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Autore: Natalja_Aljona    27/04/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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I looked at you like the stars that shine in the sky



They passed me by
All of those great romances
You were, I felt
Robbing me of my rightful chances
My picture clear
Everything seemed so easy
And so I dealt you the blow
One of us had to go
Now it's different
I want you to know

Loro mi sono passati davanti
Come in tutti quei grandi romanzi
Tu c'eri, io mi sentivo
Come se mi stessero rubando ogni possibilità
Le mie certezze
Tutto mi sembrava così facile
E così ho affrontato il colpo
Una di noi doveva andarsene
Ora è diverso
Voglio che tu lo sappia
(One of Us, Abba)

[...]

I looked at you like the stars that shine in the sky

Ti guardavo come le stelle che brillavano nel cielo

(Mary’s Song, Taylor Swift)

 

Duecentocinquantatré

One of us had to go

Una di noi doveva andarsene

 

Aveva gli occhi tristi di Novembre

Ma ci credeva

(Lui se n’è andato, Roberto Vecchioni)

 

Krasnojarsk, 9 Novembre 1837

 

I suppose you’d rather see my dead

Penso che preferiresti vedermi morta

(My Mama Said, Abba)

 

-Adesso basta, Helga! Non credo proprio che tu sia all’altezza della nostra Rivoluzione!-

Jànos sapeva di essere stato ingiusto, ingiusto e crudele.

Perfino Natal’ja, ch’era sempre dalla sua parte, gli aveva tirato uno schiaffo.

Perfino Feri, ch’era il Capitano, aveva sgranato gli occhi.

Szöcske aveva semplicemente perso la pazienza.

-Sai, Hell, ti sta benissimo, quel maledetto vestito, ma chiediti perché nessuna delle tue amiche, né Alja né Hajnal, ne ha mai avuto uno simile!

E adesso non rispondermi che Alja è una selvaggia e Hajnal l’abbiamo traviata io e Feri.

Se anche le cose stessero così, chiediti perché loro non si sognerebbero mai di mettere un abito davanti agli ideali!-

-Per te esistono solo gli ideali, Jàn! Qualsiasi altro fidanzato del mondo sarebbe felice di avere una ragazza che si fa bella per lui, ma tu no!-

-Tu sei sempre bella, e mi dai sui nervi, quando fai la principessina dei miei stivali!

Poi, sai, se come fidanzato non vado bene, perché giudico la Libertà più importante di un taffettà color fiordaliso, vattelo a cercare a Corte, il tuo amore ideale!
O vuoi che ti presenti il Principe Estherázy? Miklós Pál
Estherázy III, ha l’età di Csák, vent’anni, ma è un Principe. Sapessi quant’è simpatico!-

-Sì, io e Feri tiravamo sempre i sassi contro la finestra della sua camera, quand’eravamo a Budapest- ricordò Alja, ridendo.

-Mi avevi promesso che non ti sarebbe importato, se qualche volta fossi stata un po’ frivola...- sussurrò Hell, con le lacrime agli occhi.

-Te l’avevo promesso, sì, ma non immaginavo certo che l’altro giorno, quando mi hanno arrestato, avresti fatto finta d’essere completamente assorta nell’allacciarti le scarpe. Le ballerine, poi!-

-Volevi che arrestassero anche me?-

-Sì!- gridò Jàn, e un attimo dopo cercò lo sguardo di Alja, con l’aria triste e sconvolta di quando qualcuno lo faceva soffrire seriamente.

-Lei... Lei l’ha fatto, una volta! E non è la mia fidanzata, Lys, è la mia migliore amica! Eppure, quando s’è trattato di dimostrarmelo, non aveva nessuna ballerina a cui allacciare i nastrini!-

-Io...-

-Già. Sei l’unica, a Forradalom, ad aver la fedina penale immacolata. Non ti vergogni?-

-Beh, Jàn…- sorrise Lys, pensando che, quella che il suo amico stava rinfacciando ad Hell, non era proprio una cosa di cui vergognarsi.

