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Autore: SkyScraperI3    26/04/2012    6 recensioni
Fuoco sta per forza, coraggio, temperamento, determinazione, diversità, forza, sovrannaturale.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'aria gelida della notte di Londra ci sfregiava il viso e irritava gli occhi. Ridussi quest'ultimi a una fessura per evitare che il vento tagliente lasciasse entrare un granello di polvere. Mi strinsi nella giacca di pelle leggera e mi voltai a guardare il moro che teneva un braccio attorno alle mie spalle.
Mi sorrise e si riavviò il ciuffo, ormai distrutto dal vento, con una mano.
«Hai freddo piccola?» scossi la testa ammaliata dai suoi occhi scuri e mi imposi decoro.
« Ci fa bene camminare – soffocai una risata – smaltiamo la sbornia»
poche ore prima uno squallido locale di periferia ci aveva accolto con alcol e divertimento. Solamente dopo aver imboccato la strada della sbronza ci eravamo accorti dell'ora e avevamo deciso di avviarci verso la stazione
«Zayn, è l'una i treni non partono per le prossime cinque ore!» mugugnai annoiata.
Allungò il collo per guardare all'interno del grande edificio, tanto trafficato durante il giorno e vuoto – quasi spaventoso- in quel momento.
Rivolse lo sguardo a me e sorrise: il suo sorriso era il più ammaliatore che avessi mai visto.
Io, Elizabeth Parker, amavo quel sorriso. Era troppo perfetto per qualunque canone umano e sovrumano.
Era di una bellezza quasi apolliniana, era ossigeno, aria e acqua in un momento di siccità.
Quasi come la sua risata, ma giuro, quella era assolutamente il suono più melodioso e armonico che orecchie umane abbiano mai sentito, non me n'ero ancora abituata: e lo conoscevo da circa da dieci anni.
«Merda, Zayn, che facciamo?» richiamai la sua attenzione, si voltò e scrollò le spalle
«Tranquilla, andiamo qui» indicò una via secondaria al lato della stazione.
Deglutii preoccupata e lui mi guardò strafottente
«Paura, Parker?» scossi la testa: non gli avrei mai dato quella soddisfazione, quindi gli feci segno di procedere
«Andiamo» iniziò a camminare, fischiettando uno strano motivetto forse pensava che mi avrebbe tranquillizzata o al contrario spaventata, infatti mi spaventò e tanto.
«Smettila, Zayn» aggrottò le sopracciglia «che c'è?» «mi urti, okay!?» rise prendendomi in giro e continuò a camminare, fischiettando.
Bidoni di immondizia, vecchi mobili e buste rotte costeggiavano il muro vicino al quale stavamo camminando, rabbrividii quando la puzza della spazzatura mi arrivò al naso.
Un rumore tra i bidoni, sussultai
«Cos'era?» Zayn rise, ancora una volta, prendendomi in giro «sarà stato un topo, Liz, calmati» mi passò un braccio attorno alle spalle e continuò a camminare
«Perchè passare per qui!?» scosse la testa «è più veloce, tesoro» sbuffai.
Un altro rumore, sussultai ancora.
Non ero una di quelle persone che provava paura per un rumore, anzi; ero abituata a tornare a casa da sola, di notte, per vie deserte e sconosciute ma quella sera la sensazione ala bocca dello stomaco era troppo forte e insistente perché io riuscissi ad ignorarla.
Sapevo che sarebbe successo qualcosa, ma Zayn era calmo e quindi ero calma anche io.
All'ennesimo rumore seguito dalla terza folata di vento gelido anche lui sussultò.
«E' stata una pazzia soltanto passare per qui» sussurrò, io risi «è stata un'idea tua!» non rispose.
Continuammo ad avanzare per quella via che sembrava non avere più una fine, un vicolo cieco: era un buco nero forse. Era tutto scuro, e nemmeno quando gli occhi si abituarono all'oscurità riuscimmo a distinguere cose che non fossero ad un palmo dal nostro naso.
