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Autore: Akagage9195    28/04/2012    0 recensioni
Una guerra tra maghi e streghe si è scatentata contro il mondo babbano. Una guerra senza esclusioni di colpi, dove i maghi costretti a scappare e ad unire le forze per far fronte alla moltitudine di umani presenti. A capo della ribellione i tre maghi più famosi nella civiltà magica: Salazar Slytherine, Godric Grifondor ed Helga Hufflepuff. Riunitisi nella piazza principale della cittadina incappano nella messa al rogo di una nota strega, Rowena Rawencrow, dalla bellezza incantatrice e portarice di saggezza. Difronte alle imminenti fiamme, pronte ad innalzarsi ed incenerire la mora, cosa faranno i tre maghi? Quali sono i loro intenti?Quali saranno le sorti della guerra? Riusciranno i tre maghi dai caratteri e dagli ideali diversi a collaborare per salvare la Rawencroq? Chi rimarrà incantato dalla sua bellezza? Intrighi, lotte, amori e gelosie tutto questo nelle "Origini dei Fondatori".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Salve a tutti, questa è la seconda storia a due mani da noi creata che scriviamo. Come nella precedente, che vestivamo i panni di Ezio e Auditore e Lucrezia Borgia di Assassin's Creed, questa storia divide la narrazzione in due punti di vista cosi come le azioni, quello di Salazar Slytherin e Rowena Rowencrown, che hanno l' uno dell' altro un punto caratteriale, fisico e mentale personale diverso. Per spiegare bene le sensazioni, le emozioni e le vicende abbiamo deciso di dividere in questo modo la Fiction. Quindi speriamo che sia facilmente comprendibile e siamo bene accetti ad ogni critica. Con questo, come nella precedente, vi auguriamo buona lettura e speriamo di non annoiarvi.Ciao a tutti!!!

The Witch at the Stake

 

In un tempo in cui l' era caratterizzava una creatura divina come creatore degli uomini, dove questi ultimi dovevano obbedienza e devozione nei riguardi del primo, era in continua evoluzione e continuo sviluppo un idea umana basata sulla dignità. Ogni uomo o donna borghesi che si sentivano offesi, potevano portare alla tortura o alla morte specialmente le donne con un semplice sospetto senza avere neanche prove lecite di questi avvenimenti. Il più classico dei modi era la tortura susseguita dalla morte di streghe che venivano accusate di compiere o di essere complici di atti di stregoneria, ma varie erano anche le morti per eresia o sodomia. La leggenda racconta che molte di queste donne, pur essendo innocenti ammettevano di aver abusato di magia oscura pur di non essere soggette alle torture da loro subite, perché troppo intense. Molte donne, preferivano dunque la morte.
Nell' epoca di questi tempi, dove maghi e streghe erano in continua lotta ed in continua fuga con le disgrazie di quel tempo e con la sfuggita al loro sterminio da parte della crudeltà dei "Babbani", termine non ancora usato a quel tempo, dei ragazzi erano rifugiati in un luogo oscuro e nascosto ignoto al resto del mondo, dove ogni giorno si era costretti a fuggire e rifugiarsi per salvarsi dall' incombente morte predatrice che ogni giorno sterminava e lasciava vittima più di un mago.
In un giorno qualunque definito come giorno dell' "inizio", una notte di intensa pioggia mostrava nelle tenebre più profonde di quel luogo usato come riparo dai Maghi e dalle Streghe di quei tempi per sfuggire alla loro condanna e per avere luoghi e basi comuni dove nascondersi e parlare, un uomo dai lunghi capelli di colore nero pece che bagnati andavano a finire sui suoi occhi di verdi che donavano luce intensa, occultando la sua vista, che parlava con due simili compagni, vestiti rispettivamente uguali. I suoi abiti, altrettanto neri, erano composti da un completo formato da tre pezzi e un paio di guanti di protezione, anche essi del medesimo colore, composti da squame di drago e pelle di serpente.
-"Dobbiamo andare. Domani è il giorno."
