Capitolo Primo: Kill
me softly
James Potter
l’avrebbe ricordato sempre con una punta di rammarico nella voce quel
momento…il momento in cui aveva scorto gli occhi
di lei…e lo scoprire
che anche il suo sguardo indugiava pericolosamente su di lui.
Divenire
succube dello sguardo di lei
Sognarlo…che
terribile ossessione!
E ancora ad
osservarlo, a incrociarlo, a
incatenarlo per il breve lazzo che compie un brivido a percorrere la propria
spina dorsale.
Ma Potter ormai lo sapeva! Sapeva tutto!
Eppure anche
ora sapendolo, anche ora vedendolo, non poteva fare altro che osservare lo sguardo di lei incatenato a quello di un'altra persona. Di
una persona che le stringe la mano, possessiva.
James Potter
non poteva fare altro che fissare ancora quella mano posata possessiva sull’avambraccio di lei e cominciare a odiare quella maledetta mano… che
rappresentava la sua prima sconfitta.
Perché il
proprietario di quella mano era…il fidanzato
di lei.
Il moro chiuse
gli occhi scacciando quell’immagine…era una settimana
che la
vedeva…qualsiasi cosa stesse facendo, persino volare sulla scopa…c’era lei stretta da quella mano!
“ James…che
cavolo fai!” Remus spostò in tempo il calderone
facendo cadere il contenuto della fiala sul pavimento
“ Cribbio!” James
sussultò, non si era accorto che stava aggiungendo un ingrediente sbagliato
“ James stavi
mandando a monte tutta la
pozione polisucco! Sai quanto ci ho messo a prepararla?”
Remus era infuriato e James abbassò il capo
“ Scusa Rem…” aggiunse con un filo di voce il moro
“ Scusa Rem? Scusa un corno…Scusa…scusa?” Remus guardò il suo
migliore amico: James che chiedeva scusa? No, non era possibile!
“ Io..” James
cercò di scusarsi ulteriormente
“ Non ti
preoccupare Ramoso, la polisucco la potevamo rifare!”
Rem sorrise e appoggiò la sua mano sulla spalla del
moro che sorrise di gratitudine
“ Ragazzi
portatemi una fiala della pozione senza aggiungere un pezzetto della persona in cui volete trasformarvi ;siamo intesi?” la voce tonante di Lumacorno
ci distrasse dalla nostra piccola discussione; Lunastorta aggiunse un altro ingrediente, girò tre
volte in senso orario e una volta in senso antiorario per poi afferrare una
fialetta vuota e versarvi la polisucco all’interno.
“ Bene!”
approvò Lunastorta guardando il colore che aveva preso
la pozione nella fiala “James renditi utile e scrivi il nostro nome sulla fiala
e consegnala a Lumacorno” Ramoso
afferrò una piuma e scrisse PotterLupin poi la
consegnò a Lumacorno, ma mentre tornava a posto, si
scontrò con una ragazza rossa
“ Ehi stai
attenta…Evans!” disse
sorpreso James, la rossa si scusò per poi arrossire e correre
vicino al suo materiale e metterlo velocemente a posto.
James la
guardò stupito e arrivato vicino ai suoi compagni chiese
“ Ma cosa le
prende alla Evans?” afferrò la sua cartella e sgusciò via dalla classe di
pozioni
“Ma sei
proprio deficiente eh?” Sirius che lo affiancava
lo guardò truce
“ Perché?” chiese James
“
“ Per me?”
disse James “Ma non è
possibile!!!” James Potter arrossì vigorosamente e i suoi compagni sbagliano ad
interpretare si guardarono complici negli occhi prima di dire
“ Mmm…qui gatta ci cova! Ramoso…a quanto pare anche
“ Pensate come
volete!” disse James e si allontano dai due uscendo nel parco di Hogwarts
“ Dove vai?” disse Remus
“ Guarda che
la roba da mangiare finisce e non ti aspetta!” aggiunse Sirius sorridendo maligno
“Devo vedere
una cosa per la prossima partita, vi raggiungo quando e se posso!” disse agli amici, non gli importava
di mangiare.