«Cosa credi che ci sia intorno a noi a parte l'immondizia?» sussurrai quasi impercettibilmente, sentii la presa della sua mano farsi più salda e poi lo sentii sussurrare un 'non lo so' a fior di labbra.
L'aria attorno a noi era calda ed opprimente, e se non avessi avuto la convinzione di essere al sicuro con lui sarei tornata indietro.
Una folata di vento gelido ci colpì alle spalle.
«Cazzo era?» alzai la voce di un'ottava e lui mi strinse fra le braccia.
«Non lo so» sorrisi, visibilmente eccitata da quella situazione di “pericolo” e insolita. Procedetti spavalda per qualche passo quando la stessa folata di vento ci investì, questa volta da davanti, seguita da una risatina impercettibile.
«Me la sono sognata?» la mia voce tremava, ero davvero spaventata «sì, credo di sì» si auto convinse che nulla ci era appena passato accanto ridendo.
Fu un attimo, una frazione di secondo e la sua mano non era più stretta alla mia.
«Zayn!?» mi si spezzò la voce dall'agitazione «cazzo, Zayn, non è divertente» continuai «per nulla, stronzo!» non arrivò nessuna risposta, se non un gemito morto fra le labbra.
«Cazzo! Zayn!» ingoiai un grosso groppo che mi si era formato in gola: io non avevo mai paura, mai, e sarebbe stato così anche quella volta. Zayn mi stava facendo solo uno scherzo, ero convinta e farmi sentire agitata lo avrebbe divertito il doppio.
Presi un profondo respiro profondo per quanto l'aria resa pesante dall'umidità potesse permetterlo e cercai la calma.
Un'altra folata di vento alla mia sinistra, una quarta alla mia destra. Tremavo dall'agitazione.
E poi una risata, quasi dannata, mi fece sobbalzare.
«Non ho soldi e so fare karate, sappilo» provai a intimidire chiunque fosse lì accanto a me, perchè sentivo che c'era qualcuno accanto a me. Sentivo il suo respiro sulla mia guancia, e i suoi occhi sul mio corpo.
«Non voglio soldi» la voce bassa e roca mi fece sobbalzare, non era Zayn. Non appena “lo” sentii parlare mi si contorse lo stomaco. Se fino a poco prima credevo che la voce di Zayn fosse quanto di più bello avessi mai ascoltato, mi ricredetti all'istante.
La voce di “quello” arrivò dritta al mio cervello, al mio cuore, ad ogni muscolo del mio corpo. Inondò il corpo di adrenalina, fece effetto fino alla punta delle dita, mi attraversò con un brivido.
Mi riscosse dall'agitazione e mi rinvigorì di forze. Sentii due dita schioccare e in un attimo la strada fu illuminata a giorno.
Mi guardai attorno alla ricerca di qualcosa o di qualcuno; di Zayn o di una via d'uscita.
Nulla a parte me.
«Ma dove cazzo sono?» mi ero sognata la voce? Mi ero sognata anche le sensazioni dopo che quel qualcuno aveva parlato? E se quella voce fosse stata frutto della mia immaginazione? Se la mia mente l'avesse prodotta soltanto per darmi le forze che mancavano? Scossi la testa e strinsi gli occhi per scacciare il forte mal di testa che l'afa del posto mi stava portando.
«Non sei pazza» esclamò un'altra voce sopra di me, beffarda anche questa, sollevai la testa e feci un balzo all'indietro «non sei la prima che ci rimane così, dolcezza. Non sapete apprezzare la nostra bellezza» chinai la testa da un lato e aspettai che il biondino si posizionasse davanti a me.
«Non hai parlato tu prima, sono sicura» lui spalancò gli occhi «tu riesci a parlarmi senza svenire?» risi di gusto, ma chi pretendeva di essere?
