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Autore: imiberry    27/04/2012    7 recensioni
Ciao a tutti carissime lettrici!!! MESSAGIO IMPORTANTE: penso che alcuni di voi hanno già letto la storia, dopo aver notato che faceva schifo!! ho deciso di cambiarla!! dimenticate l'Amore e la vita di colore Rosa! questa storia e ricca di emozioni, realtà, e novità che vi lascieranno mozziafiato!! vi prego datemi una seconda possibilità ecco un piccolo assaggio =) sempre sorridente e solare, piena di vita, già, questa era la vecchia strawberry, perché quella che é qui seduta sulla tenera erba: é una creatura che ha perso la speranza e che ha smesso di credere nei lieti fine o nell’amore eterno, una ragazza che ha capito che la vita é una troia, che prima o poi ce la mette nel culo come ha fatto con lei. Persino la parola Amare non aveva più alcun senso,''
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Keiichiro Akasaka/Kyle, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buio totale. Fu la prima impressione che strawberry ebbe quando riapri’ gli occhi, ci vollero dieci minuti prima che si abituasse all’oscurità che l’avvolgeva. Si trovava distesa in un letto, una stanza semplice, a prima occhiata di un ragazzo, non era molto arredata ; c’erano pochi mobili una scrivania, un armadio e un computer, e una grande finesta con un balcone, che permettava ai raggi della luna di penetrare nella camera.

Mentre stava cercando di capire dove si trovava, un flash-back percorse la sua mente, e improvvisamente Strawberry fu sommersa dall’emozione, si ricordo’ di tutto: Mark, i suoi baci violenti che le toglievano la respirazione, le botte e la tristezza! Era cio’ che il suo pianto riusciva ad esprimere; visto che non riusciva piu’ a parlare, strani pensieri cominciarono a percorrere la sua mente: tanto la sua vita faceva schifo, perché continiare a vivere, era meglio mettere un fine a tutta questa sofferenza una volta per tutte!! Si diresse verso il balcone, giro’ la serrura e avanzo tremando, il chiarore della luna risplendeva su i suoi capelli rosso lampone, mentre il gelido vento della notte la faceva rabbrividire.

La sua ora si avicinava sempre di piu’, Sali con dei passi indecisi sul bordo del balcone e guardo’ in basso, era circa all’ultimo piano di un palazzo, si vedeva bene la periferia uno di quei quartieri bassi, da cui bisognava stare alla larga! C’era una grossa distanza da dove si trovava lei a terra, un piccolo passo, e tutto sarebbe cessato una volta per tutte. Chiuse gli occhi e si getto nel vuoto! Si aspettava a un colpo, o qualcosa e invece niente, le sole parole che le sua orecchie udirono furono:

?: SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO STAI FACENDO??

Riapri’ gli occhi, che incrociarono due sfere ambrate, che per l’istante di un seconde le fecero dimenticare tutto, prima di fondere in larme tra le braccia dello sconosciuto.

?: stai tranquilla, va tutto bene!!!

S; non, che non va affatto bene, era il mio ragazzo, IO MI FIDAVO DI LUI!!!! E..HA..APPROFFITTATO DI ME!!!!!!

A quelle parole il nostro salvatore, si petrifio’ non che lui fosse il ragazzo modello, che trattava le donne come qualcosa di sacro anzi, ma a quelle parole senti’ una morsa al cuore, sapeva che lo stupro era qualcosa di brutto, sopratutto se si tratta del tuo ragazzo! I singhiozzi della rossa, gi facevano male, quasi pena, tutto cio’ gli fece riscoprire delle vecchie emzioni, che non provaa ormai da molto, troppo tempo.

L’impatto era forte, quasi doloroso ma sopratutto faceva tanta paura!! Si stacco freddamente da lei per poter guardarla negli occhi: era li seduta nel balcone con i vestiti ridotti quasi a brandelli, che lasciavano intravedere quel dolce e liscio collo, desiderava con tutto il suo cuore di poter posare le sue gelide labbra su di lei. Giovane e bellissima, occhi nocciola che ricordano una cioccolata calda in inverno, e quei capelli rosso fuoco, emanava dolcezza, calore. Il misterioso uomo, la contemplo’ per alcuni minuti, mentre lei continuava a piangere rannichiatta nell angolo come una povera creatura senza difesa.

