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Autore: EvgeniaPsyche Rox    26/04/2012    6 recensioni
«In breve io ho combinato un casino, e il preside, per punizione, mi ha ordinato di farti da tutor.Got it memorized?», accidenti, alla fine si era lasciato sfuggire il suo marchio di fabbrica.
Roxas assottigliò gli occhi, assai perplesso; un pò per la sua affermazione, e un pò per quella domanda finale in inglese.Decise di lasciare perdere, dedicandosi al vero argomento della conversazione.«Mi stai prendendo in giro?»
«No.»
«Non ho alcun problema a scuola, quindi ti risparmio la fatica di perdere tempo.», affermò schiettamente il biondino, spostando lo sguardo verso il suo interlocutore, il quale aveva sospirato.
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[Questa storia ho iniziato a scriverla quando avevo tredici anni e, contando che adesso ne ho quasi diciassette, è normale che io abbia cambiato modo di scrivere, anche perché mi sto dedicando a generi differenti. Da un lato preferirei eliminarla perché i capitoli, soprattutto i primi, non sono scritti esattamente bene (Almeno, per quanto riguarda la punteggiatura e la grammatica). Ma ragazzi, le recensioni sono tante; questa è la prima long che ho pubblicato e mi sono affezionata.]
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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Tutor And Boyfriend.

 

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9.Dinner with parents

 

  

9.Dinner with parents

 

 

 


