Duecentocinquantadue
Forse ti avrei fatto pure piangere di più, ma non hai
scherzato neanche tu
Sei troppo bello per
essere un angelo
Una rincorsa per le
scale
Un’altra strada da sbagliare
Non ho mai fatto penitenza
Bastavi tu…
[…]
Chissà se avremo un’occasione
Ancora un cambio di stagione
Io benedico la tua assenza
(Pazienza, Gianna
Nannini)
Krasnojarsk, 7 Dicembre
1839
In the grip of this cold December
You and I have a reason to remember
Nella febbre di
questo freddo Dicembre
Tu ed io abbiamo qualcosa
da ricordare
(Soldiers, Abba)
-E’ tutto
a posto, Lö. Stanotte ho un appuntamento con…lei-
Lörinc
salutò il Capitano battendo il consueto pugno, e lo ringraziò con uno sguardo.
-Com’era?-
non riuscì a fare a meno di chiedergli, un po’ emozionato.
-Bella,
tanto. Tu sei identico a tuo padre, ma Linde ha
qualcosa nello sguardo… Che ricorda te-
-La
luce?-
-La speranza-
-Beh,
Feri, quella me l’hai insegnata tu-
Il
Capitano gli fece l’occhiolino, scrollando le spalle.
-Ma sei
straordinario ugualmente, Csarabàs-
-Ehi,
ehi, ehi… Ti ha detto qualcos’altro?-
Lörinc
socchiuse gli occhioni celesti, teso.
-Non è
importante, Lö…-
-Cosa ti ha detto?-
-Insomma…
Sei proprio un gran bel ragazzo, Svetozár
Dobroslav-
-Come ti
ha chiamato?!-
-Sono due
nomi slovacchi, chiedi a Isaakij, anche se lui è ceco. Dovevo pur inventarmi
qualcosa… Se mi presentavo come Feri
Desztor pensi che avrebbe accettato?
Andare a
letto con il migliore amico del proprio figlio non è esattamente…simpatico.
Cioè,
magari lo è, ma non per il figlio!-
Lörinc
alzò gli occhi al cielo.
-C’era
bisogno di specificare?-
-No, sai
com’è… Sei così
infinitamente deficiente, a
volte-
-Sì, sì. E
adesso cosa facciamo?-
-Vuoi una
sigaretta?-
-Magari…-
-Ecco,
bravo. Chiedi un fiammifero ad Alja, fatti leggere un piede… Cose così.
Tra una
cosa e l’altra, mi raccomando, respira. Tua
madre non scappa… Non sa ancora che sono
Feri Desztor!-
-Se non
fossi il mio migliore amico avrei qualcosa da ridire sulla tua sensibilità-
Feri
inarcò un sopracciglio, annuendo.
-Penso anch’io-
-Ehi, migliore amico, guarda che ti capisco
fin troppo bene, per Alja…- sussurrò Lö, guardando la fiammiferaia con un mezzo
sorriso.
Lei
ricambiò distrattamente, e poi tornò ad insultare Jànos.
-Ora
possiamo solo sperare che le attenzioni di Isaakij rimangano su Helga. Sul
serio, abbiamo delle ragazze pazzesche…-
-No,
quelle ragazze le hanno solo Jàn e Gee!-
-E mia
sorella?-
-L’ultima
volta che ho provato a dir qualcosa di carino su di lei, mi son ritrovato… Sotto i tuoi piedi-
-Già,
già. Ma è bellissima anche lei-
-Altroché!- esclamò Lörinc, guardando
Hajnalka ammirato.
-Csarabàs,
ripetilo e ti rompo il naso-
-L’hai
già fatto una volta, non ti scomodare-
-Va’ da
Alja, su! Stanotte, prima d’incontrare Linde, starai con lei-
-Uh,
vedrai quanto starò tranquillo, con
la Natal’ja di fianco!-
-Ti
arrangi, Lö. Mia sorella mica te la lascio. E almeno son sicuro che, se cominci
a farneticare, Lys ti tira un pugno e fine. E’ piuttosto brava, lei, in questo-
-Fine di Lörinc Csarabàs-
-Dai,
dai, ragazzo, cammina! Se George ti
chiede qualcosa, digli che stanotte sua moglie la tieni in ostaggio tu. Se
insiste -e insisterà-, digli di passare dal sottoscritto.
Lo
appendo al chiodo dei cappotti che pa’ tiene sempre libero per Jàn-
-Come
vuoi…-
Brian
George Gibson, puntualissimo, s’era precipitato a chiedere spiegazioni.
Lörinc
Csarabàs, serafico, gliele aveva date.
No, non
in quel senso.
Quella era un’esclusiva di Feri.
-E quindi
dovresti passare la notte con questo petauro
dagli occhi blu?-
-Scusa,
Gee, il petauro dello zucchero vive in Nuova Guinea, è un marsupiale e vola.
Sinceramente,
non credo di assomigliargli. Quanto agli occhi blu… Io li ho, quello scoiattolo
non credo- protestò Lörinc, poco entusiasta del paragone.