?: Senti, ecco, so che é una situazione difficile per tutti e due, pero’ faresti meglio a entrare, fa freddo qui.

Strawberry si limito’ ad annuire e a cercare di rialzarsi, le tese la mano che rifiuto’ bruscamente e si diresse verso l’interno, saguendolo in silenzio.

Si ritrovo’ nella cucina, non fece bada all’arredamento o quant’altro, si fermo’ vicino al lavandino osservando il suo salvatore che cercava meticolosamente qualcosa tra i cassetti vuoti, e il frigo spento. Era alto, con dei capelli neri che ricadevano sulla sua fronte, una pelle color marmo, quasi bianca che metteva i suoi occhi ambrati in valore.

Aveva un jean molto scuro e un t-shirt nero che lasciava intravedere, un corpo scolpito, perfetto era la parola giuta da usare, avrebbe detto quasi quello di un atleta professionista!

Si diresse verso di lei lentamente con una cassetta del prontosoccorso, anche se quello di cui aveva bisogno, in quel momento era uno psicologo. Si avvicino’ a lei,continuava a tremare e a indiettreggiare fino a ché non fosse con le spalle al muro.

?: senti, non ti faro’ del male voglio solo aiutarti ok?

Le tese la mano, strawbery la contemplo’ per dei lunghi secondi non sapeva se era simbolo di aiuto o piuttosto una trappola visto che dopo quello che successe non poteva piu fidarsi di nessuno,ma qualcosa la spinse ad accettare la sua richiesta, forse quel poco di buon senso che le restava, o un briciolo di follia.

La fece sedere sul tavolo mentre cercava di trovare delle ferite gravi.

?: te la sei cavata proprio bene, hai solo qualche livido e piccoli graffi.

Inizio’ a pulirle la fertita che si trovava nel labbro destro, che era un po gonfio, quelle labbra cosi’ carnose, da cui una piccola goccia di sangue colava dolcemente, voleva un bacio, uno solo per poter spegnere la sete di desiderio che gli provocava, ma la situazione difficile non glielo permise, si limito’ a farle un sorriso beffardo.

Si poso’ contro al lavadino, osservandola, diciamo che lui non era l’uomo che l’avrebbe presa tra le sue braccia, sussurandole parole dolci per tranquillizzarla, lui era cosi’ uno Stronzo, uno di quegli uomini che non esitano a ricordare alla donna che il suo posto é a letto o in cucina niente di piu’, o quello che non esita a sputare in faccia a una prostituta dopo un servizio misero, o semplicemente non si ricorderà mai il tuo nome!! Non lui era Diverso e Solitario!

S: senti, ecco ti ringrazio per quello che hai fatto....pero’ adesso devo tornare a casa.

?: non c’é nessun problema, pero’ devo avvertirti che fuori piove, sono all’incirca le tre di notte e siamo lontani dal tuo quartiere tanto carino e sicuro, Vanessa.

A quelle parole lo sconociuto si pietrifio’, era come se fosse perturbato poi si corresse.

?: cioé, rossa... o quello che sei insomma!

S: la rossa ha un nome ed é Strawberry!! Fulminandolo con lo sgurado;

anche dopo una situazione cosi’ delicata, la nostra eroina non perse il suo carattere d’accaio, che non passo’ indifferente agli occhi del nostro amico.

?: Strawberry, ma che razza di nome hai? Cioé tu chiami Fragola in inglese? Ma che é sta roba?

Era allibita, una situazione cosi’ difficile e critica e sto cretino si mette a fare commenti sul suo nome, ma come diavolo si permetteva?

S: sta roba é il mio nome, e approposito io non so il tuo!

?: cuiriosa la nostra amica, non serve conoscere il mio nome, prima che tu possa conoscermi o parlarmi ti dimenticheresti di me, non serve, é uno spreco di tempo!

S: voglio almeno sapere il nome di colui che mi ha salvata, mi sembra il minimo.