«Sì, sai so parlare» si avvicinò fino a che non sbattei la schiena al muro melmoso, feci una smorfia.
«Sei la più bella che io abbia mai visto, giuro» girò la testa tre minuti prima che un'altra figura voltasse l'angolo. Era alto qualche spanna in più del biondo di fronte a me, i ricci ribelli ricadevano sulla fronte candida e due occhi verdi cangianti davano luce a quel viso troppo bianco, che sembrava non vedere la luce del sole da anni.
Si voltò all'indietro e incitò qualcuno a camminare. Comparve Zayn
«Oh, Dio! Zayn!» la voce mi si strozzò in gola, e il biondo con due dita mi costrinse a far aderire di nuovo la schiena al muro. Zayn mi guardò con due occhi che non erano i suoi, aggrottai le sopracciglia non appena mi rivolse uno sguardo carico di dolore, guardai il biondo perchè quell'altro mi metteva soggezione
«Che succede!?» lui scrollò le spalle
«Nulla che ti interessi» mi divincolai «è il mio ragazzo!» urlai non riuscendo più a soffocare le lacrime. L'altro sorrise ironico e con una spinta buttò a terra Zayn che iniziò a contorcersi.
«Datemi dell'acqua» la frase gli si spezzò fra le labbra, e io provai a liberarmi del biondo per andare verso di lui «sto andando a fuoco» continuò il mio Zayn.
«Ti prego, dagli dell'acqua» ormai trattenere le lacrime era inutile
«Non ha davvero sete, tranquilla» disse l'altro e riconobbi la voce angelica e maledetta di pochi minuti prima. Era stramaledettamente bello.
Quello che mi stava tenendo ferma al muro era poco più alto di me, capelli biondi, occhi maledettamente azzurri, forma delle labbra vagamente tendente al cuore.
Erano entrambi perfetti, quasi troppo perfetti agli occhi di gente normale.
«Tranquillizzati bionda, non vogliamo derubarti» lo guardai.
«Come fai a sapere sempre quello che penso?» chiesi, lui sorrise stupito dalla mia spavalderia.
Con una falcata il moro fu accanto a noi, spintonò l'altro e si pose di fronte a me.
«Non voglio dirti che sarà veloce» iniziò guardandomi come fossi un cheesburger «né che non sentirai dolore – si passò la lingua sul labbro superiore e questo suo gesto mi fece tremare le gambe- voglio essere sincera con te, bionda, perchè mi piaci particolarmente»
«Cosa vuoi? Perchè sei così...?» lo squadrai con gli occhi
«Bello? Perfetto? Impossibile? Maledettamente sexy?» annuii, aveva centrato il punto
«E perchè voi fate tutti la stessa domanda?» mi scostò i capelli dal collo. Per quanto fossi in una situazione pericolosa, quel ragazzo mi dava una strana sensazione.
«Harry, è la prima che non ha paura» si voltò a guardare l'altro ragazzo. Harry? Il suo nome era Harry, sorrisi inconsapevolmente
«Cioè!? Cosa pensa?» il biondo chiuse gli occhi «cazzo, Niall, veloce! Ho fame»
«Non lo so.. non ha paura. È particolarmente.. eccitata» fissò le iridi verdi su di me, inclinò la testa da un lato e io scossi la mia
«No, ti ripeto che faccio karate» rise
«Sei forte bionda» strinsi gli occhi a due fessure cercando di capire chi fosse, cosa volesse e perchè proprio io ero tra lui e il muro.
«Sono Harry, voglio te, e perchè sei bella» sorrisi nonostante la situazione, visibilmente lusingata per il complimento fuori luogo.
Avvicinò il suo viso al mio e lo osservai meglio. Pelle candida, marmorea quasi, paragonabile ad una statua: come quelle che avevo visto ai musei Vaticani a Roma.