Non era affatto vero! Era una scusa ridicola! Lui era
uscito nel giardino della scuola perche’ aveva visto lei uscire!
Lei era lì, aveva i capelli neri e la
carnagione olivastra, i suoi occhi erano nerissimi
come il carbone e la sua divisa era quella verde argento.
Sapeva tutto
di lei. Da quando era cominciata la scuola non faceva altro che
osservarla e da quando lei si era fidanzata la sognava ogni notte.
Andò verso il
lago nero, il passo incerto di chi vorrebbe voltarsi e correre a nascondersi nella scuola.
Si sedette
sotto l’albero.
Lei rimase
immobile.
Il silenzio
era asfissiante.
Poi successe.
“ Ciao”
dissero quelle labbra sottili
“ C-ciao” disse James
“ Tu devi
essere James Potter, giusto?” dissero le labbra rosse come ciliegie mature
“S-si…e tu dovresti essere Cassandra P-Piton”
James odiò la sua voce che tremava
“ Già. Tu mi conosci bene, vero?” disse la mora
Cavolo…lei sa
tutto! “Ehm…non è come pensi…io…non…”
“ Non
prendermi in giro Potter” il suo sguardo era serio e canzonatorio
“ Ma io…e va beh hai ragione…sono io
che…”
“ Torturi mio
fratello insieme ai tuoi amici!” dissero le labbra aprendosi in un sorriso furbo
Spalancò gli
occhi “Moccio…. Severus Piton
è tuo fratello?”
“ Si, James
Potter e ti consiglio una cosa” questa volta il suo sguardo era imperioso,
terribilmente serio “Non provare mai più a ridicolizzare mio fratello!”
James la guardava senza parlare, il suo cervello lavorava febbrile provando a
incamerare le notizie che lei gli
aveva rifilato
“Oppure io ti ammazzo!” disse la
mora, questa volta puntava un dito contro il viso del ragazzo.
“ Hai capito?”
James riusciva a capire soltanto che le sue labbra erano vicinissime e che
aveva il profumo di eucalipto
ma comunque annuì
“ Bene” le sue
labbra si stesero e lei tornò serena come se non avesse mai minacciato nessuno
“ Allora…” la ragazza tese la sua mano al ragazzo “…potremo essere amici io e
te!” disse Cassandra Piton
“OK!” disse James
stringendo la sua mano. Era gelida!
“ Tu sei
freddissima!” le strofinò la mano in un gesto spontaneo
“ Grazie. Io
lo sono sempre. Credo di avere problemi di circolazione!” disse la mora,
sorpresa dal calore che le veniva da quel contatto. Quando aveva visto Potter uscire dalla scuola e
avvicinarsi al lago aveva pensato che lui aveva capito che lei era la sorella
di Severus e voleva torturare anche lei.
Ma quel Potter non voleva
torturarla! Anzi non aveva
neanche capito che lei era la sorella di Severus.
Come se ce ne fossero tante di Piton
in questa scuola!!!
Mille volte
avevo sognato di far vedere i sorci verdi a quel prepotente! Ed ora…non sentivo nulla! Ne’ soddisfazione, ne’ disgusto per quel ragazzo, ne’
gioia! Anzi,orrore! Provavo
un vago senso di aspettativa
da quell’amicizia che avevo stretto con il Grifone
solo per poterlo maggiormente controllare.
“ Va bene.
Allora io me ne ritorno a scuola. Posso chiamarti Cassandra?”
“ Senti
Potter…come avrai notato mio fratello non è che ha una gran stima di te e quindi non vuole nemmeno che io
guardo nella tua direzione, quindi, se tu potessi tenere per te sia la tua
promessa che la nostra amicizia…te…te ne sarei grata!” disse la ragazza
“ Ok. Allora
sarai la sorella di Moccio…ehm di Severus in pubblico
e Cassandra per me!”Che cavolo dici James: “Cassandra per me”? Vuoi che capisca
tutto?
