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Autore: MadHatter96    27/04/2012    3 recensioni
"… sì, quello è un ragazzo! Avrà circa la mia età: è abbastanza alto, dei capelli biondi tagliati a caschetto irregolare gli ricadono sugli occhi color ghiaccio e un crocifisso gli ricade sul petto. Questa visione mi fa provare una sensazione di sollievo, supportata anche dalla tavoletta di cioccolato che sgranocchia: per me il cioccolato è sempre stato un simbolo di allegria..." (MelloxSayu)
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Sayu Yagami, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6
Me ne sto abbracciata a Light davanti alla tomba di mio padre.
Finalmente sono tornati. Però… avrei voluto che mio padre tornasse vivo. Papà…
“Light…”
“Tra poco ti accompagno dalla tua amica” risponde lui con il tono di quello che non vuole sentire repliche.
“Però… non è giusto… non voglio… è morto solo due settimane fa…”
“Anche lui è d’accordo con me, ne sono sicuro.”
“Ma… mi manca Light…” Come faccio a trattenere le lacrime?
“Anche a me, ma dobbiamo essere forti Sayu.”
Ma perché ripete sempre che dobbiamo essere forti?
“Tu… eri con lui quando è…?”
“Sì, sono sempre stato con lui… è morto felice.”
“Light… non pronunciare più quella parola… per favore…”
“Sayu… è la realtà…”
Sì, ma non voglio! Papà non è morto… papà… papà ci sarà vicino sempre… anche se noi non lo vedremo. Sono sicura! Papà non ci abbandonerebbe mai così.
“Light… tu… non morirai vero?”
“Sayu…”
“Lo odio! “
“Sayu, non posso prometterti che non morirò… ma farò di tutto perché ciò non accada. Catturerò Mello e Kira… te lo prometto.”
No, a me interessa solo Kira… voglio sapere quel criminale dietro le sbarre.
Di Mello non mi interessa… o meglio, io… non voglio gli succeda nulla.
Spero non gli sia successo nulla.
Ultimamente mi sto convincendo che ci tengo così tanto a quel ragazzo perché forse è l’unico che può darmi delle risposte.
Ma lui è in America… non lo rivedrò mai più.
Ma perché questo pensiero mi fa stare così male da farmi venire le lacrime agli occhi?
Non ho il coraggio di dirlo a Light…
Perdonami papà, so che tu non sei felice di questo affetto che provo per il mio rapitore, ma cosa posso farci?
Forse dovrei veramente andare da uno psichiatra… in fondo, che c’è di trano se una ragazza che è stata usata come ostaggio va da uno specialista?
“Andiamo Sayu, se no farai tardi.”
“Ma Light…”
“Almeno tu che ne hai la possibilità, distraiti.” Dice sorridendomi: sembra un angelo.
Ben presto  mi ritrovo davanti al cancello della casa di Chika
“Se hai bisogno di qualcosa chiamami… “ Dice Light poi mi guarda divertito
“Che c’è?” Chiedo preoccupata
“Beh sorellina… vestita così te la vai proprio a cercare.” Risponde ridendo poi mi sorride di nuovo
“Non ti preoccupare, sei cresciuta… e normale. A domani!”  E così se ne va.
Io e Chika arriviamo al Christon  cafè: è pieno di gente!
“Sayu!”  Mi volto per vedere chi mi ha chiamato e mi ritrovo sommersa dagli abbracci
Sono tutti i miei amici!
Mi salutano e mi fanno domande, ma stanno attenti a non nominare la mia brutta esperienza.
“Ma come siamo sexy!” Fa notare Mitsuo agli altri… io mi sento arrossire.
Indosso un tubino nero senza spalline decorato con una fascia di paiette luccicanti all’altezza del seno, lungo fino a metà coscia e decisamente molto attillato… beh insomma , non è proprio il mio abito abituale... e poi questi tacchi vertiginosi…
Cerco di nascondermi nel misero cappotto che ho portato per ripararmi dalla tipica aria serale.
“Chissà Isei!” Esclama una mia amica e tutti sorridono complici.
Entriamo nel locale: è proprio come me lo avevano descritto!
Sembra di entrare in una chiesa medievale. Ci sono immagini del Cristo e dei santi ovunque… e i vetri colorati mi ricordano molto i rosoni di Notre Dame… papà ci aveva portati quando io avevo 8 anni… papà…
“Non ci credo! Sayu, ci sei anche tu?”
La voce di Isei togli la mia mente dai tristi pensieri.
Mi volto per vedere il ragazzo: Il solito gran figo. I suoi capelli tinti di rosso prendono sfumature colorate grazie ai mille vetri presenti nel locale e le lenti a contatto azzurre rendono come al solito il suo sguardo fulminante.
Anche lo sguardo di Mello è fulminante… ma lui non ha le lenti a contatto, i suoi occhi sono così, non hanno bisogno di nulla per essere… belli.
Ecco, di nuovo a pensare a quel ragazzo… devo togliermelo dalla testa!
Sorrido ad Isei: “Auguri! Festa grande come al solito eh?”
Lui mi circonda le spalle con il braccio: “Pensavo che questa sarebbe stata una noia… ma invece sei arrivata. È tutta la settimana che speravo di vederti!”