Occhi verdi cangianti, ipnotizzanti; soltanto quando lui inclinò un po' la testa a lato mi riscossi e mi ritrovai con il fiato sospeso. Chissà quanto si stava divertendo quel riccio a vedermi trattenere il respiro.
«Effettivamente sì, mi sto divertendo.» sbuffai e puntai le mie iridi chiare nelle sue «fa' quello che devi e poi lasciami andare» rise e passò un indice – la cui pelle era perfettamente liscia – sulla mia guancia, rabbrividii.
«Non te ne andrai presto» alzai gli occhi al cielo scocciata e il ragazzo -anzi Harry- si avvicinò ancora di più al mio viso.
Quanto avrei voluto accorciare le distanze? Quanto avrei voluto scordarmi della scomodità della posizione, del biondino accanto a noi, dei gemiti di dolore di Zayn, della strada, degli avvertimenti di mamma come “non parlare con gli sconosciuti” o “non fermarti a conversare”.. io volevo lo sconosciuto, lo desideravo.
E il fatto che lui fosse a mezzo centimetro di distanza dal mio viso, il fatto che fosse bellissimo, che i suoi occhi ipnotizzassero, il fatto che le gambe mi tremavano da circa venti minuti, di certo non aiutava.
Se devo morire, morirò felice, almeno” pensai guardandolo ancora una volta, lui sorrise e si voltò a guardare l'amico
«Non ci credo..» disse quello «è.. la prima volta?» Harry annuì e allargò il sorriso mostrando due tenerissime fossette ai lati delle labbra che mi diedero la conferma che la sua pelle non era di marmo, ci assomigliava soltanto.
Si voltò a me e con quel viso, che mi sembrava quasi angelico, si avvicinò.
«Se devi farlo, fallo» lo pregai e soddisfatto lui azzerò la distanza. In quel momento il mio cuore si fermò.
Poco prima che le sue labbra toccassero le mie sentii il suo respiro freddo sulle mie labbra e rabbrividii, non appena queste si sfiorarono provai una scarica d'adrenalina lungo la spina dorsale.
Amavo quella sensazione di pericolo e diversità.
Schiusi piano le mie labbra per permettere alle nostre lingue di conoscersi. Non avevo paura.
Anzi era la situazione più calma, felice ed eccitante della mia vita.
Si allontanò dopo poco lasciandomi insoddisfatta del bacio ricevuto, ne volevo ancora e lui lo sapeva
«No dolcezza, dopo semmai »aggrottai leggermente le sopracciglia e lui abbassò un poco la testa, al'altezza del mio collo
«Cosa stai...» la frase mi morì in gola. Spezzata fra le labbra.
Il cuore sembrò fermarsi qualche frazione di secondo, il sangue parve fermarsi e scaldarsi, nelle vene quasi ribolliva, le gambe mi iniziarono a dolere, le braccia quasi non le sentivo più.
Persi l'equilibrio e caddi sulle ginocchia, dopo di che mi accasciai su me stessa. Sentivo i sassolini del terreno entrarmi nella pelle ma mano a mano che il tempo passava il dolore spariva come se non ci fossero più quei sassolini fastidiosi a ricordarmi che ero svenuta... o morta? Ero ancora viva? O avevo solo perso i sensi? Sarei stata in grado di muovermi? E perchè ero in quella posizione fetale? Cos'era successo? Harry dov'era? Zayn? Niall?
Caddi in uno stato di trance, una specie di dormiveglia. L'unica cosa che sentivo era il sangue pulsare nelle vene; lo sentivo chiaramente scorrere, era l'unica certezza che avevo.
La concentrazione maggiore di sangue che circolava nel mio corpo in quel momento si trovava all'altezza dell'avambraccio, in pochi secondi sarebbe arrivata al cuore.
Fu il fuoco. Non appena lo colpì scoppiò il fuoco dentro di me. Bruciava, mi corrodeva, mi stava distruggendo. Non avevo forze e quell'incendio mi stava privando delle ultime forze, me le stava portando via, le succhiava.