“ Va bene.” disse
Cassandra che al contrario era arrossita per quello che aveva detto. Quella
nota di possesso che aveva percepito…cosa le succedeva? Doveva troncare quella discussione…la stava facendo
confondere…perché Potter era così diverso da come suo fratello l’aveva
descritto.
Questo Potter
era terribilmente…attraente!
“Va bene
Potter…ricorda quello che ti ho detto! Ciao!” Cassandra si stava allontanando quando si accorse che
James le aveva afferrato una mano
“ Cosa?” il
ragazzo sorrise in modo indolente e la ragazza si sentì svenire e sciogliere
fra le sue mani
“Potter? Io ti
posso chiamare Cassandra e tu puoi chiamarmi James!” la ragazza sorrise
“ Si, hai
ragione. Allora ciao P…James” il moro la lasciò andare compiangendo questo
gesto e la vide scomparire nella scuola.
“ Il professor
Lumacorno oggi ha proprio rotto con quella pozione
ritardante!”
“ Ristorante,
Felpato! Il professore ha spiegato la pozione ristorante non ritardante.” Disse Remus
alzando il suo sguardo dal libro che stava leggendo
“ Lunastorta!!!!! Ma allora tu hai ascoltato la spiegazione?”
disse Sirius con l’espressione di chi guarda qualcuno che sta camminando con le
mani in alto e i piedi in cielo
“Qualcuno le
deve fare Felpato! Altrimenti da chi copiate per passare gli esami?” disse Remus
“ Hai ragione Lunastorta. I love you!” disse Sirius la frase era stata pronunciata in falsetto per fare il verso alle oche del "fan club di Potter" e far sorridere James,Rem rise mentre James rimase in silenzio, Sirius lo guardò interdetto ma il moro non se ne accorse e continuò a
guardare il giardino con uno sguardo assente
“Cavoli Ramoso ma la lezione di Lumacorno ti ha messo così tanto di cattivo umore?” Il
ragazzo lo fissò senza capire poi si voltò di nuovo verso il giardino interno
della scuola dove c’erano un gruppetto di ragazze
“Mmmm…si…Lumacorno…hai ragione!”
disse James
“Pss..Lunastorta hai visto che guarda Ramoso?” disse Sirius
avvicinandosi all’amico facendo però in modo che James non li sentisse
“ No. Che cosa
guarda?” disse Remus guardando il punto dove Sirius
gli indicava
“ Lunastorta, non cosa, ma chi! Guarda dove è
I colori di
una Serpe circondata da altre serpi.
“Toh! Guarda
Ramoso, guarda chi ci stà vicino all’oggetto della
tua attenzione!” disse Sirius afferrando l’amico per il collo e riscuotendolo
“C-chi?” ma James temeva già la risposta
“ Come chi,
amico mio? Ma
“Ma come te lo devo spiegare che a
me la…”
“ Taci! Ho
capito, sei il mio migliore amico e ti capisco senza che tu debba parlare! Comunque la persona vicino
all’oggetto della tua attenzione è Mocciosus!!!”
“No, daiiiii!” ma James non aveva concluso la sua frase che Sirius aveva
scavalcato il basso muretto e aveva preso a scagliare maledizioni contro Mocciosus…
James potè assistere impotente alla sua Seconda Sconfitta!!!
Perché gli occhi della Serpe che tanto
sognava, ora lo fissavano carichi di un odio profondo che solo le serpi erano
capaci di far brillare di una luce così pericolosa.
Non aveva scampo, pensò James.
Ora era morto!
“ Avete visto
le sue mutande?” disse Sirius trasognato
“ Si. Ma non
dovresti farlo, lo sai?” disse Rem, ma non riusciva a trattenere le risate che volevano uscire
dalla bocca
“ Sei un
deficiente, Felpato!” disse James. I tre si bloccarono e Sirius si mise davanti
a lui, il suo sguardo era ferito e Rem non rideva
più.
“Cosa hai detto, Potter?”
“ Che sei un deficiente, Black!”