-"Ma sei sicuro che ne vale la pena? E se fosse tutto un inganno?" Chiese l' uomo accanto a lui, vestito allo stesso modo ma differenziato da lui per i suoi capelli un pò rossastri e scompigliati, che in quella notte, sembravano spenti perchè bagnati dall' acqua. Lunghi capelli mossi che scendevano sul suo volto, accompagnando e facendo scivolare fredde gocce d'acqua che scorrevano lungo il suo viso. Gli occhi di quest'uomo, come definito dalla leggenda e tramandato dai maghi che l'avevano incontrato, raccontavano fossero canginti. Alcuni raccontavano che aveva occhi marroni, altri verdi, probabilmente erano corvini o qualcosa di simile. Tutto sommato, negli occhi di quest'uomo, potevano tutti provare vedendoli, una sensazione di calore trasmessa dalla loro intensità quasi simile ad un fuoco che parevano mostrarefiamme a chi li incrociava.
-"Godric, non possiamo lasciarsi sfuggire un occasione del genere. Potremmo finalmente raggiungere i nostri scopi, il nostro obbiettivo, e dare vita al futuro della gente come noi. Diglielo anche tu, Helga." I suoi occhi si spostarono dal lato destro al lato sinistro, inquadrando ed illuminando una donna più bassa di lui dai capelli biondo grano, portanti sul rosso. Questa donna portava i capelli tutti all' indietro e legati, e, al contrario dell' uomo precedente, il colore predominante era il biondo rispetto al rosso. I suoi abiti, un pò più grandi rispetto alla sua taglia, erano neri come quelli dei suoi compagni e sembravano coprirla rendendola ancora più bassa e di corporatura indefinita.
-"Penso che Salazar abbia ragione. Tentiamo, infondo...aiutiamo sempre le imprese di chiunque è come noi. E questa storia deve finire."
Le terminologie a quei tempi erano poco usate, come il linguaggio comune utilizzato dalla popolazione.
Il giorno dopo, con il Sole alto nel cielo e come da aspettative, quest'impresa era oramai pubblica sulla bocca di tutti e divenuta persino una leggenda. Nella piazza pubblica di una cittadina inglese, Great Hangleton, accanto ad un cimitero, i verdi occhi di un uomo fissavano delle fiamme che imprigionavano un palo. Era un Venerdì come tanti, e come ogni Venerdì del mese, in quella piazza di quella cittadina, riti di condanne al rogo venivano messi in pratica su donne accusate di stregoneria, le quali la maggior parte erano innocenti. A breve sarebbe toccato a lei, e la piazza sapendo di ciò si riempiva ogni minuto sempre di più. Discussioni, parole, commenti e armi venivano scambiati tra la piazza, come pomodori e uova che sarebbero stati rivolti a colei, o colui che a breve sarebbe stato bruciato al rogo. Si diceva che il fuoco, purificava l' anima di coloro che erano condannati alla morte per utilizzo di arti magiche, definite oscure dal mondo.
Quegli occhi che osservavano la scena, erano i suoi, di Salazar, che dovette scappare dalla supervisione di Helga e Godric per poter andare ad assistere alla condanna della donna. Il motivo di ciò poteva essere chiaro dalla copertura e dal rischio di un impresa del genere. Salazar avrebbe potuto mettere a serio rischio la copertura della stregoneria, causando danni irriparabili alla società umana e non. Inoltre, c'era anche il rischio che venisse scoperto e accusato e condannato anche lui per uso di magia. Con lui, nascosti tra la gente di quel luogo che osservava gli arrivi e gli incendi, anticipati dalle impiccagioni di queste persone accusate di stregoneria, c'erano anche altri maghi con sguardo altrettanto sospetto che si guardavano e si studiavano a vicenda. Quel momento, non fece di quel luogo un posto calmo e tranquillo, puro. Sembravano tutti pronti a scatenare una guerra.
-"E' giunto il momento. Vediamo cosa accade..." Pensò il mago intento a salvare quella donna, qualsiasi cosa sarebbe accaduta. Il suo sguardo, il suo modo di essere e di camminare, la sua bellezza splendeva e risaliva nel petto di Salazar. Il silenzio cadde nella piazza e la pervase, gli sguardi attenti seguivano i movimenti del boia che portava la strega sul patibolo dell' esecuzione dell' impiccagione. Orecchie attente ascoltavano anche la voce che annunciava la morte e gli eventi. Salazar portò la sua mano alla bacchetta, intento a voler manomettere quell' esecuzione.
...
Nel frattempo, Godric ed Helsa non potevano lasciare solo Salazar, per questo decisero di seguirlo senza farsi notare. La generosità della donna convinse l'uomo coraggioso nel voler aiutare il loro compagno, testardo e ottuso, che tanto pensava alle sue imprese.