-Sì, magari ti faccio volare io-
-Gee,
deve incontrare sua madre dopo nove anni. Per
favore…-
-La
prostituta? Sai, una donna del genere mi sembra piuttosto facile da incontrare...
E’
sciocco aver l’ansia per questo-
-George!-
-Ci devi
passare proprio tutta la notte, Lys?
Ora ho capito perché gli ricordi tanto sua madre…-
George
sorrise, con l’aria strafottente di chi se ne fregava, di aver appena offeso la
madre di un ragazzo che piangeva da nove anni per la sua assenza, e sua moglie, che aveva commesso giusto il
grande errore di essere sua amica.
Poi, le
cose procedettero piuttosto velocemente.
Natal’ja
gli tirò uno schiaffo, Feri due o tre pugni, e Jànos gli sputò in un occhio.
Lörinc si
limitò a guardarlo, scuotendo la testa.
Il suo
sguardo azzurrissimo era impassibile, semplicemente.
Che gran cretino, quello Spartano.
Che gran bastardo, davvero!
Lys
attirò la sua attenzione con una lieve gomitata, per poi passargli un
fiammifero.
-Volevi
accenderti la sigaretta, no? Dai, andiamo a sederci sui gradini, che parliamo
un po’…-
Lui la
guardò preoccupato.
-Stai
bene?-
-No, Lö,
ma che ci vuoi fare? Passa tutto, o
almeno spero. Lui è… Beh, è Gee. Fa
sempre così male. Lo amo anche quando dice le cavolate di prima. Tantissimo-
-E lo
meni sempre così?- sorrise Lörinc, lanciandole uno sguardo un po’ di traverso,
per sdrammatizzare.
Lei
sorrise.
-Beh, sì,
più o meno. Dicevamo?-
-Niente.
Stasera rivedrò Siglinde Krogmann… Bello,
no?-
-Hai
paura, vero?-
-Un po’-
-Non può
scappare ancora…-
-L’ha già fatto-
Jànos
arrivò davanti a loro all’improvviso, e li fece sussultare.
Con un
cenno del capo indicò due figure in lontananza, cupo
in volto.
-E’ tua
madre, quella, Lö? George la sta baciando
da un quarto d’ora-
Lys alzò
lo sguardo, sgranando gli occhi.
-George… Il mio George?-
-Sempre
lui. Figuriamoci se si smentisce,
quel dannato bastardo-
-Sta
baciando mia madre?-
-Sta
baciando Linde?-
George si
voltò verso di loro in quel momento, con uno sguardo ch’era una fitta al cuore.
-Va’ al diavolo, piccola Rivoluzionaria
dei miei stivali-
Tu eri in piedi
contro il cielo
E io così
Dolente mi levai
“Imputato, alzatevi”
(Mille giorni di te
e di me, Claudio Baglioni)
-Che
infame…- sussurrò Jàn, incredulo.
Natal’ja
gli si avvicinò con un sorriso triste.
-Sai,
Gee, io non l’ho baciato, Lörinc. Non
l’avrei fatto neanche stanotte.
Scusa,
comunque. La prossima volta farò esattamente quello che vuoi tu.
La tua sciocca zingarella
siberiana, troppo bionda e troppo giovane per comprendere l’onore d’esser la
sposa di un grande soldato… E per essergli fedele-
-Linde è
arrivata in anticipo…- mormorò George, ma ora non gli riusciva più così bene, d'esser
cattivo come prima.
-La tua maledetta gelosia…-
Alja seguì
i suoi lineamenti con un dito, guardandolo con dolcezza.
-Sei troppo bello per essere un
angelo-
-Sai qual
è una cosa veramente buffa, Lys?- intervenne Jàn -Linde l’ha baciato nonostante
avesse tre occhi neri!-
Quando era impossibile strappare
un sorriso a Natal’ja, c’era Jànos.
Lörinc,
invece, si avvicinò cautamente alla madre, sperando che lei lo riconoscesse.
-Sei arrivata in anticipo?-
-Ho riconosciuto
quel ragazzo… Svetozár Dobroslav,
giusto?-
Lörinc
scoppiò a ridere, anche se, probabilmente, non era il momento.
-Sì, in arte Feri Desztor-
-Quando
eri piccolo stavi sempre con lui…-
-Anche
adesso-
-Allora
non sei cambiato poi così tanto…-
-No, ma’,
non sono cambiato, io. Ho quindici
anni, un padre con il cuore distrutto e un’amica quasi in lacrime perché hai baciato suo marito, ma, tutto
sommato, sono sempre io-
-Perché
volevi vedermi?- sussurrò lei, spiazzata.
E Lörinc rimase senza parole.
Non ti lasciai un
motivo né una colpa
Ti ho fatto male per
non farlo alla tua vita
(Mille giorni di te
e di me, Claudio Baglioni)
-Così.
Per capire fino a che punto eri cambiata tu. Troppo, mi dispiace.
Sai, pensavo che saresti tornata. Lo
speravo, come lo sperava papà.
