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Autore: Gilulla    27/04/2012    3 recensioni
La storia riguarda Bea, ed un incontro inaspettato, con un ragazzo che le ha sempre dato una mano, da un episodio a dir poco orribile. peace&love
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sapevo che sarebbe successo


Stavo con il mio fratellino Gabriel di cui ero tanto affezionata. Era un fratello speciale, con la mamma non parlava molto e preferiva farlo con me. Gli volevo molto bene.
Andava alla scuola materna perché aveva ancora quattro anni. Era la “vittima” di un gruppetto di prima elementare che lo picchiava sempre all’uscita della scuola, dietro il muretto per non farsi vedere dai genitori. Faceva fatica a raccontarmi questo e si vedeva il dolore e il dispiacere trafiggerli gli occhi. Era difficile anche per me accettare questo dolore da parte della persona più importante per me.
La mamma non era mai presente nella nostra vita, aveva sempre impegni lavorativi e questo non le permetteva di stare con la sua famiglia, anche se non le dispiaceva stare lontana dai suoi figli. Chissà perché.
Per questo io e Gabriel passavamo sempre i pomeriggi a guardare filme a mangiare cucchiaioni di nutella, spesso lo aiutavo nei suoi compiti e quando aveva finito si metteva a giocare con il nostro cane Jacky. La sera lo aiutavo sempre a mettersi il pigiama, a lavarsi i denti e gli davo il bacio della buonanotte. Era tenerissimo.
A casa nostra c’era sempre un mio carissimo amico, mi aiutava con i compiti e con mio fratello, fare la mamma a sedici anni non era una cosa da poco. Il suo nome era Louis.
Conosceva tutti i nostri problemi ed era una persona fantastica, dolce e giocherellona, infatti stava tutta la serata con mio fratello. Spesso dormiva da noi, quando la mamma non ritornava per la notte e lo apprezzavo molto.
Un giorno ero andata a fare una piccola visita al centro della mia città, Londra. Da tanto non ci
andavo.
Mio fratello voleva venire con me a tutti i costi, volevo la sua presenza ma in quel momento sentivo qualcosa che non andava.
- Bea, tuo fratello vuole venire con te al centro – mi disse Louis.
- Perché non me lo dice lui? – gli risposi irritata.
- È nascosto dietro la tenda, chiedilo a lui –
Andai da mio fratello, lo trovai subito. Aveva i pedini nudi che uscivano e si intravedeva un riccioletto dei suoi capelli color oro uscire dalla tenda. Mi venne da ridere.
- Gabriel, esci – gli ordinai. Uscì piano, piano con le mani dietro la schiena e con una faccetta da bimbo innocente.
- Mi devi chiedere qualcosa? – gli chiesi.
- Perché? – mi rispose.
- Gabriel, non si risponde ad una domanda con un’ altra domanda -
- Bea, volevo venire con te al centro -
- Ma non è meglio rimanere a casa con Louis? – Non volevo che venisse, quel giorno ero particolarmente strana, sapevo che sarebbe successo qualcosa ma non sapevo a chi, forse alla mamma.
- Se vuole venire, fallo venire – Sentii una voce lontana. Era Louis sdraiato sul divano a guardarsi i cartoni animati. Era come mio fratello.
- Va bene, vieni – mi rivolsi a Gabriel.
- Grazie! – e mi stampò un bacio su una guancia.
Mi andai a preparare, mentre i due decidevano come poteva vestirsi Gabriel. Il mio amico non voleva venire, preferiva stare a casa sua davanti il computer.
Ero quasi pronta, mancava un po’ di trucco e avevo fatto. Odiavo truccarmi troppo, perché mio padre prima di andar via di casa mi disse che una ragazza è bella quando è acqua e sapone, senza quintali di fondotinta, matita “alla Cleopatra” e ciglia lunghe dodici metri.
Apprezzavo ciò che mi disse, ma nonostante tutto non potevo far a meno di un pochino di trucco.
- Siete pronti? – urlai dal bagno.
- Certo – rispose mio fratello con una vocina tenera, tenera.
Dopo due minuti Louis uscì da casa nostra salutandoci, era davvero unico quel ragazzo, sia di bellezza che di carattere. Aveva dei bellissimi occhi color del cielo e i capelli lisci.
Eravamo usciti alle 11AM e, dopo aver preso due bus, ci ritrovammo nel cuore della nostra città.
Ci eravamo comprati un pezzo di pizza per pranzare, uno zucchero filato ed un enorme palloncino rosso a forma di cuore per tutto l’amore che gli volevo. Era una palloncino particolare, brillava con la luce del sole, aveva un qualcosa che lo univa al cielo. Il sole faceva brillare quel cuore rosso come il sangue, lo faceva con delicatezza, solo per evidenziarlo.
Stavamo per andare in un negozietto carinissimo, dall’altra parte della strada. Prima di attraversare avevo preso forte la mano di Gabriel e tra una chiacchiera e l’altra guardammo prima a destra poi a sinistra, stavamo attraversando quando un macchinone nero si fermò a due centimetri di distanza, mi spaventai ma passai ringraziando il signore che intravedevo con difficoltà. Gabriel mi lasciò la mano per correre prima di me nel negozio, rideva a squarcia gola mentre correva, amavo il suo sorriso e quel palloncino lo seguiva come il suo angelo custode. Era strano.
Dopo circa due secondi il ridere di Gabriel si fermò con un enorme botto. Mi girai dalla sua parte e senza pensarci due volte urlai il suo nome a squarciagola. Una macchina grigia sorpassò quella nera prendendo mio fratello in pieno.
Stava a terra insanguinato, lo vidi con le lacrime agli occhi e non rispondeva a nessuna domanda. Avevo paura.
Una cosa mi aveva particolarmente incuriosito, mentre coccolavo mio fratello senza sensi, vidi il palloncino volare in cielo, ma si bloccò con il ramo di un albero.
- Gabriel, rispondimi – dissi singhiozzando. Perché a mio fratello e non a me?
Volevo dargli la mia vita, volevo fargli conoscere nostro padre e questo mi feriva.
Ad un tratto sentii la sua voce – Ho paura – aveva il respiro pesante.
- Di cosa? – chiesi.
- Della morte –
Quelle parole dette da un bambino di quattro anni, un bambino forte e coraggioso mi spaventavano.
Sentii le sirene farsi sempre più vicine, un ammucchio di gente faceva a spintoni per vedere l’accaduto. Piangevo come una fontana, piangevo come non mai!
Un ragazzo mi aiutò molto, era riccio e aveva due sfere verdi al posto degli occhi.
 Bellissimo.
Arrivata l’ambulanza salimmo tutti dentro, non potevo lasciare mio fratello e quel ragazzo mi seguii. Non era più grande di me, sembrava avere la mia stessa età. Era stato davvero carino ad accompagnarmi.
Non capivo molto come stava mio fratello, ma un suono assordante mi fece svegliare.
Il computer non segnava più i battiti cardiaci di Gabriel, non feci in tempo a girarmi che vidi tutti gli infermieri con uno strano aggeggio in mano urlare – LIBERA!

Mi spaventai e girai gli occhi.
Ecco perché a casa mi sentivo così, non volevo che mio fratello venisse con me, perché me lo sentivo.
Cominciavo a temere sulla vita del mio Gabriel e quel ragazzo mi stringeva sempre più la mano cercando di rassicurarmi. Chi era?

Ciao belli, volevo sapere cosa ne pensate.
Recensite, qualsiasi cosa voi dobbiate dirmi, dalla migliore alla peggiore.
Bea =)

  
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