-Non siamo più fidanzati, allora?- chiese Hell, con la voce tremante.

Jànos sorrise, ironico.

-Lo siamo mai stati, Principessa Dolokova?-

 

-Scusa, Hell… Hai davvero finto di allacciarti le scarpe? Scarpe che non avevano bisogno di essere allacciate?

Mentre arrestavano Jàn?-

Era dolce e profonda, la voce di Feri.

Nessuna minaccia sottintesa, solo curiosità e delusione, e uno sguardo che Helga preferiva non incontrare.

Si sarebbe sentita troppo male.

Annuì, senza alzare gli occhi.

-Credo sia meglio che tu… Ti prenda una pausa-

Una pausa, già.

Una pausa da Forradalom.

Niente più riunioni sui gradini o sul marciapiede, castagne calde col guscio lucido da lanciare in testa ai passanti, giornali vecchi su cui riposarsi tra un sorriso e l’altro, corse in Piazza degli Eroi fino a crollare nella neve senza fiato.

Niente di niente, perché non era stata leale con i suoi amici.

Sarebbe stata in casa a leggere, a provarsi i vestiti nuovi.

A guardarsi allo specchio e a piangere.

Jànos l’aveva delusa, come Helga aveva deluso lui.

Alja ed Hajnal ci avrebbero provato, a parlarle ugualmente, perché loro non erano arrabbiate con lei, loro un po’ se l’aspettavano.

Ma perché, perché, perché…

Sapevano che le avrebbe tradite?

 

La bella malavita è qui

E qui rinasce chi morì

Rinasce chi d’amor morì…

(Il Val d’Amore, Notre Dame de Paris)

 

Una settimana dopo, piano piano, Helga riallacciò i rapporti con i Forradalmi.

Feri la guardava con tacita benevolenza, come se gli andasse bene così, e in fondo era giusto, che l’avessero perdonata.

Jànos no.

Non erano più fidanzati, non erano più nemmeno amici.

Lui qualche volta le offriva ancora una castagna, ma scherzava solo con Lys.

E Jànos era meraviglioso…

Meritava d’esser Principe d’Ungheria più di qualsiasi Miklós Pál Estherázy III, solo per il cuore che aveva.

Il cuore di un ragazzo che non meritava di essere tradito per un paio di ballerine già allacciate.

 

Mi dispiace
Doverti dire solo ciao
Mentre in mezzo alla gente
Vorrei gridare
Fortissimo
Che ti amo
Fortissimo
Che ti amo di più
D'ogni cosa

Al mondo

Amore
Amo te...
(Fortissimo, Rita Pavone)

[...]

I saw myself
As a concealed attraction
I felt you kept me away
From the heat and the action
Just like a child
Stubborn and misconceiving
That's how I started the show
One of us had to go
Now I've changed, and
I want you to know

Mi sono vista
Come davanti a una meta nascosta
Ti ho sentito, mi tenevi lontana
Dal calore e dall'agire
Proprio come se fossi una bambina
Testarda e pronta a fraintendere
E' così che è iniziato tutto
Una di noi doveva andarsene
Ora sono cambiata
E voglio che tu lo sappia
(One of Us, Abba)

 

 

 

 

Note

 

One of us had to go: Una di noi doveva andarsene. One of Us, Abba.

 

E adesso sappiamo con Jànos ha deluso Helga, come Helga ha deluso Jànos.

La prima volta, nel ’37.

Hell aveva quattordici anni, Jàn li avrebbe compiuti a Dicembre -quindi tredici e mezzo, tredici e undici mesi ;)-.

Helga è un po’ diversa dai ragazzi di Forradalom, ma merita ugualmente di essere una di loro…

E noi lo sappiamo ;)

 

A presto!

Marty

 

 

 

 

  
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