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Autore: Jo_The Ripper    28/04/2012    11 recensioni
[Terza classificata al contest: "Chi è il mostro?" Indetto da MisticSword]
La sua vita era sfumata, andando alla deriva ogni giorno di più.
La vita del bambino minuto e gracile nato nell’odio della guerra, che portava sulle spalle il peso dei torti della sua gente. Essere malvagio era ciò che tutti si aspettavano da lui. Doveva interpretare il ruolo del mostro dal quale i genitori mettevano in guardia i propri figli prima di andare a dormire...
Ma nell’arazzo del destino tessuto dalle Nornir, può un dio rinnegato, subdolo, falso doppiogiochista senza possibilità di redenzione, la cui mente è ottenebrata dalla ricerca di vendetta e riscatto, diventare vittima del suo stesso inganno?
“Skuld, non vorrai mica rivelargli il futuro?”
“Il futuro… certo che no! Ho guardato il suo, ed è proprio quello che mi aspettavo.”
“E allora cosa hai intenzione di fare?” chiese Urðr.
“Vedrete. Stavolta il nato Jötunn imparerà una grande lezione, e compirà il suo destino.”
Skuld sorrise. Lei aveva visto il futuro che attendeva il giovane principe di Asgard.
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a coloro che hanno fiducia in me

 

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never free
Never me
So I dub thee “Unforgiven”
 
[Quello che ho provato/ Quello che ho conosciuto/ Non è mai brillato in quello che ho mostrato/ Mai stato libero/ Mai stato me stesso/ Quindi ti ho definito l'imperdonato]

 
Si dice che quando stai per morire la vita ti scorra veloce davanti agli occhi. Ed è davvero strano, perché a me non accade niente del genere. Nessun flash di eventi passati, nessuna immagine sovrapposta, nessun ricordo che si palesa prepotente…nulla. Ma in fin dei conti non ha importanza, sto per morire, non avrebbe senso ricordare la prima parola che ho detto, la prima magia che sono riuscito ad eseguire, o la prima volta che ho impugnato una spada. Avrebbe più senso ricordare gli eventi che mi hanno portato qui, al benedetto giorno della mia esecuzione, ma non credo di avere abbastanza forza per ripercorrerli. Forse qualcuno lo farà per me. O forse no.
L’unica cosa che voglio è vedere i suoi occhi, quegli occhi azzurro-grigi che non mi hanno mai giudicato, che hanno saputo vedere l’uomo dietro mille maschere. La leggera brezza mi scompiglia i capelli, li vedo sollevarsi ma non posso scostarli dal viso. Le mani legate strette dietro la schiena me l’impediscono. Le sento intorpidite e fredde, i saldi nodi hanno bloccato la circolazione sanguigna. Cerco di muoverle per far riprendere il flusso, ma ci ripenso. Ad un morto non servono le mani.
Voltandomi ad osservare il sole, noto che ha quasi toccato l’orizzonte con i suoi bagliori aranciati. Quando scomparirà dietro le montagne, il mio sangue macchierà la terra.
La piazza è gremita, il popolo è accorso al richiamo dell’esecuzione di un traditore. Perché per loro è quello che sono: un rinnegato, subdolo, falso doppiogiochista senza possibilità di redenzione.
Qui, in piedi sul patibolo, posso leggere i loro sguardi. Nonostante il mio destino sia scritto, hanno ancora paura di me. Questo pensiero mi fa sorridere, ero davvero riuscito a crearmi una terrificante reputazione. La cosa dovrebbe farmi piacere, ma in realtà non sento niente.
Voglio solo che tutto finisca al più presto.
Di fronte a me, sullo scanno più alto, siede la mia famiglia.
Mia madre piange sommessamente, la vedo stringere il fazzoletto, tamponandosi poi qualche lacrima che si fa strada sul suo viso, mentre le altre scivolano come piccoli cristalli, raccogliendosi nel suo grembo. Mio padre mi fissa inflessibile con il suo sguardo d’acciaio, la sua è una maschera di imperturbabilità, una corazza che non si scalfisce. Non deve mostrare alcuna emozione, lui è il grande re ed io l’ingannatore, ed anche se figlio suo, merito questa punizione. So che starà soffrendo, ed un tempo mi sarei beato di questa sofferenza, ma ora non mi interessa.
E poi lì, accanto a mia madre, mio fratello. Il mio odiato ed affezionato fratello. Il mio disprezzato amico, la mia amata nemesi. Il mio ostacolo da superare, colui con il quale mi sono sempre misurato, sperando solo di arrivare ad essergli più vicino; la verità è che volevo essere come lui, avere ciò che lui aveva: l’affetto dei nostri genitori, la devozione del popolo, l’amore di una donna. Cinge le spalle di nostra madre, diventa la sua ancora di salvezza. Mi guarda tristemente mentre io abbozzo un sorriso. Sicuramente si sentirà frustrato, non è abituato a restare impotente di fronte a qualcuno che potrebbe salvare, ma non è il mio caso.
Io non sono qui per essere salvato.
Sono qui perché ormai non ho più niente da perdere.
Sono qui per fare ammenda per le mie colpe e debolezze, per i miei peccati.
Il boia mi spinge sulle assi di legno costringendomi ad inginocchiarmi. Cado, ma non mostro alcun segno di cedimento. Resto comunque un principe ereditario, e l’orgoglio fa sempre parte del bagaglio di cose che ti insegnano da piccolo.
Il sole è ormai tramontato del tutto.
Il mio carnefice mi afferra per la testa e mi spinge in avanti, facendomi urtare contro il blocco di pietra che tra poco si tingerà di rosso.
Ispiro profondamente l’aria della notte che sta per sopraggiungere, gettando un ultimo sguardo alla città intorno a me, la mia patria. Strano come la bellezza di certi luoghi ti colpisca proprio nel momento della fine.
Il boia solleva l’ascia, riesco a scorgere l’affilata lama scintillante. La brandisce sopra il mio capo, ed aspetto inerme che cali. Non posso fare altro che abbassare meccanicamente le palpebre.
Si dice che quando stai per morire la vita ti scorra veloce davanti agli occhi.
Non è vero.
Quando stai per morire, l’unica cosa che vedi è il buio di una vita che non vale più la pena di essere vissuta.
Smetti di ribellarti al destino infausto, smetti di sperare in un miracolo. E ti lasci andare.
 

