le brillavano dalla contentezza.
«E... abbiamo passato il week-end insieme, come se non ci fossero stati quei due mesi e mezzo di nulla tra noi. Non era cambiato davvero niente.»
«Avete fatto scintille?» chiese Sienna con un tono malizioso.
Keira scosse la testa, rossa in viso: «No. Non è successo nulla... solo che prima di accompagnarlo al LAX ci siamo baciati e saremmo potuti passare ad altro se non ci fosse stata l’incombenza del suo volo.»
«Ti vengono i colpi di genio sempre all’ultimo, eh!»
«Ben è partito... e solo dopo poche decine di minuti che era arrivato mi sono presentata da lui. Ho trovato un posto in classe economica sul suo volo e l’ho preso subito.»
Sienna iniziò ad urlare e saltare per la stanza: «Non ci credo, non ci credo! Hai fatto il grande passo, l’hai seguito! Hai fatto la tua scelta! Aaaah!»
Keira scosse nuovamente la testa, sorridendo: «Cioè sì, ho fatto la mia scelta... ma non è successo nulla quella sera. Abbiamo solo dormito.»
«Per carità, mi dici allora quando è successo? Perché tu gli saresti voluta saltare addosso da parecchio, secondo me.»
«Dopo che ho lasciato James. Abbiamo festeggiato. E un bacio tira l’altro. E... beh...»
Sienna ricominciò ad urlare e abbracciò nuovamente l’amica: «Come sono contenta! Non vedo l’ora di congratularmi con lui! Quando ufficializzate la cosa e non vi nascondete dai paparazzi?»
«Dopo oggi, se tutto va bene.»
«Cioè?»
«Se lascia Tamsin.»
Sienna sbarrò gli occhi: «Avevo dimenticato i particolari James e Tamsin. Bé, sicuramente non daranno fastidio.»
«E se non ci riesce?» il labbro inferiore le tremò impercettibilmente «Io gli voglio bene, gliene voglio tanto, e anche se so di non essere la seconda donna nel suo cuore mi sono seccata di nascondermi.»
Sienna si accorse del fatto che l’amica, per quanto fosse felice, avesse ancora paura di quella zona d’ombra inesplorata: «Ben non è uno smidollato, ce la farà. E potrete finalmente uscire insieme e comportarvi come vorrete.» le carezzò una spalla, sorridendole «E quando tutto sarà ufficiale, usciremo tutti insieme!»
«Con Todd?» Keira alzò maliziosamente un sopracciglio.
Sienna scosse la testa: «No, non siamo più trombamici. Comunque intendevo noi tre, se non vi sentite spiati!» cambiò tono, assumendo quello di un’amica offesa.
«Come mai?»
Sienna storse il naso: «Ho scoperto che aveva ancora la fidanzata. E non mi va proprio di essere quella di scorta.»
«Mi dispiace.» fece l’altra, immaginandosi il momento in cui l’aveva saputo, interrogandosi sul tatto o meno che quello avesse avuto «Quindi hai cambiato autista?»
«Voglio guidare io. So che la tassa per il centro è di otto sterline e passa, so anche che per venire da te in auto sborso parecchio ma per te questo e altro!»
«Non ci credo! Che auto ti sei comprata?!» Keira corse ad aprire la porta di casa, noncurante del fatto che fosse in micro pantaloncini sportivi e canottina bianca: una cabriolet rossa fiammante era parcheggiata sul suo vialetto «Wow.»
«Ehi si!» gongolò la ragazza «Poi porto sia Ben che te a fare un giro. Dopo la settima volta che ci ho provato ce l’ho fatta a prendere la patente!»
Keira rise, guardando l’amica contenta: rideva con poco.
E Ben probabilmente si stava movendo in quel momento per raggiungere casa di Tamsin.
Deglutì, cercando di non pensarci: avevano deciso di non sentirsi finché non l’avrebbe lasciata, finché non sarebbe uscito da casa sua. Si erano visti la sera prima, ma dopo non ci fu nemmeno una chiamata.
«Keira?» Sienna le passò una mano davanti agli occhi «Ci sei?»
«Mhmh.» tornò a guardarla e chiuse la porta «sono un po’ preoccupata.»
«Su’, ci facciamo un tè e ti lascio quando arriva Ben?» propose l’amica, battendo le mani «Così lo rivedo e mi congratulo anche!»
L’altra annuì, incerta: «D’accordo.»
«E ci vediamo anche un bel film!» aprì la borsa e tirò fuori un porta CD «Si va!»

