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Autore: Roxetta    26/04/2012    1 recensioni
«Stai bene? Oh cielo! Forse ti devo portare all’ospedale…»
«No, no! Sto bene, non preoccuparti! Mi gira solo un po’ la testa. »
«Meno male! Comunque io sono Costa Foti. Piacere di conoscerti, e… scusa per il disastro che abbiamo combinato io e Pimpi. E tu? Come ti chiami? »
Non avevo sentito una parola di quello che mi aveva detto, e non perché fossi ipnotizzata dalla sua voce. Semplicemente perché, con due parole, mi aveva praticamente paralizzata: il suo nome era stata come un’ iniezione di ghiaccio nelle vene. Lui era un Foti! Quello che per definizione avrei dovuto considerare il mio peggior nemico e avrei dovuto odiare al di sopra di ogni cosa.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La spia della benzina cominciò a lampeggiare ed anche il mio stomaco si fece sentire quindi, adocchiato il cartello di una stazione di servizio, mi apprestai a fare una pausa.
Appena entrata nel grande spiazzo, mi diressi alle pompe di benzina e feci il pieno. Riempito quel vano, era ora di riempirne un altro e, la gigantografia di un succulento hamburger, non aiutava affatto quel mio amico brontolone.
Aprii lo specchietto per darmi un’ultima occhiata prima di uscire e notai che i capelli in quella maniera non erano proprio inguardabili; forse avrei potuto fare la parrucchiera nella mia nuova vita. Non ero forse riuscita ad acconciare un bel caschetto alla moda in un momento di panico?
Figurarsi in un momento di calma cosa avrei potuto fare!
 
Con quel pensiero che mi strappò un sorriso, uscii dall’auto e bruciai la distanza che mi separava dal tanto agognato cibo.
L’interno del locale non era molto affollato, anzi, solo una piccola famigliola era seduta a consumare il pasto appena acquistato. Mi avvicinai al bancone del self service e riempii il vassoio di ogni ben di dio presente, facendo sorridere la cassiera pronta ad aspettarmi; le sorrisi di rimando pagando per tutto quel cibo e corsi ad occupare un tavolo più appartato: non avrei voluto dare spettacolo mentre mi ingozzavo! Così, con lo stomaco brontolante e gli occhi lucidi dalla gioia, ringraziai il buon dio come mi aveva insegnato la mia tata Sofia quando ero poco più che una bambina.
 
La scelta di occupare un tavolo più nascosto, si rivelò provvidenziale: appena ebbi mandato giù il primo boccone di pane, si aprirono le porte del mio stomaco e diventai come un orso che mangia per la prima volta dopo mesi e mesi di letargo.
Esaurita la foga iniziale, consumai il resto del cibo con calma, assaporando tutto fino all’ultimo chicco d’uva.
Mi accasciai sulla spalliera della sedia ed accarezzai il mio stomaco pieno attraverso le magliette che avevo indossato; era ora di rimettersi in marcia forse, anche se la meta di quel viaggio non era ancora stabilita.
L’idea di allontanarmi totalmente da quella realtà era ancora forte in me ma, fra tutti i paesi del mondo, quale avrei potuto scegliere? Conoscevo bene l’inglese e lo spagnolo ma, meglio di tutte, quasi come una seconda lingua, l’italiano imparato dalla tata Sofia quando ero una bambina. L’Italia mi allettava da sempre effettivamente, e Patrasso era raggiungibilissima da dove mi trovavo… un semplice traghetto e sarei stata libera di rinascere. Era deciso!
Con slancio mi alzai, comprai alcune barrette ai cereali, dell’acqua, e mi diressi verso l’automobile. Depositai la mia spesa nel bagagliaio e, una volta richiuso, mi poggiai alla macchina.
Forse sarebbe stato meglio fermarmi in un motel per la notte. Ero molto stanca e non sarebbe stato responsabile continuare a guidare.
Mi guardai intorno e notai un cartello che ne indicava la presenza di uno a pochi chilometri di distanza. Entrai nel mio veicolo e ripartii alla volta del motel.
 
**********
 
Dopo neanche dieci minuti ero arrivata alla reception ed avevo pagato per il mio alloggio. Una volta entrata, abbandonai il mio bagaglio composto da beauty ed una borsa con cambio sulla scrivania e mi avvicinai alla finestra.
La luna era piena ed alta in un cielo estremamente pulito; non una nuvoletta ad oscurare quelle stelle a cui avrei tanto voluto dare un nome ma che non ero purtroppo mai stata in grado di identificare.
Un senso di pace si impossessò di me e quella sera, per la prima volta dopo una vita, mi sentii in pace con me stessa.
 
**********
 
Il risveglio fu tranquillo e, con assoluta lentezza, feci una doccia e consumai la mia colazione composta da una barretta ai cereali. Mi vestii ed asciugai i capelli con cura.
Nonostante la tranquillità con cui mi ero mossa, ero riuscita a prepararmi in un’ora.
La verità era che cercavo di prolungare il più possibile la mia permanenza nella mia patria, la mia casa. Mi sarei allontanata di poco, am ne avrei sentito nostalgia.
Raccolsi le lacrime che fuoriuscivano e mi alzai dal letto su cui mi ero appollaiata; presa tutta la mia roba, tirai la porta dietro di me e mi ridiressi alla reception per lasciare le chiavi.
La receptionist, una donna sulla sessantina, mi sorrise gentile.
« Ha riposato bene? », domandò riponendo le chiavi al loro posto.
« Si, la ringrazio! Purtroppo, però, sono costretta a ripartire subito. », risposi con voce un po’ sofferente.
« Capisco. In questo caso, buon viaggio! », mi disse sorridente.
Ricambiai il sorriso che mi si “congelò” quasi sul viso quando una voce terribilmente famigliare disse:
« Maria? »
 

 

Angolino autrice: Sbadadadaaaan!!! Oh no, cosa succederà mai ora? Non mi odiate troppo per favore! Oltre agli scherzi, comunque, secondo voi cosa succederà a questo punto?
Fatemi sapere le vostre opinioni, mi raccomando! :D
Un’ultima cosa prima di lasciarvi… come vi avevo detto nello scorso capitolo, la scuola in questo periodo mi sta assorbendo parecchie energie e, inoltre, ho iniziato a scrivere una nuova storia, quindi non so dirvi quando sarà il prossimo aggiornamento. :(  Vi prometto però che cercherò di fare il più presto possibile!
Un grazie grandissimo a chi ha inserito la mia storia nelle preferite/seguite/ricordate ed a chi ha recensito. Vi adoro!!!
Alla prossima!

Rox

   
 
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