Doveva ammettere che non poteva rimanere indifferente alla sua richiesta, era anche maleducato.

?: se ci tieni tanto, sono Kisshu, contenta adesso?

S: Kisshu..... e prendi in giro il mio nome ma ti sei sentito?

K: be meglio che essere un frutto!

Straw fece scappare un piccolo sorriso, il primo della giornata, era veramente buffo, aveva notato che quando si sentiva offeso faceva una smorfia e guardava altrove come per dire non ti ho sentito o tu non esiste, un po’ come i bambibni all’asilo.

K: Coraggio non piove piu’, si torna a casa! Detto questo prese una giacca di pelle, raccolse le chiavi e si diresse verso la porta, straw lo segui’ automaticamente, a due passi dalla porta si fermo’ bruscamente e fece dietro front dirigendosi verso la porta della camera, spari’ per venti minuti e ritorno con qualcosa alla mano che la getto, in faccia a Strawberry.

S: che cos’é?

K: non lo vedi e una giacca, é un po’ grande, non ho trovato altro, andiamo?

S: perché?

Si giro’ sbuffando, si vde che non era un tipo a sangue freddo, la guardo’ dritto negli occhi e gli rispose:

K: andiamo in moto, fa freddo e in piu’ hai visto come sei conciata?

Straw si diede un occhiata, la sua camicia, o quello che ne restava era ridotta a brandelli, lasciando intravedere in suo corpo. Arrosi’ e tiro’ la camicia per cercare di coprirsi, non sapeva se arrabbiarsi per il suo carattere si Merda per avergli fatto ricordare cio’ che aveva dovuto subire, o ringraziarlo di averla salvata, si limito’ a stare in silenzio.

K: adsso che l’interrogatorio é finito possiamo andare?

Strawberry lo fulmino’ con il suo sguardo, aveva voglia di dirgliene quattro, si limito’ a urlarlo nella sua testa:

S:’’ Razza di imbranato, di cretino, cervello da maschilista rammollito, ma chi credi di essere per parlarmi cosi? Stronzo, Stronzo,Stronzo, Cinico!!!!!!!!’’

K: se hai finito di insultarmi possiamo andare?

Strawberry si pietrifico’, non poteva crederci, no non l’aveva sentita, era una casualità la stanchezza le stava giocando brutti scherzi, sicuramente!

S: come...cosa.. io non ti stavo insultando!!!!

K: come no, i tuoi occhi parlano non lo sapevi? Si avvio verso l’uscita, chiudendo la porta.

Era n palazzo veramente enorme e lugubre, c’era puzza di pipi’, e alcool, i muri con delle scritte del tipo ‘’fuck the police’’ e cose di questo genere, sicuramente non era il genere di posto da frequentare! Si avviarno verso l’ascensore e si misero ad aspettare che salise al piano 26, quando le porte si aprirono, straw sobbalzo’, quello non era un ascensore ma un buco, una cantina o qualcosa di questo genere! C’era un odore acre di puzza e di chiuso, un odore cos’i’ l’aveva sentita alle elementari durante la gita scolastica al porcile! Il peggio doveva ancora venire, c’erano siringhe per terra,e alcune bottiglie di birra rotte; e laluce che era sensata illuminare quell’ascensore o quello che ne resta era stata colorata con una bomboletta di colore scuro! Al limite era un locale a luci rosse!! Kisshu la guardava con aria divertita e le fece cenno di entrare.

S: non preferisci prendere le scale piuttosto?

K: certo mi faccio 26 piani in discesa perché la signorina é claustrofobica! Ma andiamo!

La spinse dentro, in una frazione di secondo l’odore assali’ le narici di Strawberry che si tappo il nasodi colpo, era veramente insopportabile!

K: é una quetione di abitudine credimi, e oggi ritieniti fortunata, é pulito sai! Incrocia le dita perché nessuna salga!

L’ascensore comincio’ a scendere 26/25/24.......21......12 e la si fermo’!

K: Cazzo.. questa non ci voleva, senti se qualcuno sale tu non dire una sola parola! Niente? Ok?

