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Autore: Hey J    21/11/2006    2 recensioni
Akane; la stessa ragazza energica di sempre, trasformata finalmente in donna, è sola; il ricordo di chi ha amato di più è travolgente, specie in un treno.. specie se il soggetto dei suoi pensieri è..
Ranma; in cammino dopo un lungo viaggio, il giovane artista marziale ha deciso di tornare, con nel cuore vividi i suoi sentimenti per un "violento maschiaccio privo di sex-appeal".. ma con nella mente il ricordo di un importante incontro, avvenuto durante il suo allenamento.
Ai; una giovane fuggita da un destino già scritto a cui non voleva sottostare.
Hope; in lotta tra la vita e la morte.
Joe; un ragazzo, un tempo spensierato, che ha lasciato tutto per seguire il suo cuore.

Quella forza oscura, quella corrente inarrestabile che vien detta "fato", volle intrecciare i loro destini in modo indissolubile. -- Revisionato Nono Capitolo --
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciauz! Sono tornata (purtroppo ndl) con un nuovissimo cappy! E anche stavolta voglio fare una dedica (dott. Forrester, dott. Black, preparate la camicia di forza! Ndl) Non ti curar di loro ma guarda e passa, quindi continuiamo! Stavolta voglio dedicare questo cappy a… la mia amica Beatrice che mi ha ispirato il personaggio di Nadja. Thanks! (Stavolta ti salvi ma la prossima…ndl) Non mi preoccuperei è_é ( ehi ! ma dove ci stai portando?ndl) dove mi avete portato voi l’altra volta! (io con l’espressione da scienziato pazzo) Muhahaha! Ora che mi sono vendicata buona lettura :D (Aiutoooooooo!ndl)



Capitolo 5: Pensieri e cambiamenti

Akane spalancò la porta e il suo cuore si fermò: Ranma era davanti a lei che le sorrideva con ancora il flauto tra le mani. Cominciò a piangere ancora più forte; si vergognava di piangere proprio davanti a lui, si vergognava maledettamente, ma Ranma fece un gesto strano: spalancò le braccia verso di lei e disse, senza smettere di sorridere: “Beh, non vieni a salutarmi?”
Akane lo guardò per qualche istante, poi si buttò fra le braccia del ragazzo dai cerulei occhi che la strinse forte a sé come avesse paura di perderla nuovamente.
Dopo quell’impeto di coraggio i due si staccarono diventando rosso fuoco, facendo pendant con la casacca di Ranma.
“A-Akane...” “Sì, Ranma?” “Nulla, volevo solo dirti che sarei stato molto più contento se avessi continuato il mio viaggio...”disse infine il ragazzo riacquistando la solita arroganza.

*Bugiardo, Ranma, sei un bugiardo. Tu volevi, tu devi, dirle che l’ami, glielo devi, oltre a doverlo a te stesso!*

“RANMA, SEI UN IDIOTA!” gridò Akane, lanciandogli l’appendi abiti addosso e colpendolo in pieno viso. Rimase a bocca aperta: perché Ranma non aveva schivato l'oggetto come aveva sempre fatto? Era diventata più veloce lei? O più lento lui? Ma la risposta gliela diede il diretto interessato.
“Me lo sono proprio meritato.” E sorrise nuovamente.
Ranma era così cambiato, era più maturo, più dolce, sì più dolce era l’affermazione giusta. Forse era stato l’incontro con Hope?
All’improvviso due braccia forti avvolsero la vita di Akane. Ranma, naturalmente di un vivido porpora, in un raptus di coraggio, l'aveva stretta tra le sue braccia come in un caldo e protettivo manto.

*L’incontro con Ai deve avermi fatto male. Sono diventato romantico!*
*L’incontro con Hope deve avergli fatto bene. E' diventato più romantico!*

Akane alzò lo sguardo e nello stesso momento lo fece anche Ranma. I due si guardarono intensamente, lei persa in un cielo cobalto trapuntato di stelle, lui nel fuoco della vita che risplendeva negli occhi della ragazza. Si stavano avvicinando pericolosamente, quando Soun e Genma li chiamarono, facendoli sobbalzare.
Purtroppo Ranma spiccò un salto troppo alto e andò a finire contro il soffitto, per poi rischiantarsi a terra a faccia in giù. Akane si affacciò su di lui e disse sorridendo: “Ho un deja-vu. Mi sbaglio o questa scena è già successa?”
Ranma rispose sorridendo anche lui, rialzandosi. “In effetti, mi sembrava di avere già un altro bernoccolo. Andiamo?” Concluse, porgendole il braccio. Insieme entrarono nella stanza in cui erano i loro padri, chiudendo la porta dietro di sé.