Era in ansia. Aveva ripetuto mentalmente non sapeva quante volte le cose da dirle, ma era comunque in ansia.
Doveva riuscirci, doveva lasciarla. Non ne poteva più nemmeno lui di avere quella “doppia vita”. E anche se non glielo faceva pesare, anche Keira ne soffriva, e aveva paura.
Era sotto casa di Tamsin da un po’, ma non aveva avuto il coraggio di citofonare. Contò fino a dieci ed uscì dall’auto, mise la sicura e suonò per farsi aprire il cancelletto.
«Chi è?»
«Tam, sono io. Sei sola?»
«Sì, perché? »
«Sto arrivando.»
«Cos’hai in mente?» chiese lei, maliziosa.
Ma lui non rispose e avanzò nel giardino, con un’espressione seria in viso.
Tamsin gli aprì la porta con un mini-vestito a fantasia floreale addosso: era davvero carina, ma... nulla di più. Le aveva voluto davvero bene, ma non l’aveva mai amata, e non c’era mai stata passione. Ma era stata sua amica, e lasciarla l’avrebbe distrutta, almeno al momento. Sicuro si sarebbe ripresa, però... insomma, era stato un fedifrago. Keira no, o meglio, non completamente.
«Ehi Ben!» gli baciò le labbra e lui ricambiò in modo non convincente «Cos’hai?»
«Entriamo? Dobbiamo parlare.»
Il sorriso le si spense sulle labbra. Aveva solo ventitré anni, ne aveva passate meno di lui, che era ben sette anni avanti.
Lo fece accomodare ed iniziò a giocherellare con i capelli, nervosa: «Che c’è? Era troppo inaspettata la tua visita.»
«Tam...»
«Sì?» doveva aver capito. Era troppo nervosa e nello sguardo che cercava di continuare a mantenere sereno era comparso un velo di tristezza e quasi rassegnazione.
«Non posso più stare con te.» al diavolo i discorsi e le motivazioni, doveva dirle la verità così com’era, senza tanti fronzoli.
La ragazza assunse un’espressione davvero triste, ma impotente: «Perché?»
«Perché mi sono reso conto di non averti mai davvero amata. Ti ho voluto davvero tanto bene, ma non ti ho mai amata.»
«Perché?» ripeté quella, con la voce incrinata.
Il ragazzo non rispose, le aveva riferito la triste e dura verità.
«Sembra che non te ne freghi nulla, neanche un po’!»
«Non è vero, prima di decidere di fare questo passo ho meditato tanto. Ed è l’unica cosa che io possa fare senza reprimere e nascondere me stesso. Siamo troppo diversi, ma sarei potuto andare oltre questo, se ti avessi amata...»
La ragazza lo bloccò con una mano, gli occhi colmi di lacrime: lui fece per avvicinarsi e abbracciarla ma lei si ritrasse «D’accordo. Ma ora va’ via.»
«Tam...»
«Va’ via! E non pensare nemmeno lontanamente di chiedermi di rimanere amici! Va’ al diavolo!»
Era logico che avrebbe reagito così, lei lo amava sul serio: ma anche nei suoi confronti doveva essere sincero, doveva dirglielo e di conseguenza farle male per non ingannarla.
«Vattene!» urlò quella, scoppiando a singhiozzare.
«Addio.» salutò lui, voltandosi e chiudendo gli occhi. Percorse la distanza che andava dalla porta di ingresso al cancelletto a grandi passi, ispirando ed espirando profondamente.

Sienna aveva scelto il film giusto, quello che, anche se non un capolavoro, non avrebbe mai smesso di rivedere: «Lui è davvero troppo bacato!»
«E lei è un’attrice sexy e famosa, ma lui le fa tenere i piedi per terra. E poi il suo amico è fantastico! Io me lo prenderei uno così.» mangiando popcorn, le due ragazze commentavano “Notting Hill” non pensando a nulla e ammirando la loro città.
«Io lo adoro.» dichiarò Keira, ingurgitando un’altra manciata di popcorn e bevendo un sorso di Coca Cola.
«Chi? Hugh Grant o il libraio?»
«Bé, Hugh Grant è uno forte. Ti giuro quando giravamo “Love Actually” sono morta dalle risate. Ma io intendevo lui.» indicò lo schermo: la scena era quella della festa della sorella rossa e pazza, e lui aveva portato Anna con sé.
«Bé, Hugh Grant è un gran figo.»
«Sienna!» esclamò la ragazza, saltando su.
«Non ho detto che me lo farei... anche se me lo farei.»
«SIENNA!» urlò l’altra, ridendo; il loro momento di risate fu interrotto dal suono del campanello: Keira saltò su nuovamente, ma ora la disposizione del suo animo era diversa.
Si avvicinò piano alla porta e la aprì: era Ben.
Lo guardò prima di poter essere sollevata, ma lui le sorrise: allora lo abbracciò e baciò, nascosta dalla porta.
«Chi c’è in casa?»
«Sienna. È tutto a posto, allora?»
«Diciamo. È finita, sì.»
«Come stai? Come sta?»
«Lei malissimo, le ho voluto bene... mi dispiace. Ma non si poteva andare oltre.»
Keira non poté fare a meno di sorridergli sinceramente e lui ricambiò: «Che fate?» chiese, entrando in casa «Ehi S!»
La ragazza si erse e scese dal divano in un modo alquanto improbabile per andare ad abbracciarlo: «Congratulazioni! Quando me l’ha detto sono saltata su ed ho iniziato ad urlare!»
«Confermo.» l’amica annuì alzando gli occhi al cielo e arrossendo: era troppo carina quando si vergognava. Intrecciò le dita di una mano con le sue e raggiunse il salotto, che era tutto buio: «Cosa succede qui? Oh. Film. Perfetto.»
Si sedette sul divano e Keira si frappose tra lui e l’amica.
«Mi ci voleva proprio. E poi “Notting Hill” è uno dei film con Julia Roberts che preferisco.»
Keira lo guardò e gli porse dei popcorn: lui aprì la bocca, consentendole di lasciarli lì. Poi le baciò la mano e si posò sulla sua spalla.
A lei mancavano momenti del genere: tutti e tre, insieme. E con quella tranquillità, che non provava da tempo.
  
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