Erano passati ormai 3 anni è la mia vita era cambiata radicalmente, mi ero trasferita in Inghilterra alla fine di Marzo e il lavoro aumentava sempre di più. Ero diventata manager sostitutiva dei ragazzi se per caso Paul doveva assentarsi o stava male, mi mancavano due anni per laurearmi definitivamente all’università di Musica e Spettacolo, dopo di che sarei diventata a tutti gli effetti secondo manager affiancando Paul ufficialmente. Avevo seguito i ragazzi a tutti i loro tour e tappe varie, avevo conosciuto i ragazzi per caso grazie ad un incontro con Paul nell’università che frequento. Stavo lavorando a metter su una scenografia adatta per un loro tour su diretto incarico del preside della facoltà, quando mostrò il mio lavoro al manager e subito sembrava essere soddisfatto, così mi prese in prova e da li non me ne andai più. Lavorare con loro era fantastico, non ti annoiavi mai. Si avvicinavano le vacanze di pasqua e avevamo tutti una settimana libera, così decisi di andare in Italia dai miei genitori, erano tre mesi che non li vedevo e mi mancavano. Il ritorno a casa è sempre strano, la mia camera era sempre la stessa, mia madre non cambiava mai nulla, diceva sempre che quando le mancavo invece che chiamarmi andava li e osservava tutte le mie foto attaccate al muro, la faceva sentire meglio. La settimana strascorsa li passò velocemente e senza accorgermene stavo nuovamente li, in quella casa enorme dove ogni piccolo rumore rimbombava. Come ogni giorno la routine era sempre la stessa, cena, doccia e letto. La mattina seguente mi svegliai presto per recarmi alla sala incisioni per sistemare le ultime cose prima dell’arrivo dei ragazzi.
Arrivai allo studio dopo essere passata a prendere un caffè in modo da svegliarmi bene, entrai e misi su un po’ di musica per farmi compagnia, la musica era la mia vita non potevo riuscire a stare cinque minuti senza canticchiare qualcosa. Sistemai tutto in mezz’ora, dato che era ancora presto mi distesi sui divanetti, ma presi sonno.
Sentii chiamarmi delicatamente, aprii gli occhi e i ragazzi mi avevano accerchiata ‘’ buongiorno dormigliona’’, scattai dal divanetto scusandomi, non mi era mai capitato di addormentarmi sul lavoro, mi rassicurarono dicendo che non era un problema, poteva capitare a tutti.