-"Eppure dobbiamo in qualche modo salvarlo. Guarda lì" Indicò la donna bionda che trasmetteva tutte le emozioni e i gesti di una dama impaurita.
-"Eccola, dovrebbe essere lei ad andare al rogo. Individuiamo lui, stai attento agli altri...Hanno tutti uno sguardo sospetto."Notò per fortuna l' uomo dai capelli lunghi e rossi, questa volta erano sistemati. Gli abiti di tutti e tre erano abiti comuni, dovevano mescolarsi tra la gente normale e nascondere la loro vera essenza. Era quello l' inizio, l' inizio di tutto. L' inizio di ciò che in futuro, si sarebbe evoluto nella storia che oramai, tutti conosciamo...

 
Ad ogni passo pesavano, stridevano, sfregavano contro le caviglie ormai sanguinanti. Ad ogni passo era come essere trafitta da cento lame, il sangue segnava a gocce decise il tragitto da lei percorso. L' oscurità delle bende le impedivano di vedere cosa le avessero preparato, un ulteriore sofferenza, dopo le precedenti subite. Le mani alla schiena, legate da corde cosi strette che ormai le recidevano le carni, la veste bianca sporca di fango e sangue, le era stata messa pulita qualche giorno prima dopo che era stata arrestata e denudata di tutti i suoi averi "strani", come li avevano definiti loro. Bestie, per gli umani, loro non erano altro che "bestie", creature troppo superiori a loro e temute, cosi tanto da dover essere perseguitate e cacciate, una dopo l' altra le sorti di chi era diverso nel sangue erano segnate. Eppure lei, aveva tentato inutilmemte di far avvicinare esseri come lei ai semplici umani, per instaurare rapporti civili e far capire che tutto, non è male, che quel che scorre nelle loro vene, non è Satana o progenia malvagia, ma semplicemente diversità. Eppure, aveva sbagliato, aveva tentato di correggere una parte della natura di entrambe le due "razze", perchè ormai cosi entrambi i lati si defiivano. Non era risucita a scappare, non aveva voulto uccidere i suoi carcerieri per il semplice fatto, che desiderava mostrare loro, di non essere una "bestia", di avere un intelletto e di essere civilizzata perchè infondo di natura umana. Ma, non avevano avuto riguardi, era una Strega, a lei spettavano le fiamme dell'Inferno, luogo da cui essi credevano provenissero tutti quelli dotati di magia. Le catene pesanti stridevano sul pavimento di legno, sorretta da due carcerieri, gli stessi che l' avevano punita per la sua diversità la sorreggevano aiutandola passo dopo passo a salire le scale del patibolo rialzato. Inerme,priva di movimenti e di bacchetta non poteva fare altro che arrendersi. Le urla della gente giunsero alle sue orecchie ancor prima che fosse al centro della struttura. C'è chi urlava "Stregha!" chi "Megera" chi "Donna del Diavolo!",le voci erano tantissime,immaginava quanta gente ci fosse in piazza.
"Adesso stai ferma...Fa la brava e non ti dimenare!"
Le disse una voce,quella di uno dei due carcerieri,la portò al centro del luogo,le braccia le vennero fissate a qualche cosa di rigido,le percorreva i piedi,fino al fondo schiena per risalire alla testa e forse oltre,sapeva bene cosa fosse quella sensazione di essere legata ad un palo,e sapeva anche bene che lo scricchiolare sotto i piedi nudi era paglia essiccata al sole.Improvvisamente le mani dei carcerieri su di lei venero meno,le fu tolta la benda che le copriva gli occhi.I capelli neri scompigliati,lunghissimi e mossi in onde dolci le scivolarono sulle spalle scoperte,la veste stracciata in più punti era particolarmente logora,lasciando scoperte il collo ed entrambe le spalle.