Throughout his life the same
He's battled constantly
This fight he cannot win
You labeled me
I'll label you
So I dub thee “Unforgiven”
Metallica – The unforgiven
 
[Per tutta la sua vita sempre lo stesso / Ha costantemente combattuto/ Questa battaglia che non può vincere/ Mi hai etichettato/ E io ti etichetterò/ Così ti ho definito l’imperdonato]

 

***
Ciao a tutti! 
Sono una new entry della sezione, piacere di conoscervi!
Dunque vi dirò, il film non l'ho ancora visto al cinema (non picchiatemi, ci vado la settimana prossima, promesso!!!), questi sono gli eventi che ipotizzo possano accadere come eventuale sequel. Il protagonista principale della storia sarà Loki, visto che ho scoperto avere una passione per l'ambiguo mago asgardiano :D
Inoltre saranno presenti anche altri riferimenti alla mitologia norrena, che personalmente amo tantissimo <3
Un altro piccolo avviso, il continuo di questa fanfiction dipende esclusivamente da voi lettori. Sembrerà il solito ragionamento banale, ma è così, poichè ero molto incerta anche sul pubblicare questo singolo capitolo. Se non dovesse andare lo lascerò come one shot, però ci tengo che sappiate che la storia ha già preso vita nella mia mente :D Purtroppo credo non sarò puntualissima con gli aggiornamenti, dato che sto portando avanti anche un'altra fanfiction nella sezione Labyrinth, e quindi quella ha l'assoluta precedenza. Ma mi porterò avanti con i capitoli, così da non farne mai mancare :D Per quanto riguarda il raiting, comincerò con l'arancione, ma non escludo la possibilità che si passi al rosso, in tal caso vi avviserò :D
Bene, mi sembra di non dover aggiungere altro, se non un divertitevi, ed un enorme grazie a coloro che leggeranno e commenteranno!!!
Baci!!!
  
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