Urlai. Urlai con quanto più fiato avessi nei polmoni, urlai finchè anche la gola non iniziò a bruciare, come tutto il mio corpo.
Urlai, gridai, implorai, piansi. Mi sentivo come su un rogo, condannata a morte in quell'infinito incendio che bruciava, bruciava e mi corrodeva.
Implorai dell'acqua, un qualcosa che mi stoppasse quel dolore pazzesco che provavo in tutte le parti del corpo: dalla punta dei capelli all'ultimo centimetro del piede. Urlai, gridai, implorai, piansi.
Poi il fuoco placò e iniziarono i brividi di freddo. Sembrava che dall'inferno mi fossi spostata in Alaska.
I brividi lungo la spina dorsale mi facevano contrarre su me stessa. Sentivo il gelo penetrare dentro al mio corpo, pungere come mille aghi nelle braccia, nelle gambe, nel petto, nello stomaco: ovunque.
Chiesi aiuto, urlai o almeno nella mia testa mi sembrava di urlare. Quando anche il gelo placò rimasero dentro di me e intorno a me il buio e il silenzio.
Credevo di essere morta, credevo che tutto fosse finito.
Era così che si moriva? In silenzio, nel buio, nel nero dopo aver urlato e implorato la fine di una tortura?
L'ultima scossa mi attraversò il corpo, passando dalla radice dei capelli, al ventre, alle ginocchia e poi ai piedi.
Il cuore, organo egoista il cuore, bruciava ma batteva. Battiti accelerati, almeno quattro volte più veloci come quando hai la febbre. Sembrava essere stato immerso nella benzina e poi in mezzo alle fiamme, bruciava.
Seppi che non ero morta perchè il cuore doleva. Era l'unica cosa che sentivo, l'unica certezza che mi teneva legata alla consapevolezza di essere viva.

Passarono ore, minuti, forse mesi. Ero scomparsa e nessuno mi cercava?
Quando l'unica cosa percepibile accanto a me era il mio respiro accompagnato da battito del cuore decisi di muovermi.
Spalancai gli occhi e trovai Zayn a fissarmi.

«Beh!?» mi ero sognata tutto!? quelle ore erano state frutto della mia immaginazione?
«Io sono sveglio da un po'» scossi la testa «non capisco»
Una risata mi costrinse a voltare gli occhi alla mia destra, Harry e Niall ci guardavano divertiti
«Non sono riuscito» sospirò Harry, aggrttai le sopracciglia
«Tu troppo bella ma acida e lui troppo arrogante per i miei gusti, non mi piacevate»
«Quindi!?»
«Quindi non sei morta e sei diventato altro» lo guardanai senza capire «cosa hai provato in queste ore?»
«Dolore, fuoco, gelo e poi di nuovo fuoco.»
«Ecco perchè ci chiamano figli del diavolo, noi viviamo nel fuoco è la prima cosa che sentiamo quando qualcuno ci morde.»
«Vampiri?!»
«Nah, figli del diavolo.»
Provai a sedermi. non appena mi mossi provai le stesse sensazioni di prima.
Era fuoco, era seriamente fuoco quello che scorreva nelle mie vene.

 

Fuoco sta per forza, coraggio, temperamente, determinazione, diversità, forza, sovrannaturale.


erre's space

*fa finta di nulla* salve.. ehm.. ciao.
okay seriamente!? Questa OS è di un nonsense assurdo HAHHAHAHAH giuro è idiotissima. Nella mia testa era 9484902849 mila volte più bella e invece ora è uscita.. sta cosa che non ha senso.
Però ci ho messo tanto a scriverla çç
scrivetemi almeno che ne pensate.
Non è sexy Harry vampiro!?
Sì!? Sì, dai almeno quello è bello ahhahah.
Ciao belle.

ps per chi la segue: fra poco dovrei aggiornare "That Detention"
<3
  
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