La luce del sole era cosi forte che essendo stata per molto tempo al buio della cella e della benda,fu costretta a strizzare le palpebre più e più volte.Quando finalmente tutto le fu più chiaro,distinse nella pizza una moltitudine di persone,uomini,donne,anziani e bambini.La guardavano con disprezzo e tenevano in mano pomodori,armi e uova,sapeva benissimo cosa sarebbe successo a breve.Li fissò a sua volta,ma quando incrociava i loro sguardi essi lo distoglievano come intimoriti da una possibile maledizione visiva,fissò ad uno ad uno quelli delle prime file,poi andò in cerca di quelli nelle seconde fino alla quarta,quando i suoi occhi azzurri quasi grigi e cristallini furono ricambiati da uno sguardo serpentino e verde smeraldo. Occhi cosi belli da farle desiderare di poter avvicinarsi,occhi fieri di chi è uno scalino più in su degli altri,di chi è diverso dagli altri,occhi da nobile da purosangue.Un mago..Solo loro non distoglievano lo sguardo dalle vittime del rogo,non riusciva a distinguere bene i suoi tratti,ma sembrava incantato a sua volta da ciò che stava accadendo.Quando lo vide roteare gli occhi verso destra e sinistra capì che stava richiamando l' attenzione di un uomo e una donna più distanti da lui.Li fissò,la donna aveva un viso angelico,capelli colore del grano e occhi castani,impaurita satav spalla a spalla attaccata ad un uomo alto,del quale si vedeva solo il viso in quanto i capelli erano nascosti sotto al cappuccio nero del mantello,occhi di fuoco come le fiamme che a breve l' avrebbero arsa.
Improvvisamente li vide avanzare tra la folla di qualche fila,notò solo allora quanto quei due uomini cosi diversi fossero di una bellezza,pari alla sua.Occhi di fiamma e occhi di smeraldo con cosi tanti sentimenti diversi che nel cercare di leggerli le girò la testa.
"Rowena Rawncrow,sei accuata di stregoneria e arti oscure,di aver maledetto e cercato di fondere il sangue di due razze diverse attraverso la magia e l'ipnosi.Sei accusata di omicidio di infanti,di rapimenti e di cannibalismo.Per tanto,secondo la legge,sei condannata al Rogo,possano i tuoi peccati così essere purificati dalle fiamme dell'Onnipotente..Procedete!"
La folla si accalcò tutta verso il patibolo per vedere meglio le carni della strega bruciare,il boia che solitamente decapitava aveva il compito di appiccare le fiamme alla base del rogo e lasciarla morire lentamente tra atroci sofferenze.
Le fiamme divamparono nella steppa essiccata,prendevano vigore salendo verso di lei,Rassegnata a quel destino alzò la testa al cielo,il gracchiare dei corvi l' avrebbe distolta dall' altroce dolore.I corvi,bellissimi e fedeli famigli che anche in un momento del genere l' accompagnavano in un posto migliore di quella terra ormai in preda alle persecuzioni.
Il caldo stava ormai divampando a breve le fiamme avrebbero raggiunto i suoi piedi,ma improvvisamente qualcosa si mosse,alle sue orecchie giunse il grido di un uomo,la voce potente e selvaggia,legermente sibillina ma vigorosa.
"Avadakedavra!"
Le urla e il pancio si crearono in cosi poco tempo che distolse lo sguardo dal cielo per abbassarlo sulla folla.Lampi di luce,verdi,rossi e gialli,comandi di incantesimi che conosceva bene,ma solo lui l'uomo dagli occhi verdi proferiva quell' atroce magia verso uomini donne e bambini che gli si avventavano contro con armi e non.La bionda cercava di fermarlo intimandolo a non ucciderli,mentre l' altro che si era abbassato il cappuccio rivelando una zazzera rossa,cercava di avvicinarsi a lei sempliemente impietrendo i malcapitati che gli sbarravano la strada.
"Smettila Salazar non devi ucciderli!!!"Udi la voce della donna bionda cosi nitidamente che distolse lo sguardo dal rosso.
Ma l'uomo chiamato Salazar sembrava in preda alla rabbia,spinse via la donna dicendole di combattere piuttosto che blaterare e lo vide scattare in avanti a seguire il Rosso.
Le fiamme divamparono dinnanzi ai suoi occhi avvicinandosi sempre più,il caldo cominciava ad essere insopportabile,cercò di muovere le mani di lieberarsi ma niente.
Sarebbe davvero morta cosi?