“Non potevo mancare!”  Mento spudoratamente.
Nonostante i miei pensieri iniziali mi sto divertendo. Abbiamo il locale praticamente tutto per noi, Isei è il padrone e anche i clienti che non centrano niente si fermano a fargli gli auguri… e lui ha sempre gli occhi puntati su di me.
È un bel ragazzo, ed è anche molto gentile… mi posso fidare di lui… forse è proprio come ha detto Chika: ho bisogno di una ragazzo che mi protegga e di cui mi possa fidare. Lui sarebbe perfetto.
Ma c’è qualcosa che mi blocca… anzi, qualcuno.
“Sayu!” Isei si fa spazio tra la folla
“Sì?”
 Lui mi guarda fisso negli occhi: “Senti… immagino tu sappia già che tu beh… non mi sei indifferente…”
Oh no! Non dirmi che sta per dire quello che sta per dire! Non posso! Non in questo momen…
Uno sparo.
Giro istintivamente la testa verso l’ingresso del locale e dopo un attimo di confusione mi scaravento fuori insieme agli altri.
Là tre uomini vestiti di nero stringono pistole che puntano su altre persone… forse passanti. Uno è a terra.
Il mio respiro si blocca e nel mio cuore nasce il panico, lo stesso panico di quando sono stata rapita… o molto simile.
Inizio a tremare e le gambe cedono
“Sayu!” Grida Isei stringendomi tra le braccia; i miei occhi rimangono fissi sull’arma dell’uomo più vicino a me. Isei mi sta proteggendo, ma io non mi sento sicura.
“Se state calmi nessuno si farà male! Lasciateci fare quello che dobbiamo fare e tutto finisce qui!” Grida uno di loro.
Un altro si avvicina a me e Isei: “Tu ragazzina. Vieni qui con me, quando avremo finito ti lascerò andare.”
No! Non di nuovo! Basta! Vi prego, fermateli! Mi sento strappare dall’abbraccio di Isei: lui grida, e anch’io.
Grido di terrore, sto implorando qualcuno… sto urlando qualcosa che la mia mente non riesce a registrare.
Non voglio! Lasciatemi!...
Papà!... No, papà non mi può più salvare… lui è…
Grido più forte questa volta anche di dolore.
“Zitta!” Urla l’uomo… ma io non riesco a fermare la mia voce.
Grido, grido, grido!
All’improvviso un auto nera piomba in tutta velocità dietro il tizio che mi tiene stretta e un proiettile gli colpisce la mano con cui regge la pistola costringendolo a mollare la presa.
Le mie grida si bloccano e rimango lì, intontita… non riesco a capire cosa succede.
Non so perché, ma ora la paura si sta calmando… come se mi sentissi più al sicuro.
Sento delle mani afferrarmi le spalle e incitarmi ad alzarmi.
Guardo la persona che mi sta aiutando: porta il casco, ma gli occhi sono inconfondibili…la parte scura del suo volto mi confonde, ma non posso sbagliarmi.
E ancora, quel ragazzo è il mio unico appiglio, nonostante questa volta sia circondata da persone che amo sento che è l’unico che mi può aiutare. Mello… alla fine ti ho rivisto.
Mi aggrappo a lui percependo chiaramente il suo sostegno; il mio capo è appoggiato al suo petto: posso sentire il suo cuore.
Ha un battito lento e regolare. I rumori si attutiscono, sembra vada tutto a rallentatore… ai miei occhi la realtà frenetica e angosciante diventa come un sogno, per me ora tutto è scandito da quel battito vitale.
Ancora stordita, mi lascio guidare da lui fino alla macchina e lascio che lui mi adagi sul seggiolino accanto al posto di guida inerme… solo quando sussultando lui sbatte la porta la realtà ricomincia ad accelerare.
La porta davanti a me si chiude violentemente ma la visione dal finestrino è chiara; Mello si porta una mano sulla parte sinistra del costato e si piega leggermente in avanti: è stato colpito.
Provo angoscia… non voglio vederlo morire… non è grave vero?
Ho intenzione di uscire dalla macchina per soccorrerlo ma lui risponde al fuoco. Sebbene sia un gesto che io disprezzi questa volta mi porta sollievo.
Lui fa il giro dell’auto sempre tenendosi stretto il fianco, poi apre la porta accanto al posto guida e si posiziona accanto a me afferrando il volante con la mano libera.
Ora mi sento al sicuro.
Mello schiaccia l’acceleratore e sfrecciamo a tutta velocità sulla strada lasciando tutta la confusione dietro di noi.
Rimango ancora un po’ sotto shock cercando di riordinare le idee e convincermi che la mia vita non è un film d’azione… certo però non posso dire che è la normale vita di una studentessa.
Poi guardo il ragazzo accanto a me
“Mello?...” Chiedo, ma non c’è bisogno che lui risponda.
Allungo le mani verso di lui e gli sollevo il casco: i capelli biondi gli ricadono sugli occhi ma non nascondono una cicatrice che gli copre quasi tutta la parte sinistra del volto… era quella la parte più scura del suo viso.
Lui mi guarda… la ferita gli fa male, lo capisco anche se lui sta cercando di nasconderlo.
“Sei vivo…”
“Sì… mi dispiace.”
Continua…
 
 
 
  
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