Hai
baciato il marito di Natal’ja, forse stanotte saresti andata a letto con Feri…
Non so,
vuoi conoscere -a modo tuo- tutti i
miei amici, tutti… Tranne me.
Sai,
mamma? Forse papà ti perdonerebbe. Ti ha sempre voluto un bene dell’anima, ma…
Oddio, mi
piacerebbe riuscire a finire una frase, stasera. Mi piacerebbe tanto…-
Aveva gli
occhi lucidi, Lörinc, e Jànos pensò che forse era meglio
portarlo via, ma Feri gli fece cenno di aspettare.
Natal’ja
aveva stretto, quasi per sbaglio, la mano di George, e ora seguiva la scena con
il fiato sospeso.
Il suo amico non doveva stare così
male…
-Se
questo è tutto, io andrei-
Lörinc
sgranò gli occhi turchini.
Cos’aveva detto?
Solo un minuto, tra
noi
Guarda che addio mi
dai
Nei tuoi occhi non
c’è
Un sorriso per me
Solo fretta, ormai
Di andartene, amore
Chiamano un nome,
sei tu
Va’, non voltarti
mai più…
(Cinque minuti e
poi, Claudio Baglioni)
-E’ tutto, Linde?-
Isaakij,
che non s’era ancora fatto vedere in Piazza a causa della febbre, avendo
compreso la situazione affacciandosi alla finestra, e non resistendo più, s’era
gettato una coperta sulle spalle ed era corso a chiamare Aleksandr.
Aleksandr Csarabàs, ventinove anni
e gli stessi occhi di Lörinc.
Se era tutto, ormai, Siglinde Krogmann non lo
sapeva più.
Voleva soltanto andare via.
Scappare di nuovo.
Tanto, cosa sarebbe cambiato?
E ti presento
Un vecchio amico mio
Il ricordo di me
E per sempre
Per tutto quanto il
tempo
In questo addio
Io mi innamorerò di
te
(Mille giorni di te
e di me, Claudio Baglioni)
Quella
sera, Lörinc Csarabàs si era sparato.
George,
cercando di fermarlo, s’era preso il colpo successivo, partito
inavvertitamente.
Prima di crollare a terra, gli
aveva chiesto scusa.
Ora erano
entrambi sotto attenta osservazione di Kolnay Desztor, che sputava un
“cretini!” tra i denti pressoché ad ogni respiro, e nel frattempo inumidiva
stracci e bende per medicarli.
-Quella disgraziata ha idea che
suo figlio ha tentato il suicidio per colpa sua?- bofonchiò Gee, aprendo gli occhi
che teneva serrati per il bruciore della ferita.
Natal’ja
scosse la testa, accarezzandogli una guancia.
-Che tesoro che sei…-
-Dai,
Lys, non scherzare. Come sta, il petauro
dagli occhi blu?-
-Un po’
peggio di te. E stai sicuro che appena si sarà ripreso Kolnay gli farà girare la
testa a suon di ceffoni-
-E’
sempre così, l’Ungherese?-
-E’ il padre di Feri-
-Siglinde
dov’è?-
-Se n’è andata-
-E
Aleksandr?-
-Piange
da ore-
-Ma perché?-
-Io ho
paura che stavolta…-
-Sistemeremo le cose, te lo giuro-
-E tu che
c’entri?-
-Io… Non lo so. Ma farò tutto il possibile,
per il tuo amico cretino e aspirante suicida-
-Davvero?-
-Temo di
sì. Mi preferisci quando faccio il bastardo?-
Lys
scoppiò a ridere.
-Non lo
so…-
-Mi vuoi
bene? No, perché, sai, io ne voglio solo
a te. Posso baciare tutte le Siglinde del mondo, ma…-
-Lo so-
-E’ per
questo che non mi hai ucciso, prima?-
-Anche-
-Ma si
notano tanto, i miei tre occhi neri?-
-Solo un
po’…-
-E tu che
ne dici?-
-Sei
sempre meno angelico, sei sempre più
George-
-Non
sembra una frase intelligente…-
Lei gli
scompigliò affettuosamente i capelli.
-Oh, non ti preoccupare-
Vedi,
Darti la vita in
cambio sarebbe troppo facile
(Le rose blu,
Roberto Vecchioni)
Note
Forse ti
avrei fatto pure piangere di più, ma non hai scherzato neanche tu: Vorrei
essere tua madre, Roberto Vecchioni.
Ed ecco
il ritorno di Linde, e uno dei momenti più geniali
di Gee…
Però sono
contenta, perché ho presentato bene Lörinc e la sua grande amicizia con Feri, e
secondo me è adorabile, lui ;)
Il kazako
dagli occhi azzurri, che per sua madre sta soffrendo troppo, e meriterebbe un
attimo di tregua.
Quanto a
Siglinde… Lei non ha tante giustificazioni, davvero.
Ma non è ancora finita.
Anche
perché l’ultima promessa di Gee non è da sottovalutare…
A presto!
;)
Marty