 
La donna muoveva ogni suo passo dolorante, come se il suo corpo volesse cedere nel fare quei passi così azzardati per lei e per le sue condizioni fisiche. Tutti le gridavano addosso, la disprezzavano, e quella giornata di sole rendeva ancora più caldo e ansioso quel momento. Le mani sudate di Salazar si posavano sulla sua bacchetta sotto la tunica, i suoi occhi osservavano imperterriti e attenti ogni minima persona che ai suoi magici occhi verdi poteva parere sospetta. Il boia pronunciò il suo nome, Rowena Rawncrow si chiamava. La sua bellezza risplendeva e mostrava al cuore degli uomini un sentimento e una sensazione mai provati prima, con il solo vedere il suo volto il cuore di un uomo poteva rimanere bloccato e incantato dalla sua bellezza. Era una strega così bella che sembrava avesse applicato qualche incantesimo su lei stessa. Molte donne la invidiavano e forse anche solo per questo volevano che morisse, volevano mandarla al rogo. La sua saggezza e la sua intelligenza non era da meno, si poteva dire che era pari alla sua bellezza nonchè era al tempo la strega più intelligente e più bella. Si narra, che nessuno abbia mai raggiunto un intelligenza e una bellezza pari alle sue. Si narra che fosse unica, particolare, si narra che lei stessa potesse essere leggenda. Era la più intelligente e bella strega al mondo, tant'è che gli occhi di molta gente, da cui si poteva chiaramente notare che conosceva lei o comunque il mondo della magia, rimanevano meravigliati da come lei avesse potuto farsi catturare. Molti pensavano perfino che fosse tutta una messa in scena creata da lei stessa per un qualche scopo e/o motivo oscuro. Era sempre accompagnata da dei corvi, che volontariamente o involontariamente che fosse. Quella giornata era già piena di caldo, il sole sembrava dare ancora più forma e più calore al fuoco che al centro della piazza nasceva e si ingrandiva. La mano sulla bacchetta poteva essere definita sudata, la cute appoggiata al manico faceva sì che per l' ansia e per la prontezza del mago le sue dita battevano sulla bacchetta pronto ad afferrarla. Delle fiamme nacquero, lo sguardo sulla faccia di tutti sospetto. Salazar incontrò lo sguardo di un uomo, poco più vecchio della sua età che pronunciava parole a bassavoce. Le sue mani erano posizionate in modo sospetto, dentro la giacca, pronto a prendere la bacchetta proprio come quelle di Salazar che si accorse che anche lui poteva apparire sospetto alla vista degli altri e prese quindi subito la bacchetta.
-No, questo deve finire!" Pensò in mente dopo aver acquistato la sicurezza dentro sé. La sua bacchetta venne estratta, mentre le fiamme raggiungevano i piedi della patibolata.
-"Avadakedavra!"
La sua voce si sentì forte nella piazza, che mirava a quella persona che maledizioni pronunciava con il suo parlare. Non appena la prima parola venne pronunciata da Salazar, la piazza divenne immediatamente un campo di battaglia, trasformandosi, immediatamente assieme all' ambiente circostante. Il cielo chiaro e pieno di sole iniziò a diventare pieno di nuvole, piene, scure, cariche che in poco tempo coprirono quella luce lasciando solo scuro. Iniziò a piovere, a momenti anche a tuonare. Quel tempo rendeva l' atmosfera ancora più oscura e più adatta alla battaglia, alla morte. La pioggia inizialmente lieve iniziò a scorrere e cadere diventando un vero acquazzone, dove in poco tempo inzuppava completamente i vestiti di chi era sotto, come quelli di Rowena. Neanche al potersi muovere tra la folla, che subito contemporaneamente potevano notarsi spari e nomi di magie ovunque, da molti maghi che miravano ad altri simili. Da quel momento scoppiò il terrore, il panico, il caos, gente che correva e scappava da una parte all' altra, maghi che lanciavano magie e affrontavano scontri tra loro stessi, chi da una e chi dall' altra parte. Le divisioni erano state stabilite in base a non si sa cosa, molto probabilmente a chi voleva la maga morta e a chi viva. Subito Salazar prese posizione, assieme a Godric ed Helga che incontrò dopo che con la fuga della gente, le loro sagome potevano essere notabili. Nella fuga, nel raggiungere loro, Salazar dovette passare in mezzo al campo di battaglia. La polvere, il vento, le magie potevano notarsi che andavano da un lato all' altro della piazza passando sopra, sotto, accanto e addosso Salazar che da blocchi e schivi della sua bacchetta, e lanci da parte sua, riuscì a colpire gli avversari con magie di Avadakedavra. La morte non era consentita, quella era una magia proibita che non andava usata, ma per Salazar era l' unica che avrebbe davvero "sistemato" e "cambiato" il mondo. Nel correre raggiunse i due ma venne colpito ad un braccio, cadendo per terra venendo spinto e rotolato per qualche tempo proprio accanto ad Helga. La magia non era molto forte, molto probabilmente pareva essere un Flipendo che lo prese al braccio. Godric ed Helga si avvicinarono a lui per aiutarlo. Le goccie di pioggia cadevano decise sul fuoco intorno a Rowena, spegnendolo. Potevano rapirla, ma "gli altri" erano troppo impegnati nei combattimenti. Non c'era tempo da perdere, lei non avrebbe potuto reagire perchè inerme e debole, priva di forze.