Le porte si aprirono, due uomini sulla trentina entrarono, erano molto piu’ grandi e grossi’ di Kisshu, un po come i mafiosi di Gomorra, ecco a cosa assomigliavano. E quasto non promettev niente di buono!! Uno di loro si avvicino’ a Strawberry guardandola con aria maliziosa e parlo’ a Kisshu senza toglierle lo sguardo di dosso.uno sguardo da perverso, maniaco!

?: e Kisshu le vecchie abitudini non si perdono, pero’ picchiarla, mi sembra un po’ esagerato! Anche se é una puttana resta una donna!!!! Lui e il suo amico scoppiarono a ridere, e lui continuo’il suo dicosrso.

?: eh.. Kisshu ce la passi stasera la tu amichetta?? Ti giuro che me ne prendo cura, e lo sa bene che ho un debole per le rosse, sono eccitanti, delle cagne in calore!

A quelle parole Kisshu si mese davanti a strawberry, come uno scudo per difenderla. Lo sconosciuto , sfortunatamente riusci’ a prendere tra le mani una ciocca di capelli ,stava per annusarla quando Kisshu gli si scaravento’ adosso con una forza incredibile, quasi sovraumana per un ragazzo di vent’anni, incollandolo contro all’ascensore che per l’impatto si fermo’.

K: NON si tocca sono stato chiro?????

?: ma che cazzo ti prende, non é la prima volta che ci divertiamo con delle prostitute?? Che hai gia’ dimenticato il buon vecchio tempo? Non mi dire che ti sei fatto suora?!

K: ma capisci quello che ti dico o NO? Ti ho detto che non é roba ne tua ne mia chiaro???? ADESSO ESCI DA STO CAZZO DI ASCENSORE E CHIEDI SCUSA CHIARO? I suoi occhi erano come fuoco, e l’atmosfera era elettrica, faceva paura.

?: okay, calmati!!! Scusa rossa!!

Le porte dell’ ascensore si aprirono e Kisshu ne approfitto per scaraventare l’uomo fuori che fu subito raggiunto dal suo complice. Prima che le porte si fermarono Strawberry riusci’ a udire solo le parole del tipo

?: ME la pagherai sanguisuga del cazzo, me la pagherai? MI HAI SENTITO?

Il silenzio’ ricadde, oramai Strawberry non faceva caso all’odore era felice, di sentirsi accanto a lui, ‘’forse era una Ragazzo cattivo, Stronzo o qualcos’altro, ma sapeva che infondo era Buono e Gentile anche se cercava di nasconderlo.’

Kisshu nello stesso istante si giro’, le fece un sorriso innocente;

K: piano terra, si torna a casa Vane... ehm Strawberry!

Uscirono dal quel palazzo infernale, e si diressero verso il parcheggio quando videro due figure, in lontananza. Man mano che si avvicinavano, le sagome diventarono piu’ chiare. Erano due gemelli un po hippy, con dei capelli Rasta e una magliatta con scritto ‘look like barbie, smoke like bob marley’’ seduti su una moto.

?: Kisshu!!! Che ci fai qui?

K: gemelli Medusa! Vedo che state comodi, volete un caffé gia’ che ci siete?!!.... non toglietivi dalle palle, quante volte vi ho detto di non sederti sella moto?

G: si lo sappiamo, la moto, la tua donna.. e le tu storie del cazzo, piuttosto non avevi detto che avevi smesso di andare a puttane tu? Finirai per avere l’Aids se continui cos’i’!!!!

K: ma stai zitto non é una troia, é un amica!

G-M: conciata cos’i’....(G-M sta per gemelli medusa, =p)

Incredibile era la terza persona che la scambiava per una prosituta oggi! Era troppo!!!

S: non sono una prostituta okay? non é perché ho i capelli rossi che devo per forza esserlo!

K: ha ragione, noi dobbiamo andare!! A dopo!

Kisshu Sali’ sulla moto e prese il suo casco per darlo a Strawberry.

G-M: ci dispiace signorina, sai com’é delle brave ragazze qui non ce ne sono!

S: fa niente; capisco.