Intanto all’ambulatorio del dott. Tofu si svolgeva un concerto improvvisato da Hope per i piccoli pazienti dell’ambulatorio: lei cantava, Joe l'accompagnava con la fisarmonica, Aya era alla chitarra e uno straniero con una bandana gialla era alla batteria.

(Consiglio di seguire il testo ascoltando la canzone “Me voy”, di Julieta Venegas, che potete trovare su e.mule.)

“Porque no supiste entender a mi corazón
lo que había en el,
porque no tuviste el valor
de ver quién soy.

Porque no escuchas lo que
está tan cerca de ti,
sólo el ruido de afuera
y yo, que estoy a un lado
desaparezco para ti

No voy a llorar y decir,
que no merezco esto porque,
es probable que lo merezco
pero no lo quiero, por eso...

Me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti y
me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti.

Porque sé, que me espera algo mejor
alguien que sepa darme amor,
de ese que endulza la sal
y hace que, salga el sol.

Yo que pensé, nunca me iría de ti,
que es amor del bueno, de toda la vida
pero hoy entendí, que no hay
suficiente para los dos.

No voy a llorar y decir,
que no merezco esto porque,
es probable que lo merezco
pero no lo quiero, por eso...

Me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti y
me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti.

Me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti y
me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti y me voy.

que lástima pero adiós
me despido de ti y
me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti y me voy.”

I piccoli pazienti del reparto di pediatria battevano le piccole mani smagrite e sui i loro visini smunti era apparso un enorme sorriso che scaldò il cuore al gruppetto che concesse il bis chiesto dalle tante vocine contente. Così la band ricominciò a suonare ed Hope a cantare.

*Mia piccola, cara, Hope, sei così perfetta! Persino così malata ti dedichi agli altri!... E pensare che quando eri in Italia, a scuola, tutti ti tenevano alla larga perché non seguivi le mode, perché eri diversa. Dicevano anche che eri brutta, ma io questa bruttezza non l’ho vista mai, anzi ho sempre pensato che tu fossi bella come il sole, come il fuoco che riscaldava, e che riscalda ancora, il mio cuore.
Ti allontanavano perché eri diversa, eppure nella tua diversità eri perfetta, hai sempre aiutato le persone, persino quelle che ti facevano tornare a casa piena di lividi e grondante di sangue solo perché sei un quarto cherokee, un quarto indiana, un quarto araba ed infine un quarto italiana! Che bugiardo che sono! Inizialmente anch’io ero con quei farabutti che ti picchiavano, ma tu mi hai cambiato la vita! E per questo ti sarò sempre grato*

*Oh Joe! Quanto ti devo! Io sono così imperfetta, così brutta! Invece tu sei così perfetto! Bello, bello ed irraggiungibile. Quante volte avrei voluto dirti che ti voglio bene per tutto quello che mi hai dato, per tutto quello che non mi sono mai meritata. Dopotutto sono contenta, prima eri di mia sorella gemella, così uguali ma così diverse, ora sei mio, forse non come vorrei io, ma ora sei qui con me e non con Nadja a consolarla perché si è lasciata ingabbiare ed ora dovrà sposare Alì, un principe arabo molto carino. Certe volte la odio proprio! Lei che ha sempre avuto tutto: la cocca dei prof e dei genitori, vestiti firmati, amici, praticare lo sport che voleva nonostante fosse costoso, ma più importante di tutto ha sempre avuto te, Joe. Ed ora ha anche la vita davanti mentre io dovrò morire. Non è la morte in sé che mi fa paura, ma come devo morire: io voglio morire gloriosamente in battaglia, perché ho detto ad alta voce i miei pensieri, non arrendendomi ad una semplice malattia. Ora Nadja ha veramente tutto: lei ha anche la salute.*

La canzone finì e nuovamente ci furono molte ovazioni dai piccoli spettatori che chiedevano nuovamente il bis, ma la cantante, evidentemente stremata da quell’immane sforzo, svenne, ripresa prontamente dalle forti braccia di...
“Ranma!” gridò Joe “Già... sono tornato”.




Ciauz al prossimo cappy sigh!
  
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