«Sora!», lo rimproverò la madre, tirandogli il cucchiaio sulla mano che ritirò immediatamente.
«Ahia!Ma io ho fame!», trillò il castano come giustificazione, sbuffando prima di incrociare le braccia al petto.
Il ragazzo dai capelli argentati seduto al suo fianco sospirò, roteando lo sguardo da una parte all'altra della sala.«Sora, lo sai che dobbiamo aspettare che arrivi tuo padre, prima di mangiare.»
«Tra l'altro», si intromise improvvisamente il fratello.«Non capisco come diamine tu possa avere così fame, se a pranzo hai mangiato come un maiale.»
«Non è mica una novità.», commentò di rimando Riku con sarcasmo, facendo ridere il moro, la donna e perfino il diretto interessato della conversazione, che, ovviamente, non aveva capito che si stava parlando proprio di lui.
«Beh, che cosa mi raccontante?», chiese la madre con un largo sorriso, dopo aver smesso di ridere, rivolgendosi a tutti i presenti, tranne al fulvo che si sentì bellamente ignorato.
«Ho battuto Riku a Super-Mario!», fu l'immediata risposta del castano, seguita dal commento acido del fratello: «Non l'hai capito?Ti ha fatto vincere lui, babbuino.»
«Roxas!», lo incalzò la donna, facendogli cenno di chiudere la bocca, ottenendo uno sbuffo da parte del giovane.
«Mi hanno nominato organizzatore di una gita.», si intromise improvvisamente Riku, appoggiando la schiena alla sedia.«Non capisco perchè questi ruoli li assegnino sempre a me.»
«E' ovvio, Riku, sei così responsabile!», disse la donna, annuendo con aria sicura; se c'era una persona che approvava con tutta se stessa, quella era sicuramente il giovane dai capelli argentini, il quale, in quel momento, accennò un mezzo sorriso di ringraziamento.
«Mi auguro che continuerai a frequentare i miei figli; dovresti passare anche un pò di tempo con Roxas.Sai com'è fatto, se ne sta sempre in disparte...»
«Mamma, smettila.», farfugliò con fastidio il biondo, mordendosi il labbro inferiore, irritato, mentre il fratello ridacchiò sommessamente.
Axel, nel frattempo, seguì con estrema attenzione l'animata conversazione; a braccia incrociate, si dondolava sulla sedia, ignorando le repentine occhiate rimprovere della donna, concentrandosi soprattutto sul ragazzino dagli occhi cristallini che sembrava particolarmente scocciato di trovarsi in quel luogo.
«Comunque...», affermò improvvisamente la madre, cercando di deviare argomento.«E tu, Vanitas, cosa ci racconti?»
Il moro, che stava messaggiando tranquillamente con il cellulare, punzecchiando di tanto in tanto il biondo di fianco a sé, alzò di scatto lo sguardo, accennando un sorrisetto sghembo.«Oggi mi hanno sospeso.»
La madre rischiò un infarto e si mise una mano alla fronte, sperando di aver udito male; Riku soffocò una mezza risata, al contrario di Sora che scoppiò spudoratamente a ridere, mentre Axel sghignazzò, congratulandosi con lui mentalmente.
Roxas, dal canto suo, scosse lentamente la testa.«Beh, allora è tutto normale.»
«E' proprio questo che sei il mio preferito!», tuonò improvvisamente Vanitas, tirandogli una guancia, sotto lo sguardo improvvisamente scocciato del fulvo che decise di iniziare a parlare.«E si può sapere cos'hai fatto per farti sospendere?»
Il diretto interessato si voltò di scatto verso il suo interlocutore, mentre sul suo volto si dipinse un sorriso estremamente falso e ambiguo.«Niente di che; ho solamente mandato all'ospedale il mio vicino di banco.»
Il biondo rabbrividì, nonostante già sapesse di cosa fosse capace il cugino; abbassò lo sguardo verso il piatto vuoto, finchè non sentì parlare nuovamente il tutor: «Complimenti, vedo che sai davvero come risolvere i problemi.»
«Modestamente.», commentò con altrettanta ironia il moro, sorridendo diabolicamente; nel frattempo Riku si intromise, prima che la situazione potesse degenerare: «Beh, Roxas, e tu, cosa ci racconti?»
L'interpellato sussultò appena, assumendo un'espressione pensierosa prima di rispondere: «Ho comprato un nuovo libro.»
«Secondo me leggi troppo, cugino.Tutti questi libri ti rovineranno!», fu il commento del moro, il quale gli tirò diverse pacche sulla spalla con aria saggia, quando si intromise nuovamente il più grande.«Io trovo che il suo sia un ottimo passatempo; sembra molto assorto, mentre legge.E' perso in un mondo tutto suo.», e, dopo aver detto ciò, Axel accennò un candido sorriso verso il primino a cui si tinsero appena le gote: era la prima volta che sentiva qualcuno parlargli così.Insomma, solitamente nessuno si interessava ad osservarlo, soprattutto mentre leggeva.
Davvero strano.
La madre lanciò una strana occhiata al giovane dai capelli fiammeggianti e, prima di poter dire qualsiasi cosa, il campanello alla porta la costrinse ad alzarsi.
«E' arrivato papà!», trillò con allegria il fratello castano, battendo allegramente le mani per poi alzarsi dalla sedia, superando la madre, prima di avviarsi verso la porta.
Roxas, nel frattempo, rimase immobile, osservando di sottecchi il tutor, ancora scosso dalla sua osservazione fatta precedentemente; non appena si accorse che il più grande lo stava a sua volta guardando, si voltò immediatamente, facendo finta di nulla.
«Ehilà, come stai?», l'allegra voce, anche se un pò stanca a causa dell'ennesima giornata di lavoro, di suo padre lo scosse completamente dai propri pensieri, costringendolo ad alzare la testa in alto, incrociando gli occhi dell'uomo, praticamente identici ai propri.
«Papà, ciao.Tutto bene, grazie.», e tornò ad osservare il tavolo, mentre il padre stava salutando tutti i presenti e Sora tornava a sedersi.
«Allora, vecchio lupo di mare, come butta?», scherzò gioiosamente l'uomo tirando una pacca sulla spalla del giovane dai capelli argentini, ottenendo un flebile sorriso da parte di quest'ultimo.«Come al solito, signor' Key.»
Successivamente dedicò la sua attenzione al nuovo arrivato che si affrettò ad alzarsi, porgendo la mano e mostrando così un radioso sorriso a trentadue denti.«Salve, io sono A.X...E-Ehm, Axel.Sono Axel Turks, un compagno dei suoi figli.», si affrettò a correggersi, sotto lo sguardo divertito dell'altro che ricambiò la stretta.«Il piacere è tutto mio, Axel.», e, così, si sedettero entrambi.
Il padre dei due gemelli, al contrario della moglie, era sempre ben accetto a fare nuove conoscenze, anzi; addirittura trovava più interessanti le persone particolari, quelli che, la signora Key, definiva gente strana.
«Beh, ora che ci siamo tutti possiamo mangiare, no?», chiese retoricamente l'ospite dai capelli fiammeggianti, allungando le mani verso il piatto di tacchino, tagliandosene così un pezzo, ignorando lo sguardo perplesso dei presenti e quello irritato della madre.
«Bene, Axel...», si schiarì la voce la donna, ottenendo l'attenzione del diretto interessato.«Parlaci un pò di te.Com'è la tua famiglia?Sei figlio unico?», e lo martellò di domande, com'era di sua abitudine fare.
Il biondo deglutì appena, mordendosi il labbro inferiore; conosceva bene, purtroppo, le tattiche di sua madre per cercare di liberarsi di un ospite ingombrante.Cercò così di allungare la propria gamba per tirare un piccolo calcio al fulvo, il quale alzò di scatto lo sguardo, confuso e pronto a mandare qualcuno a quel paese, quando incrociò le iridi cristalline di Roxas che gli fece cenno di togliere i gomiti dal tavolo, dato che non era il massimo dell'educazione.
«E-Ehm, ecco...», iniziò poi a parlare Axel, cercando di assumere un atteggiamento aristocratico.«Beh, i miei genitori hanno divorziato da tre anni.», spiegò con un sorriso inquietante dipinto sul volto, quasi indeciso se mostrare la propria sofferenza o meno.«Ho un fratello che ormai frequenta l'Università.Si chiama Reno e vivo insieme a lui.Ci arrangiamo un pò, anche se, effettivamente, lui è un coglio-», prima di poter terminare il proprio insulto, tornò ad osservare il giovane studente dai capelli biondi, il quale gli fece cenno di tacere.
«Ehm...E' un...E' un colibrì.», si affrettò a mormorare, sparando la prima parola che gli venne in mente, sudando freddo.
«Un colibrì?», ripetè Riku, perplesso, mentre il Signor' Key soffocò una risata, intuendo ciò che realmente voleva dire il fulvo.
«Tuo fratello è un colibrì?», chiese a sua volta la madre dei due fratelli, sollevando un soppraciglio con aria dubbiosa, immaginandosi davvero che quel giovane potesse avere un uccello come fratello maggiore.
Un silenzio imbarazzante avvolse la tavola, finchè l'attenzione di Axel non si concentrò su un'improvvisa risatina cristallina; le guance arrossate, gli occhi azzurri che brillavano di una strana luce, Roxas appoggiò una mano sulle piccole labbra, sforzandosi in ogni modo di non far' sentire a nessuno che stava ridacchiando sommessamente.
Roxas stava ridendo, sì.
Ed era stato proprio lui a farlo ridere.

