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Autore: nikita95    28/04/2012    4 recensioni
E se John non trovasse un modo per fare sopravvivere le cara figliola Elena come umana, e Klaus accettasse lo scambio di Stefan con la zia Jenna? Se Damon non fosse stato morso da Tyler?Vi piacerebbe conoscere un risvolto alternativo della storia? Continuate a leggere!!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino autrice ringrazio come sempre tutti per le recensioni e i compliementi, chi legge e inserisce la storia tra le seguite e le preferite, grazie ancora e buona lettura, a presto! L’aveva fatto di nuovo, l’aveva lasciata confusa più di prima.
Ma una cosa era sicura, quella sera aveva un appuntamento con Damon Salvatore, la cosa non le dispiaceva e quello era un problema da non sottovalutare.

Quel pomeriggio decise di non studiare perché aveva bisogno di pensare, con se stessa.
Scese al piano di sotto per pranzo, Jenna e Alaric ridevano e scherzavano insieme, e per un attimo li invidiò, perché forse adesso al posto loro ci sarebbe potuta essere lei con Stefan.
E fu in quel momento quando provò quel sentimento meschino che si rese conto che l’ombra di Stefan non la poteva accompagnare sempre in ogni momento.

Solo in quel momento si rese conto che tutto quello che faceva la faceva in relazione  a quella perdita.
Lo aveva amato, e quell’amore non l’avrebbe mai lasciata l’avrebbe portato sempre con se, ma non avrebbe più influito su ciò che provava, non avrebbe più influito sulle sue azioni.
Lei quella sera sarebbe uscita con Damon e non avrebbe pensato: “se lo sapesse Stefan” ma “Stefan sarà felice di ciò che sto facendo perché lui mi ha amato”

Si sarebbe divertita, senza mai rimpiangere ciò che era stato, e mai criticare ciò che sarà, neanche quello che Damon le stava facendo provare, perché faceva parte di lei e di ciò che amava Stefan e questo le bastava ad accettarsi per ciò che era, per ciò che stava sentendo crescerle dentro.
 
 
Damon le aveva lasciato un messaggio dicendole che sarebbe andata a prenderla verso le 9.
Alle 7.30, aveva quindi deciso di prepararsi, non sapeva proprio cosa mettersi, poi alla fine aveva deciso: un vestito corto sopra il ginocchio, grigio e blu; semplice, ma carino.

I capelli le cadevano lisci e morbidi sulle spalle, le scarpe erano semplici e con un piccolo tacco che slanciava leggermente: quella sera aveva scelto di uscire e lo avrebbe fatto in stile.

Image and video hosting by TinyPic Ripassò più di una volta davanti lo specchio cercando insistentemente delle imperfezioni, ma non trovò nulla.
Scese le scale e si sedette sul divano in soggiorno aspettando l’arrivo di Damon.
La zia che stava facendo pulizie e passava per la casa si soffermò a guardarla un po’ sorpresa.
“Dove si va questa sera?” chiese un po’ maliziosamente mentre sistemava delle cose nella lavastoviglie.

“Un po’ al Mystic Grill, con Tyler, Caroline, Bonnie, e...” lasciò in sospeso la frase quando sentì suonare il campanello.
Si alzò dal divano ed andò ad aprire.
“...E Damon” continuò la zia per lei non appena vide il vampiro sulla soglia di casa che fissava la nipote quasi incapace di commentare.

“Buonasera” lo salutò Elena.
“ ‘sera” rispose lui.
Elena tornò un attimo indietro per prendere la borsetta che aveva lasciato sul divano e per avvisare la zia che stava andando.
“Divertiti,... sei bellissima, come sempre” rispose Jenna, con un sguardo complice e malizioso allo stesso tempo.
Elena le sorrise, poi si chiuse la porta alle spalle, senza sapere cose le spettava quella sera.
 
Andarono entrambi verso la macchina, lui le aprì galante la portiera aspettò che si sedesse poi la chiuse e si sedette al posto di guida.
Aspettò qualche secondo prima di accendere l’auto, si guardò attorno, ed emise un flebile sospiro.
Poi partì.

Le strade scorrevano veloci fuori dai finestrini, ed Elena incantata non disse altro per un po’ di tempo.
Accese la radio per ascoltare un po’ di musica: stavano trasmettendo una canzone dei Florence + The Machine, No Light No Light.
“Ti piace?” le chiese Damon riferendosi alla canzone.
Elena rimase incuriosita da quella domanda, e rispose in fretta di si curiosa di conoscere il motivo di quella domanda.

“Allora facciamo che ti ricorderai di questa sera ogni qualvolta ti capiti di ascoltare questa canzone, promesso?”
Damon fece quella richiesta senza distogliere un attimo gli occhi dalla strada.
Elena non sapeva proprio come rispondere alla fine si arrese a ciò che le diceva il cuore.
“Promesso”
Fu solo allora che la ragazza si accorse che la strada per il Grill era ben diversa da quella che aveva preso Damon.

“Damon dove mi stai portando?” chiese diretta senza il minimo dubbio che il vampiro avesse potuto sbagliare strada.
“Questa è una sorpresa” disse con il suo sorrisetto malizioso, “Quindi mettiti comoda e goditi il viaggetto”
Elena si girò arrabbiata verso Damon che invece non faceva altro che ignorare il suo stato di tensione.
“Damon se non intendi andare al Grill, è meglio che mi riporti a casa” disse tra l’ira e la confusione.
“Hai detto bene: la cosa migliore, ma io non faccio quasi mai la cosa migliore”

Elena era senza parole, Damon stava rifacendo esattamente quello che aveva fatto il primo anno che si erano conosciuti, la stava rapendo un’altra volta, da non crederci.
Ma quella volta Elena avrebbe reagito.
“Damon, o mi fai scendere o mi butto dalla macchina”
Disse cercando di intimorire il vampiro.