G-M: com’é che ti chiami?

S: Strawberry!

G-M: piacere noi siamo i gemelli medusa, io non joe e lui é joy!

S: piacere mio!

K: finite le presentazioni, anidamo strawberry!!!!!

Mise il casco, senza fare troppe domande, era meglio, ormai non capiva piu’ niente, guardava la citta’ che stava ancora dormando, con le sue luci notturne, e il silenzio, la voce della citta’ e poi lui, Kisshu, il suo odore era dappertutto: profumo di sigaretta ma allo stesso tempo di dopo barba o deodorante maschile, non era forte, ma era piacevole; quasi riconfortante, il tragitto si termino’ davanti alla casa Momoyima!

Strawberry scese dalla moto, invece kisshu ci rimase, un silenzio imbarazzante cadde tra i due, metre il nostro eroe accendeva una sigaretta per rilassarsi, aspettando che strawberry dicesse una parola, per poter andarsene. Eri li in piedi, con i capelli un po arruffati, un espressione buffa, era sicuro che sarebbe stata bellissima se avesse sorriso, il peggio é che non riusciva a capirla, a ‘’catalogarla’’, con le altre ragazze era semplice bastava uno sguardo per capire, se era una troia,che aveva l’aspetto di una santa! Per lui le donne, o le persone erano un libro aperto, uno sguardo per capire chi erano o cosa valevano davvero! Ma lei, era un mistero, era come un muro di cinta, impossobile sapere quali terribili o meravigliosi segreti nascondeva, era una ragazza che lo intrigava.

K: bella casa! Fece lui per rompere il ghiaccio, anche se sperava che lo invitasse ad entrare in casa.

S: Grazie, anche il tuo appartamento non é male sai,

K: eh?? Mi prendi per il culo? Perché se é il caso ci sei riuscita!

Si scambiarono un sorriso innocente, simbolo che il loro incontro giungeva al suo termine, sfortunatamente;

K: Bene, é stato un piacere fare la tua conoscenza Momoyima, pero’ il lavoro chiama, sai com’é, so che muori dalla voglia di trattenermi, pero’ sara’ per la prossima volta;

S: come vuoi, per il fatto di trattenerti non direi! ‘’bugiarda’’! com’é che sai il mio cognome?

Mise il suo casco, gli si avvicino’ guardandola dritto negli occhi, gli fece un sorriso beffardo e aggiunse:

K: sai c’é scritto sulla cassetta delle lettere, non ci vuole un genio. Fai piu’ attenzione la prossima volta, e smettila di andare in giro di notte da sola, per quanto riguarda il tipo ci pensero’ io, ci penserà due volte prima di comportarsi come un porco.

Detto questo si giro’ fece ruggire la moto, sotto gli occhi perplessi di Strawberry, che non sapeva cosa dire, si limito’ a stare in silenzio e a sussurrare un grazie coperto dal sottofondo del bolide.

K: di niente, a presto Strawberry!!! Perché penso che non sia l’ultima che mi verrai, sfortunatamente per te;

Se ne ando’ come era venuto, in silenzio, avvolto dal mistero, era di nuovo sola piu’ che mai, ma questa volta con una ferita in piu’ quella del tradimento, e della sofferenza, perché nessuno poteva sentire le urla di dolore che stavano rendendo a brandelli il suo cuore, o almeno quello che ne resta; fu cos’i’ che la nostra eroina rientro’ in quella casa, che ormai non era piu’ sua, chiudendo la porta dietro di se, lasciando fuori quel mondo di cui ormai aveva smesso di far parte, e che continuava ad avvelenarle l’esistenza, e oggi ancora una volta glielo dimostro’, gliaveva dimostrato che non bisognava piu’ fidarsi di nessuno, ma che forse c’era ancora un po’ di speranza, forse qualcuno di buono, dall’animo puro, come ‘’Kisshu’’. Il suo nome gli passo nella mente come un fulmine, poi il suo sguardo si abbaso’ sulla giacca di pelle che gliel’aveva prestato,la strinse forte al suo petto, e pianse, come al solito, cio’ che non poteva piu’ esprimere.

  
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