“ Te lo ripeto
Potter perché forse oggi hai della cacca di troll che
ti tappa le orecchie: COME MI HAI CHIAMATO?” molti si fermarono
nel corridoio, ma poi, vedendo le persone coinvolte,
si allontanarono. Impauriti.
“ TI HO
CHIAMATO CON IL TUO NOME: DEFICIENTE!”
“POTTER,
RITIRA QUELLO CHE HAI DETTO! SEI IL MIO MIGLIORE AMICO E SE LO FARAI GIURO CHE PASSERO’
SU QUELLO CHE MI HAI DETTO!”
“ IO NON LO
FARO’!” disse James: si stavano avvicinando terribilmente,
quando un proiettile si avventò su James Potter
“ Ehm…Scusa
non ti…Potter?”
“ Potter, che
spettacolo disgustoso... anche oggi a torturare quel poveretto!” i suoi amici
la guardarono stupiti
Un idea
illuminò la mente di Potter “Io lo torturerò finché non mi chiederai di uscire, Evans!” disse con la sua voce indolente
“ Allora puoi
anche morire Potter! Io non esco con gli escrementi di drago come te!” e si allontanò
“ Amico,
perché non me l’hai detto prima?” disse Sirius sbiancato
“ Siete i miei
migliori amichi, non volevo farvi vedere che sono così debole che a comandarmi
è una donna!” aveva il viso afflitto, ma non pensava alla Evans, ma a una certa serpe che di lì a poco avrebbe
richiesto la sua vendetta di sangue.
“Scusa amico!”
disse Sirius stringendogli le spalle
“ Ehi! Non
fare così! Lo sai: è già tutto dimenticato!!!”
“Troverò quel
Potter! Te lo giuro! Lo troverò e lo ammazzerò!”
“ Cassandra,
non ti preoccupare! Non devi pensare minimamente a queste brutte cose! Non si
dicono queste cose! Diglielo anche tu Lucius!” disse Severus
prima rivolto alla sorella e poi rivolto al ragazzo che la stringeva in un
caldo abbraccio
“Amore, non
farlo troppo male!” disse Lucius con l’espressione
serafica di chi non se ne frega un accidente di quello
che stà dicendo
“ Come? Solo
questo? Oh mio Dio ti sei
sprecato!” rispose stizzito Severus contro il
fidanzato di sua sorella
“ Su Sev, non te la prendere!” disse la ragazza poi volgendosi
verso il fidanzato posò le labbra per un momento sulle sue per poi alzarsi “ Io
vado a
cercare quel Potter!” e si avviò verso il quadro che
portava all’uscita del dormitorio
“ Cassandra,
non abbiamo ancora finito….”
“ Dai Sev!” Piton si voltò verso Lucius
“Non le dici nulla?”
“ Amore... “
la mora si voltò “ Mi raccomando: non farti male!” la mora sorrise grata
“ Non temere
tesoro” e detto questo uscì di
volata dalla Sala Comune dei Serpeverde.
“ Ma…ma…Lucius
perché non l’hai fermata?” disse Piton, la paura lo
rendeva coraggioso, molto…forse troppo. L’erede dei Malfoy
gli rivolse uno sguardo gelido
“ Ti preoccupi
troppo Severus, morirai giovane” e detto questo si
allontanò lasciando il giovane principe mezzosangue a rigirarsi le mani.
Severus sapeva bene che lo status sociale conquistato fra
le Serpi non era dovuto al suo carattere, al suo fisico o alla sua
intelligenza. Il suo status gli era dato dalla vicinanza di Lucius
Malfoy, il re delle serpi. L’uomo
che tutti più detestavano, temevano e ammiravano di Hogwarts. Perché è strano, ma più Lucius trattava con
freddezza e con arroganza più tutti lo volevano emulare e purtroppo in questi tutti rientrava anche lui.
Essere Lucius Malfoy era come essere Dio. Tutte
le Serpi, dal primo all’ultimo arrivato, lo salutavano con il massimo
rispetto; la sua bellezza quasi fredda, lo rendevano una persona non bella, ma stimolante perché attirava sia per la sua indubbia
bellezza,sia per l’alone di rispetto e orgoglio Purosangue che lo
contraddistinguevano.