Il più grande, in quel momento, si sentì stranamente felice; avrebbe voluto passare il resto della serata ad osservare il giovane volto di Roxas, illuminato dalla sua dolce risata, e, infatti, si lasciò sfuggire un sorriso ebete.
«Axel?», lo chiamò la donna, perplessa, dubitando seriamente della sanità mentale di quel matto dai capelli rossi, il quale, sentendosi interpellato, scosse la testa, tornando alla realtà.
«E-Ehm...Nel...Nel s-senso che...Che...», si grattò la testa, iniziando seriamente ad andare in panico, finchè l'apatica e calma voce del giovane dai capelli argentini si intromise: «Suo fratello è un appassionato di uccelli, soprattutto di colibrì.»
Axel sgranò gli occhi, stupito; stava forse sognando?
Si tirò di nascosto un pizzicotto alla gamba e socchiuse un occhio dal dolore: no, era tutto vero.
Quel lurido verme gli aveva appena parato il culo.
«Non è vero, Axel?», proseguì poi con fare impassabile, voltando gli occhi verso il fulvo che si affrettò ad annuire.«E-Esattamente, sì!E' davvero un fanatico dei colibrì.», e ridacchiò nervosamente, sperando che la conversazione potesse concludersi al più presto.
«Interessante...», commentò con un sorriso divertito l'uomo, non osservando nessuno in particolare; abbassò poi lo sguardo, mentre la signora Key iniziò a distribuire il tacchino a tutti i presenti.
«E come si sono separati i tuoi?», chiese spudoratamente Vanitas, intromettendosi nella conversazione, ottenendo un'occhiataccia dal cugino biondo e da Riku.
Axel si schiarì la voce, sforzandosi in ogni modo di non sembrare teso o irritato dalla domanda, affrettandosi piuttosto a rispondere.«Non si trovavano bene, ecco tutto.Si era spenta la fiamma del loro amore.Non c'era più nulla ad alimentarla.», e, in quel momento, fu istintivo per lui guardare il primino che gli era stato assegnato; lo osservò intensamente per diversi secondi, per poi continuare con un sorrisetto sghembo dipinto sul volto: «Capita, no?Non tutti gli amori vanno come si vorrebbe.»
Il moro rimase stranamente colpito da quella risposta, limitandosi a voltare lo sguardo altrove, quasi irritato; il padre annuì, continuando a sorridere, e perfino Sora smise improvvisamente di mangiare, guardando il ragazzo dai capelli fiammeggianti.
«E qual'è il tuo concetto sull'amore?», la fioca voce di Roxas ruppe il silenzio creatosi, ottenendo così l'attenzione di tutti i presenti e facendo sgranare le iridi smeraldine di Axel, il quale, dopo un momento di stupore iniziale, cercò le parole giuste per rispondere: «L'amore è...E' quando ti senti in mezzo al fuoco, non appena incroci, anzi, non appena pensi alla persona per la quale provi attrazione.», e lo osservò intensamente, cercando di decifrare lo sguardo di quegli occhi azzurri così profondi.
Si sentì un applauso, e i due voltarono lo sguardo verso il signor' Key, il quale sorrise allegramente: «Ottima definizione.Complimenti, Axel.»