“Non vedo come potresti farti male”
Elena era su tutte le furie, non le andava di lasciare la zia sola, a magior ragione con Jeremy, doveva tornare per forza a casa.
“Va bene, non mi butto, ma fammi scendere, ti prego, io devo tornare a casa”
La discussione andò avanti così per 5 minuti, durante i quali la distanza tra Elena e Mytsic Falls cresceva sempre di più.
Alla fine Damon frenò di colpo, sorprendendo e ammutolendo di colpo Elena che nel frattempo non faceva altro che pregarlo.
Rimasero qualche secondo in silenzio, un silenzio che sovrastò tutto nella notte, ciò che si poteva sentire erano solo i loro respiri un po’ affannati.

Poi improvvisamente Damon si girò verso di lei, con un sguardo pieno di determinazione.
“Eccomi mi sono fermato, puoi andare, io andrò dove ho deciso, tu scendi, ma prima di andare ascoltami bene... nella tua vita ti sei sempre chiesta ciò che si deve e non si deve fare, ma per una volta ti sei mai chiesta quello che vuoi?”
Elena non sapeva proprio cosa dire o pensare, perché se da una lato voleva smentire quello che Damon aveva affermato, dall’altro lei sapeva che era la verità; nella sua vita aveva sempre dato più importanza agli altri e mai a se stessa a ciò che avrebbe voluto dalla sua vita, ma adesso che la sua vita era diventata un’altra in cui anche le persone che amava avevano imparato a difendersi, lei doveva imparare a proteggere se stessa, non smettendo di amare  le persone a lei più care, perché questo non l’avrebbe mai fatto, ma semplicemente ascoltare di più anche se stessa.

Si rilassò sul sedile dell’auto sospirò, sentendosi ancora lo sguardo di Damon addosso, poi sorrise.
“Andiamo”
Damon, senza manifestare troppo la sua allegria dopo aver compreso la decisone delle vampira, accelerò.
 
Il vampiro guidò tutta la notte, mentre Elena sonnecchiava.
Più volte la ragazza ripensò alla decisone di staccare un po’, e si convinceva sempre di più di aver fatto la cosa giusta, anche se avrebbe tanto voluto sapere dove stessero andando.
“Mi potresti dire dove stiamo andando?”
Damon sorrise, e dopo ore di viaggio, quando ormai il sole stava per sorgere lui le rispose che stavano per arrivare.
Elena aspettò ancora un po’ pazientemente per un’altra buona mezz’ora.
“Siamo arrivati”
Quello che Elena di trovava davanti non si poteva descrivere se non con l’aggettivo “meraviglioso”.


Il mare con i suoi colori si stagliava all’orizzonte bellissimo e immenso, piatto come una tavola.
Elena rimase a contemplare quello che aveva davanti gli occhi per dei minuti che sembravano interminabili.
I suoi genitori prima che morissero l’avevano portata a mare, ma quasi non lo ricordava, sin da quando era stata piccola era abituata ad andare in piscina, ma il mare non l’aveva quasi mai visto se non in foto o alla televisione.
L’odore della salsedine invase il suo olfatto molto sviluppato da predatrice, e i polmoni si riempirono di una nuova sensazione meravigliosa; tirò un lungo respiro per imprimere nella memoria quelle sensazioni, poi guardò Damon e rimase sorpresa nel vederlo contemplare il mare esattamente come aveva fatto lei.

“I Salvatore sono stati sempre una famiglia di montagna, ma da quando sono un vampiro ho sempre amato andare a mare all’alba o al tramonto, quando ancora la gente dorme e il suono del mare e il suo odore sono ancora perfetti.”
A quelle parole Elena sentì qualcosa stringerle il petto, e per un attimo comprese il grande vuoto che regnava dentro Damon
“Grazie Damon” disse Elena , poggiando un’altra volta gli occhi su quella distesa blu oceano.
“Di cosa Elena, non ho fatto nulla” disse lui senza distogliere gli occhi da ciò che stava osservando.
“Di aver fatto la cosa migliore” disse riferendosi al discordo che avevano fatto quelle notte in macchina.
La ragazza si coricò nella sabbia incurante del vestito e rimase a guardare il mare.

Damon la raggiunse presto e le si sedette vicino.
A quel punto Elena fece quello che più le diceva di fare il cuore.
Si avvicinò a lui mettendosi davanti e lo baciò, ma questa volta il bacio non aveva nulla di casto.
Dopo alcuni attimi si sdraiarono entrambi sulla sabbia senza che le loro bocche si separassero, le loro lingue si intrecciarono in una danza perfetta i loro corpi si incastravano come parti di un’unica cosa, ed Elena rimase sorpresa da ciò.
Solo dopo minuti che parvero ad entrambi interminabili si separarono sorridendo.
Damon allora la prese, senza ascoltare le sue proteste e la buttò in acqua, alla fine lei rise anche se fu costretta ad uscire tutta zuppa dal mare.

Si rincorsero a velocità vampiresca per la spiaggia, e alla fine cogliendolo di sorpresa anche Elena riuscì a buttare il ragazzo in acqua.
In un momento di tranquillità si sedettero ad asciugarsi.
“Sai nel 1864 ero così, non pensavo ad uccidere non ero come quando mi hai conosciuto, forse ti sarei piaciuto di più”
“Se tu non fossi così probabilmente non ti avrei mai conosciuto”
Elena si avvicinò a lui e poggiò sul suo petto sentendosi finalmente bene.
 
   
 
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