Questo era Lucius Malfoy, il fidanzato di
sua sorella.
La sua piccola
sorella che era bella quanto lui era sgradevole, socievole quanto lui chiuso, allegra quanto lui cupo. Entrambi creavano due facce della stessa
medaglia.
L’avevo trovato, quello stolto stava
proprio al limitare della Foresta.
Fumava una
sigaretta magica dal fumo multicolore e aveva lo sguardo di chi fissa una cosa molto lontana.
Aggirarlo fu un gioco da ragazzi e una volta arrivata alle sue spalle tirai fuori dal mio mantello la bacchetta
e gliela puntai al collo
“ Potter!” la
voce era glaciale, me l’aveva insegnato Lucius ad
essere così
“ Cassandra…”
la sua voce era bassa e aveva lasciato cadere la sigaretta a terra che si era
spenta fra lingue multicolori. Aumentai la stretta alla sua gola e sentì distintamente
il cuore di James Potter correre impazzito:
“Sbagliato.
Ritenta.”
“ Piton?” chiese il ragazzo. Con la bacchetta che puntava
alla gola lo costrinsi ad arretrare fino a che l’ombra non coprì entrambi.
“ Ok Potter,
ora andiamo bene.”
“L’ultima
volta, avevi detto che potevo
chiamarti per nome!” disse il ragazzo... anche con una bacchetta puntata al
collo, il suo tono era quello di un gasato
“ L’ultima volta, non volevo ucciderti!” dissi io e lo feci
voltare facendo un grosso sbaglio: me lo aveva sempre detto Lucius:
mai guardare le persone a cui stai per far del male negli occhi. Eppure gli
occhi di quel ragazzo mi intrigavano,
neanche quelli di Lucius mi erano mai piaciuti come
quelli.
“ Così, tu mi
vuoi uccidere?” disse. L’ombra del terrore passò nel
suo sguardo per essere assorbito dal mare di cioccolato della sua iride.
“ Si, Potter. Un Serpeverde aldilà di quello che dite voi Grifondoro,
mantiene sempre una promessa!” In quello sguardo, qualcosa... si illuminò per poi morire ancora,
sostituita…da cosa?
“ Bene: se stò
per morire, avrò a disposizione un ultimo desiderio?” disse James
“ Non
prenderti gioco di me, Potter!” ringhiai; la bacchetta che, senza il mio volere
era scesa inoffensiva verso il basso, si rialzò puntando al cuore di James
Potter.
“Non mi predo
gioco di te ma ho diritto al mio ultimo desiderio!”
“ Va bene
Potter. Fumati questa stramaledetta sigaretta. Sembra già ridicolo!” Cassandra
non voleva certo uccidere James Potter, ma procurargli ferite da farlo stare
una settimana in infermeria..
“ Chi ha
parlato di sigarette?” disse il giovane, poi senza preavviso, afferrò il polso
della ragazza e si sporse su di lei in un casto bacio a fior di labbra.
“ Ora” disse
il Grifondoro posizionando
la bacchetta sul suo cuore “Uccidimi pure, ma fallo dolcemente!” La ragazza era
immobile, il casto contatto l’aveva resa vogliosa, eppure l’orgoglio ferito,
l’amore prematuro per Lucius Malfoy
e allo stesso tempo la paura che egli potesse fare del male a suo fratello
lottavano fra loro; alla fine prese una decisione e spostando la bacchetta dal
suo cuore si allontanò. Potter era immobile e chiuse gli occhi
“ Sectusempra”:
numerosi tagli si aprirono sulla sua pelle e il ragazzo con un piccolo grido
cadde a terra.
Cassandra non
aveva mai usato quell’ incantesimo inventato da suo fratello, ma ora, vedendo il
ragazzo in un lago di sangue mise via la bacchetta e
corse verso Potter che aveva perso coscienza.
Dopo pochi
attimi un acuto urlo si alzò dalla Foresta.
Fu quel giorno
che