-"Salazar!!!" Gridarono i due, vedendolo per terra.
-"Hugh..."
-"Salazar, rialzati! Stai attento!" Si avvicinarono, cercando di aiutarlo.
-"Sto bene, lasciatemi andare! Non c'è tempo!!!" Salazar si rialzò immediatamente, scostando le mani e le braccia dei suoi amici non dando conto ai loro aiuti. Era deciso, ed iniziò a correre verso il centro della piazza agitando la bacchetta, pronunciando qualcosa di non udibile per colpa di un tuono che per il suo rumore coprì la sua voce. Le corde che tenevano legata Rowena si spezzarono, lasciandola cadere per terra distesa. Salazar si avvicinò, rialzandola, facendola appoggiare a sé e racchiudendola nel suo mantello.
-"St-stai bene? Vieni, devo portarti in salvo!"
Pronunciò con voce forte, il rumore della pioggia che cadeva ed urtava l' asfalto e il legno del patibolo faceva rumore, oltre quello dei tuoni e delle varie grida e lanci di magia nel campo di battaglia. Con un braccio manteneva Rowena tra il suo mantello stretta a sé per proteggerla mettendosi davanti con il suo corpo, mentre la bacchetta veniva agitata, e messa in parata per schivare, scansare, parare e lanciare colpi. Salazar a sua volta era uno dei migliori maghi del mondo, conosceva alcune delle magie più potenti e sapeva ben maneggiarle, proprio come l' Avadakedavra non apprendibile da tutti... Continuando con questo ritmo, scese già dal patibolo rimanendo nascosto abbassato dietro esso, aspettando che Godric ed Helga andassero ad aiutarlo per dargli supporto, per dargli aiuto, per trovare tutti assieme, un luogo sicuro e scappare da quel luogo... Avevano appena salvato una sconosciuta, o per meglio dire, con la fama che la strega aveva, era lei che era stata salvata da perfetti sconosciuti. Aveva sicuramente delle domande da porgere una volta arrivati al riparo e una volta fatte riprendere le forze. Chissà se la splendida ragazza strega, avesse capito cosa fosse successo. Il fuoco la stava quasi asfiziando, rendendola debole e dolorante in ogni minima parte del suo corpo.
 
Le corde vennero a meno,cadendo sul pavimento del patibolo,per mancanza di forze si lasciò cadere anche lei in avanti.La pioggia,scaturita probabilmente da una magia muta tempo,aveva spento le fiamme bagnandola e facendole trovare quel poco di fresco confortevole sulla pelle madida di sudore e fango.I corvi,suoi fedeli compagni erano spariti non appena le prime magie erano state scagliate verso i cieli,non ne udiva più il gracchiare ne percepiva i loro pensieri o la loro vista.Improvvisamente si senti afferrare per un braccio,quando riaprì gli occhi si trovò immersa in due iridi versi smeraldo,le stesse che aveva visto poco prima nella folla.La bacchetta alla mano,l' accolse sotto al mantello sorreggendola,nonostante anche lui,fosse ferito in viso e ad una spalla.La voce profonda le domandò se stava bene.Sembrava affaticato.
-Si,stò bene..."
Non ebbe il tempo di soffermarsi sulle sue fattezze,ne di dire altro,la tirò su correndo verso le scale del paribolo,cercando di scappare e di avvicinarsi ai due maghi che aveva intravisto nella folla,il Rosso e la donna.La proteggeva da qualsiasi cosa si avvicinasse a loro,che fossero pomodori,sassi uova o magie lui la difendeva tenendola stretta a se e riparata dal nero mantello.Si aggrappò a lui,alle sue vesti per non essergli troppo di peso.Ma quando vide che stavano cambiando strada e si savano allontanando dal luogo in cui era stata tenuta prigioniera per giorni lo fermò.