«Sei proprio sicuro che non vuoi restare ancora un pò?», chiese per l'ennesima volta in cinque minuti l'uomo, ottenendo un'occhiataccia dalla moglie, la quale si affrettò però ad aggiungere falsamente: «Torna a trovarci quando vuoi.»
«Sì, lo farò di sicuro.», e, prima di poter alzare la mano in cenno di saluto, la calorosa voce del signor' Key proseguì: «Roxas è di sopra.», e sorrise con aria ambigua, indicandogli le scale.«In camera sua.»
Axel assunse un'espressione confusa, ma, nonostante ciò, lo ringraziò velocemente, precipitandosi al piano superiore; la porta della camera di Sora era semiaperta, mostrando così il castano che guardava la televisione insieme a Riku, saltellando di tanto in tanto senza alcun motivo preciso.
Dalla stanza del biondo, invece, uscì improvvisamente il cugino con un sorrisetto inquietante dipinto sul volto; superò con indifferenza il rosso, il quale si precipitò immediatamente nella camera del primino, spalancando la porta, senza bussare.
«Roxas!», lo chiamò, allarmato, trovando il diretto interessato seduto sul letto a leggere.
Tirò un sospiro di sollievo, avvicinandosi a lui con un sorriso stanco dipinto sul volto.

«Che succede?», chiese di rimando l'altro, alzando appena le iridi cristalline, sollevando il soppraciglio sinistro in un'espressione accigliata.
«No, è che ho visto Vanitas uscire dalla tua camera, così ho pensato...Beh, nulla...», borbottò infine il fulvo, stringendosi le spalle con una smorfia poco convinta, storcendo il naso.
A quella risposta vaga Roxas abbassò nuovamente gli occhi verso il libro, immergendosi nuovamente nel mondo della lettura, finchè la calda mano del tutor sulla spalla non lo costrinse a rialzare di scatto lo sguardo, imbarazzato.
«Roxas, io devo andare.Però, prima, vorrei chiederti se...Se domani hai da fare, ecco.», e lo guardò intensamente, sperando di non mostrare la propria esitazione.
Gli stava chiedendo forse di uscire?
«D...Domani?», ripetè con voce terribilmente stridula il giovane dagli occhi cristallini, cercando di divincolarsi dalla presa dell'altro.
«Sì, domani.E' Sabato e non c'è scuola, no?Che ne dici di uscire la mattina presto e fare una passeggiata?», Axel indietreggiò appena, osservando l'altro con aria supplichevole e le iridi smeraldine luccicanti.
«Io...Credo...Credo di sì.D'accordo...», rispose dopo qualche minuto di esitazione il biondo, sforzandosi di tornare a concentrarsi sulla lettura, senza grandi risultati.
Soprattutto quando il più grande gli scompigliò dolcemente i capelli, avviandosi poi verso la porta.«A domani, primino.Sarò sotto casa tua per le otto e un quarto.»
In quel momento sentì solo il proprio cuore battere furiosamente.
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*Note di Rox'*
E finalmente ecco il 9° capitolo; perdonate il lieve ritardo, ma non ho avuto molto tempo per scrivere, dato che sto anche tirando avanti la storia 'Months Of Life.'
Oh, e un'altra cosa; mi scuso se non sto rispondendo alle recensioni, davvero, mi sento tremendamente in colpa.Il fatto è che non ho voglia tempo, a causa di questa dannata scuola.Cercherò di rispondere alle recensioni il prima possibile, davvero!
Così come non riesco a commentare neanche le storie seguite °-° Beh, fortunatamente nè Lunedì nè Martedì ci sarà scuola, quindi, dovrei avere più tempo nei prossimi giorni -w-
Oh, e vorrei anche scusarmi se la storia sembra un pò lenta; siamo già al capitolo 9 e non è successo nulla di che, però non mi piace sveltire eccessivamente le cose.
Beh, che altro dire...Sì, ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite e spero che recensiate.E spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento (:
E adesso posso lamentarmi in santa pace.
Ho il mal di gola e il raffreddore çAAAç *Si deprime in un angolino*
Va bene, basta.
Alla prossima.
E.P.R.

 

   
 
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