 
-La mia bacchetta!Loro,l'hanno presa quando mi hanno arrestata è dentro l' edificio da cui sono uscita...Devo andare li dentro,ci sono cose troppo preziose per la nostra famiglia...Ti prego...-
Lo guardò quasi supplicandolo,il primo sguardo,il primo vero scambio di  elettricità interna,come se le loro anime entrassero in contatto,come se l' azzurro dei propri occhi si fondesse al verde dei suoi,come se le sue suppliche cercassero direttamente il suo cuore.
La donna che prima lo aveva pregato di fermarsi nel pronunciare quella magia tanto mortale fermò il rosso che continuava a combatere cercando di avvicinarsi,ma la folla che scappava o quelli che combattevano a loro volta gli impedivano di avvicinarsi ai due.
 
-Salazar,non ti muovere da li,vi raggiungiamo usiamo la passaporta fuori dalla città...-
Ma sembrava aver capito che qualche cosa stava cambiando,tirò Godric per la maglia richiamandone l' attenzione e indicando i due,gli occhi rossi si fissarono sulla coppia.
Con voce ferma,con tono superiore,come a volersi imporre sul moro proferì parola alzando la bacchetta.
 
-Salazar,andiamo!Questo è un ordine,prendi la strega e avvicinatevi,la passaporta è vicina..Non ci rimane molto tempo,qui è l' inferno!"
 
La bacchetta della strega doveva essere recuperata da dentro l' edificio da cui era uscita, e ciò significava riattraversare il centro della piazza, oppure fare il giro da dietro per evitare il casino al centro della piazza. Rowena sembrava cercare disperata la sua bacchetta, sembrava essere molto legata. Forse era quella che gli donava la sua forza e/o la sua potenza, o forse c'era solo un legame affettivo tra la strega e la bacchetta. Ma era oramai noto e scontato che ogni mago aveva la sua bacchetta e da essa non poteva slegarsi, che era per legame affettivo, che era per regola, che era per maledizione o quant'altro. Molti maghi cambiavano spesso bacchetta, ma in realtà era la bacchetta che cambiava il mago non ritenendolo adatto a sé. La bacchetta era qualcosa di speciale e particolare per un mago. O questo, era il pensiero di Salazar. Doveva recuperare la bacchetta di Rowena a tutti i costi...
Fissò i suoi occhi azzurri, blu, intensi, provando una sensazione di scossa interna che colpì direttamente il petto. Salazar rimase incantato ad occhi spalancati nel fissarla, quando venne poi distratto dal sentire delle voci, quella di Godric che alzò la bacchetta.
-"Salazar! E' troppo pericoloso, dobbiamo tornare indietro!" Rispose la ragazza dai capelli color grano.
-"MAI! Una bacchetta non può essere divisa da un mago, hanno un legame indissolubile! Dobbiamo andare, devo andare a recuperarla! E non sarai tu ad impedirmelo!" Salazar gridò, rivolgendosi con un tono brutto a Godric.
-"Ho detto di tornare indietro! Andare lì è pericoloso, è salvare delle vite che conta!" Rispose il ragazzo dai capelli rossi ed oro.
-"Non mi fermerai. Io ci vado e basta! Vuoi per caso combattere?" Alzò la bacchetta puntandola contro il mago suo amico.
La pioggia cadeva imperterrita sulla città, bagnando e inzuppando completamente tutti coloro che erano sotto.
-"Salazar, smettila!" Rispose Helga.
Lo Slytherin non ci pensò due volte e subito fece passi indietro, abbassando la bacchetta e rivolgendo le spalle ai suoi amici. Scappò verso il luogo, facendo il giro da dietro per evitare la lotta al centro della piazza.
Godric sospirò, lasciando che andasse. Si rivolse ad Helga.
-"Prenditi cura di lei, io...torno subito."
Affidò Rowena alla Tassorosso, e Godric iniziò ad andare e correre incontro Salazar, per andarlo e aiutarlo nella sua impresa con il suo coraggio e la sua lealtà. Non avrebbe mai lasciato un amico solo.
 
Come si svolgeranno gli eventi dopo che Godric sceglie di aiutare Salazar? Come reagirà quest'ultimo alla sua presenza? E' davvero risposto a rischiare la propria vita, Salazar, per recuperare solo la bacchetta della Rawencrow? E gli amici? Staranno lì ad aspettare, o andranno a dargli una mano? Cosa accadrà una volta che la bacchetta verrà recuperata? Tutto questo nel prossimo capitolo.
   
 
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